Ciao Jack

Nonostante tre assist ed un rigore procurato, lascia il Milan anche Giacomo Bonaventura. Ieri sera, a San Siro, è stata l’ultima partita con la maglia rossonera.

Lascia uno dei tanti giocatori buoni che ha avuto “la colpa” di capitare in un periodo non buono, eletto a “simbolo della mediocrità” da malviventi sotto querela e complici di un sistema messo in atto per magnificare due incapaci a capo di una gestione che ci stava portando dritti dritti tra i dilettanti.

Bonaventura, come Suso, come Montolivo, ha avuto la colpa di essere migliore di molti altri campioni strapagati e spacciati come salvatori della patria. Hanno avuto la colpa di non essere riusciti a cancellare ciò che coloro che hanno persino negato i pass di tribuna ad un ex-amministratore delegato che ha fatto la storia del Milan volevano cancellare. 

Bonaventura non è stato il simbolo della mediocrità, tanto che come Suso al Siviglia anche lui l’anno prossimo andrà con ogni probabilità a giocare la Champions League all’Atalanta. Sono stati, questi, gli unici due giocatori che vanno in squadre che giocano la Coppa dalle grandi orecchie, cosa che non accadrà per i Rodriguez, i Borini, i Biglia, i Musacchio.

Sono semmai i tifosi che hanno esaltato Borini e denigrato questi giocatori ad essere un simbolo. Il simbolo dell’idiozia, della malafede, dell’odio sparso gratuitamente per tornaconto personale che ha contraddistinto gli ultimi anni di Milan. Non può essere un caso che senza un pubblico che negli ultimi anni ha pensato più a fischiare che a sostenere la squadra abbia giocato meglio e portato a casa più punti.

Nei prossimi giorni arriveranno le pagelle di fine stagione – probabilmente divise in voto “pre” e “post” sosta visto il rendimento altalenante. Per ora ci sembrava giusto dedicare in un post il giusto tributo a un giocatore che è arrivato tra gli insulti (ricordate le vedove del fenomeno Cristante?) e se ne è andato a testa altissima. Grazie di tutto Jack.