Lo scudetto, un mese dopo

22 giugno 2022, un mese dopo l’apoteosi rossonera al Mapei ci troviamo in un mondo completamente stravolto. Persa la loro battaglia e dopo le pagine istituzionali scritte piangendo per dovere di cronaca assistiamo ad una Gazzetta dello sport totalmente schierata ed asservita alla narniazione nerazzurra tra trattative vere e finte, giocatori accostati e giocatori elemosinati. L’obiettivo è chiarissimo: lo scudetto del Milan è solo una casualità, un incidente di percorso, qualcosa di cui non ne parliamo più e la grandissima Inter sarà pronta anche a costo di indebitarsi ancora di più a fare l’all-in per evitare l’onta della seconda stella rossonera.

Inutile girarci intorno: siamo 19-19 e arrivare alla seconda stella prima dell’altro avrà la stessa valenza di una Champions League, di un 6-0, di un euroderby a piacere: è qualcosa che ha un impatto importantissimo anche a livello di marketing. Noi a questo appuntamento ci stiamo arrivando male per via della ridicola questione contratti e l’ego smisurato di un AD e di un dirigente i cui meriti sono entrambi sopravvalutati che non vogliono scendere a patti e/o compromessi.

Quello che stiamo capendo è che saremo veramente, di nuovo, forse come mai nemmeno l’anno scorso, contro tutto e contro tutti e arriveranno anche i gobbi. Non sbagliare il prossimo mese di mercato in una stagione in cui si giocheranno 15 giornate fino al 14 novembre più tutto il girone di Champions e 4 giornate di campionato prima della chiusura del mercato sarà non importantissimo, di più. 

Le priorità le sappiamo tutti – quello che conta è che da questo mercato esca un Milan più forte dello scorso anno, un Milan che senza i tre clamorosi furti a San Siro di Napoli, Spezia ed Udinese avrebbe chiuso a quota 92, uno in più dell’Inter di Conte. Se questa squadra uscirà rafforzata – ovvero sostituendo adeguatamente Kessie, Romagnoli e risolvendo i due problemi trequartista ed esterno destro allora non ho dubbi che vinceremo lo scudetto di nuovo.

Per il momento mi limito a spiegare a giornalisti ed articolisti che più fate trasparire il vostro livore per il nostro scudetto credendo che ci dispiaccia, più semplicemente ci fate godere ancora di più