Decisiva?

Milan-Auxerre: le prime due catagne di Ibra

Ancora in campo. Nemmeno il tempo di godersi per bene l’allungo in testa alla classifica e le polemiche che serpeggiano nell’altra metà di Milano, che è già tempo di scendere nuovamente in campo, alla ricerca di tre punti fondamentali per il superamento del girone eliminatorio. Si vola ad Auxerre, nel centro della Francia, più precisamente in Borgogna, dove ad attenderci ci sarà la squadra allenata da Jean Fernandez, squadra che nell’ultimo turno ha battuto a domicilio l’Ajax, facendoci una sorta di favore, ma che, contemporaneamente, si è creata delle (seppur piccole) speranze per un clamoroso passaggio del turno. O meglio, i transalpini sono ancora matematicamente in corsa e se vogliono tentare il miracolo devono a tutti i costi vincere stasera.

Pertanto è lecito aspettarsi un ambiente caldo e una squadra che venderà cara la pelle. Non so se faranno una partita tutta d’attacco o cercheranno di non prenderle e magari buttarla dentro con un po’ di fortuna. Non lo so e nemmeno mi interessa, dato che non siamo più una squadra che necessita di spazi per far male, ma possiamo colpire anche ad avversari schierati. Quel che conta è che anche per noi la vittoria è fondamentale.

La situazione del girone vede il Real a quota 10, ma non ci interessa più di loro. Milan a 5, Ajax a 4 e Auxerre a 3. Con una vittoria affronteremmo all’ultima giornata gli olandesi in casa con almeno un punto di vantaggio, in caso contrario potremmo anche trovarci tra due settimane con l‘acqua alla gola. La combinazione perfetta sarebbe vittoria nostra e del Real, discorso qualificazione archiviato e, di fatto, una partita in meno da giocare da qui a Natale. Quindi direi che per una volta posso anche fare il tifo per Mou (ovviamente sarà l’unica volta che non vincerà).

Veniamo alle notizie dal campo: Pirlo e Antonini rimangono ancora a Milano (altri due giocatori la cui data di rientro viene posticipata di partita in partita…). Per il resto tutti a disposizione (esclusi ovviamente Pato e Pippo). Formazione che sarà molto simile a quella delle ultime uscite, con 14 giocatori per 11 maglie: i titolari di sabato sera, con i possibili inserimenti di Abate, Boateng e Ronaldinho. Regolarmente in campo i 3 insostituibili della squadra, vale a dire la coppia più bella del mondo, Nesta e Thiago e Zlatan Ibrahimovic, che all’andata segnò i primi due gol in rossonero.

In conclusione, è una partita che mi preoccupa, i cali di concentrazione dopo un filotto di risultati così positivi sono sempre dietro l’angolo. Ricordo la partita di Zurigo dell’anno passato quando si veniva da un periodo molto positivo e sembrava dovesse essere una passeggiata. Vorrei chiudere stasera il capitolo qualificazione, potendo pensare poi solo ad allungare in campionato.

Non siamo a posto così

Troppa euforia fa male, e allora arriva il mio post a gettare acqua sul fuoco. Siamo messi alla grande, nessuno di noi sperava a questo punto del campionato di essere messi così bene in classifica e di essere ancora in piena corsa per la Champions. Ma il bel periodo non può e non deve nascondere i segnali d’allarme all’interno del Milan.

– Manca un attaccante. L’infortunio di SuperPippo e le precarie condizioni di Pato obbligano la società ad acquistare una punta, possibilmente centrale. Io dico che l’ideale è Paloschi, anche se non sta benissimo, ma il sostituto ideale di Inzaghi è lui, sia dal punto di vista tecnico-tattico che da quello caratteriale. Poi ci sarebbe Adebayor, che è fortee verrebbe in prestito. Non prenderei Matri perchè non è niente di che, costa un po’ e noi i soldi dobbiamo spenderli per un terzino.

– Manca un terzino, appunto. Bonera mi dà garanzie, in fase difensiva è quasi perfetto, ma non sa attaccare (anche se è lodevole il suo impegno a farlo), Antonini è forse il migliore ma rimane un giocatorino qualsiasi, Abate sta migliorando ma non sarà mai nessuno, Zambrotta è finito. Un terzino è necessario, a me piacciono Sakho, Criscito e Isla (ma in fase difensiva ho dubbi), e anche Zabaleta, Lichsteiner e Fabio Coentrao. Costano tutti dai 12 milioni in sù, tanti soldi che però vanno assolutamente spesi, perchè un terzino forte ci manca!

– Stiamo giocando sempre con gli stessi. Il turnover va fatto, anche se credo che la strategia di Max sia quella di insistere con la stessa formazione per un certo periodo per poi cambiare quando vede che le cose non vanno più bene. Ma abbiamo giocatori fragili e vecchi, che quindi calano facilmente da una partita all’altra. Vi ricordate cosa successe lo scorso anno contro Palermo e Zurigo a dicembre, dopo che avevamo vissuto tre mesi a dir poco strepitosi? Ecco, appunto…

– Centrocampo magnifico, fantastica anche l’idea di partire con il pressing fin dalla trequarti avversaria, ma questo gioco distrugge i mediani. Scordiamoci che quei 3 reggano a questo livello tutta la stagione…. E allora, che si fa? Boateng è nettamente inferiore a Flamini-Gattuso-Ambrosini, addirittura Allegri lo sta usando come alternativa sulla trequarti. Ogni tanto giocherà Pirlo, e quindi già quel tipo di gioco ce lo scordiamo, le altre volte che si fa? O si compra un altro mediano giovane e forte, oppure prevedo problemi.

La capolista non si ferma

La magia di Zlatan

La capolista se ne va. Milan batte Fiorentina col secondo 1-0 consecutivo e allunga in classifica, aggiungendo pressione alle inseguitrici. Finalmente siamo noi a dare il ritmo al campionato, sono gli altri che scendono in campo sapendo di dover vincere a tutti i costi. Temevo il rilassamento post-derby, ma la squadra ha affrontato bene dal punto di vista mentale la partita, segno evidente di un gruppo affamato. Quarta vittoria consecutiva, sesta nelle ultime sette partite di campionato.

