Sì, si può fare a meno di Pato (per lottare con la Juve)

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Rischio panchina?

Questo stupefacente inizio di stagione ci ha rivelato una certezza: Ibra è decisivo, Robinho di più. Senza Pato il Milan ha totalizzato 4 vittorie e un pari, Champions League compresa. Robinho è riuscito a rimpiazzare il brasiliano, prendendogli probabilmente anche il posto da titolare. Può essere Pato declassato come Ronaldinho a riserva di lusso? Forse sì. Robinho ha meno velocità del papero, ma torna a fare la fase difensiva, cosa che il numero 7 non fa. Si trova meglio con i compagni ai quali passa e dai quali riceve palla, e non ha un gioco costituito prevalentemente da azioni in solitaria.

E così l’attaccante che solo 4 mesi fa pensavamo essere imprescindibile diventa il numero 3. Ibra e Robinho devono giocare assieme, la cosa è evidente anche agli occhi dell’ultimo spettatore di San Siro. Sono l’uno il completamento dell’altro. Pato non può giocare al posto di Robinho largo, potrebbe fare il trequartista, ruolo già ricoperto a volte in passato, il ruolo che potrebbe salvare il papero, ruolo che Dinho non vorrebbe ricoprire. E potrebbe anche scambiare più volte con Ibrahimovic (che ovviamente avanzerebbe a punta centrale in un 4-3-3) la posizione a partita in corso per rendere più o meno offensivo il modulo. Se il sacrificato fosse Robinho si riproporrebbe la formazione che ha battuto il Chievo, Boateng dovrebbe arretrare trequartista. In ogni caso qualcuno in panchina dovrebbe andarci. Io resto del parere che Ibra e Pato insieme non possano giocare e che la formazione migliore davanti sia quella vista contro il Brescia. Pato potrebbe essere alternativa ad Ibra per farlo riposare, anche se lo svedesone non sembra averne bisogno. Per Allegri il recupero di Pato, con l’acquisto di un altro centravanti (ma ci serve davvero?) sarà un problema.

SI TORNA A MILAN CONTRO JUVE – Alla Lazio continuo a non credere, l’Inter di questi tempi l’hanno battuta in troppi. Più allarmanti i pareggi contro Parma e Catania. Le quote confermano. Il Milan ora si gioca a 1.80, la Juventus a 5.00, l’Inter a 7.00. Decisiva la prossima, con Juventus – Lazio. I bianconeri possono levare dalla lotta scudetto i biancocelesti agganciandoli (o viceversa?).

CHI HA PAURA DELL’INTER? – Per favore non caschiamo nella trappola degli infortuni. Con la formazioni ottimale l’Inter ha pareggiato a Bologna e in casa con la Juventus, perso a Roma e perso la supercoppa Europea con l’Atletico. A -10 l’Inter non deve fare paura. Specie perché a “nomi invertiti” a quest’ora si parlerebbe di scudetto già assegnato. Abbiamo tre giornate piene di vantaggio su 23 rimanenti. L’Inter per vincere deve fare ben oltre i livelli già mostrati gli anni scorsi nelle rimanenti giornate.

PALLONE D’ORO – GIUSTIZIA E’ FATTA Ora è ufficiale. Saranno Xavi, Iniesta e Messi a lottare per il pallone d’oro 2010. E’ la miglior prova che tutto il mondo ha visto com’è andata nella scorsa semifinale e chi meritava di passare il turno. E’ la miglior prova della veridicità delle parole di Xavi: per entrare nella storia non basta vincere, bisogna anche lasciare dei segni positivi nella memoria. Ed è per questo che con gli stessi trofei il Barça 2009 è stato esaltato mentre l’Inter 2010 non se la è filata nessuno. Se dopo il 2007 Ferguson definì il Milan la migliore squadra del calcio moderno mentre le paroli più dolci per l’Inter furono quelle di Wenger: “Campioni d’Europa grazie agli arbitri”. Insomma a elogiare in pompa magna quanto fatto dall’Inter l’anno scorso sono rimasti solo gli interisti stessi. E dato l’andazzo temo per loro che lo faranno ancora per molto tempo.

Poche storie, Pirlo ci serve

Sabato a me non è piaciuto. E sono due anni che dico che fa più danni che altro. Ma Pirlo, considerando l’attuale rosa del Milan, è assolutamente indispensabile nell’arco dell’intera stagione. Certo, non può essere titolare fisso e giocare tutte le partite, perchè abbiamo visto che un periodo senza di lui non può che fare bene alla squadra, ma analizziamo un attimo il nostro centrocampo: l’unico mediano forte e allo stesso tempo fresco è Flamini, che appunto è bravo ma, diciamocelo chiaramente, non è il nuovo Rijkaard. Deve giocare e Allegri lo sta utilizzando quasi sempre titolare infatti, ma neanche lui può essere un intoccabile.

Ambrosini e Gattuso sono stati due campioni, hanno vinto tutto col Milan e sono due leader all’interno dello spogliatoio, ma non possiamo dimenticarci che entrambi hanno più di 30 anni e difficilmente terranno agli attuali livelli tutta la stagione. Nelle ultime 2-3 partite, non so se ve ne siete accorti, sono leggermente calati a turno fortunatamente, ogni tanto ha giocato così così uno, ogni tanto l’altro.
L’altro che può giocare a centrocampo è Boateng, che abbiamo visto come rende alla grande sulla trequarti, mentre come centrocampista puro secondo me è poca cosa. Un’alternativa senza dubbio, giocherà ogni tanto per far rifiatare qualcuno, ma non può giocare in pianta stabile da mediano. Quindi, mettiamo caso uno dei tre “titolari” si farà male per 20 giorni (e sappiamo che accadrà), come la tiriamo avanti?

Pirlo sarà comunque necessario, e dico di più: un giocatore della sua classe, se impiegato in 20-25 partite da titolare e nelle altre a partita in corso, può essere ancora molto utile per la squadra.
Se poi vogliamo parlare delle mancanze del nostro centrocampo, ne possiamo discutere e io vi dico che al Milan manca un mediano giovane che abbia polmoni e allo stesso tempo buoni piedi. Manca da due anni se per quello, ma la colpa in questo caso non è certo dell’allenatore.
C’è chi pensa a questa singola stagione e dice che la priorità è una punta, e in effetti non ha tutti i torti. Ma se si vuole tornare ad avere una squadra che faccia bene nei prossimi 4-5 anni, il mercato dovrebbe essere fatto in questo modo: prima un terzino, poi un mediano, poi una punta.

