Empoli – Milan 1-4: salta il closing? Non il Milan – quattro gol e secondo posto

“La porta è uguale in tutte le categorie”. E’ così che Lapadula conferma quanto di buono aveva già fatto vedere con Chievo e Palermo e ci aiuta ad espugnare Empoli segnando il secondo ed il suo terzo gol in rossonero e zittendo sempre più i gufi che gridavano ai nove milioni buttati. Ad Empoli, come spesso accade, è stato un Milan a due facce tra primo e secondo tempo: l’Empoli molto aggressivo nei primi 45 minuti ha rischiato di andare in vantaggio meritatamente ma abbiamo limitato i danni riuscendo a portare a casa l’1-1. Nel secondo tempo la musica è cambiata ed è uscita nuovamente la squadra più forte e più tecnica – quella che sembrava una serata difficile è quindi diventata una allegra scampagnata grazie ai gol di Suso prima e l’autogol propiziato da Bonaventura poi.

Il risultato finale è quindi giusto anche se non rende forse propriamente conto a quanto visto in campo. Come abbiamo detto nelle ultime settimane per mettere in difficoltà questa squadra devi impedirgli di giocare il pallone nei primi trenta metri di campo: tutte le occasioni dell’Empoli nascono così. Compreso il gol in complicità con Donnarumma (non condivido chi dà la colpa a De Sciglio visto che il portiere è un intoccabile, se sbaglia bisogna avere l’onestà intellettuale per dirlo). Terminati gli insulti a Saponara che si ricorda di giocare bene solo quando contro di noi l’Empoli ha preso campo e fiducia arrivando a divorarsi in un paio di occasioni il terzo gol: la partita la vinciamo qua arginandoli come possiamo ed evitando di farli dilagare.

Nel secondo tempo è un Milan diverso. Si risveglia Locatelli dopo un primo tempo gravemente insufficiente, forse condizionato dall’errore nel derby. Riusciamo a liberarci più facilmente di un Empoli non più vigoroso ed i nostri esterni – che sono anche i giocatori più forti in organico – colpiscono. Dopo il 3-1 la partita è virtualmente finita anche se ci sarà spazio per la gloria personale di Lapadula, uno dei migliori in campo insieme ad Abate.

E’ proprio sul nove del Milan che dobbiamo porci qualche domanda. Nel secondo tempo Lapadula è stato quello che Bacca non è mai stato in partite del genere. Ha fatto sponde per gli esterni. E’ stato un punto di riferimento offensivo. Ha tenuto su la squadra. E’ andato a prendersi quei palloni che l’altro si lamenta di non avere. E se tutto ciò avviene in una serata in cui Bacca è a Siviglia a vedere la sua ex-squadra invece di essere – non dico al Castellani – ma almeno sul divano di casa è evidente che qualcosa sta cambiando e forse abbiamo dileggiato Caressa troppo presto quando chiedeva di schierarlo al posto di Bacca (anche se probabilmente esaltava un giocatore in orbita Juve).

Si sale a 29 punti. Al secondo posto. Tra le continue figure di merda di chi pensa solo al closing, di chi ha bollato troppo presto questa squadra come senza speranza, di chi diceva che Gomez (stasera tra i migliori, per la seconda gara a fila) e Lapadula erano scarsi e la rosa da metà classifica. E’ anche bello lasciare ad una nuova proprietà così: facendo vedere come questi signori avevano torto e di loro castelli sono crollati. La posizione attuale è prima di tutto una grande rivincita della società uscente che potrebbe concludere, in caso di proroga, con il ventinovesimo trofeo la più grande epoca della storia del Milan.

Due parole sul closing è quindi doveroso dirle. Più si va avanti più resto pessimista per la chiusura della trattativa e più penso che questi cinesi non siano poi un bene per il Milan. Si diceva che c’era la regia dello stato cinese eppure mancano le autorizzazioni governative: le due cose cozzano tra loro – e non poco. Se il Milan dovesse finire nelle mani di un altro Thohir tanto vale continuare con la proprietà attuale che se la sta cavando pure bene alla faccia dei detrattori. Berlusconi non fa bene – ma benissimo – a non concedere ulteriori proroghe o slittamenti a meno di ottenere ulteriori garanzie: siamo già stati scottati dal caso Bee. E’ importante, in questa fase, che si chieda un tesoretto di mercato da spendere liberamente a Gennaio per evitare di vedere ancora una volta bloccati i profili stile Pjaca, Zielinski, Musacchio e vedere autorizzati solamente i Sosa ed i Mati, quarta e quinta scelta del tecnico.