Primo tempo: Milan sotto-ritmo rispetto alle ultime uscite, come è comprensibile che sia giocando così spesso. Ne consegue una partita aperta, con occasioni da entrambe le parti (più pericolose quelle dei viola, vanificate però da un ottimo Abbiati). Milan pericoloso con gli inserimenti dei centrocampisti, mentre Seedorf e Robinho si allargano per creare spazi. Ibra si vede poco, ma si sente eccome nel finale di tempo quando si inventa un gol straordinario. Difesa del pallone spostando l’avversario e girata in porta in acrobazia per il vantaggio rossonero, giù il cappello davanti a cotanta potenza abbinata a classe.

Secondo tempo: la stanchezza è sempre più evidente, la squadra si allunga parecchio, ma tutto sommato riusciamo a restare in controllo della partita, concedendo solo un’occasione nel finale, allorchè Gilardino sfugge a Nesta (unico errore di una grande partita) e serve Ljaijc a cui Abbiati chiude la porta in faccia. Emerge tutta l’importanza di Ibra, ovvero di colui che riesce da solo a tirar fuori la squadra dalla propria metacampo. Basta anche un rilancio un po’ a casaccio, se è nella sua zona, Ibra lo controlla e la palla è in banca come si suol dire.

Pagelle e dintorni: Abbiati è super (7.5), Bonera si dimostra uomo da one night only (6.5), cala vistosamente quando impiegato per più partite, Nesta e Thiago vanno in coppia che è una meraviglia (6.5), Zambrotta è presente e attento (6). A centrocampo la fa da padrone uno strepitoso Flamini (8), diga e attaccante aggiunto, togliendo la scena a Gattuso (6.5) e Ambrosini (6). Seedorf detta i tempi (6.5), Robinho corre tantissimo (7) e sfodera la miglior partita in rossonero, Ibrahimovic (7) ha il solito inizio soft, per poi crescere impetuosamente quando c’è bisogno di lui. Sempre più decisivo.

Il peggiore: terreno di San Siro inguardabile come da un mesetto a questa parte. E’ un campo troppo insidioso, che causa scivolate continue nell’arco della partita, le quali possono risultare anche decisive ai fini del risultato. Dovrebbero essere i giocatori i protagonisti, non il terreno di gioco.

Siamo stanchi, non vedo l’ora della pausa natalizia per recuperare energie, ma le vittorie sono il miglior rimedio possibile. 18 punti su 21 da dopo la sosta non sono affatto pochi, ma la strada è molto lunga. E martedì c’è la Champions, lì la vittoria è d’obbligo.

E’ cambiato tutto

Mani salde sul manubrio, la strada è pulita
Non guardare dietro
Non rialzarti sul sellino, o arriva il gruppo
A te la scelta… fermati e aspettali…
o LASCIALI PERDERE!
DALLO STADIO SAN SIRO IN MILANO MILAN – FIORENTINA:
LA FUGA CONTINUA?

https://i0.wp.com/multimedia.quotidiano.net/data/images/gallery/2009/10866/pato.JPG?resize=282%2C200San Siro, ore 20.45. Davanti. Prima e dopo il derby. Rotta l’imbattibilità interna dell’Inter che durava da 46 partite. Tre vittorie in 8 giorni, non ci capitava di fare bottino pieno da una vita. Capolista solitaria per due giornate. Non ci capitava dal 2004. Ma andiamoci piano, non abbiamo ancora vinto nulla, anche se ora siamo i favoriti per farlo. E non siamo ancora usciti dal periodo delle partite complicate. Va in scena oggi la prima delle ultime due, in casa contro la Fiorentina. Una gara che ultimamente ci ha detto quasi sempre bene.

Ripensando allo scorso campionato è cambiato tutto. Era la gara per rimanere terzi, dopo aver compromesso lo scudetto per colpa dei problemi di Nesta e Pato. La differenza l’ha fatta Ibrahimovic, che ha trovato finalmente la squadra giusta per cominciare a essere decisivo nelle gare che contano. Ha sbagliato solo l’andata col Real e la partita di Cesena, ma l’ha fatto anche il resto della squadra. Siamo terribilmente aggrappati allo svedese, con la consapevolezza di poter perdere tutto in caso di infortunio dello stesso. Partita che conta è anche stasera contro una Fiorentina che è in ripresa ma che come il Palermo non rappresenta uno scoglio invalicabile. La Lazio va a Parma, in una trasferta difficile ma non impossibile. Sì, la Lazio. In attesa che qualcuno emerga dal gruppone ora bisogna pensare a loro, che non sono a -6, non sono a -7 ma solo un punto dietro. Guai a non prenderli sul serio. Le potenzialità per un campionato di vertice le hanno.

Formazioni: Squalificato Abate giocherà Bonera o Zambrotta come terzino. Il centrocampo sarà il solito delle ultime partite, quello tutto muscolare, dato che Pirlo resta a Milanello per riposo precauzionale. Seedorf trequartista, Ibra punta, accanto a lui ballottaggio Robinho-Ronaldinho che, nonostante le notti brave, potrebbe comunque giocate causa emergenza in attacco. Ma è ora che il brasiliano capisca che i fuoriclasse al Milan sono i benvenuti, i pesi morti no.

Storie di Calcio: Milan-Real Madrid 5-0, 1989

Mercoledì 19 aprile 1989, stadio San Siro. Il Milan di Sacchi sta per diventare famoso in tutto il pianeta calcistico. I rossoneri ricevono in casa per la semifinale di ritorno di Coppa Campioni il fortissimo Real Madrid di Butragueno e Hugo Sanchez, considerato la squadra più forte del mondo. All’andata era finita 1-1, in una partita scandalosa che il Milan aveva dominato dal primo all’ultimo minuto, ma che finì in parità a causa di alcune decisioni arbitrali a dir poco discutibili. Sacchi deve fare a meno di Evani e mette Ancelotti, pupillo del mister in virtù della sua grande capacità di adattarsi a ogni ruolo.

