Il capolavoro di Marco Fassone

Il video di Fassone in risposta a James Pallotta di ieri è un piccolo capolavoro di comunicazione. Non ne avevamo dubbi da quando è stato scelto un professionista serio come Fabio Guadagnini. Sul Milan è stato sparato tanto, troppo, a zero complice alcune mancanze di comunicazione pre-closing. La sparata di Pallotta è stata però la prima sparata di un azionista di una squadra di Serie A (oddio, ci sarebbe anche Ruiu, formalmente, ma è irrilevante) e per la prima volta il Milan fa capire che non c’è più la vecchia dirigenza che a torto o a ragione queste cose se le lasciava scivolare addosso. C’è un nuovo Milan che risponderà punto su punto a tutte le accuse.

LA LOCATION – Niente sede ufficiale, niente pannelli con sponsor dietro, niente videocamere. Un video ripreso sul sedile posteriore tra la terza e la quarta riunione di un giorno in cui dice di aver lavorato 20 ore. Il messaggio che passa non è quello di una risposta formale, ma quello di una risposta ad uno scocciatore, tanto è vero che (per fortuna) non c’è nemmeno Mirabelli presente. Dico per fortuna perché avrei avuto paura delle sue reazioni.

LO STILE – Il primo grande riferimento è quello allo stile: non si parla di altre squadre, non si fanno dichiarazioni sulle altre squadre. Una regola che il Milan vecchio e nuovo ha sempre seguito. Una regola che purtroppo altre squadre non seguono, ad esempio l’altra squadra di Milano i cui tesserati parlano di noi un giorno sì e l’altro pure. Una regola di buon senso che il Milan continuerà ad applicare se non verrà tirato in causa.

IL DEBITO – Il punto della questione è sempre il famoso debito con Elliot. Il debito è dell’azionista, intanto, non del club. E’ una operazione a leva finanziaria, come ce ne sono mille al mondo. E’ una operazione il cui debito è bassissimo perché è inferiore, addirittura, al 50% del capitale usato per l’operazione. Purtroppo in passato sul terrorismo su questo debito ci eravamo cascati anche noi. Il rischio default ovviamente c’è ma le cifre sono in linea con quelle di altre operazioni finanziarie.

LO STATO DEL CLUB – Il Milan ad oggi ha fatturato 220 milioni. Il Milan, sesto, tre anni senza coppe, in cessione, ha fatturato come la Roma seconda coi 35 sacchi di Pjanic e plusvalenza relativa. La nuova società ha inoltre ereditato un club a debito bassissimo e che era stato “preparato” saggiamente alla cessione. Basti pensare al monte stipendi in ribasso e ampiamente inferiore al 50% del fatturato che è l’asticella che Fassone si è dato. Basti pensare alla rosa più giovane della serie A ed abbondante di giocatori eventualmente futuribili e rivendibili. Insomma, qualcuno negli ultimi anni ci ha raccontato balle – quella che era dipinta come malagestio era semplicemente un preparare il club alla cessione, già in programma dal 2014. A proposito di rosa, attenzione a quanto detto da Fassone sul mercato: il bond non è ancora stato usato e dai giocatori si spera di ricavarci qualcosa nel medio-lungo periodo. Questo vuol dire che ci dobbiamo aspettare una gestione stile Marotta dove i campioni andranno e verranno. Niente di male, per carità, ma è qualcosa che potrebbe scombussolare i tifosi del Milan che non ci sono abituati.

LA STILETTATA ALLA ROMA – Infine una stilettata finale alla Roma. Senza tirarla in ballo direttamente Fassone ha invitato tutti a guardare il bilancio della Roma. Il bilancio della Roma che ha ottenuto un prestito di 175 milioni da Unicredit a tassi molto simili ai nostri. La realtà è che l’attacco di Pallotta è stato quello di una persona nervosa. Pallotta vede attaccata una posizione di dominio consolidato: quello di provare ad entrare in Champions League e sopravvivere coi suoi ricavi. Ci perdoni Pallotta, ma il Milan aspira a qualcosa di più di un secondo-terzo ogni anno per prendere 6-7-8-9 gol dal Real, Bayern o Barcellona di turno, passare il girone per miracolo e ridurre la squadra ad un supermarket. La Roma è arrivata a quattro punti dalla Juventus ed invece di cercare di superarla, smobilita. Non è così, caro Pallotta, che si gestisce una squadra.

