2020/21 – Le pagelle di fine stagione

Donnarumma 8,5: lasciamo da parte i sentimentalismi e le reazioni di pancia, questo ci ha portato 8/10 punti. Senza Gigio non ci sarebbe stata Champions. Glaciale anche dopo il tentativo di sabotaggio della Curva Sud prima di Juventus-Milan; al netto di tutto, portiere fenomenale, senza di lui il Milan è più scarso.

Tatarusanu 6: grazie per i rigori col Torino

Calabria 7: crescita esponenziale in fase difensiva e nei big match. Prossimo step: qualche gol e assist in più. Meritava gli Europei a mani basse.

Kjær 7: peccato per il calo fisico nella parte centrale della stagione che coincide col nostro prematuro addio al sogno tricolore. 

Tomori 7,5: complimenti a chi lo ha scovato. Strepitoso a riprendersi dopo la figuraccia di Roma con la Lazio. I 5 clean sheet decisivi nelle ultime 5 partite partono dal triangolo Gigio-Simon-Tomo.

Romagnoli 5: quando si alza l’asticella è inadeguato. Semplicemente rimpiazzato senza rimpianti al centro della difesa. E’ stato il capitano di un pedalò, ma in un vascello può fare sì e no il mozzo.

Gabbia 6: da rivalutare l’anno che viene.

Kalulu 6,5: occhio al ragazzo…

Theo 6,5: numeri importanti ma rendimento incostante. Necessita di un sostituto per i periodi no e di una crescita mentale sua personale.

Dalot 6: cresce alla distanza, risultando prezioso nel finale. Ben inserito nel contesto, purtroppo costa troppo per pensare ad un riscatto.

Bennacer 5: condizionato dagli infortuni dopo un ottimo avvio. Geometrico, ma anche inconsistente in termini di gol e assist. Ruolo in cui dobbiamo crescere, con o senza di lui.

Tonali 5,5: merita un’altra chance, però la prima l’ha sprecata.

Kessie 9: un animale. Ricordo però a chi oggi è sul carro, che molti lo avevano scaricato.

Meite 5,5: il fratello scarso di Kessie.

Krunic 5,5: sta a Pioli come Emanuelson stava ad Allegri. Contropartita da spendere sul mercato.

Saelemaekers 7: unico giocatore in rosa a pensare sempre ad uno o due tocchi. In ogni partita ben giocata dal Milan, c’è il suo contributo. Tatticamente preziosissimo. Ottimo titolare di scorta.

Brahim 7: ha classe, cazzo. Altro sacrificato senza ragione fino a Torino. Paga il fisico ma bisogna insistere sul ragazzo. Media gol/assist su minuti giocati da non trascurare.

Chalanoglu 5,5: giocatore destinato a far sempre discutere. Non è il male assoluto in sè, ma in quel ruolo serve chi faccia la differenza vera per ambire al salto di qualità. Adios.

Hauge 6,5: esterno puro da rivalutare in caso di 442. Ingiustamente sparito dai radar nel momento caldo.

Leao 5,5: il tempo sta scadendo e la bilancia sembra pendere sempre più dal lato del giocatore inconsistente.

Rebic 6: troppo incostante, dovrebbe però essere schierato da seconda punta. Qualche gol pesante ma l’anno prossimo serve continuità.

Ibrahimovic 6,5: praticamente gioca da settembre a novembre poi scompare. Importante per il salto di qualità mentale. Attenzione però che sarà sempre peggio, nonostante la sua attenzione il fisico lo sta tradendo. Deve reinventarsi per il bene di tutti.

Mandzukic 4: acquisto sbagliato, d’accordo. Ma l’alternativa realistica era Pellè. Mi chiedo: perché separarsi? Leao e Rebic non sono prime punte, noi avremo bisogno di 3 attaccanti veri. Il nuovo acquisto, Ibra, ed il terzo avrebbe potuto essere lui dopo una preparazione completa.

Pioli 6,5: meriterebbe un capitolo a parte e anche molto lungo. Cerchiamo di essere brevi, ci ha resi una squadra, con un gioco ed un’identità, ma ha anche rischiato uno dei più epocali fallimenti della storia della serie A. Allenatore bravino col piano A, manca del tutto di un piano B. E’ giusto che prosegua anche l’anno prossimo, che si faccia carico di una più che probabile eliminazione in Champions ai gironi (senza bruciare dopo pochi mesi un top) e che finisca la semina. Ma per il raccolto servirà qualcun’altro.

Area tecnica e dirigenziale 7,5: risultato sportivo ottenuto senza mai tradire lo stile che ci si è dato (che può essere condiviso o meno). Ora viene il difficile, bisogna ampliare la rosa quantitativamente per non ritrovarsi nelle condizioni di quest’anno (oltre ad un’analisi su staff atletico/medico), ma soprattutto qualitativamente nei ruoli chiave. E mettere fine alla maledizione del centravanti per poter pensare di competere per i titoli.