Il Milan parte alla grande e fa capire subito agli avversari chi è il più forte: Donadoni è strepitoso sulla fascia e mette al centro per Van Basten, che di testa non centra la porta. La rete del vantaggio arriva al 18′ con Ancelotti, che riceve da Gullit, salta due giocatori e da 30 metri fa partire una botta che si infila sotto la traversa. Il raddoppio arriva sette minuti dopo con Rijkaard, che mette dentro con un imperioso stacco di testa su cross di Mauro Tassotti, il più grande terzino destro del mondo allora. La partita si chiude al 45′ quando la più grande ala destra italiana di tutti i tempi, Donadoni, dalla sinistra stordisce il suo marcatore e mette al centro un cross al bacio per Gullit, che di testa batte ancora Buyo.
Il quarto gol arriva al 49′, ed è tutto olandese: Rijkaard lancia per Gullit, che di testa fa da torre a Van Basten, che in area con due marcatori vicini a lui controlla con calma e mette dentro con un gran tiro sotto la traversa. Il quinto gol arriva al 59′ con Donadoni, che dalla destra converge al centro senza che nessuno lo riesca a prendere e di sinistro incrocia un tiro che batte ancora il portiere.

Una partita pazzesca, in cui il Milan dimostra la sua immensa superiorità e soprattutto che consacra alcuni campionissimi ancora adesso irragiungibili: Baresi, Maldini, Van Basten, Gullit, Rijkaard, Donadoni sono tutt’ora giocatori assolutamente irraggiungibili.

Un consiglio ai giovani: guadatevi questa partita per intero, perché una squadra come quel Milan, probabilmente, per una serie di motivi non la vedrete mai più.

MILAN: Galli, Tassotti, Maldini, An. Colombo (64′ F. Galli), Costacurta, Baresi, Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Gullit (56′ Virdis), Ancelotti. All.: Sacchi
REAL MADRID: Buyo, Chendo, Gordillo, Michel, Sanchis, Gallego, Butragueno, Schuster, Sanchez, Martin Vazquez, Llorente. All.: Beenhakker
Arbitro: Ponnet
Reti: 18′ Ancelotti, 25′ Rijkaard, 45′ Gullit, 49′ Van Basten, 59′ Donadoni.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=pLMlakAi4sg

Il Milan cambia pelle e si rinnova

Barbara Berlusconi entra in società

Tempo di grandi cambiamenti in casa Milan, anche in società si respira un’aria nuova, ricca di novità: è arrivata Barbara Berlusconi. Il sottoscritto aveva preannunciato  questo arrivo già a Settembre ad un carissimo amico, il quale, su un blog di fede milanista,  aveva fatto un post sulla mia indiscrezione.
In società si sta già pensando al dopo Adriano, alcune importanti scelte societarie sono già avvenute anche grazie all’intervento dei figli del cavaliere, che per inciso non vedono l’ora di rinnovare la rosa del Milan.

Cambiando discorso, il modo di giocare del Milan  si è profondamente evoluto dall’inizio di stagione. Grazie al lavoro dell’allenatore e ad un cambio di modulo e di giocatori, abbiamo assistito nel derby  e dalla partita con il Bari, ad un  gioco finalmente verticale e veloce, con gli attacanti che fanno pressing  sui difensori avversari. Alzi la mano chi si ricorda un evento simile negli ultimi anni.
Bisogna  anche evidenziare che  la preparzione atletica è migliorata, per la prima volta vediamo i nostri giocatori arrivare prima sulla palla rispetto agli avversari.

Dove può migliorare questo Milan?
Quando raggiunge il vantaggio smette di giocare, di cercare di raddoppiare e comincia ad amministrare, cosa di cui non è capace, si veda la partita in casa con il Real Madrid e quella con la Lazio. Su questo aspetto Allegri deve ancora lavorare.

E veniamo al mercato, per giugno si sta lavorando sopratutto per Balotelli il cui avvicinamento sta avvenendo a tappe e con il lavoro sottotraccia anche del suo procuratore. Oltre a questo grande acquisto l’altro a cui si sta lavorando è quello del giocatore del Santos, Ganso. Ormai siamo in dirittura d’arrivo, si sta cercando di ottenere uno sconto visto che il ragazzo ha già avuto nella sua breve carriera 3 gravi infortuni. L’obiettivo è l’acquisto a gennaio con l’arrivo a giugno. Per gennaio l’obiettivo principale è il terzino e su quello si stanno concentrando gli uomini di mercato, che attualmente sono tutti in Brasile.  A Milano nel frattempo, Allegri ha convinto Adriano a provare ad acquistare Matri. C’è già il consenso del giocatore, ma la trattativa appare difficile, perchè Cellino è un osso duro. L’impressione è che l’acquisto della punta a gennaio non sia una priorità come quella del terzino.

Bisogna comunque segnalare che in caso di arrivo di Balotelli e Ganso difficilmente Pato resterà a Milano visto i rapporti deteriorati tra lo staff medico di Milanello ed il giocatore.

Considerazione finale, non so voi come la pensiate ma solo l’idea che Leonardo vada ad allenare l’Inter la vivo come una pugnalata a tradimento.

Chi sarà il suo erede?

Facciamocene una ragione. La sua carriera è finita. Almeno quella al Milan. Potrà anche tornare a giocare ma difficilmente sarà quello dei bei tempi. E’ giunto il momento di sostituire Inzaghi. In questi giorni sono usciti tanti nomi di alternative valide. Analizziamone un po’

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/5d/KBenzema.jpg/200px-KBenzema.jpgKarim Benzema: ok è giovane, ha segnato tanto ma in Francia. Nel Real è partito titolarissimo è finito a scaldare la panca. Non a caso già un anno fa dicevo che non avrebbe combinato nulla fuori dalla Francia e così è stato. Vale la pena di spendere 22 milioni (questo il suo cartellino) per lui? A mio parere no. Soldi buttati.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/27/Diego_Forl%C3%A1n_-_Atl%C3%A9tico_de_Madrid.jpg/200px-Diego_Forl%C3%A1n_-_Atl%C3%A9tico_de_Madrid.jpgDiego Forlan: sarebbe l’acquisto ideale se non fosse che è già 31enne e che dei giocatori esplosi nelle grandi manifestazioni, mondiali o europei che siano, diffido per natura. Inoltre il prezzo del suo cartellino è anche qui elevato. Si può comprare aspettando che cali, ma sarebbe forse troppo tardi. Lasciatelo là.

https://i0.wp.com/media.libero.it/c/imgs/calciomercato/10/319/327832.jpg?resize=111%2C62Rolando Bianchi: sta facendo molto bene al Torino dopo aver deluso a Manchester, sponda City. Potrebbe essere la classica quarta punta da tenere in panchina ma ritengo che sia un giocatore che ha bisogno di continuità per poter segnare tanto, continuità che al Milan non può avere. Da serie B.

https://i0.wp.com/www.calciomercatonews.com/wp-content/uploads/Matri11-300x200.jpg?resize=119%2C79Alessandro Matri: Potrebbe essere la sua grande chance. Prodotto del vivaio milanista, campione d’Italia 2004 e d’Europa 2003 e pupillo di Allegri al Cagliari potrebbe essere utile a partita in corso, ma sarebbe in grado di reggere la pressione delle gare importanti e delle serate di coppa? Non so, ma un pensiero ce lo farei.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/b8/Marco_Borriello.jpg/200px-Marco_Borriello.jpgMarco Borriello: c’è l’occasione di rimediare alla cazzata fatta l’ultimo giorno di mercato. Se si rompe Ibra siamo senza punta. Lui potrebbe essere quella più adatta, anche per la conoscenza dei compagni di reparto, per completare un attacco che diventerebbe da paura. Da riprendere.

