L’ennesimo scandalo pro-Juventus. Abbandoniamo il calcio italiano

Questo weekend è stato la ciliegina finale sulla vergogna chiamata Serie A. Si è partiti con Juventus-Inter, il finto derby d’Italia, dove abbiamo visto di tutto: VAR che assegna rigori su mischioni a calcio d’angolo, due gol annullati all’Inter, rigori ottenuti simulando e scalciando un avversario. Tra il silenzio più o meno compiacente dei media e dei tifosi dell’Inter che “ma che ci frega, abbiamo vinto lo scudetto, anzi se va fuori il Milan meglio” e ci continuano a raccontare la pagliacciata del derby d’Italia.

Quello che è successo ieri sera, invece, è ancora peggio. Leggo che il Cagliari ha giocato la sua partita – non è così. Il Cagliari ieri non ha giocato per vincere, ha giocato a mettere il bus dietro, spezzettare ogni azione con un fallo e perdere tempo su ogni singola palla ferma già dal primo tempo. Iconico il cambio finale dove una squadra già salva e che quindi potrebbe giocare con più spensieratezza a viso aperto mette dentro Rugani per un centrocampista per difendere lo 0-0.

Questa lotta Champions League non è certo stata decisa ieri. E’ stata decisa nelle stanze dei bottoni quando De Laurentiis ha capito che l’unica cosa da fare era prostituirsi al fronte Agnelli. Alleanza sui diritti TV, biscotti per giocare Juventus-Napoli quando faceva comodo ad entrambe e così via. Si è capita in campo da Milan-Napoli, da quel rigore negato per fallo di Ibra su Bakayoko. E noi zitti. Ci cacciavano per un “mi sembra strano” Ibrahimovic a Parma. E noi zitti. Convalidavano un gol alla Lazio irregolare, e noi zitti. 

Ormai non so nemmeno cosa dire. E’ contenta la nostra dirigenza di stare in un campionato dove Giulini si lamenta del mancato rosso a Ronaldo, fa la sceneggiata anti-juve ma poi quando c’è da far girare soldi e giocatori gioca alla morte per loro? E lo stesso Commisso in Fiorentina-Napoli? E’ contenta la nostra dirigenza di vedere De Zerbi fare la partita della vita con dichiarazioni anti-superlega in Milan-Sassuolo e poi stare in silenzio e stendere il tappeto rosso quando arriva la Juventus?

Contiamo zero nel palazzo, contiamo zero sui giornali che stanno già preparando la narrazione a cui i boccaloni dei nostri tifosi crederanno, ovvero che è solo colpa del Milan che non ha battuto il Cagliari e che merita di andare in Champions League una squadra che ha fatto 1 punto nel girone di ritorno tra Fiorentina e Benevento e che ha perso 3-0 proprio con questo Milan 8 giorni fa. I nostri tifosi, che per qualche motivo sono diventati gli interisti 2005-06, contenti di non vincere mai un cazzo ma di esibire lo smoking bianco della purezza, sono pure contenti e diranno che è giusto così.

I risultati della linea politica del Milan di Elliott ad oggi sono fuori dalla Champions League, fuori da ogni giro di potere (DAZN offrirà parecchi soldi a Juventus ed Inter per i diritti d’archivio per “ringraziarli” sul fronte diritti TV, ma non lo farà con noi – ad esempio) Italiano ed Europeo (vogliamo ricordare l’uscita dall’EL per il gol regolare annullato a Kessie?). Ai tifosi sta bene, perché solo il Milan deve dimostrare di essere più forte di tutto e tutti, se no non merita. Giocare alla pari con le altre fa schifo.

E così andiamo a testa alta. Abbiamo pagato tutti gli stipendi, non ci siamo fatti spostare partite per focolai covid, non abbiamo falsificato esiti di tamponi o falsato rinvii con la complicità delle ASL, non abbiamo amici in Serie A che ci regalino qualche partita per il primavera a 5 milioni. E l’abbiamo presa in quel posto ancora una volta. Se la dirigenza del Milan vuole giocare il calcio come crede di giocarlo oggi – forse è il momento di rendersi conto che la Serie A non è il posto corretto. Andiamo in Spagna, in Francia, persino in Svizzera. Se si rimane qua, è il caso di smetterla con stile e sorrisetti – a meno che il risultato sportivo non importi a chi ci dirige. E il risultato sportivo, oggi, dice che ti sei fatto rubare la Champions League dalla Juventus.

Complimenti per l’ennesima stagione buttata nel cesso, complimenti per la nuova Istanbul.