Milan – Cesena 2-0: la partita tattica

Passi avanti rispetto alla gara contro Empoli seppur piccoli, visto che siamo una squadra abituata a gioca ad intermittenza, perchè non ha la costanza di giocare tutti e novanta minuti. Ieri dunque, per la prima volta, si è vista un undici che pensava da squadra e collaboravano come tale. Al di là dei moduli, che è solo il modo di posizionare i giocatori, è la filosofia vista ieri che va portata avanti: dare alla squadra un idea di gioco è quello che conta; ma non basta una sola partita, tra l’altro giocata con la penultima in classica, per capire se sia una strada percorribile oppure no. Siamo a metà campionato inoltrato e il Milan è un cantiere aperto senza certezze, questo deve far riflettere.

Il gioco espresso ieri nell’arco dei primi quarantacinque minuti è stato frutto dell’atteggiamento dei nostri avversari, che non avevano un vero e proprio modo di attaccare. Capisco giocare di ripartenza, ma non quello di attendere che sia la squadra avversaria a regalarti la palla goal, che il Milan non gli concede. Nel primo tempo con il ritorno di Montolivo e le esclusioni della coppia ghanese, ci facilità non solo il possesso palla, ma anche la lucidità di cosa fare della palla quando ne si entra in possesso. Come detto prima, l’avversario fa poco per contrastare questo gioco, in quanto abbiamo tutto il tempo di gestirla e dettare il passaggio, tutto a due tocchi (controllo e passaggio) senza che gli avversari ci mettano pressione al primo tocco. Questo ne giova della velocità della manovra, infatti si vede chiaramente come la palla non stazioni mai a centrocampo, ma venga superato con un paio di passaggi, raggiungendo l’area avversaria. Le cose migliorando quando è lo stesso Montolivo a creare la superiorità (disfacendosi della marcatura) e a verticalizzare, creando delle autostrade in mezzo al campo, innescando Bonaventura.

E’ Jack a sfruttare a dovere tutto questo, che grazie al suo acume tattico non da punti di riferimento; mi ha ricordato il primo anno di Boateng, il quale non era affatto un trequartista, ma dava imprevedibilità all’azione. Non riesce a fare lo stesso Menez, perchè se Bonaventura cerca di scardinare la retroguardia con passaggi decisivi, lui si intestardisce a puntare la porta, non finalizzando a dovere l’azione creata. Ed è qui la chiave della gara, un suolo uomo davanti (pressoché inutilizzato ieri) e due dietro che hanno l’obiettivo di allargare le maglie avversarie partendo dal centro; ricorda molto l’albero di natale di Carletto, ahimè con interpreti di altro livello. Dunque per la prima volta non ci appoggiamo al solo Menez come rifinitore dell’azione in fase offensiva, anternando azioni di squadra (con Jack) a giocate individuali (Menez) che addirittura decide di fare un cost-to-cost molto bello, ma non funzionale ai fini del risultato.

Come spesso accade non riusciamo a tenere costante il ritmo di gioco, infatti già sul finire del primo tempo regaliamo un ghiotta palla goal, disinnescata a dovere da Christian. Tutto rose e fiori nel primo tempo, molto meno nel secondo dove rinunciamo a giocare come fatto nella prima metà di gara. Sostanzialmente giochiamo a fiammate, che ci portano quasi a chiudere la partita, lasciando il possesso palla agli avversari che non lo sanno sfruttare a dovere. Teniamo aperta la partita fino alla fine, errore che può costar caro (non voglio star qui a fare esempi di dove è capitato, ultimo settimana scorsa) perchè da coraggio all’avversario e può mettere inginocchio te dopo aver fatto sfumare il vantaggio. Non riesco a spiegarmi come una suqadra che giochi una sola partita a settiman, non riesca a tenere il campo per tutta la gara; su questo il Mister ha molto da lavorare.

Mi auguro che sia un punto di svolta, come detto da Inzaghi, perchè mancano da troppo tempo tre vittorie consecutive, infatti se si vuole raddrizzare la stagione si devono inalare più risultati utili consecutivi (vedi Torino, non perde da quasi tre mesi). Le prossime sulla carta ci possono far arrivare a questo obiettivo (Chievo e Verona) e darci una spinta per affrontare con il giusto morale e convinzione le sfide più ardue; sperando che il Milan trovi questa continuità mancata per tutta la stagione.

I migliori:

  • Bonaventura: lo è sempre, ma stavolta oltre a fare il lavoro sporco, riesce a sbloccare il match.
  • Rami: ottime chiusure, sembra essersi ritrovato, ma così come il Milan aspettiamo le prossime gare per capire se è uscito dal tunnel.
  • Poli-Montolivo: dove c’è la palla a turno si vedono o l’uno o l’altro, ottima prestazione per entrambi. Si permettono di iniziare a pressare molto più altri della trequarti nostra, grazie a un de Jong che copre ogni taglio alle loro spalle.
  • Antonelli: insieme a Jack è una certezza di questo Milan, con le use sovrapposizioni diventa un ala aggiunta, create dalle sue triangolazioni con la mezz’ala.

I peggiori:

  • Menez: fino alla fine dell’anno sarà inserito fra i peggiori, se continua  guardare solo i suoi piedi quando entra in possesso della palla. Avere un uomo che crea la superirità è utile, ma la palla corre più veloce dei giocatori e spesso si hanno compagni in posizioni più favorevoli della tua.Quindi… PASSALA!