Andrij Shevchenko: non è uno scherzo stando a quanto si legge in giro. Si è parlato anche di lui. In fondo conosce l’ambiente e ha due anni in meno di Pippo. Anche se io credo che le strade si siano irrimediabilmente separate nel 2006. Ha già provato un ritorno e gli è andato male. Perché ritentare? Buon inglese.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/45/Peter_Crouch.JPG/200px-Peter_Crouch.JPGPeter Crouch: non è un bomber ma un giocatore che garantisce 10-12 gol a stagione. Ha la capacità grazie ai suoi centimetri di tenere avanti la squadra e per una squadra che gioca con lo stesso schema con Ibrahimovic sarebbe manna pura. Si adatterebbe agli schemi senza dover stravolgere tutto, farebbe la sua panchina in silenzio e potrebbe risultare decisivo nei calci piazzati senza doverci costringere a battere gli angoli brevi, inoltre a dispetto dell’altezza sa anche dribblare i difensori. Io lo prenderei.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/dd/Alberto_Paloschi.jpg/225px-Alberto_Paloschi.jpgAlberto Paloschi: l’unico in grado di farmi ancora commuovere quando vedo quel suo gol al Siena dopo 18” dal suo esordio in serie A. Il predestinato. Lui la quarta punta la può fare, la sua ora è giunta. O vogliamo farlo girare ancora in prestito in eterno? Ora o mai più. L’erede naturale.

LA NAZIONALE – Giusto un accenno in chiusura di post. Stasera a Klagenfurt Italia – Romania. Prandelli punta su Balotelli titolare, con il 10. Bonucci e Ranocchia tornano insieme dopo Bari, turno di riposo a Pirlo. Aquilani, Ledesma e Mauri a centrocampo. In attacco con Balotelli ci sarà Giuseppe Rossi. I due si giocano forse l’ultimo posto per gli europei. Ma se questa è l’Italia… tanto vale guardarsi Inghilterra – Francia.

Non buttiamo nessuno giù dalla nave

Direi che Max ha davvero trovato la quadratura del cerchio. Almeno per quello che riguarda questo periodo, perchè io non credo che una squadra debba giocare sempre allo stesso modo. Certo che spostare Seedorf sulla trequarti e mettere in mediana tra falegnami ha portato i suoi frutti, niente da dire. Complimenti a lui che in pochi mesi ha risolto dei problemi davvero enormi.

Detto questo, però, sono sicuro che lui per primo non abbia la minima intenzione di rimanere con questa squadra tutto l’anno, sarebbe impensabile. Soprattutto a centrocampo, lo sappiamo bene, siamo carenti dal punto di vista quantitativo. Perchè se è vero che Max ha trovato l’equilibrio schierando tre mediani, è altrettanto vero che questo è potuto accadere perchè abbiamo Gattuso, Ambrosini e Flamini sani dal punto di vista fisica e soprattutto in gran forma. Quindi la domanda è: quando Ambrosini calerà di forma (e lo sappiamo che probabilmente accadrà) e Gattuso e Flamini verranno squalificati per le ammonizioni (e questo accadrà di sicuro) come si fa? Davvero c’è qualcuno che crede che Boateng può giocare da titolare? Io dico di no…. Abbiamo un certo Andrea Pirlo, uno che per anni è stato il più grande regista del mondo, uno che ci invidiavano tutti che ora causa età è calato, ma rimane comunque un buon regista che alcune volte garantisce delle prestazioni maiuscole e ci fa vincere le partite. Ecco, non buttiamo uno come Pirlo dalla nave solo perchè il centrocampo delle ultime tre partite è andato bene, perchè guardate che uno come lui, se vogliamo vincere qualcosa, è indispensabile. Magari non da titolare fisso, ma comunque per la squadra è importante, perchè nei momenti difficoltà lui c’è, i compagni si fidano e gli danno sempre la palla quando hanno paura e non è una cosa da poco. Il suo buon numero di partite da titolare lo farà, ed è giusto così.

E poi, in avanti, siamo rimasti in tre a quanto pare. Ibra è intoccabile, è fortissimo e senza di lui non si va da nessuna parte, in qualsiasi partita. Ma se qualcuno pensa che Robinho possa fare il titolare fisso secondo me fa un grosso errore. Abbiamo Ronaldinho, che improvvisamente nel giro di pochi mesi è diventato inutile a quanto pare (eppure lo scorso anno…), e invece secondo me sarà ancora fondamentale. Soprattutto in certe situazioni uno come Dinho ci servirà eccome, e poi io credo che da seconda punta possa giocare bene.

Insomma, il punto è che fino a gennaio tutta una tirata non si può fare, altrimenti la finiamo malissimo… Pirlo e Ronaldinho non sono due pippe da cacciare via e pregare che non giochino mai, ma sono due risorse che potrebbero rivelarsi il segreto delle vittorie rossonere.
In attesa di gennaio e del mercato di riparazione ovviamente. Ma questa è tutta un’altra storia…

O mia bela madunina…

Materazzi l'anti-Ibra: grazie Rafa

Finalmente! Vittoria in un derby a 26 mesi di distanza circa dall’1-0 griffato Ronaldinho. Torniamo in vetta alla classifica dopo il momentaneo sorpasso della Lazio all’ora di pranzo. Biancocelesti che tengono il passo, mentre l’inter scivola a -6 (così come la Juve), -7 per la Roma. Vittoria che significa anche porre fine all’imbattibilità interna dell’inter che durava, se non erro, addirittura dai tempi di Mancini. Insomma, trinfo su tutta la linea.

