Palermo – Milan 1-2: la partita tattica

Usciamo da Palermo con un Milan operaio che lotta per tutti i novanta minuti, ed è stato questo atteggiamento che ci ha permesso di vincere. Paradossalmente, per la prima volta si è vista una squadra, perché affrontare una squadra ben organizzata come il Palermo, si ha bisogno di essere organizzati in ogni metro del campo. C’è anche da sottolineare la fortuna che abbiamo avuto ad affrontarlo nel loro momento peggiore, visti i recenti risultati.

Come detto il Milan ha pensato da squadra, dove ogni singolo si è prodigato nell’aiutare il compagno. Questo ha portato ad avere un centrocampo coeso e compatto, che non ha lasciato spazio di manovra al Palermo, squadra che sa costruire dal basso e di prima con ottime triangolazioni. I nostri tre in mediana fanno principalmente un lavoro da gladiatori, andando a contendere ogni pallone che passa dalle loro parti. Questo si evince sopratutto dai palloni giocati da Jack, in qualunque zona del campo è stato schierato mai aveva toccato così pochi palloni; ma sopratutto non è mai entrato nel vivo della manovra nella trequarti del Palermo. Infatti le mezze ali rinunciano ad alzare il baricentro lasciando spazio agli inserimenti degli esterni di difesa, che si sovrappongono/sostituiscono a Cerci e Menez che tagliano verso il centro. Nasce così il primo goal milanista, con una buona palla sul primo palo colpita di rapina da Cerci.

Non creiamo molto nel corso della partita, ma quello che ci riesce meglio è di non concederne agli avversari, esclusa l’unica vera occasione, dove saltano tutti gli schemi difensivi. Sarà tutto più chiaro nell’immagine sottostante. (Scusate per la qualità dell’immagine, ma è l’unica disponibile dove si vedeva al meglio le posizioni degli uomini in campo)Difesa totalmente spezzata.

Come avrete sicuramente capito si tratta dell’azione dove Vazquez sbaglia a due passi dalla porta. Iniziamo con gli errori:

  • i tre di centrocampo sono rivolti tutti verso Quaison, perdendosi gli inserimenti di Vazquez e Rigoni, ma soprattutto si “rifiutano” di seguire i loro tagli;
  • oltre a loro c’è il mancato apporto difensivo di Antonelli, assente sulla corsia di sinistra;
  • Abate e Van Ginkel riescono a farsi scappare Quaison, e un giocatore raddoppiato non dovrebbe avere queste libertà;
  • entrambi costringono Paletta ad alzarsi, creando l’uno-contro-uno tra Dybala e Mexes;
  • Mexes compie l’ultimo errore, che si disinteressa del movimento di Dybala.

Ma queste disattenzioni che liberano il “genio” di Dybala e Vazquez non si ripetono, visto che i gioielli palermitani danno il meglio di loro quando lavorano insieme. Disinnescando uno dei due è come togliere un polmone all’altro, ed ecco che Vazquez non riesce più a comunicare, in termini di gioco, con il suo compagno di reparto. A Iachini contesto il cambio di modulo, non riesco a capire perché giocare con un uomo in più in difesa a discapito di meno “sostanza” a centrocampo; questo per me ha creato un vuoto nel meccanismo, aiutando il Milan a contrastare meglio la manovra avversaria.

Non voglio più parlare di continuità, ma visto che l’infermeria si sta svuotando e gli “scarsi” non vengono più convocati (non faccio nomi), chissà che da qui a fine anno non riusciamo a toglierci qualche soddisfazione. Ormai il treno Europa ormai è passato da tempo, l’unica possibilità di riaprire il discorso Europa Legue risiede nel prossimo match casalingo Milan – Samp; vincerlo significherebbe recuperare punti e toglierli a una prendente.

I migliori:

  • Menez: si mette finalmente al servizio della squadra, dando un grande apporto anche in fase difensiva. Continua così!
  • Antonelli: da una grossa mano su quella fascia, riuscendo a contenere con la sua velocità Dybala, che ama rientrare con il sinistro da quella zona.

I peggiori:

  • Abate: sembra che ancora non sia tornato in condizione, dunque dobbiamo ancora attendere per ritrovare il giocatore di inizio stagione.