Provate a prenderci

Ibra supremacy!

Tutto facile, Milan batte Brescia 3-0 e si riprende la testa solitaria della classifica, dopo 24 ore di coabitazione con la Lazio. L’inter scivola a -10 e si fa sempre più piccola nei nostri specchietti, la Roma (fermata a Verona) perde altri due punti, vediamo stasera che combina la Juve. Resistono solo i biancocelesti, in attesa che tornino a posizioni che più gli competono.
Partita a senso unico, chiusa da un gran Milan nei primi 45 minuti. Nessun calo di concentrazione come poteva temersi, la squadra va in campo e fa il suo, spazzando via una delle ultime forze del campionato che  però con le grandi aveva fatto, sin qui, molto bene.

Primo tempo: Allegri sceglie Boateng come trequartista un po’ a sorpresa, ma dopo 3′ il ghanese lo ripaga spingendo in porta l’assist di Ibra. C’è anche Pirlo, che svaria tra il ruolo di regista e quello di mezzala. Il Brescia ha una sola occasione, salva tutto Abbiati. Poi, il secondo gol, emblema di questo Milan da corsa: quattro giocatori in pressione costringono Hetemaj all’errore, Robinho a tu per tu con Sereni, lo fulmina di sinistro.
Tre minuti dopo la partita è chiusa, Ibrahimovic si inventa un gol-capolavoro che mi fa esclamare a gran voce un francesissimo porca puttana! (n.d.r, di solito sono silenzioso durante le partite).

Secondo tempo: da catalogarsi sotto la voce ordinaria amministrazione. Ibra e Dinho sfiorano due gol che avrebbero fatto venire giù lo stadio, dietro non si passa perchè Thiago Silva giganteggia. Tempo di cambi, con Yepes per Nesta e Flamini e Dinho al posto dei diffidati Ambrosini e Ibrahimovic. Partita che scorre via senza grosse emozioni sino al fischio finale dell’arbitro. Si nota però una cosa: fuori Ibra il Brescia guadagna metri su metri, troppo importante lo svedese nel tenere (in primis) la palla, ma anche le fare alzare la squadra.

Pagelle e dintoni: Abbiati (6.5) se la cava alla grande nell’unica occasione in cui è impegnato. Abate è un giocatore nuovo (7), libero psicologicamente, Nesta (6) fa il minimo sindacale e poi si riposa, Yepes lo sostituisce bene (6.5), mentre Thiago Silva (7.5) annulla un cliente tosto come Caracciolo e chiude tutto il possibile con eleganza sublime. Zambrotta fa il suo (6).
A centrocampo, dal basso verso l’altro, 5.5 ad Ambrosini che sbaglia troppi appoggi, 6 al rientrante Pirlo, decisamente meglio da regista che non da mezzala (spaesato e con poco passo) e 7 a Gattuso che ha ritrovato brillantezza in settimana. Boateng come sempre alterna belle giocate a errori, stavolta lo premiamo per il gol e qualche tacco pregevole (6.5).
Davanti si conferma importantissimo Robinho (6.5), giunto alla quinta rete e ormai titolare fisso, accanto a lui agisce Zlatan (7) per il quale le parole sono di troppo, semplicemente illegale.

Molto molto bene. La settimana senza partite ha inciso positivamente, ho visto quella lucidità e condizione fisica che era andata un po’ perdendosi nelle ultime partite. L’obiettivo deve essere quello di andare alla sosta vincendo tutte le gare di campionato (quante saranno lo dirà lo sciopero) per poter allungare ancora un po’ il vantaggio e, possibilmente, staccarci di dosso la fastidiosa Lazio.
C’è tanta voglia di scudetto…e ce lo possiamo andare a prendere. Forse dobbiamo.

Vittoria per la fuga

Milano è rimasta sola. La Lupa azzanna da ambo i lati.
Milano è rimasta sola, ma lo era da sempre
Milano è rimasta sola, ma quest anno è diverso.
Il blu ritorna rosso. Il piangina è in agonia.
E’ l’ora del colpo di grazia.
DALLO STADIO SAN SIRO IN MILANO MILAN – BRESCIA, MILANO SIAMO NOI!

https://i0.wp.com/guidatv.sky.it/app/guidatv/images/epgimages/2010/11/29/183639b_Milan-Binho-visore-getty.jpg?resize=335%2C191San Siro, ore 20.45. E alla fine rimasero in due. Milan e Lazio, vittoriosa ieri sera nell’anticipo con l’Inter. Vincere stasera eliminerebbe i nerazzurri dalla lotta al titolo, che diventerebbe una questione fra noi e le romane (considero anche la Roma). Lazio che ieri sera ci ha agganciato, indi per cui è necessario almeno un punto per strappare nuovamente la vetta. Resto convinto comunque che i biancocelesti non siano squadra da titolo. Ma passiamo a noi: con il Brescia sarà una partita strana, affrontiamo una squadra in crisi di risultati ma che è riuscita a strappare diversi punti alle big e che in passato ci ha spesso messo in difficoltà davanti al nostro pubblico. Anticipiamo al sabato per la Champions League, ma quello è il meno, mercoledì potrà essere fatto ampio turnover e finalmente vedremo in campo una squadra che mercoledì ha potuto riposare.

FORMAZIONI – Non sarà invece turnover il probabile impiego di Pirlo dal 1′, in un centrocampo con Seedorf che non mi piace e stravolgerà il modo con cui abbiamo giocato e ottenuto la vetta della classifica. Spetterà ad Allegri stupirmi dopo aver lasciato due punti nella trasferta di Genova in una partita in cui c’è tutto da perdere e niente da guadagnare. A centrocampo dovrebbero dare copertura Gattuso e Ambrosini. Confermato Zambrotta in difesa (Antonini non ha ancora recuperato) mentre dall’altro lato agirà, come sempre, il Maicon biondo: Ignazio Abate. Confermato ancora Robinho dal 1′. Forse ancora più decisivo di Ibra con la sua corsa che ha cambiato il modo di giocare. La chiave della partita sarà forse questa: i lanci lunghi di Pirlo e la corsa del brasiliano, insieme ovviamente al solito colpo di biliardo di Ibra. Di là attenti all’Airone Caracciolo, altro giocatore che mi piacerebbe molto se venisse a fare la quarta punta da noi.

