Ipocrisia tutta italiana

Il rinvio di Milan-Genoa è semplicemente inaccettabile ed inconcepibile. Capiamo il rinvio di Sampdoria-Fiorentina per i possibili problemi logistici dovuti a raggiungere Marassi (anche se sette giorni dopo dovrà giocarci il Genoa, che si fa, iniziamo a giocare lì tra un paio di mesi?) ma il rinvio di Milan-Genoa è l’ennesima decisione ipocrita di un paese che è sempre il massimo esperto nel finto lutto con lacrimoni artificiali agli occhi e facce di commiato, basta che non si parli di cose più serie come manutenzione e prevenzione. In Italia siamo sempre tutti bravi dopo nel lutto, nella solidarietà e nell’indignazione.

Il rinvio della partita è assurdo. E’ assurda la motivazione del Genoa che ha saltato un allenamento (vi ricordate la Supercoppa di Doha? Successe la stessa cosa col Milan per l’aereo perso, e quello fu un gravissimo danno). E’ ancora più assurda la motivazione del ponte, successa al martedì con la partita di domenica (quindi non si può giocare ben sei giorni dopo, ma tredici si?). Il Milan si troverà con una partita in meno, con Chalanoglu squalificato a Napoli invece che contro il Genova, con un incasso pressoché dimezzato quando il tutto sarà recuperato in un infrasettimanale di dicembre (che costringerà ad un impegno extra in sette giorni) anziché in una serata di agosto e con zero minuti di gare ufficiali nelle gambe per la partita del San Paolo. Avremo un campionato falsato fino a tale data, con quattro squadre con una partita in meno ed il conseguente impatto psicologico negativo di vedersi “dietro” invece che “davanti”.

L’ipocrisia è doppia, perché Sabato – vero ed unico giorno di lutto nazionale dove poteva aver senso (seppur veramente minimo) non avere “momenti di gioia” per il rispetto delle vittime si giocherà regolarmente Chievo-Juventus. Guai a rimandare l’esordio di Cristiano Ronaldo in Serie A con annessi articoli pomposi e marchettoni al seguito di giornalisti che da due mesi ci informano anche cos’ha mangiato. Perché chiudere solo gli stadi? Perché non anche i bar, le discoteche, i cinema, i ristoranti? Poi riapriamo tutto il giorno dopo e chiediamoci a cosa sarà servito il blocco. Passerà anche questa. Passerà tra il solito minuto di silenzio con facce vuote, due applausi di commiato e poi via, dimenticato tutto come sempre, fino alla prossima tragedia e ai prossimi rinvii per lavarsi la coscienza.