Sampdoria – Milan 0-2: la partita tattica – Coppa Italia 2015/16

Ieri sera era di fondamentale importanza portare a casa la qualificazione ai quarti – viste le squadre di rilievo eliminate nella giornata di mercoledì – che ci permette di essere “virtualmente” in finale, viste le squadre rimaste nel nostro lato del tabellone. So bene che prima lottavamo per finali di altro livello, ma visti i posizionamenti delle ultime annate risulta di cruciale importanza far bene in questa competizione, a cui le big danno spesso poca importanza.

Quasi sicuramente tutto questo è stato fatto presente all’allenatore che ieri ha preparato la gara evitando i soliti esperimenti, schierando così il migliore undici possibile e sopratutto dando alla squadra più equilibrio rispetto alle due gare pareggiate in campionato. Non è stata una prestazione con la p maiuscola, ma per tutti i novanta minuti i giocatori hanno rispettato le posizioni e non hanno concesso limpide occasioni agli avversari; anche se Mexes con il passaggio di prima senza guardare ha fatto sudare freddo tutti quanti. Come detto l’equilibrio è stata l’arma della vittoria, era infatti da qualche settimana che ormai ne avevo evidenziato l’assenza e questo era dovuto ai compiti e alla filosofia degli esterni di centrocampo. L’unico giocatore in grado di ricoprire quel ruolo perfettamente è Bonaventura, mentre Cerci,Honda e ultimo Niang non hanno le caratteristiche giuste per allinearsi ai centrocampisti in fase di non possesso. L’unico che cerca di mantenere la posizione è Cerci, ma non è abile a interdire i passaggi come Jack e dunque è stato questo il principale problema delle recenti prestazioni: aver schierato due esterni con soli compiti offensivi, lasciando così molto spazio a centrocampo agli avversari.

Concludendo, con questo posizionamento in campo non riusciamo ad avere un gioco chiaro, infatti per creare la nitida palla goal (il classico paesaggio smarcante) si ha bisogno dell’errore avversario altrimenti non riusciamo a costruire l’occasione da goal. Come nel caso del vantaggio, grazie alla progressione di Bacca palla al piede la linea difensiva blu-cerchiata si concentra tutta sul portatore di palla, perdendosi il movimento di Niang. Tutto questo è dovuto anche alla mancanza di movimenti degli attaccanti stessi, come detto da Sinisa nell’intervista a fine partita parlando di Niang; ma stesso atteggiamento lo ha Luiz Adriano che, quando gioca con Bacca gli “scherma” la maggior parte dei palloni e così facendo non riusciamo a sfruttare l’unico che sappia e ama inserirsi. Non mi dimentico di chi per via degli infortuni ha giocato poco o nulla come Menez e Balotelli che, in assenza del pallone tra i piedi addirittura si fermano in attesa di riceverlo.

Ultima considerazione, da quest’anno il regolamento è cambiato: qual’ora la vincente della Coppa Italia dovesse essere già qualificata di diritto per posizionamento in campionato alle coppe europee non cede il diritto all’altra finalista, bensì viene esteso alla squadra che conquista il sesto posto. Dunque non basta conquistare la finale, ma dobbiamo alzare il titolo che manca dalle nostre mani dal lontano 2002/2003.

3 commenti

  1. La tua analisi tattica è mostruosamente perfetta. Tuttavia non condivido il tuo pessimismo cosmico. Io penso che il Milan, perfezionando alcuni meccanismi di gioco, possa centrare i suoi obiettivi che vanno oltre la partecipazione all’Europa League. Su Jack Bonaventura sono totalmente in sintonia e già mi sconforta il sapere che non potrà giocare a Frosinone. Tuttavia è proprio nel frusinate che i Rossoneri ci diranno, in assenza del loro miglior elemento, se possiamo parlare realmente di nuovo corso al Milan!

  2. Ultima considerazione, da quest’anno il regolamento è cambiato: qual’ora la vincente della Coppa Italia dovesse essere già qualificata di diritto per posizionamento in campionato alle coppe europee non cede il diritto all’altra finalista, bensì viene esteso alla squadra che conquista il sesto posto
    Mi dici dove l’hai trovata?

  3. Menez potrebbe giocare come giocava Donadoni nel Milan di Sacchi.

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