RISCHIO SQUALIFICA? – Attenti a Ibra, Ambrosini e Pirlo attualmente in diffida. Chi di loro venisse ammonito salterà il Bologna… o la Roma? Se venisse confermato lo sciopero salterebbero proprio la sfida scudetto nel derby delle metropoli alla terzultima (vi ricordate l’ultimo anno dove tale partita era proprio alla terzultima giornata seppur a campi invertiti?), segno che evidentemente qualcosa nel regolamento federale non funziona.

FUTURO – Vincere quindi oggi per mandare indietro l’Inter già a -10, distacco che la supercorazzata di Mourinho ci aveva inflitto in 38 giornate. Ma soprattutto la Roma che gioca in un campo ostico come Verona e il Napoli che difficilmente batterà in casa il Palermo data la recente scoppola a Udine. Chi non deve fare cazzate però, siamo noi. L’ultima vittoria in casa col Brescia, risale proprio a quel fantastico 2004.

MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Thiago Silva, Nesta, Zambrotta; Gattuso, Pirlo, Ambrosini; Seedorf; Ibrahimovic, Robinho.

BRESCIA (3-4-2-1): Sereni; Zebina, Bega, Martinez; Zambelli, Hetemaj, Cordova, Daprela; Diamanti, Konè; Caracciolo.

Lazio – Inter 3-1

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Storie di calcio: Paris St. Germain-Milan 0-1, 1995

5 aprile 1995, stadio Parc des Princes, Parigi. Il Milan si gioca la finale di Champions League contro una delle squadre più forti del mondo in quel periodo, Il Paris Saint Germain. Una grande squadra quella guidata dal mister Fernandez, che tuttavia non faceva paura all’armata invincibile di Fabio Capello. L’allenatore rossonero schiera la formazione titolare, con le fasce ben coperte da Eranio e Boban e in mezzo al campo la classe unita alla forza di Albertini e la muraglia umana Desailly. Attacco affidato all’estro di Savicevic e all’opportunismo di Simone, che sta vivendo la sua miglior stagione della carriera.
Nei francesi gioca il temibile tridente composto da Weah, Rai, Ginola. Soprattutto il liberiano è considerato uno dei più grandi calciatori del mondo, e qualcuno dice che è destinato a trasferirsi proprio al Milan.

La partita non è per nulla bella, le occasioni da rete sono pochissime e la squadra di Capello pensa soprattutto a chiudere tutti gli spazi per ripartire in contropiede e sfruttare la rapidità di Simone. L’attaccante italiano e Savicevic ci provano, ma non si rendono quasi mai veramente pericolosi. Stessa cosa per i parigini, visto che Weah non gioca certo la migliore partita della sua stagione e la lentezza del brasiliano Rai fa innervosire i tifosi.

La partita sembra destinata a un pareggio che rimanderebbe tutto alla gara di ritorno, e invece i rossoneri compiono il miracolo. Il gol arriva a tempo scaduto ed è un contropiede capolavoro, una delle azioni più belle degli ultimi 20 anni: i francesi perdono palla nella loro area, e Massaro inizia una cavalcata che lo porta a saltare due uomini, temporeggiare, e  passare la palla a Savicevic, che dal limite dell’area da sinistra rientra sul destro e fa passare un pallone in area per Boban,che si trova spalle alla porta; il croato, non ci pensa due volte, che stoppa di destro e di sinistro fa partire un tiro che si infila sul primo palo e sorprende il portiere della nazionale transalpina Lama. Indimenticabile l’esultanza di Boban, che quasi incredulo corre verso la panchina inseguito dai compagni, per poi scivolare nell’erba del Parco dei Principi. C’è ancora il ritorno da giocare, ma i tifosi milanisti avevano già capito che il Milan era volato per l’ennesima finale europea.

PARIS ST. GERMAIN: Lama, Llacer, Cobos, Ricardo, Roche, Le Guen, Bravo, Guerin, Weah, Rai, Ginola. All.: Fernandez
MILAN: S. Rossi, Panucci, Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi, Eranio, Desailly, Boban, Savicevic, Simone (84′ Massaro). All.: Capello
Reti: 90′ Boban
Arbitro: Muhmenthaler

httpvh://www.youtube.com/watch?v=6MPEbDxkwEM

Chi si rafforzerà con il mercato di gennaio?

Con l’ultima giornata di campionato, la nostra principale contendente al campionato, ha recuperato 2 punti al Milan portandosi a -7. Sinceramente avrei preferito vincere giocando male e mantenere invariato il distacco  perchè nel giro di 15 giorni la compagine meneghina, recupererà dall’infermeria giocatori importanti, tra i quali J. Cesar, Milito e Maicon. Dopo la pausa natalizia sarà un’altra Inter, di questo sono sicuro, così come ero e sono sicuro che la Roma e la Juve siano due squadre di livello inferiore alle milanesi.

Il campionato si appresta ad entrare nel vivo ed il Milan arriva a questo appuntamento senza Pato e Dinho ma con un Robinho che partita dopo partita sta migliorando le proprie prestazioni e, cosa più  importante per un attacante, sta ricominciando a segnare. E’ fondamentale in questo momento che a segnare sia anche l’altro attacante oltre al solito Ibra,  visto che il terzo attacante nella rosa non gioca o se gioca è solo per 5 minuti.

Guardando al calendario, il Milan tra Febbraio e Marzo, dovrà affrontare trasferte importanti  e decisive in casa di Juventus, Palermo, Fiorentina, Chievo ed all’ inizio di aprile, il derby. Se dopo il derby di ritorno saremo in testa alla classifica e fuori dalla coppa, il più sarà fatto. Successivamente, a parte la trasferta con la Roma, il calendario sarà favorevole ai  rossoneri.

