Ambizioni diverse

Quando prendi 12 milioni di euro all’anno e devi mandare avanti procuratore e giornalisti per togliere il posto a Keylor Navas perché evidentemente non sei abbastanza forte, prima o poi i nodi vengono al pettine. Per donnarumma – minuscola voluta – il nodo è stato quasi più come quello di un cappio ed è uscito fuori ieri sera, alle 22.20, su quello che è il campo più glorioso del calcio mondiale: il Santiago Bernabeu di Madrid.

Per anni il Real Madrid è stata la squadra più odiata del calcio mondiale – erano gli anni in cui le figurine arrivavano da loro dopo aver vinto 3 coppe in 5 anni. L’anno di Ronaldo dall’Inter, campione del mondo e pallone d’oro, finito poi dietro al Milan nel girone (gol di Sheva) ed eliminato da Pavel Secera Nedved in semifinale di Champions. Poi Kakà, Cristiano Ronaldo, cambi di presidenza ed esoneri, fino alla decima di Ancelotti molti anni dopo.

Ieri invece il Real Madrid rappresentava il blasone del calcio mondiale, quello a favore di un cambiamento che rimetta i club al centro e fermi la UEFA e la sua voglia di punire e decidere a tavolino chi vince partite e chi può rinforzarsi (e chi no) con il FFP. C’era l’ECA del neo presidente Al-Khelaifi quella contraria alla Superlega che non vedeva l’ora di infliggere una lezione al Real Madrid. Di là c’era Ancelotti, l’allenatore che ha vinto più Champions di tutti, in ere diverse ad incartare ancora una volta la partita e parzialmente vendicare anche noi.

Il PSG era una squadra costruita male, proprio come quei Real Madrid. Una squadra che semplicemente non può funzionare – un mezzo cimitero di elefanti bolliti e strapagati (Messi, Ramos) e di figurine senza una minima costruzione di gioco e di equilibrio. Non è un caso che Mbappé, ad oggi insieme a Lewandowski il miglior giocatore al mondo nonostante continuino a regalare palloni d’oro a Messi, voglia scappare da lì. Nel calcio prima dei singoli vince sempre il gruppo – ti deve importare della squadra in cui giochi e devi dare tutto: lo abbiamo capito noi quando è tornato Ibra, lo ha capito l’Inter con Conte e questo nessuno sceicco può comprarlo.

Sul portiere di riserva del PSG c’è però stata anche una bella dose di malafede italica imboccata da Raiola e dalla sua scuderia. Per mesi e mesi abbiamo avuto i giornali col fucile schierato al primo errore di Maignan, silenti mentre ci faceva vincere il derby. Mesi con donnarumma che qua non ha mai parlato mentre lì ad ogni occasione regalava interviste con la sua versione dei fatti sempre aggiustata a convenienza. Con i tifosi delle altre squadre italiane, in particolare quella prescritta, che non vedevano l’ora ad ogni parata di donnarumma di rinfacciarlo al Milan.

Da ieri sera solo silenzio, imbarazzo. Qualcuno prova a scavare ancora un po’ più a fondo gridando al fallo, ma viene lasciato lì. In patria lo hanno scaricato facilmente (2 in pagella oggi sull’equipe) e velocemente. Non è che il PSG ieri avrebbe passato il turno con Maignan o Navas in porta, quello è più che evidente, il problema è che quello prende 12 milioni e il PSG ieri il turno lo passava pure con Tatarusanu.

Il confronto con Maignan è semplicemente abissale oggi e non solo a livello tecnico (coi piedi non c’è paragone, nemmeno nelle uscite) ma anche e soprattutto a livello carismatico nel controllare la difesa. Ieri dopo il gol subito donnarumma è crollato mentalmente insieme alla squadra. Eppure sì, c’è da incazzarsi per come è finita la vicenda – nello specifico c’è da incazzarsi che il Milan abbia valutato questo giocatore 8 milioni l’anno con Mendy che prende intorno a 5 milioni. 

Speriamo quindi che la partita di ieri sera abbia messo una pietra tombale sulle vedove e su chi, non contento dell’ultimo derby di campionato, continua ad utilizzare il babà di castellamare nella sua personale crociata anti-Milan per curare il proprio disturbo ossessivo-compulsivo. Speriamo che ce se ne ricordi alla prossima intervista dove lo strapagato farà di nuovo la vittima e parlerà di diversi obiettivi ed ambizioni.

In fondo non stupisce, comunque, che chi è privo di storia europea debba vivere in qualche modo di gloria riflessa da chi in europa ha fatto la storia, no?