Allegri batte Benitez: il tecnico toscano sceglie Flamini e Robinho a discapito di Pirlo e Ronaldinho, lo spagnolo opta per Materazzi come anti-Ibra. Bastano 5′ per avere un segnale: il Milan recupera palla e Ibra viene lanciato alle spalle di Materazzi che si addormenta e lo stende in area di rigore con un fallo di stupidità rara. Ottima anche la gestione dei cambi da parte di Max, con Pirlo al posto dell’ammonito (e graziato) Gattuso a contrastare, ma anche far gioco e con Boateng per Seedorf in 10 contro 11 (Antonini cambio obbligato). Benitez invece appare confuso e cambia più volte modulo, affidandosi a tutti gli attaccanti della rosa senza spostare di un centrimetro l’equilibrio della gara.

Milan batte inter: semplicemente superiori. Per condizione, aggressività, idee di gioco, concentrazione. In pratica come i derby dell’anno passato, ma a parti invertite. Qui siamo noi a subire i loro attacchi senza scomporci, siamo noi ad avere la sensazione che non segneranno mai, nemmeno in 11 contro 10. E la cosa mi piace da morire, erano anni che non mettevamo in campo una tale sicurezza in un big match. Passi in avanti enormi rispetto a Juve e Real (che tuttavia, rispetto all’inter, è di ben altro livello).

Ibra batte gli scettici: rigore procurato, segnato, sforna almeno tre assist d’oro, si batte come un leone e finisce la partita senza più un filo di energie. Per la serie non è mai decisivo. Gol all’inter, dopo quello alla Juve e all’Ajax, per la serie contro le ex sparisce.

Pagelle e dintorni: sicurissimo Abbiati (6,5) sulle palle alte, per il resto è quasi una serata di relax, dato che di tiri in porta ne arrivano giusto un paio. Ottimo Abate (7) che dopo aver giocato benino contro Ronaldo, contribuisce ad annullare Eto’o e si propone pure in avanti. Non era da rosso, ma poteva evitare di cadere nella provocazione di Pandev. Insuperabili Nesta e Thiagone (7), coppia splendida. Partita onesta e ordinata per Zambrotta, prima a sinistra poi a destra (voto 6).
A centrocampo non mi è piaciuto Gattuso (5,5) decisamente disordinato e irruento, l’esatto contrario di Massimo Ambrosini (6,5). Il migliore è Flamini (7) che supporta anche l’azione offensiva inserendosi da dietro e a centrocampo non fa passare nulla.
Seedorf fa una bella gara (7) lì in mezzo da unico uomo di qualità. Sfiora il raddoppio con un bel sinistro. Robinho (6) corre, corre parecchio sebbene si faccia sentire poco nella manovra. Molto più utile del Gaucho che se ne sta in panchina altri 90 minuti. Di Ibra (7,5) abbiamo già parlato, mostruoso.

Bellissima serata, la strada è ancora lunga, ma il nostro dovere è quello di lottare e crederci, perchè il tricolore non è più un sogno, ma qualcosa di realmente alla portata.

Incipit pre-derby

Esci eroe, esci da questo tunnel

Guarda i 70.000, aspettano te

Trentacinque con le bombe al napalm

Trentacinque con i “sei un mito”.

E’ per questi che ti scaldi,

è per questi che sei bollente ora,

per questi che stai per giocare

la partita più importante dell’anno.

Corte di grado unico, giudizio senza appello

Se non tra cinque lunghi mesi

Ma è troppo tardi.

L’occasione buona è oggi.

Per dimostrare alle bombe al napalm

Ai cori razzisti e agli striscioni

Quello che vali, quel che valiamo

Per gonfiare la rete, i polmoni

Dei tuoi trentacinque.

Forza, ragazzo dal grande cuore

Forza, Achille del 2010, l’Ettore

Non ha pietà.

E copriti il tallone.

Quello è il pallone, prendilo a calci

E accarezzalo, allo stesso tempo.

Vai ragazzo, è ora di derby.

BUON DERBY A TUTTI!

Riprendiamoci la nostra città.

Apri gli occhi Zlatan.
Sono lì. Li riconosci?
Stasera sono tutti per te.
Questa era casa tua.
Quello era il tuo pubblico
Quelli erano i tuoi amici
Oggi è l’occasione per il regalo d’addio
DALLO STADIO SAN SIRO IN MILANO INTER-MILAN
DERBY NUMERO 273!

https://i0.wp.com/www.pilloledalmondo.it/wp-content/uploads/derby-inter-milan.jpg?resize=341%2C255San Siro, ore 20.45. Un antico proverbio cinese ben noto a tutti noi invita ad aspettare sull’altra riva del fiume il cadavere del tuo nemico. E’ quello che ha fatto il Milan negli ultimi quattro anni. Mentre c’era chi spendeva cifre spropositate e fuori mercato per primeggiare c’era chi come la formica nella favola della cicala metteva da parte fieno in cascina per tirarlo fuori al momento giusto. Quel momento è arrivato. Stasera sapremo se sono bastati una quarantina di milioni per pareggiare immediatamente chi per scappare ne ha spesi più di ottocento negli ultimi quattro anni. E’ il derby, derby che come l’anno scorso vale lo scudetto ma a differenza dell’anno scorso il Milan affronterà da capolista con due risultati su tre a disposizioni e l’Inter da inseguitrice.

C’è un’aria diversa, non è più una finale di Champions, ma una partita come le altre vuoi perché per la prima volta da quattro anni a questa parte non sono i favoriti, almeno secondo i bookmakers, di una partita casalinga, e vuoi perché con una vittoria rossonera stasera scivolerebbero a -6 dalla vetta, ovvero le due squadre Milanesi tornerebbero dopo tanto tempo a giocare ognuna per la rispettiva zona di competenza, chi lo scudetto e chi il 3° e 4° posto.