E veniamo a Milanello, Ronaldinho ormai è stato scaricato dall’allenatore ed anche dalla società. E ‘ chiaro che in questo ultimo mese si farà di tutto per convincerlo a partire a gennaio ma credo che ormai, vuoi per l’orgoglio ferito, vuoi per dispetto, il brasiliano rimarrà fino a giugno. Amaramente segnalo che come l’anno scorso, assistiamo a giocatori che da fonte di ricchezza della rosa diventano improvvisamente un peso morto. L’anno scorso con Leo furono inspiegabilmente accantonati Gattuso e Flamini ora Ronaldinho. C è chi giustifica tale scelta per cambio di modulo ma in realtà è probabile che alla base vi sia il modo di allenarsi non corretto del giocatore.
Il  prossimo giocatore che a sorpresa sarà scaricato dall’allenatore e relegato in panchina è Pato. Troppo fragile fisicamente, non sempre professionista in allenamento, incline a pestare i piedi ad Ibra occupandogli gli spazi, appare chiaro che se Robinho comincerà a segnare ed a continuare a garantire un ottimo affiatamento con Ibra, sarà molto difficile per il Papero scalzarlo.

Papero che nei prossimi giorni, volerà negli Stati Uniti per accertamenti sanitari con visite presso luminari, visite volte a eliminare una volta per tutte i guai muscolari e le ricadute in cui è incappato quest’anno. C’è da domandarsi semmai,  come mai si è aspettato ben 8 infortuni prima di decidersi a sottoporlo ad esami e consulti così approfonditi.

Possiamo quindi riassumere che per giugno per un Pato che saluta e vola via avremo salvo colpi di scena, un Balotelli che arriva, d’altronde Ibrahimovic, il nuovo leader della squadra, lo ha fatto capire in tutti i modi , l’anno prossimo vuole che  il suo partner sia Mario. La squadra viene modellata dalla società quest’anno e per il futuro per esaltare le  qualità dello zingaro.

Il mercato di gennaio comunque sarà probabilmente un elemento decisivo per le sorti del campionato, l’anno scorso l’Inter prese Pandev e noi Mancini , lascio a voi ogni commento in merito  e  concludo chiedendovi: Cassano può essere un acquisto utile per la squadra?

Bye Bye Juve!

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Che pippe

Felipe Melo 22 Milioni….

Martinez 12 Milioni…

Bonucci 8 Milioni….

Farsi eliminare dall’Europa League da 11 semisconosciuti Polacchi… NON HA PREZZO!

Dubbio amletico

ANDRIY SHEVCHENKO O ZLATAN  IBRAHIMOVIC?

Specifico: vedo questo Milan dipendente (parola che non mi piace) da Ibrahimovic, quanto il Milan di fine millennio (e fino all’avvento di Ancelotti) dipendente da Shevchenko. Oggi siamo sicuramente più forti che in quel periodo, ma l’importanza di questi due campioni nell’economia della squadra la trovo simile. Anche la sensazione di partire spesso sull’1-0 e di poter segnare in qualunque momento grazie alle loro invenzioni è la stessa. Non riesco però a decretare il più forte, voi che ne dite?

Special FIVE

Abbattuti, atterriti, umiliati, derisi, chi più ne ha più ne metta. Guardiola si conferma il vero special, 5 clasici vinti (nessun allenatore del Barça era mai riuscito a tanto) su 5 giocati. Lo fa battendo ancora una volta il Real di Perez, quello che credeva di aver comprato il meglio sul mercato, allenatore compreso. Lo fa vendicandosi con Mourinho per il furto subito l’anno scorso in semifinale di Champions League. No, stavolta non ci sono arbitri compiacenti, non ci sono vulcani islandesi e Iniesta è in campo. Non c’è Pedro Leon come a inizio mese a salvare Mourinho da una sconfitta contro quel Milan che proprio qui, in precampionato, era riuscito a strappare l’1-1 contro lo stesso 11 sceso in campo stasera. Mourinho eguaglia il record negativo del clasico: 8 Gennaio 1994.

La partita si chiude dopo dieci minuti col Real Madrid che prova a chiudersi in difesa, come già lo stesso Mou aveva fatto con Inter e Chelsea. La differenza, è che pur essendo il Real superiore alle due ex squadre dell’uomo di Setubal lo è davanti e non dietro. Non ha né gli uomini né la mentalità per farlo. E stavolta c’è Iniesta (9) è lui a servire al decimo minuto l’assist perfetto per Xavi (8,5) che con un controllo da Playstation insacca il pallone dietro Casillas confermando ancora una volta che non dare il pallone d’oro a uno di questi due giocatori sarebbe un crimine. Real allo sbando, che a questo punto prova ad alzare la difesa (a zona? Quanti di voi hanno notato le due ali del Barça Abidal (6,5) e Villa (8) sempre liberi sulle fasce?). Unico impegno per Valdes (s.v.) all’11 del primo tempo su tiro da fuori. Il dominio dei catalani è stato talmente netto che si è potuto permettere di essere il 100.001esimo spettatore.

Raddoppia Pedro (7) su assist di Villa che coglie una ingenuità difensiva del Real Madrid e di Casillas (5) lontano cugino di quello del mondiale. Da qui in poi sarà possesso palla, fino all’intervallo dove Mourinho (4) cambierà Ozil (3,5) con Diarra (4,5). Ma non serve a nulla, l’unica cosa di cui si è dovuto pentire l’ex-special negli spogliatoi è aver stuzzicato troppo un avversario che aveva i mezzi per reagire e umiliarlo. Dirà in conferenza stampa che poi con l’Inter è tornato qui e ha vinto. Ma era un 2-0, e partiva dal 3-1 dell’andata. Il terzo gol nasce da un assist superbo di Messi (6,5) per il primo gol di un Villa finora inesistente nella partita, subito dopo il quarto. In difesa poco lavoro per Puyol (8) che fa un paio di chiusure fondamentali e Pique (7) che può permettersi di svariare in avanti in qualche occasione. Stesso copione per il quarto, ancora partorito dalla coppia Messi-Villa. Qui a 30′ dalla fine comincia un’altra partita. Col Real che vuole evitare la manita (mi chiedo se l’uomo di Setubal si sarebbe vantato di questo in conferenza stampa), la sconfitta per 5-0, la massima umiliazione spagnola. Il Barça si presenta più timoroso che stanco. Sembra tutto concludersi sul 4-0 quando, nei 3 minuti di recupero (giusti, perché comunque c’è un differenziale reti nello scontro diretto in ballo) Jeffren, l’ultimo prodotto del vivaio blaugrana insacca alle spalle di Casillas. E‘ 5-0. Da oggi il nuovo special è Pep Guardiola. Il difensivista Mourinho sarebbe in grado di allenare e far giocare una squadra così?

httpvh://www.youtube.com/watch?v=E_c6s0bNZjA

Come dici Rafa…? Mou ha perso ancora al Camp Nou e tu ci hai vinto col Liverpool…

Barça-Real in tre parole

LEZIONE DI CALCIO


Espectáculo en el Camp Nou

Partido del siglo?

