Lo stucchevole conteggio dei rigori

Otto rigori al Milan. Sono troppi. Non si può. Non vanno bene. E la palla stava uscendo, che senso ha dare rigore? E’ il mantra principale da domenica sera, messo in giro per la rete principalmente dai tifosi della squadra che ha speso 12 milioni per l’allenatore per finire dietro in classifica ad una banda di ragazzini

Non esiste alcun regolamento che fissi un numero minimo di rigori in un campionato. Chi contava i rigori con tanto di tabelle erano una volta i tifosi della Juventus a dimostrare che loro non falsavano il campionato – fa niente se spesso il fallo sistematico a centrocampo senza ammonizione falsa la partita ben più di un rigore. La stessa Juventus che lo scorso anno non ha mai avuto un rigore contro in situazione di pareggio o svantaggio di un gol, ma solo da due in su – per intenderci. La soglia di sicurezza sopra la quale il mani di De Ligt diventava punibile.

Ne parlano anche i romanisti, loro che nel finale dello scorso campionato per evitare i preliminari hanno avuto un rigore ad ogni alito di vento. Ne parla l’unica squadra che ha avuto in questo campionato un rigore a favore per fallo fatto. Quella che si sgomita se non gli danno un gol dove Dzeko travolge l’avversario o se non gli danno un rigore a favore per un flipper sulla mano.

Il vero problema è che se andiamo a vedere gli episodi, i rigori c’erano tutti. Anzi, ne mancano. Ne manca uno con la Roma, per fallo di mano. Ne manca uno con l’Udinese. Ne manca uno netto con il Verona dove Leao viene addirittura infortunato. Con buona pace del cloeb di Caressa che prova a montare la polemica sulla gomitata di Romagnoli – ignorando quella con cui nel primo tempo Quagliarella mette a terra Gabbia – con tanto di epistassi.

Le stesse moviole che poche settimane fa erano così impegnate a sottolineare l’intervento di Ibrahimovic su Bakayoko chiedendo il rosso per un buffetto, come ai tempi di Aronica, hanno fatto ovviamente sparire tutto. Così come è sparito Theo Hernandez che pochi minuti dopo dall’inizio della partita viene tirato in area per un braccio e così come è sparito Brahim Diaz che è stato atterrato in maniera clamorosa ma il VAR nemmeno si è degnato di controllare l’episodio. Non si parla nemmeno di Silva che doveva essere sotto la doccia dopo 30 minuti di partita.

Il Milan ha rotto il sistema. Ha rotto un sistema che si basava sul Milan fuori dal giro che contava per far vincere sempre la solita e per dare qualche minuto di notorietà a squadre che contano zero nella storia del calcio mondiale come Roma e Napoli. Se il Milan va in Champions, il sistema salta. Se il Milan va in Champions prende soldi, aumenta i ricavi – diventa pericoloso per chi il sistema lo controlla, nonostante qualche intoppo (grazie, procura di Perugia). 

La qualificazione in Champions per noi è la fine di un incubo. Lo sarà anche probabilmente per il calcio italiano che ha bisogno delle sue migliori squadre e non di one-season wonder improvvisate nelle coppe. Ha bisogno di brand che siano già affermati e potenti e con le coppe possano svilupparsi ulteriormente.

C’è bisogno di tutti per portare il Milan in Champions affinché non succeda come due anni fa quando vicini all’obiettivo iniziarono a sparire i rigori a nostro favore. C’è bisogno che continui questo clima di rispetto arbitrale per cui più o meno ci viene dato ciò che ci spetta a differenza degli anni scorsi, dove questa squadra fu scientemente affossata sul campo.

Per questo motivo è necessaria una pesante chiamata alle armi. Non bisogna permettere di inquinare il dibattito social. Non bisogna permettere che venga mistificata la realtà delle moviole, tagliando episodi. Non bisogna permettere i “se” “ma” “be” su rigori netti e solari come ad esempio il secondo con la Fiorentina. Guardate le partite, segnate, registrate gli episodi contrari. Parlatene. Create la nostra contro-bolla social a quella antimilanista di mistificazione informativa. Non mollate un cazzo, elmo in testa e lancia al fianco. C’è bisogno di tutti voi per tornare in Champions.