Si giocherà di fronte ad un San Siro tutto esaurito, di fronte al pubblico più scorretto degli ultimi quattro anni secondo le classifiche di lega, quindi attenzione perché metteranno in campo ogni scorrettezza possibile per intimidire un ottimo arbitro come Tagliavento, l’unico in grado di tenere testa a Mourinho la scorsa stagione, motivo per cui dopo l’ottimo arbitraggio di Inter – Sampdoria venne estromesso dall’arbitrare la squadra nerazzurra. In mezzo a tutto questo lui, Zlatan Ibrahimovic, l’uomo più atteso di questo derby, l’uomo che ha fatto rinascere questo Milan sia nell’aspetto fisico che in quello psicologico. Finalmente una squadra in campo che non si sente seconda a nessuno e occupa il posto che merita. Stasera è la sua partita. Non aspetta altro che metterla dentro come fece Ronaldo quattro anni fa.

Ma non ci sono solo Ibra e Robinho, i due “inutili acquisti elettorali” che hanno cambiato il volto del Milan (il Brasiliano partirà però dalla panchina). Ci sono anche Nesta e Thiago, finalmente insieme in una gara importante dopo averne saltate troppe. A centrocampo invece ci sarà il ritorno di Pirlo. Da una parte mi convince perché con le big i tre mediani servono a poco, dall’altra meno perché comunque tra Bari e Palermo con quel modulo abbiamo fatto sei gol in due partite. Ma la notizia più importante della giornata è il ritorno di Dinho dal 1′ con quella cattiveria e quella voglia di rimettersi in gioco che speriamo le panchine gli abbiano portato. Lui sarà l’uomo derby, se lo vorrà. L’Inter si presenta ancora più sbilanciata con in campo contemporaneamente Snejider, Eto’o, Milito e Pandev. Ma la sensazione è che rispetto agli anni scorsi non dipenda più solo da loro. Stasera il biscione dovrà fare i conti col diavolo. Si riparte dal 105-95 per il Milan. Vinca il migliore, possibilmente con un gol di Zlatan.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI INTER-MILAN

Il sogno rosso di Alonso ad Abu Dhabi e il derby di San Siro Inter-Milan INTER (4-3-1-2): 1 Julio Cesar , 2 Cordoba , 6 Lucio , 23 Materazzi , 26 Chivu , 4 Zanetti , 5 Stankovic , 6 Obi , 10 Sneijder , 9 Eto’o , 22 Milito (12 Castellazzi , 39 Santon , 19 Cambiasso , 27 Pandev , 40 Nwankwo , 29 Coutinho , 88 Biabiany) All. Benitez

Il sogno rosso di Alonso ad Abu Dhabi e il derby di San Siro Inter-Milan MILAN (4-3-2-1): 32 Abbiati , 20 Abate , 13 Nesta , 33 Thiago Silva , 77 Antonini , 8 Gattuso , 21 Pirlo , 23 Ambrosini , 10 Seedorf , 80 Ronaldinho , 11 Ibrahimovic (1 Amelia , 76 Yepes , 25 Bonera , 27 Boateng , 19 Zambrotta , 16 Flamini , 70 Robinho) All. Allegri

Storie di Calcio: Milan-Roma 1-0, 2004

Milano, 2 maggio 2004, stadio San Siro. Milan e Roma si giocano lo scudetto in una singola partita. Rossoneri favoriti visto che negli ultimi mesi hanno sempre comandato la classifica, dimostrando la loro netta superiorità sui giallorossi a gennaio, il giorno dell’Epifania, nella gara di andata, dove gli uomini di Carlo Ancelotti si imposero per 2-1 dopo una partita capolavoro.
Ancelotti rinuncia all’albero di natale e fa fuori Rui Costa, al suo posto Tomasson che si schiera quindi al fianco del bomber Shevchenko. Classico schema invece quello utilizzato da Capello, che conferma la strana coppia Totti-Cassano davanti. Il Milan passa in vantaggio già al primo minuto: Cafu sulla destra dà a Kakà, che salta due uomini e dal fondo lascia partire un cross preciso per Sheva che di testa piazza il pallone dove Pelizzoli non può arrivare. Il Milan domina l’intero primo tempo e dimostra di meritare i 6 punti di vantaggio sulla Roma, e al 42′ ancora Sheva si trova solo davanti a Pelizzoli, ma clamorosamente tira al lato.

Nella ripresa entra D’Agostino per Candela e la partita cambia, con la Roma che si fa più pericolosa. Al 53′ accade di tutto: Totti calcia una punizione che secondo lui viene respinta con il braccio da Sheva, con conseguenti vigranti proteste giallorosse. L’arbitro fa proseguire il gioco, che però viene fermato dai tifosi romanisti, che lanciano di tutto in campo e costringono il direttore di gara a sospendere la gara.

La partita prosegue tra vari nervosismi, con gli ospiti che provano a raddrizzare la gara senza però rendersi mai pericolosi. Il triplice fischio di Messina è una vera e propria liberazione per i tifosi rossoneri, che dopo lo scudetto conquistato con Zaccheroni qualche anno prima possono nuovamente gioire.

Milan: Dida; Cafu, Nesta, Maldini, Costacurta; Gattuso, Pirlo, Seedorf (50’st Kaladze); Kakà (42’st Rui Costa); Tomasson (35’st Ambrosini), Shevchenko. Allenatore: Ancelotti
Roma:Pelizzoli; Panucci, Zebina, Samuel, Candela (1’st D’Agostino); Mancini, Emerson, Dacourt, Lima (34’st De Rossi); Totti, Cassano (28’st Delvecchio). Allenatore: Capello
Reti: Shevchenko al 1′

In bocca al lupo, Pippo

Lesione del crociato. Parole sinistre, che accostate al nome di Pippo Inzaghi, 37 primavera e una serie di infortuni alle spalle da far impallidire, sembrano quasi sinonimo di fine della corsa.
Destino beffardo, cinico e bastardo, solo una settimana fa stavamo celebrando l’ennesima impresa del nostro numero 9, quella doppietta al Real con la quale si andava a prendere il record di gol europei, strappandolo a Gerd Muller dopo un inseguimento durato anni. Sette giorni dopo esce per infortunio, non sembrava nulla di particolarmente grave (almeno a me) ed è per questo che mi si è gelato il sangue quando ho letto la notizia.
Ammetto di essere particolarmente sensibile a questi infortuni: rimasi malissimo anche nel vedere Ronaldo k.o. col Livorno e la passata stagione con Beckham che si fermò durante la partita col Chievo.

