La rivoluzione non necessaria

Se domenica sera dopo la partita abbiamo parlato di restaurazione è tempo oggi di approfondire di più quanto sta rinascendo da Gattuso e soprattutto da ciò che sta dicendo questo ultimo periodo e la partita di domenica sera. Come ci arriviamo alla partita di domenica sera? Ci arriviamo dopo una estate che posso definire con tante parole: mi limiterò a definirla penosa, squallida e patetica. Ci arriviamo dopo dei mesi di campionato che sono stati pessimi e che hanno visto sul campo raccolti i frutti seminati in quella sciagurata estate.

Non c’è dubbio che si doveva ripartire. Si poteva ripartire in due modi. Il primo prevedeva di farlo tutti uniti, senza fare distinzione tra vecchio e nuovo nell’organico o in dirigenza. Senza undici giocatori nuovi ma inserendo dei tasselli in un organico non profondissimo ma con un buon 11 ed un piano di gioco più o meno funzionante. Sarebbe stato troppo intelligente. Troppo pratico. Forse maldigerito da qualche tifoso togato.

Per il bene del Milan invece è partita la caccia alle streghe. Si è cominciato coi giornalisti, si è proseguito cacciando via qualsiasi dirigente avesse rapporti o amicizie con la vecchia gestione, si è toccato anche il canale tematico (si è arrivati a chiedere la testa di Suma) e si è finito con l’organico. Kucka ha lasciato Milanello in lacrime, probabilmente avvertito che non gli sarebbe stato dato spazio. Montolivo è stato sfasciato ma ha deciso di resistere. Paletta è stato mandato in primavera. Abate in tribuna alla prima del preliminare. E’ stato preso un bidone 31enne a 20 milioni solamente per compiacere i tifosi che non volevano più Montolivo in campo. E potrei andare avanti.

Il tutto è stato condito con cene in noti ristoranti con noti gruppi di tifosi che fino a quel momento avevano combattuto il Milan. Dichiarazioni più o meno allusive come “non facciamo cene nei ristoranti” “non prendiamo prestiti” “non facciamo acquisti al 31 agosto perché noi programmiamo” – insomma, più che ricostruire il Milan qualcuno ha pensato a costruirsi la propria immagine personale facendosi bello a discapito della gestione precedente per arringare i tifosi pensando che bene o male l’ingente importo economico a disposizione sarebbe bastato. Al 12 di dicembre i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Per questa rivoluzione il Milan ha perso almeno tre mesi. Ha perso tre mesi alla ricerca di un modulo per la decisione dall’alto di cambiarlo – la difesa a 3 non è una scelta di Montella, gli è stata imposta come condizione per non essere esonerato. Ha dovuto schierare dei nuovi acquisti che alla prova dei fatti si sono rivelati inadatti o non migliori di chi già c’era, come peraltro avevamo scritto a fine estate. Il risultato è che tre mesi dopo la migliore formazione del Milan al momento prevede il 4-3-3 con Suso, Montolivo e Bonaventura in campo. Già, dimenticavo Suso, pronto con le valigie in mano in estate per cercare di prendere Cuadrado. Il suo insozzamento della fedina penale (chiede 500mila euro in più, 2.5 milioni invece che 2, vergogna!) è stato ripulito in maniera fantastica (rinnovo a 3 milioni e in realtà non lo abbiamo mai voluto cedere!) ed è una delle tante piccole vergogne estive.

Sarebbe stato troppo intelligente accettare il passato invece di combatterlo. Il passato ha poi giustamente presentato il conto. Ecco i risultati di una rivoluzione voluta per ingraziarsi centinaia di migliaia di clown. Che saranno pure tanti, ma sempre clown sono. Si possono perdonare gli errori di mercato, non la mancanza di umiltà, l’aver voluto fare i gradassi e l’aver voluto dividere il Milan per il proprio tornaconto. Quando si parla di “vecchio” e “nuovo” Milan si dimentica che non sono stati i tifosi a dividerlo ma i due signori in foto.

