Alessandria – Milan 0-1: la partita tattica – Coppa Italia 2015/16

La partita a cui abbiamo assistito ieri risulta identica alla prestazione contro il Crotone di due mese fa. Anche in quel frangente la squadra che scese in campo risultò essere non all’altezza per quanto espresso in termini di gioco.

Dunque ancora una volta ci ritroviamo a commentare un Milan che non riesce a imporre un idea di gioco contro rivali di minor blasone. Come avevo detto nel post Milan-Fiorentina, i limiti della nostra squadra si evidenziano quando dobbiamo essere noi a condurre la gara invece di aspettare per poi ripartire negli spazi che ci lasciano. Anche ieri si è visto come la squadra sia nell’immobilismo più totale, tutti e dico tutti i giocatori attendono che il pallone gli arrivi tra i piedi. La domanda da porgli è semplice: come pensate di impensierire una squadra che è stata preparata a concedere poco, se la palla viene mossa solo in orizzontale per via dei pochi movimenti?

Il turn-over è dettato sia dall’impegno di domenica e sia dal fatto che, anche se abbiamo solo il campionato, le pedine migliori non vengono mai risparmiate durante le gare e questo porta a un rendimento calante. Il caso più evidente è Bonaventura, quest’ultimo è sempre fra i migliori ma il suo modo di giocare la partita cambia in funzione dei minuti che ha sulle gambe; se prima puntava spesso a saltare l’uomo ora si aiuta appoggiandosi sulla sovrapposizione. Occhio, non prendetemi il caso di Napoli, dove è vero che Sarri difficilmente fa uso di turn-over, ma è altrettanto vero che a differenza nostra la loro è una squadra strutturata dove ognuno ha il proprio compito in campo e non è costretto, come non nostro caso, a dividersi in più zone di campo.

Dunque più che giusto far rifiatare le pedine più importanti, ma fa veramente paura notare come le seconde linee non sappiano gestire la gara contro un avversario di livello nettamente inferiore. Ed è per questo che ancora non riesco a razionale se la parte di colpa maggiore gravi sui giocatori oppure sull’allenatore. A discolpa dell’ultimo ci sono le parole che gli si sentono urlare durante la partita, dove dice espressamente: “questi sono quelli che mi chiedono di giocare di più”, questo ci indica quanta fiducia egli ripone nei suoi panchinari. Una squadra non è composta solo dai suoi migliori undici, ma sopratutto da quei giocatori che pur partendo dalla panchina sanno cambiare la partita in corso e ad oggi il Milan non ne possiede alcuno. L’altro lato della medaglia riguarda i singoli: veramente non sono riesciti a tenere il pallone con una squadra di Lega Pro? La prima idea è che questa squadra per come è strutturata non sia in grado di attuare questo tipo di gioco qualunque sia l’avversario, è un nostro limite e non un pregio altrui se a fine partita hanno un maggiore possesso palla. La seconda idea, molto più fantasiosa, ma veritiera per quello che si è visto in campo: perchè non sono riusciti ad attuare nessuno dei movimenti visti dai titolari con il medesimo ruolo? Le seconde linee non si allenano con il resto del gruppo? Anche se non è un gioco eccelso, e basta poco per metterci in difficoltà, qualcosa di buono lo si è visto con i titolari. Il tutto è condito dall’utilizzo come coppia di centrocampo Mauri-Poli e a distanza di un giorno ancora non capisco chi dei due doveva far partire l’azione, qui ad esempio è certamente colpa dell’allenatore. Il concetto generale che viene fuori è il seguente: la squadra riesce ad attenuare le sue lacune attraverso giocatori di calibro maggiore, che riescono in qualche modo ad arrivare a “compromessi” a far funzionare il modello di gioco attuato; cambiando i fattori in campo, il risultato non è più lo stesso.

Piccola nota per chi non fosse ancora convinto che questa squadra non possa giocare con due punte. Cambiano le coppie ma il risultato non cambia: i soli a dialogare in maniera egregia sono Bacca e Niang. Il primo sfrutta la profondità e il secondo accorcia per farsi dare il pallone e per pressare, dunque entrambi non rimangono mai fermi. Per gli altri non vale questo discorso, sia Balotelli che Luiz sono da sempre abituati a essere la punta di riferimento; almeno Luiz si sacrifica per sporcare e/o recuperare le seconde palle, cosa che il primo non si degna di fare. Per non parlare del rientrante Menez, dove a mio avviso porterà ulteriori scompigli là davanti qual’ora si ri-presentasse con lo stesso atteggiamento visto l’anno passato.

In conclusione, per il nostro amministratore delegato siamo a posto così, per lui il Milan è competitivo e d’altronde anche ieri lo ha dimostrato (cogliete l’ironia ndr).