#weareateam – è l’hashtag utilizzato per unire i tifosi. Cosa che Fassone sta riuscendo a fare benissimo apparendo decisamente diverso da quel dirigente timido, impacciato e spesso un po’ succube ed imbranato già visto all’Inter. Quello che invece non è accettabile è continuare ad unire i tifosi tirando in ballo elementi del passato. Non è accettabile tirare in ballo Paolo Maldini senza né prove né una dichiarazione così come non era accettabile tirare in ballo l’ex AD del Milan inventandosi un contatto tra lui e Perez per portare via Donnarumma dal Milan. Non è accettabile compattare i tifosi a discapito della storia del Milan come fanno e continuano a fare gli avvelenatori di pozzi. A questi chiedo che effetto ha fatto dopo cinque anni tifare Milan in una partita ufficiale.

Su quest’ultimo tema posso soprassedere al fatto che c’è chi si dimentica che il nemico non è in via Paleocapa ma a Torino e cercherà in tutti i modi – leciti e non – di impedirci di sopravanzarlo. E’ inaccettabile prendersi insulti via social – però – perché si esprimono dei giudizi non completamente positivi su una partita, perché si dice che c’è un giocatore che non mi ha ispirato o si ha paura non possa rendere. E’ inaccettabile che chiunque dica ‘ba’ sulla linea mediatica imposta dai precedenti avvelenatori, saliti al potere mediatico, venga tacciato di collusione con la vecchia dirigenza. Anzi è inaccettabile che si faccia passare l’idea di dirigenze del MILAN che si “gufano” a vicenda pur di tirare l’acqua al proprio orticello.

Ribadisco il mio mantra: prendete esempio da Fassone che sta dimostrando di essere persona seria e degno sostituto di Adriano Galliani alla guida rossonera. Lasciate stare le guerre farlocche che avete portato avanti in casa negli ultimi cinque anni danneggiando il Milan (si, voi avete danneggiato il Milan, vi piaccia o no) e cercate di sfruttare quel tempo a colpire il vero nemico – che è là fuori invece di reprimere con metodi più o meno legali chiunque non la pensi come voi. Esiste una capacità bellissima su ogni social che è quella di non leggere o di non voler leggere: usatela e sarete molto più felici.

13 commenti

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    • Vittorio il 29 Luglio 2017 alle 17:35

    Concordo totalmente con quanto ha scritto Diavolo. Solo una differenza che voglio precisare. Non vedo nessuna possibilita’ di default nel futuro del Milan per i seguenti motivi:
    1) qualora Mr. Li non pagasse il debito contratto con il Fondo, dovrebbe cedere quote societarie. Poiche’ il Milan e’ stato valutato circa 750 milioni Mr. Li verrebbe a perdere solo parte della societa’ restando ovviamente padrone per la parte gia’ pagata con i suoi soldi personali. Potrebbe forse esserci una clausola che regoli il diritto alla maggioranza o il diritto alla gestione, ma nulla di piu’. Altro sarebbe illegale. Usura direi. Quindi comunque vadano le cose, con uno oppure con due, o anche piu’ padroni di quote, il futuro e’ roseo e sicuro. Ho anche meditato sul discorso della preparazione alla cessione partita da qualche anno. E’ verosimile. Un grande imprenditore come e’ sicuramente Silvio Berlusconi, non farebbe mai le cose improvvisando. E questo potrebbe spiegare moltissime cose, non ultima la apparente incapacita’ di Galliani, mai pero’ rimproveratagli dal Presidente. Come e’ normale, noi tifosi ci dibattiamo fra i nostri umori differenti, ma nel giusto buio della discrezione prudente dei vertici impegnati nella ricerca delle migliori soluzioni.
    Bravo davvero Fassone. E bravo Diavolo a superare con intelligenza le sue comprensibili nostalgie. Lo faccio anche io. Lo debbono fare tutti i veri tifosi.

