Uomini, ominicchi e quaquaraqua

Credo che chiunque abbia visto la partita ieri ha notato due piccoli particolari: il primo è che il Napoli nonostante sia in Europa League in qualunque posizione arrivi dalla quinta alla ventesima l’abbia voluta giocare come fosse una questione di vita o di morte. Il secondo è stato quando dopo l’ennesimo fallo tattico non fischiato al Napoli si sentiva il nostro ex-allenatore con Theo Hernandez a terra riscrivere il concetto di “uomo vero” e “sportività” urlando ai suoi “giocala, giocala, giocala“. Non contento di questo – nel postpartita – l’innominabile andava prima stizzito a Sky Sport “del rigore non parlo, non faccio polemica“, poi in sala stampa a dire su un rigore negato “il rigore l’ho rivisto e non mi va giù“. Un netto cambio di atteggiamento rispetto allo scorso anno, quando era da noi, dove a Roma ci fu scippata la Champions League col rigore su Suso ma quello “se non lo hanno dato vuol dire che non c’era” o dal silenzio dopo lo scippo di Torino – perché si sa, mai dire “ba” quando succedono favori alla Juventus, perdendo la possibilità un giorno di essere chiamati. Voleva vincere, ieri, per l’ennesima vendetta personale – nonostante la seconda rosa del campionato e due esterni che ben si accoppiano coi nostri terzini incapaci di difendere gli è andata male. Spiace. Ce l’han tanto menata con l’uomo vero, a me è sembrato l’ennesimo quaquaraqua in cerca di rivalsa.

Il secondo ominicchio del giorno sta in dirigenza e si scopre tale con l’ultima notizia che arriva direttamente da Ginevra. Un anno fa Gazidis decise di non andare fino in fondo con la UEFA, patteggiando un anno di squalifica in cambio di un anno franco e di un settlement agreement quadriennale invece che triennale. Molti dissero che era un errore dopo la prima vittoria al TAS sotto Scaroni e Leonardo. Il City oggi ci ha dato definitivamente la certezza che così è stato. Ogni colpo ad un sistema non credibile che impedisce ai proprietari di inserire nel sistema calcio denaro sonante è sempre cosa buona e giusta. Il FFP si è rivelato un sistema per consolidare posizioni acquisite ed impedire a chi insegue di poter accorciare le distanze. Ha ucciso la competitività dei campionati in Italia e in Germania. Come sapete non sono un simpatizzante dell’attuale AD, sono un simpatizzante di un progetto unitario con un solo uomo a capo e sottoposti che realizzino la visione del CEO e non la propria. Mi chiedo però se questo uomo a capo, al posto di Gazidis, non debba essere qualcun altro. La visione miope con la UEFA (che di fronte ad avvocati con le palle ora è sotto 0-2 al TAS) non depone a suo favore.

Menzione d’onore per Paolo Maldini: dopo che lo scorso anno non ha detto “ba” sull’intenzione di Gattuso di lasciare dopo Leonardo (Gazidis lo voleva tenere), dopo che ha insistito per Giampaolo, dopo che si è opposto alla proposta di Gazidis di richiamare Gattuso dopo Milan-Fiorentina quest’anno per difendere l’allenatore da lui scelto, quell’abbraccio ci è sembrato più un bacio. Di giuda.