Niente Milan, per oggi. Perchè siamo sì un blog rossonero, ma siamo altrettanto un blog che parla di calcio. E stasera il calcio vivrà una serata speciale, con la partita più bella che il football mondiale possa proporre in questo momento: Barcellona-Real Madrid.
Decisamente riduttivo chiamarla partita, è uno scontro tra due vere e proprie filosofie di vita. I separatisti catalani contro la casa real, Catalogna contro Castiglia, la potenza economica di Perez contro la cantera blaugrana. Insomma, la classica partita che vale più di tre punti.

E oggi, come dicevo prima, il calcio mondiale non può offrire nulla che dal punto di vista tecnico possa soltanto avvicinarsi a questa sfida. Due squadre fortissime, le più forti di tutte, due marziani, Messi e Ronaldo, capaci di tutto e un contorno fatto di stelle (in ordine sparso Xavi, Iniesta, Villa, Higuain, Ozil, Piquè, Di Maria, Casillas e via dicendo) da mettere i brividi.

Qualche numero, giusto per rendere l’idea di cosa ci sarà in campo stasera: 13 campioni del mondo, 10 candidati al pallone d’Oro, 26 titoli conquistati dai due allenatori, 650 il valore in milioni delle due rose.
E ancora, veniamo ai fenomeni: 150 gol su 232 partite per Messi, 23 in 18 quest’anno, 108 in 122 partite di gestione-Guardiola. Per CR7 (mai a segno contro il Barça) sono 51 in 54 partite in maglia blanca, 18 su 19 quest’anno. Medie mostruose, per due giocatori di 23 e 25 anni!
Per quanto rigurda la classifica, dopo 12 giornate comanda il Real (imbattuto) con 32 punti, 33 gol fatti e 6 subìti. Barça che ha un punto in meno e due gol presi in più. Siamo lì lì, in un campionato che potrebbe anche vedere entrambe le squadre superare quota 100.

Messi o Ronaldo? Guardiola o Mourinho? Barça o Real?

Altro duello fantastico: l’arrogante Josè Mourinho contro il pacato Pep Guardiola. Sfida nella sfida, con lo spagnolo che, sagacemente, ha tolto a Mou l’ultima parola facendosi spostare la conferenza dopo quella del portoghese. E’ una guerra, contano anche i minimi dettagli. I confronti diretti vedono Pep in vantaggio per 2-1 (con un pareggio), ma Mou gli ha sottratto una finale. Guardiola sempre vincente contro il Real da allenatore (4 su 4) e Josè mai vittorioso al Camp Nou.

Si dice spesso in queste occasioni che le tante premesse rischiano di venire deluse da una partita bloccata e tirata, io ci credo poco, gli ultimi Barça-Real li ho visti e nonsono mai stati deludenti sotto il profilo dello spettacolo. In Spagna c’è addirittura chi parla di partido del siglo, l’attesa è elevatissima e superiore a quella del passato: Josè Mourinho ha “contribuito” ad accentuare la rivalità, portandola sulla soglia dell’odio.

Per chi ama il calcio credo non ci sia partita più interessante da vedere con la mente totalmente libera da sentimenti di tifo (più o meno) e quindi liberi di godersi totalmente lo spettacolo.
Chiudo con due domande: chi sperate che vinca? E’ più forte Messi o Ronaldo?

Le mie risposte sono: Barcellona e Ronaldo per la maggior completezza.

LE PROBABILI FORMAZIONI DEL CLASICO:
Barcellona-Real Madrid, l'atteso 'Clasico' della Liga alle 21 su SKY Sport HDBARCELLONA (4-3-3): 1 Valdes; 2 Dani Alves, 3 Piquè, 5 Puyol, 22 Abidal; 6 Xavi, 16 Busquets, 8 Iniesta; 7 Villa, 10 Messi, 17 Pedro (13 Pinto, 21 Adriano, 19 Maxwell, 14 Mascherano, 30 Thiago Alcantara, 15 Keita, 9 Bojan) All. Pep Guardiola.
Barcellona-Real Madrid, l'atteso 'Clasico' della Liga alle 21 su SKY Sport HDREAL MADRID (4-2-3-1): 1 Casillas; 4 Sergio Ramos, 3 Pepe, 2 Carvalho, 12 Marcelo; 24 Khedira, 14 Xabi Alonso, 23 Ozil; 22 Di Maria, 9 Benzema, 7 C. Ronaldo. (25 Dudek, 17 Arbeloa, 18 Albiol, 10 L. Diarra, 11 Granero, 21 Pedro Leon, 20 Higuain) All. Josè Mourinho
ARBITRO: Eduardo Iturralde González (Arrankudiaga)

I fuoriclasse non entrano al 90esimo

Parto col dire che ieri è stato un gran bel pareggio, un punto ottimo che alla fine peserà, perchè non molti riusciranno a fare meglio in casa della Samp (Inter e Juve, intanto, hanno fatto il nostro stesso risultato in casa loro).

Ho letto alcune critiche mosse ad Allegri per i cambi non fatti, e in effetti è stato un po’ strano. Mi sono andato a rivedere la storia di quest’anno del Milan, e ho notato che le sostituzioni sono state fatte quasi sempre negli ultimi 20 minuti. allegri è uno che non fa i cambi a caso, ma solo quando vuole modificare il corso della partita.