    • Vittorio il 30 Luglio 2017 alle 11:34

    Buongiorno, Diavolo
    come mai il tuo post su Fassone non si legge normalmente?
    Poi ti segnalo che su Disqus qualcosa non va.

      • Milanforever il 30 Luglio 2017 alle 12:01

      Avevo segnalato qualche problema anch’io ieri.

    • Fabio il 30 Luglio 2017 alle 14:30

    “Chapeau” a Diavolo e, ovviamente,anche al già mitico Fassone.
    Rammento ai molti svagati diquesti ultimi giorni che a Vienna ha sede la Borsa che quota i bond emessi dall’Ac Milan e sottoscritti da Project Redblack, la società costituita ad hoc dai grandi finanziatori dei rossoneri, i fondi Elliott e Blue Skye. Si trattadi due emissioni obbligazionarie. La prima da 73 e la seconda da 54 milioni di euro. Perché ricordo questo? Semplice: perché è proprio da quei 54 milioni e passa che si abbeverano Fassone e Mirabelli ogni volta che chiudono un’operazione di acquisto alla velocità della luce. C’è, inoltre, un aumento di capitale già deliberato, da 60 milioni, che però deve essere ancora sottoscritto. Chi lo farà? Li, Huarong, o la banca Haixia? Comunque una strada in salita per via dei perduranti controlli del governo cinese sulla fuoriuscita di capitali all’estero. E allora si ritorna ai bond viennesi di cui sopra. È proprio in quegli accordi sottoscritti dal nuovo Milan con Elliott che si trova un indizio che potrebbe svelarci l’arcano. Lì dove è stata inserita la formula “permitted indebtedness” per 50 milioni di euro. Cosa vuol dire? In parole povere, significa che chi sta prestando i soldi al Milan gli consente di ricorrere ad altre forme di finanziamento. Cosa per nulla scontata, perché di norma chi ti concede un prestito di solito pretende che tu non ne contragga altri, perché vuole avere la certezza del debito per meglio tutelare le possibilità di riavere il credito accordato. Insomma: Elliott e Blue Sky (fonfo
    lussemburghese) hanno prestato 303 milioni di euro ai cinesi, ma in una clausola consentono al Milan di fare altri debiti. Il 15 ottobre 2018 scadono i famosi bond viennesi. Se entro quel giorno Li non avrà rimborsato (o al massimoriscadenzato) i debiti con i fondi, allora Elliott si prenderà il Milan e ripartirà la giostra alla ricerca del miglior compratore. Dunque, nessun fallimento all’orizzonte: Pallotta & C. si tranquillizzino pure. Al riguardo, è illuminante un articolo di Carlo Festa per “Il Sole 24Ore”, in cui si chiarisce (certo, per chi lo vuol capire!) che il fondo Elliot, sul cui prestito al Milan è stata montata la ridicola polemica di Pallotta, si è tutelato con una clausola in caso di inadempienza della proprietà cinese. E’ la Rossoneri Lux che si è indebitata di 180 milioni con
    Elliot, su cui vige la legislazione fallimentare del Granducato. Nell’eventualità in cui il debito non venisse rimborsato a scadenza, la legislazione del Lussemburgo prevede che la società in default e i suoi beni entrino subito nella disponibilità dei creditori. Non passerebbe dunque dalle Autorità
    del Granducato, se non in maniera marginale. Potrebbe essere quindi lo stesso Elliot ad occuparsi immediatamente della valorizzazione dell’asset e della sua rivendita. Qualora il default fosse stato della società operativa (ossia il Milan) la procedura sarebbe passata dal Tribunale di Milano con un processo lungo e complesso. Proprio Elliot starebbe facendo in modo di rendere attraente la società operativa (il Milan) in modo da rivenderla più facilmente, qualora non fosse onorata la scadenza del debito. Io spero che questa breve disamina possa fugare gli ultimi dubbi sulla vicenda e far tacere Ruju, che continua imperterrito a vomitare sciocchezze sulla cordata cinese e sulla fumosità dell’operazione. Passino pure i Pallotta e i parvenu di turno, ma essere impallinati dal fuoco amico è davvero troppo. In ogni modo, ho appreso che il presidente Pallotta ha prontamente chiesto scusa al Milan dopo l’intemerata di Fassone, che ha ricalcato i canoni dell’esemplare “suaviter in modo, fortiter in re”. Del resto, le scuse, oltreché dovute, sono state quanto mai opportune e tempestive, dati i soggetti contro cui “Little Italy” si era scagliato. Avrebbe rischiato di fare la fine del povero Fantozzi venduto a tranci al mercato del pesce di Torre Annunziata. Solo che a Pallotta sarebbe toccato quello, assai meno nobile, di Ostia Lido.
    Non c’entra nulla con il post, ma dopo aver visto venti minuti di un narciso di nome Andrè Silva (Montella gli ricordi che il calcio è uno sport collettivo!), più che mai,voglio Belotti.

