Milan – Empoli 1-1: la partita tattica

Adesso BASTA! Umiliati per tutta la partita sul piano del gioco e sopratutto tecnicamente da una neopromossa, che di neopromossa ha ben poco per il calcio che esprime. Dovremmo prendere spunto dall’umiltà di questa squadra,mentre il nostro allenatore dovrebbe scambiare gli appunti con Sarri, perchè lui con il “materiale rozzo”che ha a disposizione riesce a giocarsela con chiunque raccogliendo, spesso e volentieri, troppo poco.

Sul piano del gioco c’è poco da dire: il loro allenatore si lamenta se i propri giocatori, per far uscire la palla dalla loro trequarti, se la toccano per tre volte (chiedendo di ridurre a due, controllo e passaggio), mentre il nostro non sa da che parte rifarsi; tutto questo viene a evidenziarsi ancora di più nel vedere gli interpreti a centrocampo: Valdifiori da un lato e de Jong dall’altro, che non sono certo simili per quello che riescono a fare con la palla tra i piedi. Le riprove si hanno tutte nel movimento della palla e dei giocatori: se nel nostro modo di giocare sono entrambe ridotti a zero, l’Empoli riesce a muovere la palla in funzione del movimento dei giocatori. Si nota che, chi detta il passaggio non staziona vicino al ricevitore del passaggio (come spesso accade da noi), bensì crea un corridoio per il passaggio in verticale, dando profondità all’azione invece di un possesso palla sterile. Paragonandoli abbiamo: da un lato un gioco corale e di prima, dall’altro un “non gioco”,  dove per creare la superiorità numerica, si avanza con la palla tra i piedi (giocata del singolo).

Questo dal punto di vista tecnico, non va assolutamente meglio nel modo di stare in campo. Quello che va sottolineato è il modo di difendersi, l’Empoli in fase di non possesso tende a stringere le maglie, sopratutto sulle corsie dove i terzini abbassano sulla linea dei centrali, diventando un tutt’uno anche nei movimenti; in questo modo riescono a diminuire la larghezza del campo, dando poco tempo/spazio di ragionare agli avversari. Invece nella nostra linea l’unico che sembra funzionare è Antonelli, che sa come si fa il terzino.

Non si può dire la stessa cosa di Rami, che toppa clamorosamente la sua seconda uscita nel ruolo di terzino, costantemente in difficoltà dalle triangolazioni grazie alle sovrapposizioni di Mario Rui, che ha campo aperto poichè Honda fa il “morto vivente” in mezzo al campo. Tutto questo non migliora se, al posto di concentrarsi sui singoli movimenti,  si guarda il movimento collettivo di tutta la linea. Il goal di Maccarone ne è la prova: Paletta, per paura che Pucciarelli scappi dalla marcatura di Bocchetti dopo il taglio alle sue spalle, lascia a Rami il compito di tenere Maccarone per seguire Pucciarelli, non curandosi del fatto che Rami non si è preso carico di Maccarone.

Mi dispiace per Pippo, ma finchè non se ne andrà le cose non miglioreranno, lui continua a chiedere tempo, ma il tempo di dare un entità alla squadra ormai è scaduto; ogni  domenica vediamo una squadra che non riesce a fare passi avanti, perché le basi si costruiscono con la preparazione. Ora serve voltare pagina e che sia la volta buona, ma soprattutto l’ultima.

I migliori:

  • Bonaventura-Antonelli: l’unica cosa che funziona per tutti i novanta minuti, si trovano a meraviglia facendo loro la corsia di sinistra.
  • Poli: per quello che sa fare si dimostra uno dei migliori a centrocampo in questo periodo, segno evidente della mancanza di giocatori di qualità in quel reparto.

I peggiori:

  • Rami: da quell’errore con il Parma ha fatto un involuzione catastrofica, lontano da quel calciatore che abbiamo apprezzato nei mesi passati.
  • Honda: tende a occupare la zona centrale del campo, lasciando sguarnita la corsia, dunque ancora una volta si ha la riprova che non è un esterno. Spazio a Cerci in quella posizione, con Honda più al centro del gioco.