Lazio – Milan 0-0, la partita tattica

26 Febbraio 2019, Stadio Olimpico. Lazio e Milan si giocheranno l’accesso alla finale nella gara di ritorno a San Siro dopo 90 minuti in cui il Milan è sembrato a tratti troppo poco organizzato nella gestione del possesso offensivo.

Formazione Lazio
Patric e Bastos sono le limitate scelte difensive di Simone Inzaghi data la perdurante emergenza nel reparto. Leiva è il mediano, in attacco Correa a supporto di Immobile.

Formazione Milan
Calabria per Conti e Laxalt per Rodriguez sono le novità difensive di Gattuso rispetto alla gara di campionato contro l’Empoli. In attacco torna Suso con Piatek, panchina per Calhanoglu al suo posto Borini.

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Lazio alla ricerca dell’ampiezza
Lazio che muove palla tra i tre centrali e Leiva, mantenendo quindi quattro giocatori arretrati mentre gli altri si alzano con Correa o Immobile a venire in contro alla palla, fraseggio indirizzato a dare il tempo ai quinti di prendere posizione alta per servirli sulla corsa o con rapidi cambi di campo nel tentativo laziale di aggirare la densità difensiva rossonera trovando la superiorità in ampiezza.

Sempre da monitorare la posizione di Parolo, che sulla palla larga a Rómulo è rapido a tagliare internamente per dare un’opzione di passaggio nel mezzo spazio al portatore di palla e tenere occupato Laxalt che deve guardare anche lui, diverso il compito dell’altra mezzala Savic che dei centrocampisti è l’unico a portare palla e sullo scarico va a prendere spesso la posizione centrale dentro l’area.

In non possesso biancocelesti che puntano sulla pressione alta sin dalla rimessa di Donnarumma per impedire al Milan di costruire pulito e poter ripartire da posizione avanzata.

Nasce proprio dalla ricerca dell’ampiezza la prima e più grossa occasione del primo tempo con gli uomini di Inzaghi che dopo aver mosso palla dal centro aprono improvvisamente a destra sulla corsa dall’esterno all’interno di Rómulo che riceve libero nello spazio tra Borini e Laxalt, sul pallone del brasiliano Immobile è rapido a concludere, ma la palla esce di poco.

Pressione su Bakayoko
Rossoneri che sembrano ripiombare nei problemi pre-natalizi, fase difensiva passiva in cui gli uomini di Gattuso si trovano spesso a dover rincorrere gli esterni di Inzaghi per la totale mancanza di pressione sul portatore di palla che ha sempre il tempo di trovare l’appoggio laterale o il cambio di gioco.

In possesso se il Milan evidenzia troppi errori di tecnica individuale in palleggio dei rossoneri sulla trequarti, con altrettanti palloni persi e ripartenze subite, l’elemento fondamentale è l’attenzione riposta dalla Lazio ad andare a prendere Bakayoko quando il francese sta per ricevere senza dargli la possibilità di usare il fisico e girarsi.

Francese che viene controllato a vista da Immobile-Correa o Leiva a seconda della posizione del pallone.

Milan che senza il perno centrale e con Paquetà e Kessie/Calhanoglu impegnati ad allargare lo spazio trova l’unica alternativa nel cercare Piatek con palloni improbabili o servire Borini e Suso all’altezza del centrocampo isolando di fatto il polacco nella metà campo avversaria dove viene facilmente controllato a vista.

Alternative di Gattuso
Impossibilitato ad usare Bakayoko come chiave di volta attraverso cui girare il possesso dai difensori al terzo offensivo o sulle corsie laterali, Gattuso dedica molta attenzione agli altri componenti del triangolo centrale, perso Kessie, inverte spesso la posizione di Paquetà e Calhanoglu abbassandoli a turno per cercare uno sbocco alternativo.
Ad inizio ripresa trova la soluzione migliore con Paquetà a sinistra, il brasiliano scende lateralmente liberando finalmente la corsia per Calabria con Suso che sale centralmente.
Se da un lato questa soluzione permette al Milan di recuperare metri e respirare, dall’altro complice la serata completamente negativa dello spagnolo non sbocca mai in concretezza.

Asimmetria Milan
Se a destra Gattuso “sistema” al meglio l’uscita della palla, paga sul lato opposto, la ricezione di Calhanoglu è sempre orientata verso l’interno del campo e non favorisce l’uscita palla diretta su Borini che non riceve quasi mai il possesso velocemente ed in non possesso si fa schiacciare troppo da Rómulo permettendo al brasiliano di ricevere sempre in posizione avanzata.

Cambi offensivi di Inzaghi
Persa parte dell’inerzia positiva della seconda metà del primo tempo, a metà ripresa Inzaghi inserisce Luis Alberto per Parolo, lo spagnolo a differenza del nazionale italiano si posiziona accanto a Leiva aggiungendo un uomo alla costruzione.
I due restano però di fatto troppo lontani rispetto ai compagni avanzati con l’effetto che spesso centralmente la Lazio sembra spaccata in due costringendo la veicolazione del pallone attraverso vie laterali.
Se la predisposizione del Milan a difendere in zone basse diminuisce lo spazio da attaccare verticalmente, questi problemi di posizionamento dei biancocelesti aumentano le difficoltà per gli uomini di Inzaghi a trovare imbucate verticali in cui sfruttare la velocità di Immobile prima e Caicedo poi, stagnando in un possesso spesso orizzontale che non sfrutta a pieno le possibilità dei giocatori in campo.

Conclusioni
Lazio che rispetto al Milan ha il merito di essersi proposta con più costanza, ma che all’atto pratico ha prodotto davvero poco rispetto al potenziale predominio.

Lazio e Milan sono due squadre che continuano ad evidenziare una mancanza di soluzioni alternative, i biancocelesti quando non trovano rapidamente la verticalità non hanno abbastanza qualità sugli esterni per poter sfondare lateralmente, rossoneri che faticano a trovare meccanismi di possesso offensivo che non dipendano eccessivamente dall’apporto dei singoli e che dimostrano di possedere poche alternative quando le principali fonti di gioco vengono bloccate o sono in serata negativa.

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