Credo che anche ieri lui avesse idea di far entrare Flamini e Ronaldinho negli ultimi 20 minuti, ma proprio quando stava per effettuare le sostituzioni il Milan ha prodotto il suo massimo sforzo, schiacciando la Sampdoria e facendoci credere che da un momento all’altro sarebbe arrivato il gol. Penso che a quel punto Allegri abbia preferito non rischiare di distruggere un equilibrio perfetto che si era instaurato in quel momento di gioco, e ha ritardato i cambi che avrebbe fatto subito dopo l’eventuale gol del vantaggio. Così non è stato, purtroppo, e allora si è deciso a inserire Flamini e Dinho solo al 90esimo. Alla fine dei conti sono d’accordo col mister.

Su una cosa mi trovo però in totale disaccordo con lui: 5 minuti con l’Auxerre, pochi minuti ieri: ma ha capito con chi ha a che fare Allegri quando fa scaldare Ronaldinho? Ovviamente è una battuta la mia, sapete quanto stimo il mister milanista e credo che sia merito suo se questa squadra ha ritrovato una freschezza e un dinamismo che mancavano da almeno 4 anni. Però rimango dell’idea che un campione del calibro di Dinho non si può trattare in questo modo.

E’ giusto lasciarlo in panchina in questo periodo perchè Robinho è in gran forma e Seedorf garantisce maggiore copertura in partite difficili come quella di Champions e ieri, però uno come Dinho, che ha dimostrato di essere uno dei più grandi campioni a livello mondiale e ha fatto grandi cose (anche per il Milan) si tratta in un altro modo.

Mi aspetto che Max lo schieri titolare contro il Brescia la prossima settimana, e mi aspetto che Dinho faccia una grande partita, da grandissima giocatore qual è.

Non sempre si può vincere…

Diciamocelo, era nell’aria. Non sempre si può vincere, non sempre si può terminare a rete inviolata. Sapevamo che sarebbe stata una partita insidiosa, su un campo non facile e il pareggio non è poi un risultato proprio da buttare. Certo, un ulteriore allungo sarebbe stato gradito, avrebbe messo pressione a chi scenderà in campo tra stasera e domani, ma non ho nulla da recriminare alla squadra. Va bene così.

Primo tempo: molto positivo, comandiamo il gioco, sebbene non riusciamo ad entrare in area avversaria. Le occasioni arrivano da fuori con Boateng e un ottimo Robinho, Gattuso al solito spara in tribuna, ma la Samp non punge. 7 tiri a 0 sarà lo score al termine della frazione, prima del quale arriva il vantaggio firmato da Robinho con un bel diagonale destro dopo un’azione da lui iniziata e rifinita da Ibra. Controllo assoluto e sensazioni di grande squadra.

Secondo tempo: dopo un buon avvio, arrivano 5 minuti di blackout, in cui la Sampdoria trova la rete del pareggio alla prima occasione. Calcio d’angolo dalla destra e dormita di una difesa fin lì ottima, ci purga Pazzini. Passa qualche minuto in cui il Milan sembra in stato di shock, poi ci riprendiamo alla grande e chiudiamo la Samp nella sua metacampo creando situazioni interessanti per il gol-vittoria. Nota molto positiva questa, la squadra ha sopperito con il cuore e la grinta alla stanchezza accumulata nell’ultimo mese.
Sarebbero servite forze fresche, ma Allegri si addormenta in panchina, lasciando colpevolmente (stavolta sì) Flamini e Ronaldinho a scaldarsi fino al recupero. Non l’ho proprio capito oggi.

Pagelle e dintorni: Abbiati praticamente mai impegnato, fa una sola parata (6). Abate in crescita impetuosa (7), resta il difetto di non saper crossare. Non mi è piaciuto molto Nesta (5.5) che è stranamente impreciso e si perde Gastaldello sul gol. Thiago (6.5) si gioca un voto eccellente per la poca reattività su Pazzini, Bonera senza infamia e senza lode (6). A centrocampo, molto bene Ambrosini (7), sufficiente ma stanco Gattuso (6) e sufficiente ma pasticcione Boateng (6). Seedorf fa il compitino (6.5), Ibra, stanco, non fa la differenza (5.5), mentre il migliore in campo è assolutamente un ottimo Robinho (7.5), onnipresente e decisamente ispirato.

In conclusione, portiamoci a casa questo pareggio, con la consapevolezza di essere una squadra che anche oggi ha dimostrato carattere e con la certezza che, comunque vadano le partite di domani, saremo in testa anche questa settimana. Settimana che (finalmente!) sarà di meritato riposo, utile per ricaricare le batterie e ripartire più freschi di prima.

La più difficile

L’eroe non è chi vince una battaglia.
L’eroe è quello che continua a combattere fino alla fine,
quello che non si arrende quando il pericolo incombe,
è quello che attacca per primo il nemico quando lo vede da lontano,
quello che non si tira mai indietro di fronte al pericolo.
E stasera sarai abbastanza eroe?
DALLO STADIO LUIGI FERRARIS DI GENOVA SAMPDORIA-MILAN
QUESTA-E’-MILANOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

Marassi, ore 18.00. Apriamo noi la 14° di A. Si va a Genova, soli 4 giorni per l’ultima gara di questo tour de force, cominciato a Bari, proseguito con Palermo, Inter, Fiorentina e Auxerre. Si va su un campo che la scorsa stagione è rimasto imbattuto anche se quest’anno pare non ripetere i fasti del passato. Si va con la consapevolezza che è la prima volta da 6 anni che comunque vada alle 22.45 di domenica in testa ci saremo ancora noi. Magari in coabitazione con la Lazio ma ancora noi. Potrebbe quindi, per la prima volta, andare bene anche un pareggio, ma strappare tre punti oggi potrebbe risultare fondamentale per andare alla sosta in testa da soli.