Chi mi conosce sa che Pippo Inzaghi è il prototipo di attaccante che non vorrei mai, per gusti personali preferisco chi la palla la sa giocare (Drogba è il mio numero uno), tuttavia Pippo Inzaghi è il tipo di giocatore che vorrei sempre nella mia squadra. Professionalità ai massimi livelli, sempre concentrato, umile, disponibile alla panchina, ma a modo suo, con quella rabbia interiore pronta ad esplodere in campo. Pippo dà l’anima, sempre e comunque. A 25 anni come a 37, ad Atene come a Livorno, un pazzo scatenato con l’ossessione della porta.

E la gente questo lo sa e per questo lo ama. Cito un episodio recente vissuto allo stadio: Milan-Real, lo stadio invoca il suo nome, Pippo si scalda, Allegri lo richiama e Pippo si fa metacampo scattando e spogliandosi in corsa, tra le urla del pubblico letteralmente estasiato dalla sua grinta. Incredibile. Per non parlare delle magliette celebrative, quelle col numero 69 e 70, pronte da chissà quando, pur sapendo che avrebbe giocato una manciata di minuti. Folle.

Potrei ringraziarlo per tutto quello che ha fatto, per Atene e tutte le reti pesantissime tra Italia e Europa che ha segnato nell’arco di questi 9 incancellabili anni, per il momento non lo faccio, aspetterò il giorno che appenderà le scarpette al chiodo. Prima o poi, quando sarà, dato per ora sono solo chiacchere e l’unico dato di fatto è questa sua dichiarazione:

“La vita e il calcio sono così, un minuto prima giochi e lotti, un minuto dopo ti tieni il ginocchio fra le mani. Ed è un minuto dopo che ti guardi attorno. E io attorno a me ho tutti voi. Grazie. Mi avete emozionato tutti, la società, il mister, i miei compagni di squadra, i miei tifosi. Io guardo voi e voi abbracciate me. In fondo al vostro cuore lo sapete, come lo so io, che è dura, ma io non mollo. Farò di tutto, credetemi, perché non sia finita. E lo farò anche grazie alla vostra forza e alla vostra energia”.

IN BOCCA AL LUPO, PIPPO!

Salutate la capolista

Milan batte Palermo 3-1 e grazie alla contemporanea sconfitta della Lazio a Cesena, si prende il primo posto solitario in classifica. A occhio, sono un paio d’anni che non succedeva, gli statistici mi possono venire incontro. Partita tosta, con alti e bassi (di emozioni, più che di un gioco regolare e compatto).
Il primo tempo si assesta su ritmi non propriamente elevati, con il centrocampo hardcore del Milan che ripropone la prova aggressiva di Bari e, con l’inserimento di un buonissimo Boateng al posto di Gattuso, guadagna anche qualcosina in qualità e in fase di impostazione.
Il Palermo fatica a trovare a sbocchi per esprimere la sua qualità, noi la palla ce la prendiamo spesso da metacampo in sù e non al limite come eravamo abituati a fare, tuttavia le occasioni latitano, a parte qualche tiro dalla media distanza.
La sblocca Pato con uno stacco veramente notevole su calcio d’angolo di Seedorf. Gran gol e vantaggio che resiste senza che il Palermo lo metta in discussione, ma anche senza occasioni per il raddoppio.

Nella ripresa sembra filare tutto liscio, con il secondo episodio dubbio nella nostra area di rigore in cui l’arbitro non interviene. Poi, in due minuti, il patatrac: pareggio di Bacinovic con un tiro poco pretenzioso che coglie di sorpresa un colpevole Abbiati, Pato prova ad aggiustare il tutto, ma in area viene fermato (probabile rigore) e accusa l’ennesimo problema muscolare, calvario infinito.
Non è finita la partita però, palo di Seedorf, gol dell’inter…cresce la tensione. Ma arriva il 2-1 di Ibra su rigore dopo una grande iniziativa di Ambrosini, nella stessa azione in cui si rompe pure Pippo. Saliscendi di emozioni dolci e amare, ci pensa Robinho a mettere il rete l’assist di Ibra e a tranquillizzare gli animi.

Migliore in campo: il trio di centrocampo, decidete voi il più bravo. Arcigni Yepes e Thiago, acquista sicurezza Abate, bene Seedorf. Peggiore: Ibra fino al momento del rigore (poi è stato decisivo), quindi l’oscar se lo aggiudica Abbiati a parimerito con Robinho che stava per sbagliare anche questo.

Ci saranno polemiche arbitrali, probabilmente. Dico la mia ora e spero di non tornarci più, c’erano tutti i rigori dubbi, due per il Palermo e due per noi.
Qualcosa ha ripreso a girar bene anche per noi, anche se a giudicare dagli infortuni non possiamo proprio ritenerci baciati dalla dea bendata. Sicuramente lo siamo più che in passato.

E ora il derby, erano anni che non li affrontavamo a +3. Da capolista. Sarà il derby delle assenze, quindi niente pagnistei. Sarà il derby punto e basta.

Non facciamo scherzi

Crescere a volte fa male. A volte ti mette paura.
Quando vinci non puoi più sbagliare, passo dopo passo.
Andare avanti è difficile, ma indietro non si torna.
Non fermarti ora. Sognare è bello. Perché svegliarsi?
DALLO STADIO SAN SIRO IN MILANO MILAN – PALERMO, LA MARCIA CONTINUA

https://i0.wp.com/www.ilsussidiario.net/img/ANSA/allegri_milan_R375x255_21set10.jpg?resize=265%2C181San Siro, ore 20.45. E si scoprì che gli infortuni contano solo per gli altri. Così parlò Moratti, in perfetto via Durini style, ovvero quello di non fare un minimo complimento all’avversario ma le solite pretese assurde come se l’Inter campione sia un atto dovuto dalla Lega. Fa niente se il Milan l’anno scorso ha dovuto giocare senza Pato e Nesta, assenze decisive per la lotta scudetto (ma come già detto, per loro non contano, sarebbe comunque andata così). Fa niente se la difesa titolare del Milan, Nesta e Thiago Silva, ha giocato insieme solamente 5 gare su 10. Fa niente se da inizio stagione al Milan sono già stati fuori, chi più chi meno Abbiati, Bonera, Nesta, Thiago, Antonini, Abate, Zambrotta, Ambrosini, Flamini, Jankulovski, Oddo, Onyewu, Pato e Ronaldinho. Facciamo subito chiarezza, se la lotta scudetto è falsata dagli infortuni lo è stata per tutti e non solo in questa stagione. Altrimenti sono le ennesime pianginerie della parte meno vincente della storia di Milano. Si diceva, gli anni scorsi, che l’Inter vinceva proprio perché grazie alla lunghezza della sua rosa non risentiva degli infortuni all’11 titolare. E’ giunto il momento che dimostri di avere questa tale, tanto vituperata, rosa lunga.

