Milan-Inter 1-1: la partita tattica

Oggi vorrei partire dal risultato, si era un derby ed è sempre una partita difficile ma è da più di un mese che non vinciamo, e non ci riusciamo perchè non mettiamo la stessa concentrazione, che ci permette di passare in vantaggio nei primi tempi, in tutti i 90 minuti. Abbiamo un calo sistematico dopo i primi 10 minuti della ripresa, troppo presto, ed ecco che permettiamo alle squadre avversare di riaprire la partita. Dobbiamo cambiare marcia.

Inzaghi la prepara benissimo, nei minuti iniziali lascia sfogare l’Inter, e tutta la loro euforia, colpendola nel momento migliore. Solo qualche sbavatura personale ci fa correre dei rischi (vedi Muntari), ma nel collettivo ottima prova di tutto il reparto arretrato. Siamo riusciti a tenere lontano Icardi dai suoi compagni di reparto, mai assistito da Palacio e Kovacic, quest’ultimo non entra mai in partita; questo porta l’Inter a far impostare la manovra a Kuzmanovic, che verticalizza spesso e male.

Giochiamo corti, tutto merito del cambio di modulo che porta gli esterni sulla linea dei centrocampisti,  non lasciando soli i due mediani. Ecco che si vedono subito i miglioramenti, infatti i difensori non spazzano più la palla, ma si appoggiano davanti trovandosi a meraviglia: Rami e Bonaventura a destra e dall’altra De Sciglio ed El ne sono la prova, dato che la distanza fra loro è diminuita. In questo modo si ha la possibilità di giocare palla a terra e di trovarsi più facilmente, si nota nell’azione del goal, dove la palla vine toccata di prima e portata all’interno dell’area con soli tre tocchi. Giocandola in questo modo diminuiamo i tempi di gioco e creiamo la superiorità, e questo deve diventare un dogma per prendere le difese avversarie impreparate.

In queste due settimane ha lavorato bene sul piano tattico Pippo, sperando che sia il modulo ideale su cui lavorare senza fare ulteriori stravolgimenti. Un modulo, 4-4-2, che se pur semplice ha portato coesione in campo, lo si vede anche in Menez che non porta palla al piede come nelle recenti uscite. Dunque io sono soddisfatto di quello che si è visto ieri sera, almeno dal punto di vista tattico, e se troviamo la giusta quadratura sulla base di questo schema, non tarderanno ad arrivare anche i risultati positivi.

I migliori:

  • Rami: lui ironizza sulla sua posizione in campo, ma sembra che faccia il terzino da quando ha 13 anni. Si sovrappone, alterando perfettamente la fase difensiva a quella offensiva.
  • Bonaventura: motore, duttile, gioca con semplicità anche a un tocco; in una parola… Jolly.
  • De Sciglio: ottime i suoi anticipi, è uscito dal buio e sta tornado quello di un tempo.

I peggiori:

  • Torres: troppo lontano dall’area di rigore per rendersi pericoloso. Non ci siamo!
  • Muntari: parte male, passaggi sanguinosi e interventi al limite. Ogni volta che parte titolare è un terno al lotto.

2 commenti

  1. Io lo avevo detto che il Milan sarebbe migliorato passando al 4-4-1-1 o 4-4-2.

    Ho ancora dei dubbi sugli interpreti. Non mi fa impazzire una corsai mancina tutta destra e a destra prefirei Niang che è veloce e che la paalla in mezzo la sa mettere molto bene.

    Per il resto questo Milan sta andando in terza e non riesce a cambiare marcia. Da spregiudicata che era ad inizio campionato è diventata incredibilmente ordinata ed attenta, ma questo non è necessariamente un pregio.

    Comunque questo modulo è migliore del vecchio.

    Non va ancora per niente bene come Inzaghi gestisce i cambi. Sembra di rivedere Allegri. Solo 2 cambi e per di più tardivi. Niang, Armero e Van Ginkel non entrano mai eppure sono giocatori che con le loro caratteristiche potrebbero cambiare la partita entrando dalla panchina.

    Anche qui l’ eccessiva ossessione per l’ equilibrio tattico sembra limitare Inzaghi

  2. Sono in quasi sintonia con te e pongo alla tua attenzione quanto mi è parso di capire.
    Mancini, che aveva studiato bene il Milan, avendolo visto giocare più volte, ha fatto una mossa semplice ed efficace: ha sempre interposto un uomo tra il possessore di palla rossonero e l’altro rossonero distante, forse troppo distante ed in linea orizzontale rispetto al possessore di palla. In questo modo chi faceva il passaggio, in orizzontale, si è visto spesso intercettato ed ha concesso ampio spazio allo scatto in verticale all’attaccante che ‘rubava’ il pallone. Così è venuto il pericolo maggiore, portato da Icardi, sventato da un grandissimo Diego Lopez. E’ stata una mossa ben studiata, il porre un uomo sulla diagonale, che faceva apparire il Milan lento e impacciato perché i rossoneri effettuavano i passaggi orizzontalmente. Altra mossa indovinata, da Mancini, è stata quella del pressing alto. Quando il pressing falliva l’azione di ripartenza veniva interotta dal fallo sistematico, mai punito con un giallo, dei giocatori dell’Inter. Ci sarebbe voluto in campo un Montolivo capace di verticalizzare con rapidità le azioni. Infatti le due volte che Essien ha verticalizzato con rapidità, una volta verso El Shaarawy ed e venuto il gol e l’altra verso Bonaventura ed è venuta la mancata realizzazione causa la traversa colpita da Stephan. Anche il cross di Rami è stato frutto di una azione insistita con un lancio dal fondo ed inserimento di Poli che si è visto deviare da Ranocchia un tiro che sarebbe certamente finito in fondo al sacco. Al Milan sono mancati e forse mancano i centrocampisti di qualità. Se si gioca con una punta centrale, in mezzo all’area avversaria, manca un centravanti boa(andrebbero benissimo Okaka o Pazzini)che al momento non può essere questo Torres(torre solo di nome ma non di fatto). Sono difetti rimediabili ma vi è la necessità che i giocatori si allenino, con impegno, nell’applicazione di questi schemi. Vi è soprattutto la necessità di mettere una maggiore attenzione, da parte del portatore di palla, nell’effettuare i passaggi in orizzontale. Quando è entrato Honda il nipponico con finte e controfinte ha quasi sempre lasciato sul posto l’avversario ed ha così potuto verticalizzare pericolosamente le azioni. Nei minuti finali il Milan ha dominato e non ha realizzato gol per mera sfortuna. Il ‘giuoco’ di Inzaghi comincia ad avere una precisa fisionomia. Ora sono si devono trovare gli interpreti adeguati!

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