Allegri non ha peli sulla lingua, e come fece Rocchi prima del derby di Roma dice la verità: la Samp è meglio senza Cassano. Attenzione a Pazzini, il vero talento dei blucerchiati e Gastaldello, difensore che prima o poi riuscirà a fare panchina in una big. Per quanto ci riguarda non recuperati Pirlo e Antonini ma forse è un bene. Si vedranno in campo ancora gli 11 di Auxerre, poco turnover ma la tattica è chiara: spremere chi ne ha finché ne ha. La sosta è dietro l’angolo. Dopo questa gara avremo una intera settimana di sosta per rifiatare, e ce ne siamo guadagnati un’altra martedì. E’ il momento di dare lo strappo come l’Inter dei bei tempi post Guido Rossi (in settimana Moggi ha dichiarato che per tornare a vincere avranno bisogno di una nuova Calciopoli, come dargli torto?). Se i nerazzurri finiranno sotto i 12 punti a natale (recuperi esclusi) difficilmente rientreranno.

E allora occhio alla Juve, che subito dopo di noi riceverà la Fiorentina e può anche non fare i tre punti. Non ho dubbi: i nostri avversari per il titolo sono loro. L’hanno dimostrato nella gara di San Siro, dopo una partenza falsa. L’Inter è all’ultima chiamata col Parma (ma si giocherà? Sono previsti 30 cm di neve domenica a Milano) e la Roma domani potrebbe non fare bottino pieno a Palermo. Insomma giornata in cui dovremmo poter guadagnare.

Ultimo appunto: la svolta non è solo data da Ibrahimovic. Le motivazioni sono due. La prima è che chi è partito, Huntelaar e Borriello, sta segnando a ripetizione. La seconda è prettamente tattica. E’ stato costruito un modo di giocare differente alla scorsa stagione. La mano di Allegri si vede. Ha avuto dalla sua l’infortunio di Pirlo che gli ha fatto scoprire la diga. Se solo avessimo iniziato così da settembre ora il vantaggio poteva essere molto più ampio. Qualcuno rimpiange Leonardo?

LE PROBABILI FORMAZIONI DI SAMPDORIA – MILAN

Serie A, oggi Sampdoria-Milan e Juventus-Fiorentina (Sky, Premium, Dahlia)SAMPDORIA (3-4-1-2): 85 Curci , 19 Cacciatore , 28 Gastaldello , 6 Lucchini , 3 Ziegler , 16 Poli , 17 Palombo , 12 Tissone , 8 Guberti , 10 Pazzini , 89 Marilungo (1 Da Costa , 5 Accardi , 26 Volta , 4 Dessena , 7 Mannini , 11 Koman , 9 Pozzi) All. Di Carlo

Serie A, oggi Sampdoria-Milan e Juventus-Fiorentina (Sky, Premium, Dahlia)MILAN (4-3-1-2): 32 Abbiati , 20 Abate , 13 Nesta , 33 Thiago Silva , 19 Zambrotta , 8 Gattuso , 23 Ambrosini , 16 Flamini , 10 Seedorf , 11 Ibrahimovic , 70 Robinho (1 Amelia , 25 Bonera , 76 Yepes , 15 Sokratis , 18 Jankulovski , 27 Boateng , 80 Ronaldinho) All. Allegri

Il fattore infortuni

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Pato, per lui rientro a Gennaio

In questi ultimi anni gli infortuni sono aumentati in modo vertiginoso. L’anno scorso questa piaga colpì sopratutto la Juventus (74 infortuni), il Milan nel momento decisivo del campionato, perse, come ben ricordiamo, Pato e Nesta con conseguente addio alle residue speranze di  scudetto.

Possiamo affermare che gli infortuni contano eccome per i risultati sportivi. Quest’anno è l’Inter la squadra più bersagliata ed in testa a questa speciale classifica con 37 “punti”, il Milan è secondo con 26, per la Juve si parla di 24 infortuni per alcune fonti, per altre 18. E’ stato inoltre calcolato che, in totale, il 70% dei problemi sono lesioni muscolari.

Per i cugini si giustifica questa situazione con il cambio di allenatore e preparatore atletico: i muscoli vengono chiamati ad eseguire movimenti diversi con nuovi esercizi e pertanto essendo stati per 2 anni abituati ad altri movimenti, può capitare (a detta degli esperti) di andare incontro a traumi e lesioni muscolari.

Sarà, ma le ricadute di Milito, Julio Cesar e Pato lasciano perplessi:  come li curano questi muscoli? Li rimandano in campo non ancora guariti? Quello che preoccupa è che questo fenomeno riguarda principalmente solo le squadre italiane, che vi sia qualche forma di doping nella ricerca dell’aumento della massa muscolare con appositi esercizi in palestra? A voi la risposta.

Le notizie dallo spogliatoio danno un Allegri sempre più convinto della diga di centrocampo a tre, visto gli ottimi risultati  (ultime 3 partite senza aver subito reti), dato importante perchè dimostra che la squadra ha trovato un equilibrio stabile. D’altronde lo sanno tutti che di solito a vincere lo scudetto è la squadra che ha subito meno reti nel corso della stagione. Pertanto si sussurra di un probabile esperimento a breve di Pirlo, nel ruolo da trequartista. Chiedo a voi compagni di fede: siete favorevoli?

Per il mercato invece bisogna evidenziare che gli ottimi risultati sportivi hanno raffreddato la voglia di acquistare per gennaio. L’impressione è che si acquista al massimo un terzino o un attacante ma di un certo spessore, che possa in parole povere,  dare subito un contributo importante, laddove ci fosse l’occasione giusta.

Molto dipenderà dal rendimento come seconda punta di Ronaldinho. Un suo impiego con alto rendimento precluderebbe qualsiasi arrivo.

Concludendo i giocatori vedono come più autorevole antagonista alla corsa allo scudetto la Roma, ma per il sottoscritto l’Inter rimane potenzialmente la squadra più forte. Pertanto in primavera con l’organico al completo sarà la nostra vera antagonista e non escludo che in coppa una volta smaltite le tossine della passata stagione e la maledizione degli infortuni, possa essere ancora protagonista, avendo un allenatore che ha ottenuto in passato grandi risultati in questa manifestazione.

Destinazione Wembley – 7° Puntata: Italiane avanti

https://i0.wp.com/2.bp.blogspot.com/_sn8H5PfkpdM/TI8XOF-k-FI/AAAAAAAAADs/lt2pH7zQjn8/s1600/champions-league.jpg?resize=239%2C150Le milanesi ci sono. La Roma, di fatto, anche. Insieme a loro altre 10 squadre. Ma è la settimana del ritorno del Barça, vincente, dopo quasi un anno, in trasferta in Europa, del Real che si conferma. Ma andiamo nel dettaglio, stavolta girone per girone.