A conclusione di tutto questo, ipocrisia delle ipocrisie, i signori che prima di ogni partita postano selfie da San Siro con le scritte “io ci sono sempre, con il Milan nel cuore” prima di recarsi in tribuna stampa con l’accredito grazie alla ricopiatura fedele delle veline societarie ci vengono pure a fare la morale quando il Milan vince grazie ai gol di Suso o a quelli di Bonaventura dicendo che il Milan è uno solo. Eh no, cari fenomeni da baraccone. Il Milan non può essere uno solo quando vi fa comodo e non esserlo in altre circostanze. Non è accettabile sentire che il Milan è uno solo da chi ha appoggiato, sostenuto e diffuso l’inutile rivoluzione di cui sopra. Non è accettabile sentire discorsi di unità da chi ha dato della spia ad Abate e Montolivo sulla cui professionalità c’è solo da applaudire, da chi ha scritto che Bonaventura giocava contro perché di Raiola, che Suso era un limite ed era giusto cederlo e che Donnarumma non para più come una volta solo perché a breve sarà ceduto (sulle notizie odierne torneremo, ma non oggi). Non è accettabile sentire dire che i giocatori non vanno fischiati ad una sostituzione dopo una pessima prestazione quando prima si incoraggiava a fischiare al primo passaggio sbagliato.

Quindi, cari accreditati e velinari, basta con l’ipocrisia. Basta farci la morale dicendo che il Milan è uno solo per l’evidente imbarazzo dopo una doppietta di Bonaventura dopo che per anni ci avete fatto due giannini così. E’ chiaro ed evidente che il Milan ad oggi NON è uno solo e non lo è per evidente scelta societaria estiva. Il Milan DOVREBBE essere uno solo, quello sì. E lo sarebbe stato se non ci fossero state epurazioni in serie, presentazioni altisonanti dei nuovi, smerciamento della fascia di capitano, eventi unicamente per i cocchi del DS ai quali doveva essere garantita la titolarità in quanto tale.

Il Milan sarà uno solo quando questa fase che deve passare sarà passata. Per fortuna la cazzata estiva è stata in parte rattoppata da Bonucci che ha sostituito il noi all’io. Bonucci – a cui siamo grati – da salvatore della patria ha avuto il coraggio di rimettersi in discussione dopo quel rosso che ne ha cambiato le sorti migliorandone integrazione e rendimento. Fateci caso: nei momenti morti o in allenamento o nei discorsi è spesso e volentieri a fianco di Montolivo in una unione tardiva delle due anime dello spogliatoio. Qualcosa che non sarebbe nemmeno dovuto avvenire se ci si fosse comportati come un dirigente sportivo avrebbe dovuto in estate invece di fare a gara a chi ce l’ha più lungo con Rocco Siffredi.

Vogliamo che il Milan sia uno solo? Certo. Iniziamo a parlare coi fatti. Iniziamo a riportare come sta facendo Gattuso la meritocrazia al centro del progetto: giochino i migliori, vecchi o nuovi che siano. Iniziamo ad evitare di parlare ad una sola frangia del tifo, quella peggiore, consegnandole accrediti ed informazioni in cambio di non belligeranza. Iniziamo ad evitare di far parlare di giornali contro il Milan ogni volta che esce una notizia che non ci piace inventando complotti mondiali che coinvolgono Forbes, la CNN ed il New York Times. Iniziamo a trattare la trasparenza come qualcosa di vero e non come un prodotto inventato sul comodo rispondendo a domande facili in assemblea ma lasciando nebulose le questioni vere. Iniziamo a non far scaricare i giocatori che non ci piacciono facendoli infangare agli amici. E’ facile passare da “io spero che la vecchia guardia venga spedita in tribuna a calci, tanto vale far giocare solo i nuovi e vedere cosa valgono” dopo Benevento dando la colpa a Montolivo di gol subiti quando non era manco in campo a “ancora questa polemica medioevale tra vecchi e nuovi” dopo Bologna, meno facile smettere di leggere chi invoca unità ma è il primo ad aver alimentato ed alimentare tuttora divisioni quando fa comodo.