Siamo e rimaniamo per un closing intelligente. No al closing tanto per liberarsi della società attuale come molti sperano e tifano. Diciamo SI al closing se si porteranno soldi in cassa con una proprietà ricca, diciamo NO se lo si farà tanto per fare. Guarderemo solo la proprietà al netto del fatto che non ci fidiamo di Fassone (uscito in malo modo ovunque è andato) e Mirabelli (lì perché amico suo) per sostituire la miglior dirigenza di sempre dell’AC Milan (e forse Maldini aveva fiutato qualcosa). Vediamo che, nonostante tutto, si sono costruiti una bella corte dei miracoli tra aspiranti giornalisti e giornalisti in carica che sperano di varcare le porte di Milanello a suon di articoli di propaganda sul closing e sui viaggi di Massimiliano (quando si va a vedere un giocatore non lo si reclama a mezzo stampa). Poi succede che la vera informazione la fanno altri che scrivono notizie e non le cose che la gente vuole leggere – in questo frangente Peppe di Stefano di Sky ha anticipato e spiazzato tutti sul rinvio.

Tornando a quello che importa a noi, ovvero il campo, siamo secondi in un momento di calendario molto interessante. Abbiamo il Crotone a San Siro settimana prossima, domani la Juve va a Genova (che sicuramente si impegnerà come contro di noi, come d’altronde l’Empoli…) mentre settimana prossima ci saranno Inter-Napoli ed il derby della capitale. Arrivare a 32 prima dello scontro con la Roma non è importante, di più. Se la quota Champions è intorno a 70-72 punti girare a 35 è una buona media, a 40 (mancano Atalanta, Cagliari e Bologna che sarà recuperata a Gennaio) sarebbe addirittura qualcosa di straordinario. Per ora NOI che pensiamo al campo ce la godiamo, LORO che non pensano altro che al closing continueranno a soffrire fino a quando questo avverrà. Tutti a nanna a meno undici. Buonanotte.

EMPOLI-MILAN 1-4 (primo tempo 1-1)
MARCATORI Lapadula al 15′, Saponara (E) al 17′ p.t.; Suso al 16′, autorete Costa al 19′, Lapadula al 32′ s.t.
EMPOLI (4-3-1-2) Skorupski; Veseli (dal 23′ s.t. Zambelli), Bellusci, Costa, Pasqual; Krunic (dal 23′ s.t. Tello), Diousse, Croce; Saponara; Maccarone, Marilungo (dal 29′ s.t. Gilardino) (Pugliesi, Pelagotti, Dimarco, Barba, Cosic, Mauri, Maiello, Pereira, Buchel). All. Martuscello.
MILAN (4-3-3) Donnarumma; Abate, Gomez, Romagnoli, De Sciglio; Pasalic (dal 33’ s.t. Niang), Locatelli, Mati Fernandez (dal 10′ p.t. Kucka); Suso, Lapadula (dal 39′ s.t. Poli), Bonaventura. (Gabriel, Guarnone, Zapata, Paletta, Antonelli, Honda, Poli, Sosa, Berolacci, Luiz Adriano). All. Montella.
ARBITRO Calvarese.
NOTE Ammoniti Romagnoli, Kucka, Krunic, Bonaventura, Bellusci.

4 commenti

Vai al modulo dei commenti

  1. Un primo tempo al limite dello sconcertante vede in campo un Empoli migliore del Milan che quasi annichilisce i milanisti sul piano del palleggio.
    I rossoneri,per l’occasione in maglia bianca, vengono pressati alti e compiono una serie di errori sesquipedali nei primi quarantacinque minuti di gioco.
    Un gran gol di Lapadula consente al Milan il gol di vantaggio al quarto d’ora. Ma un altro errore prima di De Sciglio, che non era ancora entrato in partita, e poi di Donnarumma consentono a Saponara di acciuffare subito il pareggio.
    Inizio sconcertante per i troppi errori in disimpegno e in fase di impostazione. Evidentemente Vincenzino deve aver strigliato i ragazzi ed il Milan scende in campo nella ripresa con ben altro spirito ed altra determinazione.
    Gioca un buon calcio e riesce persino a fare un discreto possesso palla.
    Una seconda frazione di gioco dove i rossoneri, in maglia bianca, paiono determinati a sommergere con una valanga di gol l’Empoli.
    Ne scaturisce una partita persino bella, cosa inusuale in Italia, da vedere.
    Diventano protagonisti della serata Lapadula e Suso, il primo autore della prima doppietta in A e il secondo va in rete e fa grandi assistman.
    Il successo regala la momentanea e meritata seconda piazza in classifica che in solitario fa raggiungere al Milan quota 29 punti a- 4 dalla Juventus.
    La nota di maggior soddisfazione viene dalle difficoltà maggiori superate brillantemente dal Milan in modo perentorio e più di quanto non potessero credere e sperare i soliti detrattori del Milan che avevano ‘sporcato’, a mezzo di commenti ingenerosi, la buona prestazione dei ragazzi nel derby.
    Avere conquistato ad Empoli, nel secondo tempo in modo inoppugnabile, il successo, cancella le due ultime delusioni patite negli ultimi due anni.
    Avere vinto e convinto è stata una dimostrazione di maturità, quasi insperata, che questa banda di scavezzacolli ha fornito sia sotto il profilo del ‘giuoco’ che sotto qello della maggiore consapevolezza della propria forza e dell’esperienza.
    Avanti così splendidi ragazzi rossoneri!