Dopo questa doverosa premessa passiamo a noi. Turno infrasettimanale e Palermo in casa. E’ forse la combinazione peggiore possibile. La nostra vocazione a perdere punti quando da il campionato si gioca al mercoledì è ormai nota. Dal Messina nel 2004/05 fino agli ultimi Parma (l’anno scorso) e Lazio. E soprattutto il Palermo che da quando è tornato in A ha già sbancato due volte il San Siro rossonero e soprattutto si presenta dopo aver fatto un altro scherzetto casalingo alla Juventus. Partita comunque da vincere, quelle proibitive sono altre. Il Palermo non partirà quindi con l’atteggiamento del battuto e soprattutto non si chiuderà. Confermerei la buona diga vista a Bari ma temo che la formazione in campo sarà differente. Chi dovrebbe rimanere fuori è Andrea Pirlo, mentre rispetto a Bari ci sarà Boateng titolare anche per la squalifica di Gattuso nel centrocampo che forse più mi piace vedere. Il ballottaggio Binho-Dinho viene invece vinto da… Pato. Ebbene sì. Il Papero torna titolare. Obiettivo rimanere davanti prima del derby dopo il doppio sorpasso all’Inter. In classifica e nelle quote per lo scudetto. L’Italia intera tifa per noi contro gli ex-onesti. Non deludiamoli.

Da solo sul carro di Dinho

Io continuo a credere in lui. Ronaldinho per ora non è stato protagonista di una stagione esaltante, eppure io dico che tornerà a essere fondamentale, se gli sarà data fiducia. Metterlo da parte adesso significa fargli fare la fine che fece nell’ultimo anno di Ancelotti, e non ce lo possiamo permettere. Dinho per rendere al meglio deve avere fiducia e giocare, l’anno scorso ci ha ripagato protandoci praticamente da solo al terzo posto. Mi infastidisce leggere tutte queste critiche per un giocatore che comunque quest’anno ha sbagliato 3-4 partite. I suoi assist li ha fatti, è stato sicuramente meno continuo rispetto all’anno scorso e non ha segnato, ma non è possibile massacrarlo per ogni singola partita che gioca male. Sarò esagerato io, ma non riesco a dimenticarmi che mentre Nesta e Pato la scorsa stagione se ne stavano per metà stagione ai box (non per colpa loro ovviamente, ma tant’è), lui ha giocato tutto il campionato senza interruzioni, e a livelli strepitosi. E per un leggero calo che ha avuto adesso vogliamo metterlo in panchina per far spazio al discutibile Robinho? Uno che, al contrario di Dinho, nella sua carriera ha fatto poco o nulla e soprattutto non è mai stato decisivo da nessuna parte. E anche al Milan, per ora, non è stato decisivo neanche  in una gara. Anzi, in realtà è stato decisivo in negativo visto che contro l’Ajax ha sbagliato l’impossibile non permettendo al Milan di vincere, e l’altro ieri contro il Bari è stato addirittura fastidioso. Non a caso quando è entrato Pato alla prima occasione l’ha messa dentro. Pato è un campione che fa vincere le partite insieme a Ronaldinho, non certo Robinho, che è un’ottima alternativa ai nostri fuoriclasse e sarà importante nel corso della stagione, ma non certo come titolare fisso al posto di Dinho o Pato. Non scherziamo.

Alla fine è arrivato l’agognato equilibrio

https://i0.wp.com/www.datasport.it/graphic/media/0/1/10/3/6/47.jpg?resize=249%2C249La partita di ieri a Bari, ha dimostrato e confermato che Allegri ha imboccato definitivamente la strada giusta per dare a questa squadra il tanto ricercato equilibrio. Infatti, la diga creata a centrocampo dai tre giocatori incontristi: Flamini, Gattuso e Ambrosini, ha permesso alla squadra di fare maggiore filtro e di poter essere più veloce nella manovra e contemporaneamente di pressare la squadra avversaria già nella loro metà campo. Nello stesso tempo, questa disposizione, ha permesso di creare un numero incredibile di occasioni che solo la scarsa vena di Robinho e in parte di Ibra hanno vanificato.

Con questa verifica possiamo affermare di non essere più Pirlo dipendenti, ma anzi è necessario incominciare a porsi la seguente domanda: non è venuto il momento per avere un miglior equilibrio, di portare Pirlo nel ruolo del trequartista dietro le 2 punte? A voi la risposta.

La cura panchina ha giovato al giovane Pato che ha subito ritrovato la via della rete, ma sopratutto ha permesso di recuperare un giocatore che in questa prestazione ha mostrato un atteggiamento diverso da quello negativo delle ultime partite.

Veniamo alle note dolenti. Abbiati nelle ultime tre partite non ha convinto, forse anche per lui sarebbe auspicabile la cura panchina, visto che per fortuna, abbiamo in rosa un portiere di pari valore: Amelia che nelle ultime prestazioni è sembrato più in forma e reattivo.

Non possiamo non notare il solito calo di concentrazione che colpisce tutta la squadra negli ultimi 15 minuti delle partite: con il Real e la Lazio è costata la vittoria, ieri per poco non è arrivata pure la beffa. Su questo punto credo che Allegri dovrà ancora lavorare parecchio.

Ultima considerazione finale, siamo così abituati bene con i due fuoriclasse della difesa Thiago e Nesta che appena li sostituiamo con gli altri della rosa, notiamo subito, che purtroppo gli altri,non sono al loro livello. Sono dei normali difensori centrali. La colpa non è loro e onestamente non vedo in giro tanti altri fuoriclasse nel ruolo da poter acquistare. Teniamoci stretti i nostri Bonera Yepes e Sokratis che non sono peggio dei vari Astori ecc.

Un ringraziamento sentito all’allenatore, in questa partita è stato perfetto in tutto : dalla formazione, alla tattica fino alle sostituzioni, lo scrive uno che lo ha sempre criticato a torto o a ragione.