Milanello bianco

Non va tutto bene. A tre settimane dalla conclusione della stagione che ci ha riportato dove dovremmo essere di diritto, la preoccupazione è tanta – troppa. Il mercato sta partendo male, con il piede sbagliato. Prima di tutto dovrei parlare dell’infame – dove la società ha poche colpe. Il Milan si è ritrovato ostaggio di Donnarumma per una scelta, quella di non mandarlo in tribuna e fidarsi, che alla fine ci ha consentito di andare in Champions League ma al costo di perdere a 0 il giocatore più forte della rosa.

Donnarumma, di comune accordo con Raiola, ha fatto l’infamata più grande della storia del calcio italiano lasciando a 0 il club a cui deve tutto, l’intera carriera compresa. Persino Icardi, Pjanic, Higuain e altri grandi addii hanno lasciato almeno dei soldi al club di appartenenza – lui no, ha rifiutato tutte le offerte per poter andare dove voleva, non dover rinunciare a un euro di stipendio e a un euro per Raiola perché c’erano cartellini da pagare. Il più grande infame della storia del Milan? Forse sì.

A proposito di infami, non si può tacere sul comportamento scandaloso che Calhanoglu sta tenendo nei confronti del Milan. Dopo aver chiesto uno stipendio da top player e non avendo altre offerte se non quella del Qatar, il numero 10 (bleah!) si permette di mancare di rispetto al Milan e temporeggiare ulteriormente, sperando in un buon europeo per cercare di portare a casa un rialzo o qualche offerta. Se si sta cercando sul mercato giocatori che mettono il Milan al primo posto, allora Calhanoglu va spedito a casa per dare l’esempio, anche a chi è in scadenza. Non si deve più arrivare ad una situazione del genere: chi scade a fine stagione o rinnova prima o va in tribuna. 

Il Milan ad oggi ha quasi metà della rosa in prestito, in scadenza o in scadenza 2022. L’unico rinnovo portato a casa è quello di Ibrahimovic che ha saltato metà delle partite. L’attacco è completamente da rifare ed è un punto di cui tenere conto considerato che il Milan delle prime 5 è stata quella che ha segnato meno nonché quella con la peggior differenza reti. 

La situazione mercato poi è degna di una riflessione: il mercato che ci ha portato in Champions League non è stato quello dell’estate 2020 quanto quello della stagione precedente. Nella stagione in corso sono arrivati Tatarusanu, Dalot, Diaz, Tonali, Hauge, Tomori, Meité e Mandzukic ma di questi solamente Tomori è stato fondamentale. Nel precedente, invece, oltre ad Ibra c’erano Hernandez, Kjaer, Saelemakers, Rebic e Bennacer che sono di fatto 6 titolari della top 11.

L’obiettivo del Milan il prossimo anno è quello di tornare in Champions League e deve farlo evitando di commettere gli stessi errori della stagione 2013-14. Il primo fu quello di riconfermare Allegri che con una rosa a fine ciclo riusci a fare 24 punti in un girone (vs 35 al ritorno di Seedorf con la stessa rosa). Il secondo fu quello di non investire gli unici soldi per un centravanti con la C maiuscola (arrivò Matri…) che creò non pochi problemi.

Il Milan è sulla buona strada per commettere il primo errore riconfermando Pioli. Abbiamo già visto con Montella e Gattuso a cosa portano conferme per “gratitudine”: ad un fallimento l’anno seguente. Se c’era una occasione ed una via per migliorare in panchina con un allenatore per cui la qualificazione Champions non è un trionfo ma è l’obiettivo minimo era proprio questa (e probabilmente, visti Spalletti a Napoli e Sarri e Mourinho a Roma, non serviva nemmeno).

Facendo finta di non vedere che la squadra nel 2020/21 ha overperformato l’andata e tenuto il ritorno sarebbe pericoloso presentarsi ai nastri di partenza con l’infortunato cronico Ibrahimovic, il discontinuo Rebic e Giroud – uno che non la mette quasi mai (non considero nemmeno Leao, per il quale chiedo scusa a Niang, giocatore migliore, per il paragone). Esiste una regola empirica per prendere un attaccante accettabile: deve aver segnato almeno un gol ogni due partite. Giroud è ampiamente sotto questa media. All’11 di giugno l’attacco del Milan 2021/22 è un grosso punto di domanda.

Due riflessioni vanno fatte anche a centrocampo: Kessie è fondamentale per il gioco del Milan ed è in scadenza. Bennacer ha avuto tanti problemi fisici. Entrambi salteranno un mese per la coppa d’Africa. Tonali è ampiamente insufficiente e mancano dei giocatori tecnici. Non può essere un caso che al Milan manchi sia un centrocampista di livello dai piedi buoni che un attaccante da tanti gol – sono quelli che costano di più.

La qualificazione in Champions League deve servire a colmare questi due buchi enormi per poi scavare il solco che ti permette di rimanere stabilmente nelle 4. Ad oggi firmo col sangue per un 4° posto nel girone di Champions e un 4° posto in campionato a fine anno, col cambio di allenatore. La conferma della qualificazione per due anni consecutivi darebbe prospettive diverse e la possibilità di giocarsi lo scudetto a breve. 

Nella situazione attuale, insomma, il Milan non può più nascondersi: è il momento, grazie alla coppa, di rinforzare adeguatamente la rosa per poter competere agilmente su due fronti. E far si che un girone d’andata come quello di quest’anno non sia una overperformance ma la normalità. Si capirà se ad Elliott interessa il risultato sportivo o lo scopo è solo quello del bilancio in ordine, indipendentemente dal piazzamento.