Milan – Parma, la partita tattica

2 Dicembre 2018, Stadio San Siro. Il Milan completa la rimonta denotando grande coesione e voglia nella lunga rincorsa al piazzamento Champions.

Formazione Milan
Continua l’emergenza dei rossoneri, con Gattuso che torna al 4-3-3 schierando Abate nell’inedito ruolo di centrale, torna titolare in Serie A dopo i tempi di Empoli Jose Mauri, a lui affidato il ruolo di mezzala sinistra.

Formazione del Parma
4-3-3 speculare per D’Aversa con Inglese a fare da riferimento centrale tra Gervinho e Biabiany, Scozzarella preferito a Stulac come perno centrale del centrocampo a 3.

Velocità contro individualità
Due 4-3-3 molto simili nei principi, sia Gattuso che D’Aversa coinvolgono entrambi i terzini nella spinta e chiedono alle mezzali lo stesso movimento di copertura in non possesso e di alzarsi lasciando Bakayoko da una parte e Scozzarella dall’altro come vertici bassi.
Sulla costruzione dal basso stessa pressione non ottimale orientata a forzare l’avversario a giocare la palla.
Dove differiscono leggermente sono i posizionamenti senza palla, il Milan ripiega in un 4-5-1 attendista, il Parma ripiega in un 4-4-2 che lascia sempre uno tra Gervinho e Biabiany in avanti insieme a Inglese pronti a lanciarsi nello spazio.
Altra differenza nelle caratteristiche degli esterni, Suso e Calanoglu cercano sempre il mezzo spazio centrale andando a portare palla in zona centrale per cercare lo spunto individuale, Suso in dribbling e tiro, Calhanoglu cercando lo spazio per il tiro , Biabiany e Gervinho restano più larghi cercando da creare spazio per l’inserimento delle mezzali e sopratutto posizionandosi idealmente per sfruttare tutta la loro velocità in transizione.
Inserimenti centrali delle mezzali che pagherebbe i suoi frutti all’82esimo quando Grassi solo davanti a Donnarumma non riesce ad agganciare.

Mezzali
Problema mezzali per entrambe le squadre, sia Kessie-Mauri sia Barilla-Grassi non garantiscono la necessaria qualità nella circolazione rapida del pallone, mostrandosi presenti nei movimenti richiesti, ma poco efficaci nei tocchi che dovrebbero indirizzare il possesso.

Problemi di pressione
Inizio incoraggiante del Milan che riesce a tenere il Parma nella propria metà campo portando grande pressione senza palla e tenendo Zapata e Abate alti per impedire al Parma di ripartire, al solito i rossoneri non riescono a mantenere a lungo questo livello finendo dal 20esimo in poi con la sola pressione della punta centrale e con le ali in posizione intermedia per occupare le linee di passaggio per poi essere pronto a correre indietro formando il 4-5-1 difensivo.

Disattenzione sui piazzati
Gagliolo nel primo tempo aveva suonato la sirena in area rossonera sfiorando il gol non coperto adeguatamente da Bakayoko, è sempre il francese ad arrivare in ritardo sullo 0-1 firmato Inglese su corner.

Patrick Cutrone
Cuore solitario, Patrick detta il pressing individualmente mai seguito dai compagni, in occasione del gol, pressa l’avversario recupera palla, la scarica, la va a riprendere e la calcia in rete al volo.
Embed from Getty Images

Bakayoko
Il francese è ancora lontano dal suo pieno potenziale, ma sta dimostrando di poter essere l’uomo ideale per coprire il ruolo di mediano centrale, essenziale in fase di recupero palla e determinante nell’aver diminuito la fragilità del Milan tra le linee, evidenzia ancora di più come il problema non risolto dei rossoneri siano le mezzali, troppo poco qualitative per gestire efficacemente e velocemente la fase di possesso.

4-4-2 Rossonero
Passaggio al 4-4-2 con l’inserimento di Borini seconda punta per Mauri contestuale all’assegnazione del rigore che porterà al gol dell’1-1. Non mostra particolari vantaggi in fase offensiva, ma contrariamente ai motivi per cui Gattuso lo ha adottato, si rende più efficace nel contenimento degli esterni gialloblù nel finale di partita, creando spesso i presupposti per pericolosi contropiede che i rossoneri non concretizzano.

Similitudini
Milan e Parma sono due squadre abbastanza speculari che arrivavano a questa partita differiti da solamente due punte occupando quinta e sesta posizione in classifica. Entrambe non precise ed efficaci nel recupero del pallone, mediamente passive in fase di non possesso, entrambe cercano di risolvere le partite con i propri esterni, lasciando ai loro riferimenti centrali il compito di battagliare nel cuore dell’area, a fare la differenza forse la maggiore determinazione del Milan nel continuare ad inseguire il piazzamento Champions.