Per parlare di Milan unico ed indivisibile bisognava combattere chi alimentava le divisioni e non usarle a comodo salvo poi glissare nei momenti di imbarazzo. Così non è stato fatto, è stato seguito il volere del popolino bue e questa è la pessima situazione di classifica attuale che sicuramente non è colpa di un complotto ordito da Galliani con la stampa mondiale anche se piace pensarla così. Caro Fassone, caro Mirabelli, a voi due capire i tanti, imperdonabili, errori estivi, non di valutazione tecnica di un giocatore ma di gestione di un gruppo di lavoro. A Gattuso invece cercare di raccogliere i cocci e ricomporli. Che nessuno osi più dividere ciò che si sta faticosamente cercando di riunire.

P.s. sapete come finisce la rivoluzione francese? Con Luigi XVIII di Borbone che torna al potere e la testa di Robespierre mozzata dalla ghigliottina.

10 commenti

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    • Mario De Magistris il 12 Dicembre 2017 alle 12:35

    Non sono catastrofista come l’amico ‘diablo’ e mi limito ad osservare che il Milan è stato venduto, con piena soddisfazione economica del venditore, ad un acquirente cinese che sinora ha sborsato circa un miliardo di euro di cui una parte è stata acquisita, in prestito, dal fondo statunitense Elliot di cui Li Yonghong risponde di tasca propria. Sulla base dei regolamenti Uefa, in vigore, la nuova società ha fatto cospicui investimenti mirati in acquisti di calciatori di buone/ottime prospettive e di un fuoriclasse che avrebbe dovuto fungere da leader nel rinnovamento tecnico della squadra. Il ‘Palazzo’ del calcio italiano forse non ha ben capito e digerito questo avvicendamento societario. Le reazioni del ‘Palazzo romano’ sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto di quelli che come me osservano quanti e quali sproloqui giornalistici vengono ‘lanciati’ nei confronti della nuova proprietà del Milan. Tornando ad una mia fisima osservo che le angherie arbitrali arbitrali che sono state compiute hanno tolto almeno una decina di punti all’attuale classifica del Milan. In questo è sintomatico osservare quanto avvenuto a Benevento attraverso l’espulsione ‘demenziale di Romagnoli e la mancata espulsione di Cataldi. UNO SCANDALO! Certamente Fassone e Mirabelli sono colpevoli, forse per inesperienza, di non aver difeso a spada tratta il Milan laddove veniva puntualmente vessato giornalisticamente ed anche da angherie arbitrali in ogni gara che disputava (basta fare un semplice raffronto con le reazioni che hanno manifestato in altra società laddove hanno presunto un grave torto arbitrale subito). Emblematica e autolesionista è stata la reazione di Fassone dopo Sampdoria il Milan! I rossoneri furono palesemente danneggiati da decisioni arbitrali che andarono ben oltre il demenziale. Decisioni prese sempre dagli stessi adepti,del ‘Palazzo romano’ che io da anni denuncio anche, anche preventivamente, su questo blog. Coraggio gli indirizzi sbagliati, nella preparazione fisica, dettati da Montella sono stati abbandonati. I nuovi buoni giocatori acquisiti si stanno integrando con i cosiddetti vecchi! Il Milan sta tornando a livello di squadra…vediamo se i nuovi dirigenti, Fassone e Mirabelli, saranno degni di definirsi dirigenti da Milan!

    • erlebnis il 12 Dicembre 2017 alle 19:09

    Grandissimo pezzo Diavolo , complimenti!Fieri di essere anche pochi, ma buoni.