Girone A – E’ grande Tottenham. In casa 9 punti su 9, 10 gol fatti e due soli subiti. Non ha la continuità per il campionato ma può essere la sorpresa tra le prime quattro di coppa. Si qualifica anche l’Inter, con una partita ostica contro un avversario facile risolta con molta fortuna da Cambiasso. Inter che comunque si conferma lontanissima parente di quella del 2010 anche se er valutarla non ha avuto test probanti causa la facilità del gruppo. Ultimo Turno: Il Tottenham vince il girone se fa almeno lo stesso risultato dell’Inter. Twente in Europa League.

Girone B – La prima gufata di Inzaghi va a segno. Raul a secco, doppietta di Huntelaar (19 gol in stagione, meglio di Ibra e Cristiano Ronaldo). Schalke che batte il Lione 3-0 e rende il girone B come quello da cui chiunque vorrebbe pescare la propria avversaria negli ottavi di finale. Benfica travolto a Tel Aviv, in piena crisi, con contestazioni all’allenatore (di recente sconfitti 6-0 dal Porto) fuori per lo scontro diretto a sfavore nei confronti del Lione. Ultimo Turno: Lione primo se vince e lo Schalke 04 perde. Hapoel in Europa League se vince e perde il Benfica.

Girone C – Il fortino dei Rangers ha retto per 175′. Poi Rooney lo sfonda su calcio di rigore. E’ il gol che manda lo United verso un probabile primo posto nel girone a meno di suicidi nel big match del prossimo turno ad Old Trafford. Manchester qualificato insieme al Valencia che non ha avuto problemi ad asfaltare il Bursarspor che dopo aver subito 15 gol in 5 gare di Champions League è riuscito a mettere a segno il suo primo. Attenzione allo United. Non ha ancora subito gol in questa Champions. Non ha i  grandi nomi ma Ferguson è sempre da tenere d’occhio. Ultimo Turno: Valencia primo per lo scontro diretto se vince ad Old Trafford con qualsiasi risultato. Rangers in Europa League, Bursaspor eliminato.

Girone D – Guardatevi il terzo gol del Barça e capite perché loro sono ancora i favoriti. Un’azione tutta di prima, da Playstation con il solito Messi che insacca. Il Pana è poca cosa e si vede. Resta il fatto che il Barça anche senza Eto’o, anche senza Ibrahimovic è la squadra da battere. Nel pomeriggio invece il Rubin Kazan si da una piccola speranza di passaggio del turno battendo il Copenaghen in una gara che non verrà ricordata per la sua spettacolarità. Ma difficilmente leveranno il sogno degli ottavi al calcio danese. Ultimo Turno: Barcellona primo. Rubin Kazan qualificato come secondo se vince al Camp Nou e non vince il Copenaghen o se pareggia e il Copenaghen perde in casa. Panathinaikos quarto.

Girone E – Sussulto Roma. Battuta in casa una grande (anche se effettivamente viste le situazioni attuali delle due finaliste 2010 l’ultima finale di Champions come livello si colloca appena un gradino sopra Porto – Monaco). Roma che si trasforma dopo un disastroso primo tempo. Gran gol di Borriello da terra. Qualcuno mi spiega perché l’abbiamo venduto? Il Basilea batte il Cluj qualificandosi almeno per l’Europa League. Ultimo Turno: Bayern primo. Roma qualificata se vince, pareggia, o perde e il Basilea non vince a Monaco. Cluj quarto in ogni caso.

Girone F – 5 su 5. Insieme al primato della premier Ancelotti lancia il Chelsea ‘capolista’ della Champions League. Il girone facile ha fatto il suo, ma era una vittoria che serviva per scacciare i fantasmi della crisi dopo Birmingham e Sunderland. Girone che si è già chiuso con il Marsiglia che vince 3-0 a Mosca, vendica l’andata e condanna i russi all’Europa League. Chelsea tra le teste di serie quella che farà meno rumore. Ma, chi la preferirebbe al posto di Barça e Real Madrid?  Ultimo Turno: Chelsea primo, Marsiglia secondo, Spartak Mosca terzo e Zilina quarto in ogni caso.

Girone G – Il girone di ferro, quello delle 20 coppe dei campioni si chiude nella maniera più prevedibile. Lo vince il Real che dimostra di essere la grande favorita di questa coppa. Lo vince espugnando per 4 a 0 l’Amsterdam Arena. Noi ci accontentiamo del secondo posto. Pesano il passivo di Madrid, il gol incassato da Pedro Leon ma anche il pareggio proprio in terra Olandese. Troppe. Con qualsiasi altra squadra della seconda fascia il primo posto sarebbe stato alla nostra portata. Ultimo Turno: Real Madrid primo, Milan secondo, Auxerre in Europa League se vince a Madrid e l’Ajax non vince a Milano o pareggia e l’Ajax perde.

Girone H – Dulcis in fundo il girone più incerto. O meglio, certa l’eliminazione del Partizan (grazie Platini, mai viste così tante squadre chiudere a zero punti) il resto è tutto in gioco. In gioco grazie alla bella vittoria del Braga sull’Arsenal, Braga che si è ritrovato troppo tardi e ora dovrà fare l’impresa in terra Ucraina per passare. Ultimo Turno: Shaktar qualificato come primo se pareggia o vince in casa con il Braga. Qualificato come secondo se perde con un gol di scarto e l’Arsenal vince con qualsiasi risultato o perde con due gol di scarto e l’Arsenal non vince (primo Braga). Partizan quarto.

Power Ranking: ecco la mia visione in una personale classifica delle squadre per la vittoria finale 1) Real Madrid 2) Barcellona 3) Chelsea 4) Manchester United 5)Milan 6) Arsenal 7) Bayern Monaco 8) Tottenham 9) Roma 10) Inter 11) Schalke 04 12) Lione 13) Valencia 14) Marsiglia 15) Shakthar 16) Rubin o Copenaghen.