      • Vittorio il 30 Luglio 2017 alle 15:16

      Non capisco come Elliot potrebbe prendersi TUTTO il Milan avendo prestato soldi per molto meno della meta’ del valore complessivo. Inoltre il valore del Milan e’ pure aumentato. Quindi, secondo questa impossibile tesi Li avrebbe perso pure i 300 e passa milioni gia’ pagati di tasca sua. Spiegami meglio,per favore.

        • Fabio il 30 Luglio 2017 alle 16:53

        Vittorio, mi sembra che Disqus abbia dei problemi o sono io che non riesco a gestirlo, comunque provo ugualmente a risponderti.
        Allora, ricapitolando, l’operazione complessiva del closing si configura per 740/m. (dai quali vanno tolti i 220/m. di debiti bancari della vecchia gestione Milan), per cui resterebbe un esborso verso la vecchia proprietà di 520/m. netti. In realtà, l’esborso effettivo è stato di 590/m., perché vi è ricompresa la quota di 70/m. accollatasi da Fininvest per anticipazione dei costi di campagna acquisti.
        I 590/m. totali dovuti alla Fininvesti sono stati stanziati dai 250/m. di caparre versate (Yonghonn Li, in mimima parte anche tramite finanziamenti Huarong) + 330/m. del fondo Elliot. Siamo a 580/m. Ricorda che, nel frattempo, è creato da Li il fondo lussemburgese Rossoneri Sport con capitale sociale versato, comprensivo di un aumento di capitale, di 115/m. E arriviamo a 695/m. (conto della serva), con Fininvest (o, se preferisci, vecchia gestione) totalmente liquidata. Ergo, il Milan è della cordata cinese. Se ricorderai, in un mio post più vecchio, avevo citato la crifra del residuo indebitamento bancario, a seguito del closing, grazie al quale il “nuovo Milan” disponeva comunque di una somma adeguata per la nuova campagna acquisit. Ad oggi, si danno le novitò dei nuovi serbatoi di liquidità determinati dai bond lussemburgesi (127/m. totali) e dai 60/m. di aumento capitale da sottoscrivere (probabilmente lo concluderà Li in prima perdona, o Huarong o Haixia, questo no so dirlo). La ocmplicazione finanziaria di tutta l’operazione, come sapari, è stata determinata dalla restrizione all’uscita dei capitali imposta dal Governo Cinese. Si ha motivo di credere che tra non molto essa sarà allentata. Di fatto, Li ha soppertio con capitali propri (così li definisco per semplificare) detenuti in banche e/o Istituti finanziari esteri. Quando tutta la cordata sarà in grado di mettere a frutto l’effettiva potenzialità finanziaria di cui dispone (Huarong e Haixia sono dei colossi), le cose si semplificheranno e la catena della cordata sarà probabilmente accorciata. Tutto quanto premesso, è solo per che Elliott, nella malaugurata ipotesi di un rovescio (?), potrà, accampare diritti solo su quanto prestato alla cordata. Convengo con te che la sostanza patrimoniale del nuovo Milan è, già oggi, di molto superiore a quella della passata gestione, e che comunque per il fondo, che è finanziario (dunque speculativo in senso tecnico), non dovrebbe essere difficile piazzare una squadra dell’appela internazione di quella rossonera, oltretutto rivalutata dal punto di vista del parco giocatori. E, infine, avendo alle spalle Huarong e Xaixia (dunque, in estrema sintesi Lu Bo, che, chissà perché, non viene mai nominato da Ruju e C.), io sono più che tranquillo, anzi, di di più, sono euforico. Caro Vittorio, siamo tornati!!!