    • Milanforever il 12 Dicembre 2017 alle 19:57

    Il fatto che Fassone e Mirabelli abbiano fallito è una tristezza, un’amarezza, un’incazzatura bestiale, non la goduriosa soddisfazione del “io l’avevo detto”, “io l’avevo sempre saputo”.
    Carissimi Diavolo e erlebnis, voi non siete nè pochi nè buoni.
    Chi oggi tira fuori dal cassetto l’arma fumante della vendetta non vuole bene al Milan, ma solo al proprio orgoglio.
    Io oggi sono più dispiaciuto di prima perchè avevo la speranza di uscire da un tunnel lungo almeno cinque anni ed invece mi ritrovo in un buco ancora più stretto e buio.
    La rivoluzione andava fatta. Perchè chi compra una vecchia casa, anche se è si porta dietro i fasti di un periodo glorioso, deve mettere l’impronta della nuova proprietà. Lo fece trentasei anni fa anche Berlusconi (meglio, ma era lui).
    Purtroppo i cinesi non hanno esperienza in calcio e si sono affidati a una persona che si era fatta conoscere in Cina con altre società italiane, ma che forse non ha nè la stoffa nè gli attributi per fare l’AD. Non so però se l’errore parta da Fassone o da quello che ha avuto il compito di rifondare uno spogliatoio e che di esperienza purtroppo non ne aveva, ma solo tanta ambizione.
    Oggi alla fine importa poco sapere il perchè e il percome sia successo. Quello che servirebbe è tornare sugli sbagli e, se rivoluzione c’è stata, la rivoluzione va completata eventualmente con la testa di Mirabelli.
    Ripeto però non cerco colpevoli o vendette, ma cerco soluzioni, prospettive… un futuro. Non è semplice.

    La faccenda Donnarumma puzzava già abbondantemente da quest’estate e adesso il lezzo è diinsopportabile. Il ragazzino, che ormai è un uomo, sembra non smentire nulla (come quest’estate). ADESSO BASTA!!! Se ne vada affanculo una volta per sempre lui e il suo compare. Come dicono a Napoli? E’ un omm e merda.

      • Diavolo1990 il 12 Dicembre 2017 alle 20:42

      In questa stucchevole storia non ci sto.

      In primis: non è una tristezza, specie se vengono rimpiazzati da gente competente e che non si vende l’anima.
      In secondo luogo, nessuno spera di aver ragione. Ma ha ragione.

      In terzo luogo: non è vero che la rivoluzione andava fatta. L’inter ha gestito la transizione diversamente coi vecchi dirigenti, ad esempio. Non era necessario comprare 11 giocatori e lo han detto molti grandissimi ex. E il PERCHE’ è stata fatta è qualcosa di squallido.

      36 anni fa bisognava pagare i debiti del macellaio, oggi si è trovata una squadra in europa e con indebitamento basso, una rosa giovane ed un trofeo in bacheca. E dei patrimoni in rosa. Non paragoniamo nemmeno le due cose.

        • Milanforever il 12 Dicembre 2017 alle 21:44

        A me spesso dispiace molto avere ragione e mi auguro, quando avrebbe ripercussioni negative, di avere torto. Ne sarei felice.
        Non ho detto che andavano comprati 11 giocatori. Ho detto che andava fatta. E magari andava fatta bene e con cognizione di causa.
        36 anni fa Berlusconi ha comprato in Tribunale per due soldi, non diciamo cazzate. Il cinese ha sborsato oltre un milione compresi i debiti e gli investimenti (in gran parte buttati nel cesso).
        Spesso io e te diciamo le stesse cose, ma con animo molto diverso.
        Non ci metti passione Diavolo.

          • Diavolo1990 il 12 Dicembre 2017 alle 23:46

          Proprio perché il valore è passato da 0 a 750 milioni dovrebbe dire qualcosa.

    • Vittorio il 13 Dicembre 2017 alle 08:09

    Rajola e Donnarumma rischiano di fare la fine giudiziaria ed economica di Veronica Lario. Alla fine , al giudizio finale, nessun giudice potra’ decidere che quella barca di milioni siano stati dati con la forza…..

      • Milanforever il 13 Dicembre 2017 alle 10:08

      Evidente che la panzana delle “pressioni psicologiche” è giuridicamente (e ancor più realisticamente) una barzelletta, ma il signorino tace, non smentisce, quindi conferma.
      Voglio vedere con che faccia si presenta questa sera a San Siro e sono altrettanto curioso di capire l’umore dei tifosi. Io sono particolarmente disgustato.

        • Vittorio il 13 Dicembre 2017 alle 12:41

        Se ha un ruolo attivo in questa storia va denunciato insieme al pezzaiolo per
        diffamazione e danni

    • erlebnis il 13 Dicembre 2017 alle 13:37

    Donnarumma come portiere non mi fa impazzire, se la Juve ci da Szczesny e soldi va benissimo

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