Sentenza UEFA, parte seconda

Se la prima parte della sentenza UEFA è stata data ieri sul campo di Atene, con l’arbitro che ha fatto quello che il TAS non ha potuto fare, oggi andava in scena in tribunale il secondo round. La “sanzione” per il triennio 14/17, secondo tentativo, è arrivata e consiste nelle seguenti tre parti

  1. Multa di 12 milioni
  2. Riduzione rose a 21 per i prossimi due anni
  3. Obbligo di pareggio di bilancio al 30 giugno 2021, pena esclusione dalla prima competizione a cui ci si qualifica nel 2022/23 o nel 2023/24

Possiamo spezzare la sentenza in due: i primi due punti riguardano le sanzioni per la violazione del triennio 14/17, il terzo dovrebbe essere – di fatto – un voluntary agremeent mascherato.

Non avrebbe senso, infatti, inserire come punizione l’obbligo di pareggio bilancio che è un obbligo già regolamentare. L’inserimento di tale obbligo, semmai, lo posporrebbe ad un’altra stagione, appunto, la 2021. In altre parole, la UEFA dovrebbe aver detto “fate quello che volete, basta che al 2021 mi fate vedere il bilancio in pari

Dovrebbe, perché non è chiaro – al momento – se per obbligo di pareggio di bilancio si intenda un bilancio in attivo nel 2021 o, alternativamente, il rispetto del vincolo del FFP del pareggio di bilancio al 2021, che vuol dire avere i bilanci al 30/6/2018, 30/6/2019 e 30/6/2021 complessivamente sotto di 30 milioni – al netto delle spese virtuose (stadio, giovanili) che non vengono considerate nel calcolo. Nel primo caso il pareggio sarebbe molto più facile da raggiungere, semplicemente spostando attività e passività sugli esercizi precedenti e successivi – esempio: accordo con sponsor da 50 milioni che te ne dà 10 nel 2020 e 40 nel 2021, ammortamenti dei calciatori anticipati (come fatto quest’anno)

Non è chiaro nemmeno – al momento – se questa sentenza sani solo il triennio precedente o funga anche da Settlement/Voluntary agreement. Nel primo caso il Milan sarebbe appunto molto più libero, nel secondo caso il Milan dovrebbe nuovamente trovarsi in primavera con UEFA per stabilire un percorso di rientro al fine di raggiungere il pareggio, appunto il famoso SA.

Quello che è assolutamente iniquo rispetto agli altri casi è sicuramente la riduzione della lista a 21 giocatori per due anni consecutivi: la Roma ebbe due anni a 22, l’Inter solamente il primo anno a 21 – poi a 22. Attendiamo, prima di gioire, chiarimenti dal Milan che non mancherà nel caso di fare un ricorso al TAS qualora ritenga la sentenza pesante o iniqua.