Non siamo il Sassuolo!

Non c’è nulla che più mi abbia fatto incazzare della sconfitta di domenica di ciò che è successo dopo. La fiera dell’idiozia. Giocatori, allenatori, dirigenti fino ai tifosi tutti uniti supinamente nella divinizzazione della grande Juventus che ha dominato a San Siro, nell’accettare la sconfitta e nel dire che di più non si poteva fare. Un insulto a ciò che è la storia del Milan. Al Milan non si va in campo per perdere bene e non si accettano le sconfitte, specie se maturate in quel contesto. La Juventus ha dominato? Falso. La Juventus ha segnato su errore individuale nostro. Punto. E la partita è stata in equilibro fino al cambio Laxalt-Rodriguez. Non esiste il concetto di abbassare il ritmo o di voler controllare la partita – leggere che la Juventus poteva farci male quando voleva ma non lo ha fatto è un concetto stupido fatto passare da idioti. La Juventus ha giocato a ritmo basso perché era stanca da una Champions League dove guarda caso aveva appena dimostrato di essere battibile. E’ rimasta bassa perché ha segnato, perché gioca spesso in ripartenze e a non scoprirsi quando può. Nel calcio conta segnare. Giocare bene o male è solo una sega mentale per giustificare vittorie e sconfitte. Poter fare quattro gol non vuol dire fare quattro gol. Punto.

Passiamo al Milan. Il Milan due anni fa era molto più lontano dalla Juventus di quanto lo è oggi. La Juventus quell’anno era finalista di Champions League, il Milan arrivava da un settimo posto con una squadra lasciata allo sbando per via della cessione e rattoppata. Ciò non ha impedito di batterla a San Siro e a Doha e di portare a casa un pari allo Stadium prima del fattaccio di De Sciglio, che ancora grida vendetta. E dopo quel fattaccio il Milan ha reagito come doveva reagire una squadra defraudata dal direttore di gara. Incazzati neri con tanto di scritte sugli scudetti dello Stadium. Domenica si è vista anche fuori la passività che ci ha contraddistinto in campo. Al rigore non c’è stato UN giocatore del Milan ad andare a chiedere la seconda ammonizione per Benatia. A fine partita non c’è stata UNA protesta sul rigore non dato nel secondo tempo. L’allenatore che invece di piantare un casino ha fatto come il De Carlo o il Cagni di turno in silenzio. Per finire, il primavera che fa a farsi la foto con Cristiano Ronaldo nello spogliatoio altrui, piantando un casino col pene di Chiellini e dovendosi pure scusare. Caro signor Bellanova: se vuoi farti una foto con una leggenda ne hai una ogni giorno a Milanello, si chiama Paolo Maldini.

C’è una categoria di tifosi che odio più di tutti. Li chiamo i falsi sportivoni di stocazzo. La loro specialità è ammiccare ai tifosi delle altre squadre sui social 24 ore al giorno, denigrando la propria. Gente che riesce a passare sopra il gol di Muntari ma parla di Milan spinto in Champions League a rigori l’anno dopo. Gente che qualsiasi giocatore si prende è scarso e qualsiasi giocatore prendano gli avversari è un fenomeno. Dei falliti della vita, futuri zerbini del capo negli uffici privati e pubblici. La spazzatura della spazzatura. Viscidi serpenti dalla lingua biforcuta. Invece di dargli corda e retwittarli iniziate a mandarli a quel paese. Minano la mentalità della squadra sguazzando nel mare del politically correct e dell’ipocrisia. Ogni volta tocca leggere “vincono anche senza errori arbitrali, tanto sono più forti anche se ci avessero dato il rigore/l’espulsione contro ecc”. Che succeda allora, perché non succede mai! Tifosetti da salottini perbene di cui non abbiamo bisogno che possono continuare a genuflettersi e sbavare di fronte all’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva fuori dal mio campo visivo ed uditivo.

La Juventus è diventata l’alibi dei perdenti. Siccome si è deciso che tanto sono forti, giusto perdere o andare in campo perdendo. Giusto subire e anche a sto giro protestare domani. Roba da Chievo o Genoa. Guardate il linguaggio del corpo a fine partita: a nessun giocatore importava nulla del risultato, probabilmente solo del bonifico che deve arrivare sui loro conti il giorno dieci del mese. Nel 2002-03 il Milan arrivava da una qualificazione miracolosa l’anno prima, in rimonta, contro il Chievo. L’anno prima non aveva fatto la Champions League, bensì la Coppa UEFA. Passò il preliminare con lo Slovan Liberec per i gol fuori casa. Poi affrontò il Real Madrid dei galacticos. Da sfavoritissima. Giocando alla pari, vincendo, e alzando la coppa. La mentalità si crea anche in partite così e la mentalità fa crescere i giocatori. Lo vedete un Milan che entra con quell’atteggiamento ad Atene col Barcellona? Il Milan deve partire con la convinzione di essere il più forte undici al mondo anche giocasse contro la rappresentativa dei migliori giocatori di sempre. Chiunque accetti di perdere e di perdere in quel modo la smetta di rompere i coglioni e vada a tifare Chievo. In silenzio. Strisciando.

E qua casca l’asino: perché non abbiamo fatto il minimo casino? Per lo stesso motivo per cui quest’estate ci hanno fatto la carità con Higuain. La sensazione è che al Milan faccia comodo una alleanza col sistema per tornare in coppa così come alla Juventus faccia comodo un Milan in coppa per alzare il valore del campionato ma ben distante dal poterla impensierire. Una sorta di alleanza come quella che han fatto loro con la Roma. Leggo oggi di Rugani in prestito secco per l’emergenza, a questo punto mi chiedo quanto manca a farci dare Betancur in prestito con riscatto e controriscatto per valorizzarglielo un po’. Dovessi vedere cose strane che ci aiutano a raggiungere la Champions League, personalmente, ne sarei schifato. Mai a braccetto con quella roba là. Se lo ricordi chi dirige il Milan visto che quei signori gli hanno scippato almeno un paio di scudetti.

Degna conclusione di questa improvvisa Sassuolizzazione del Milan quanto accaduto a San Siro domenica sera. Il boato al rigore sbagliato, l’urlo al gol di Ronaldo, trentamila persone che lasciano San Siro prima del fischio finale – una vergogna che inserirei direttamente come reato nel codice penale. La società AC Milan ad oggi continua ad essere l’unica che fa entrare indistintamente i tifosi nei big match facendo diventare lo stadio un campo neutro. Ancora peggio di così ad esempio nei vari Milan-Napoli. Un minimo di selezione in base all’anzianità e alle partite viste in precedenza ed un minimo di controllo di chi entra non guasterebbe. Ad oggi la sensazione è di essere passati da dilettanti ad altrettanti dilettanti con una proprietà più solida dietro. E’ ancora presto per dirlo visto che l’AD deve arrivare ma il mercato di Gennaio sarà un banco di prova importante in questo senso. L’importante è che sia ben conscia di essere la proprietà e la dirigenza dell’AC Milan di Milano, sette volte campione d’Europa, non di una nuova candidata alla genuflessione di fronte agli Agnelli – cosa che il Presidente Silvio Berlusconi non ha mai fatto in carriera, ottenendo i suoi successi proprio opponendosi a chi ha controllato e controlla questo paese.