Inter – Milan 1-0, La partita tattica

21 Ottobre 2018, Stadio San Siro.
Il 169esimo Derby di campionato va all’Inter al termine di 90 minuti in cui i Rossoneri hanno sofferto in ogni zona del campo.

Formazione Inter
4-2-3-1 per Spalletti che recupera Vrsaljko e schiera Asamoah al posto di Dalbert, perderà Nainggolan alla mezzora.

Formazione Milan
Non ci sono novità, Gattuso schiera l’undici titolare di questo inizio di stagione.

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La partita
Inter che tiene sotto pressione il Milan per larga parte del primo tempo, pressing orientato dei nerazzurri per far giungere palla a Calabria e costringerlo al lancio lungo, Icardi su Musacchio con Politano a stringere su Romagnoli chiudendo la linea di passaggio verso Rodriguez costringono i rossoneri a scivolare verso il numero 2 che sulla pressione di Perisic non riesce quasi mai a trovare l’uscita pulita della sfera.
Quando i rossoneri provano ad uscire centralmente verso Biglia, l’argentino è preda del raddoppio di Brozovic e Vecino.
Sebbene il computo del primo tempo parli di 7 tiri a 8 per i rossoneri, con una rete annullata per parte, l’Inter sembra la squadra più intenzionata a fare la partita.
Il Milan, al solito, non recupera palla in pressione, ma sceglie di disporsi passivamente a chiusura delle linee di passaggio arretrando di parecchi metri in attesa delle giocate degli avversari, in ripartenza manca della pazienza e personalita necessarie per esprimere il proprio palleggio, finendo per forzare la giocata e riconsegnare la sfera agli avversari.
Inter a due volti, senza palla si dispone con il 4-2-3-1 con Nainggolan prima e Borja poi ad alzarsi coprendo le linee di passaggio centrali, in possesso i nerazzurri rinunciano al doppio mediano, con Vecino incaricato di alzarsi cercando il mezzospazio sinistro alle spalle di Biglia, in questo modo i nerazzuri dispongono di due mezzali alte pronte ad allargarsi e ricevere palla alle spalle del mediano rossonero.
Dove però i nerazzurri danno il meglio è l’immediata riaggressione della sfera una volta perso il possesso, di fatti gli uomini di Spalletti mantengono la linea difensiva altissima, con i centrocampisti sempre pronti ad aggredire gli uomini di Gattuso,impedendo ai rossoneri di palleggiare.

A palla persa i nerazzurri non indietreggiano, qui è Politano ad aggredire immediatamente il passaggio di Bonaventura per Rodriguez, recuperando palla sulla trequarti.

Rossoneri graziati solo dall’incrocio di De Vrji e dalla scarsa freddezza di Vecino liberato in piena area da Vrsaljko.
Milan che conclude 8 volte verso la porta dell’Inter, ma sono tutte occasioni qualitativamente inferiori a quelle nerazzurre.

Rinuncia a giocare
Sulla falsariga del primo i nerazzurri iniziano il secondo tempo con maggiore consapevolezza, lo strumento di mantenimento del possesso non è più l’immediato recupero del pallone, ma un possesso paziente ed ordinato, Spalletti nei primi minuti schiera i suoi con il tre e mezzo, difesa composta da Vrsaljko bloccato, De Vrji e Skriniar, liberando Asamoah di avanzare e supportare maggiormente l’azione offensiva, ma complice la serata di scarsa vena del ghanese ristabilisce quasi immediatamente la difesa a quattro.
Complice l’affaticamento l’Inter abbassa il livello di intensità del suo pressing ed il Milan riesce finalmente a far girare palla verso sinistra utilizzando le doti di palleggio di Rodriguez per uscire, ma è evidente che il piano gara dei rossoneri non preveda la gestione del pallone perché anche senza pressione avversaria i giocatori di Gattuso hanno fretta di forzare la giocata, questo oltre alle complicazioni dovute al basso ripiegamento impediscono ai Rossoneri di servire i propri uomini migliori in posizioni vantaggiose.

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Dei 27 passaggi recapitati a Suso, oltre 3/4 lo vedono ricevere palla lontano da zone pericolose.

Il tempo scorre e appare sempre più evidente come anche con l’Inter stanca il Milan non cerchi nemmeno di vincere la partita, quando entrano in possesso i rossoneri cercano un giro palla conservativo, quasi ad evitare di restituire palla agli avversari per rallentarne la costanza offensiva e diminuirne la presenza sottoporta.
Quando Cutrone prende il posto di Hakan in molti, giustamente, si aspettano il passaggio al 4-4-2 per ripetere il finale ad alto ritmo visto già contro la Roma, ma tra lo stupore generale Patrick prende le consegne da ala destra di sacrificio, restando largo e lontano da Higuain, e quando i rossoneri sprecano un paio di situazioni da contropiedie potenzialmente interessanti, con Suso prima e con il Pipita poi la partita sembra ormai incanalata sullo 0-0.

E’ però l’Inter nel finale a dimostrare di essere più preparata per vincere, Spalletti torna al 3 e 1/2, Vrsaljko appoggia verso Candreva in arretramento che è bravo a far scorrere per il solito inserimento di Vecino, che costringe la difesa rossonera a scivolare fuori posizione, sul cross spettacolare dell’uruguaiano, complice una pessima lettura di Donnarumma, si avventa Icardi che decide l’incontro.

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Il pallone di Candreva raggiunge il solito inserimento di Vecino che si allarga alle spalle di Biglia, dal cross dell’uruguagio nasce il gol partita.

Conclusioni
Per chi segue questa rubrica non è la prima volta che esprimo dubbi sulle qualità del gioco del Milan, questa volta non ci sono stati errori degli avversari o prodezze individuali degli uomini di Gattuso e passivamente ci siamo consegnati all’avversario.
Il Milan non ha giocato, non ha pressato, non ha attaccato e non ha recuperato palla, il piano gara è stata una strenua occupazione degli spazi di passaggio sino a quando gli avversari non ci hanno castigato.
La via per l’Europa che conta passa da un calcio più moderno che ad oggi il Milan non è stato in grado di offrire.

Fotogramma tratto dall’account Twitter di @GabrieleCats, in cui si vede come la tipica pressione solitaria e non coordinata della mezzala del Milan liberi troppo spazio di ricezione per la mezzala avversaria ai lati di Biglia.

L’Inter ha giocato spesso con la difesa a 40 metri dalla propria porta, difendendo avanzando e concretizzando allo scadere quanto ha mostrato per tutti i 90 minuti, dando prova di possedere le qualità necessarie per ripetere e migliorare il piazzamento della passata stagione.