  2. Il Milan di quest’anno è questo e ringraziate molti Santi in Paradiso.
    Questa squadra è un’invenzione assolutamente unica di Montella che, tocca dirlo, ha avuto intuito e intelligenza di adattare il materiale che aveva (poco) al massimo che poteva produrre.
    Soffriamo sempre, contro chiunque e in qualunque partita, ma non andiamo mai in balia delle onde. Ci sono poi partite come quella di questa sera dove nel primo tempo gli avversari avrebbero anche potuto chiudere con due gol di vantaggio e che invece finiscono in quasi goleada e altre, come quella contro il Genoa, dove non subisci quasi niente, ti trovi sotto solo per una casualità, meriteresti ampiamente almeno di non perdere, e invece subisci una sonora sconfitta.
    Questi sono segnali che mi fanno differenziare ad esempio dall’Inter dell’anno scorso, culona e sparagnina, dove davvero portavano a casa uno striminzito uno a zero soffrendo e culando ogni volta. Siamo, molto diversi. Forse diamo l’impressione di essere meno solidi, ma ci adattiamo alla situazione, reagiamo, rimontiamo, ci facciamo rimontare, soffriamo e comunque stiamo sempre in partita. Siamo vivi. Non siamo gran che, ma siamo sempre vivi, con l’umiltà e la consapevolezza dei nostri tanti limiti.
    Questa notte comunque è bello passarla da secondi solitari.
    Le critiche a Donnarumma sono eccessive e neppure giuste. Sul gol era fuori porta, ma se fosse stato tra i pali si sarebbe comunque trovato Maccarone solo contro di lui. Forse è scivolato e, forse, poteva anche tentare, la presa, ma l’errore nasce a monte da un De Sciglio che non era la prima volta che si faceva saltare come un pivello qualsiasi. A volte mi chiedo se quando gioca con noi lo faccia con supponenza, pensando di essere chissà chi.
    Lapadula è quasi commovente per l’impegno e la voglia che ci mette. Questa sera sui gol mi ha ricordato un certo Pippo.
    Suso e Bonaventura sono quelli che in questa squadra fanno la differenza e su Locatelli dobbiamo considerare l’età e pensare comunque che sta facendo bene e con personalità un lavoro difficile, che normalmente viene svolto da giocatori di grande esperienza.
    Il closing? Nessuno sa oltre quello che ai comuni mortali è dato sapere. L’unica cosa che tutti noi pensiamo è che nessuno al mondo butterebbe via cento milioni per niente. Staremo a vedere. Se poi mi chiedete come sarà un Milan cinese, non lo so. Non potrà mai essere sicuramente come quello dei primi vent’anni di Berlusconi, ma spero che sia meglio dei quest’ultimo.

    1. Questa squadra è un’invenzione assolutamente unica di Montella che, tocca dirlo, ha avuto intuito e intelligenza di adattare il materiale che aveva (poco) al massimo che poteva produrre.

      Questo si chiama allenare ed è quello che negli ultimi anni non hanno fatto gli altri. Siamo secondi e se siamo secondi ha meriti sia l’allenatore che la società. Il materiale, evidentemente, non è poco.

  3. Sono arrivato alla conclusione che dobbiamo accontentarci. Contenti dei progressi incredibili che Montella sta ottenendo dagli stessi giocatori che con Pippo e Mihajlovich giocavano con svogliatezza e gambe molli oppure erano esiliati in panchina od in prestito.
    Se vogliamo trovare la chiave di volta di questa metamorfosi vi propongo la mia spiegazione.Montella ha affidato la regia ad un triunvirato formato da Bonaventura, Locatelli e Suso che ha dato classe, cuore e ritmo al gioco.

I commenti sono disabilitati.