Notti magiche

Calhanoglu e Donnarumma fuori dal mondiale. Nella stessa sera. Il primo con il pannolone bello sporco sottraendosi dal tirare un calcio di rigore del possibile 2-2, il secondo con una bella papera al novantaduesimo sul suo palo, incapace di respingere un bel tiro, angolato, ma altrettanto parabile. E’ l’esito di una bellissima notte di vendetta per il tifo rossonero da quella semifinale di San Siro dove fu additato come causa di tutti i mali.

C’è Donnarumma ma c’è anche altro nella sconfitta dell’Italia con la Macedonia, per una nazionale che dopo l’europeo è stata incapace di segnare su azione praticamente contro chiunque. C’è una giusta eliminazione che segue anche e soprattutto grazie ad un rilassamento generalizzato post-Europeo ma che è lo specchio del sistema marcio che c’è in Italia, un sistema che dal 2018 non è cambiato di una virgola.

Da dove partiamo? Partiamo dalla federazione, da quel Gravina che in sfregio ai club che pagano i calciatori organizza stage e vuole spostare intere giornate di campionato perché giustamente c’era bisogno di 10 giorni di ritiro per battere la Macedonia in casa. Una federazione che nell’ultimo anno ha visto una squadra far sparire biglietti, falsificare tamponi, falsificare bilanci e anche esami di italiano per tesserare i giocatori ma siccome quella squadra è molto affine al main sponsor federale ha sempre e comunque chiuso un occhio aprendo inchieste su veri casi e veri problemi come le emoji di Theo Hernandez.

I parrucconi che stanno in queste ore difendendo le loro poltrone iniziano quindi con le frasi fatte – una di queste, ad esempio, è che bisogna far giocare i giovani. Di giovani l’Italia ne ha pochi però poi quando escono, come Tonali o Calabria, questi non vengono fatti giocare. Che uno dei tre giocatori migliori dell’attuale capolista della Serie A non sia praticamente mai stato preso in considerazione è – senza girarci intorno – una vergogna. Il modo di vedere la nazionale di Mancini è stato ancora più estremista dei suoi predecessori: ha cercato di fare un gruppo e nel gruppo convocare sempre gli stessi. Questo può funzionare per l’Europeo ma quando ci sono le inutili, dannose e anacronistiche soste in mezzo alla stagione va convocato chi sta meglio in quel momento. Stop.

La nazionale invece continua ad essere la vetrina di giocatori che devono salire di valore, convocati in quote in base ai club e alle procure con un CT che da sempre ha gli amichetti nei giornali a difenderlo qualsiasi cosa faccia. Lo è sempre stato, anche durante l’Europeo vinto, è questo è il risultato. L’unico che provò a cambiare qualcosa fu Ventura trovandosi gli stessi senatori contro. 

Capitolo Donnarumma: per quello che ha fatto al Milan semplicemente se vuoi un po’ di integrità morale in nazionale non va convocato. Ma non va convocato nemmeno a livello tecnico visto che non è più mentalmente stabile come si è visto ieri e come si è visto anche in Champions e di problemi in porta con Cragno o Meret comunque non ne abbiamo. Proprio sul capitolo Donnarumma da chi oggi si proclama alfiere e difensore del calcio italiano non si è vista mezza parola contro la porcata che questo signore ha fatto al Milan e il grave danno economico susseguente. E’ facile parlare di difesa del calcio italiano, meno prendere posizione quando un suo club viene danneggiato economicamente da giochi di procure. Invece silenzio, connivenza e interviste di sponda ad europeo finito.

Due parole anche sul campionato, la Serie A. Un campionato con stadi vecchi perché i comuni per interessi economici e politici non vogliono che i club abbiano il loro stadio e tentano di tirarla lunga chiedendo a comitati che rappresentano gruppetti di persone non elette da nessuno. Un campionato dove i diritti TV sono stati venduti in maniera ridicola ed esclusiva ad operatori non in grado di trasmettere mezza partita senza rotellina invece di diffondere il più possibile. Dove l’uso del VAR è un optional e quando viene usato le immagini anziché in tempo reale vengono diffuse dopo, con calma, con i fuorigioco coi fotogrammi del piede già staccato dal pallone. Un campionato con episodi gravi ogni domenica, atti a falsare l’esito dello stesso, per farlo vincere a squadre con più quote di noi nel palazzo. Come può un movimento avere credibilità se questo è quello che va in onda ogni domenica, se ti messaggiano ogni volta amici dall’estero chiedendoti come è possibile che sia stato annullato il gol di Messias con lo Spezia o che Udogie segni di mano col VAR?

Il primo repulisti da fare è e rimane quello dei conflitti di interesse – economici e sportivi – ad ogni livello. Via arbitri e giornalisti tifosi, via le società dai consigli direttivi, via gli sponsor affiliati alle stesse in lega e federazione. Trasparenza nelle comunicazioni tra uffici stampa e giornalisti (escono articoli ormai che sono le bozze dell’ufficio stampa bianconero praticamente copiate, tipo questo). Il secondo è quello di mettere un blocco al mercato interno perché i vari Scamacca, Berardi, Frattesi ecc rimangono bloccati in squadre dove non si possono sviluppare perché i loro presidenti chiedono cifre astronomiche. Quando all’estero c’è di meglio a pari prezzo.

Per concludere, due parole sul sistema di qualificazione. Che una squadra campione d’Europa in carica con quattro mondiali vinti debba giocarsi il posto in spareggi secchi o gironcini ha poco senso. Iniziamo a tagliare le partite inutili e unificare il sistema su base quadriennale (ti qualifichi all’Europeo che ti qualifica al mondiale) in modo da ridurre soste dannose e irrispettose per i club che pagano gli stipendi. Il mondiale dal 2026 si allargherà addirittura a 48 squadre, invece, con solo tre posti per l‘Europa che quindi passerà dal 40% al 33% dei posti in favore di squadre di paesi dove è stata inventata la ruota settimana scorsa ma che comunque votano come gli altri per la presidenza FIFA.

Piccola chiusura dedicata a Leao: grandissimo assist ieri sera, di quelli che in campionato non la passa mai. Ha fatto più lui in 3 minuti che Ronaldo in 90.