        • Milanforever il 30 Luglio 2017 alle 17:39

        Ti riporto un piccolo stralcio dal libro di Carlo Festa:
        “Se l’uomo d’affari cinese non rimborserà il prestito contratto con Elliott nei prossimi 18 mesi, Rossoneri Luxembourg finirà in default e il fondo Usa potrà escutere il pegno sulle azioni del Milan e diventerà il nuovo proprietario del club in meno di due anni: probabilmente per rivenderlo ad un altro compratore a un prezzo a questo punto molto più basso, cioè attorno ai 300 milioni di euro.”
        E ancora:
        “Con il closing il pegno a vantaggio di Elliott è finito sulla totalità delle azioni del Milan e su quelle del veicolo del Granducato Rossoneri Lux. A detenere il pegno sul 100% delle azioni rossonere sarà il
        veicolo, creato da Elliott in Lussemburgo, cioè RedBlack Sarl. Proprio per facilitare l’escussione del pegno è stata creata in Lussemburgo il 10 aprile 2017 la Rossoneri Champion Sarl.”

          • Vittorio il 30 Luglio 2017 alle 19:43

          Mi dispiace contraddire ma queste sono masturbazioni mentali. Si parla un linguaggio incomprensibile per concludere con asserzioni facili e lapidarie. Non cascare in questi sfondapiedi.

    • Fabio il 30 Luglio 2017 alle 20:36

    Vittorio, mi sembra che Disqus abbia dei problemi o sono io che non riesco a gestirlo, comunque provo ugualmente a risponderti.
    Allora,
    ricapitolando, l’operazione complessiva del closing si configura per
    740/m. (dai quali vanno tolti i 220/m. di debiti bancari della vecchia
    gestione Milan), per cui resterebbe un esborso verso la vecchia
    proprietà di 520/m. netti. In realtà, l’esborso effettivo è stato di
    590/m., perché vi è ricompresa la quota di 70/m. accollatasi da
    Fininvest per anticipazione dei costi di campagna acquisti.
    I 590/m.
    totali dovuti alla Fininvesti sono stati stanziati dai 250/m. di caparre
    versate (Yonghonn Li, in mimima parte anche tramite finanziamenti
    Huarong) + 330/m. del fondo Elliot. Siamo a 580/m. Ricorda che, nel
    frattempo, è creato da Li il fondo lussemburgese Rossoneri Sport con
    capitale sociale versato, comprensivo di un aumento di capitale, di
    115/m. E arriviamo a 695/m. (conto della serva), con Fininvest (o, se
    preferisci, vecchia gestione) totalmente liquidata. Ergo, il Milan è
    della cordata cinese. Se ricorderai, in un mio post più vecchio, avevo
    citato la crifra del residuo indebitamento bancario, a seguito del
    closing, grazie al quale il “nuovo Milan” disponeva comunque di una
    somma adeguata per la nuova campagna acquisit. Ad oggi, si danno le
    novitò dei nuovi serbatoi di liquidità determinati dai bond
    lussemburgesi (127/m. totali) e dai 60/m. di aumento capitale da
    sottoscrivere (probabilmente lo concluderà Li in prima perdona, o
    Huarong o Haixia, questo no so dirlo). La ocmplicazione finanziaria di
    tutta l’operazione, come sapari, è stata determinata dalla restrizione
    all’uscita dei capitali imposta dal Governo Cinese. Si ha motivo di
    credere che tra non molto essa sarà allentata. Di fatto, Li ha sopperito
    con capitali propri (così li definisco per semplificare) detenuti in
    banche e/o Istituti finanziari esteri. Quando tutta la cordata sarà in
    grado di mettere a frutto l’effettiva potenzialità finanziaria di cui
    dispone (Huarong e Haixia sono dei colossi), le cose si semplificheranno
    e la catena della cordata sarà probabilmente accorciata. Tutto quanto
    premesso, è solo perché Elliott, nella malaugurata ipotesi di un
    rovescio (?), potrà, accampare i soli diritti relativi al puro capitale del prestito oltre gli interessi pattuiti. Se, a quale punto, la cordata, inspiegabilmente, di si disfacesse, Elliott farebbe l’affare del secolo, perché la sostanza patrimoniale del nuovo Milan è,
    già oggi, di molto superiore a quella della passata gestione, e
    comunque per il fondo, che è finanziario (dunque speculativo in senso
    tecnico), non dovrebbe essere difficile piazzare una squadra dell’appeal
    internazione di quella rossonera, oltretutto rivalutata dal punto di
    vista del parco giocatori. E, infine, avendo alle spalle Huarong e
    Xaixia (dunque, in estrema sintesi Lu Bo, che, chissà perché, non viene
    mai nominato da Ruju e C.), io sono più che tranquillo, anzi, di di più,
    sono euforico. Caro Vittorio, siamo tornati!!!

      • Diavolo1990 il 30 Luglio 2017 alle 20:36

      Fabio, i tuoi commenti continuano a finirmi automaticamente in moderazione per “Low rep”.

    • Vittorio il 31 Luglio 2017 alle 22:36

    In parole povere Elliot avrebbe il controllo del Milan attraverso Luxemburg se Li non pagasse. Il controllo gli permetterebbe di vandere il Milan o di tenerselo. Li non perderebbe un cazzo perche’ il Milan vale quanto pagato ed oggi ancor di piu’. La tesi che Elliot lo potrebbe vendere sottocosto per rubare i soldi a Li e’ ridicola e calunniosa. Noi tifosi ( frase generica ) ci facciamo infinocchiare da Ruiu, Serafini ed altre anime belle esattamente come ci infinocchiava Santoro ed il suo compare che sporcava la sedia. E non solo loro. Io ho smesso di avere pazienza e compassione per i poveri fessi e schifo per gli animi di merda e quindi mi godo quel che passa il convento. Per ora caviale e champagne.

    • Vittorio il 1 Agosto 2017 alle 22:59

    Scrive un certo Tatokiki :
    “Milan, è questo il colpaccio da Scudetto”……
    e poi non nomina nessuno.
    Molto bravo amico Tatokiki. Tanto bravo che ti copio: non lo nomino nemmeno io.
    A dire il vero ci potrebbero essere due colpacci che rispondono ai requisiti indicati da questo amico: uno piu’ giovane e bello,l’altro piu’ grande e malandato.
    Ma tutti e due conosciuti in tutto il mondo.Spacca copertine in tutto il mondo. Cazzo se non hai ragione, Tatokiki !
    Hai azzeccato in pieno quello che giova al Milan e pure al presidente Li.
    Un Innominato ! Forza Fassone che ce la puoi fare! Non e’ tanto difficile, non ti arrendere ! E voi tutti, ex cazzoni che disertavate lo stadio, portate qualche soldino alla causa.

      • Milanforever il 2 Agosto 2017 alle 10:54

      Domani sera avremo San Siro gremito come per i grandi eventi. Noi rossoneri siamo sempre quelli che avevano riempito, dopo una trasferta “biblica”, il Nou Camp con 110 mila tifosi nel lontanissimo 1989.
      Pensa che i ladri si debbono accontentare di riempire l’hello kitty stadium con la metà di quelli di San Siro.

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