Donnarumma: dentro o fuori?

Oggi è il giorno: dentro o fuori, più in là non si può andare. Scade la proroga alla proroga dell’ultimatum e Raiola andrà in sede per definire gli ultimi passaggi per il rinnovo di Donnarumma. Dentro o fuori – il Milan non ha più intenzione di farsi prendere in giro dal giocatore e dal suo procuratore e minaccia un anno di panchina. Raiola punta al top di ingaggio e di condizioni, cercando di garantirsi una certa libertà.

La partita è apertissima ma in ogni caso finirà male: il Milan da una parte rischia di perdere a poco prezzo il suo prodotto più pregiato del vivaio, dall’altra invece rischia di strapagarlo e di essere, comunque, continuamente in sospeso sul suo futuro qualora il contratto presentasse una clausola rescissoria.

Ne esce comunque male, malissimo, il giocatore che in questa vicenda si è nascosto dietro al procuratore dopo sei mesi di sceneggiate, baci alla maglia (non si azzardi più) e fasce di capitano promesse (che a questo punto mi vergognerei qualora la indossasse). Ha fatto male leggere all’intervista con GQ (evidentemente un Corriere od una Gazzetta dello Sport avrebbero fatto domande troppo scomode) che comunque Donnarumma deve curare per primo “i suoi interessi“.

Siamo di fronte ad un neomaggiorenne che non ha ancora dimostrato niente (si, niente, una buona stagione l’han fatta tante, troppe meteore) e che già si atteggia a nuovo Cristiano Ronaldo in erba. Da una parte forse la paura di perdere un lauto ingaggio qualora dovesse calare, dall’altra la totale mancanza di riconoscenza ed umiltà verso il club che lo ha cresciuto.

Sono e resto del parere che Donnarumma quel contratto avrebbe dovuto firmarlo in bianco. In prima persona, senza procuratori di mezzo. Donnarumma non ha tenuto conto che senza il Milan oggi non sarebbe nessuno – probabilmente sarebbe finito nel giro dei prestiti in società minori o in serie B ritardando la sua ribalta nel grande calcio. In tutto questo il ragazzo si è prestato al solito copione degli assistiti di Minone, dichiarazioni d’amore, baci alla maglia per poi sparire e nascondersi dietro all’ingombrante procuratore.

Qua non si tratta più di sapere se rinnoverà o no ma quanto possiamo intascare dalla sua cessione e – soprattutto – se possiamo evitare di vederlo a Torino. Non vedo in Donnarumma un futuro in rossonero a meno che non cambierà atteggiamento la strada per diventare il nuovo Balotelli è – purtroppo – ormai tracciata. Ne possiamo fare volentieri a meno: in una squadra che vince il portiere è l’ultimo dei problemi. Il Milan ha vinto tutto con Sebastiano Rossi, il Barcellona con Victor Valdes. Meglio 100 milioni in campo che in porta.

Se rinnovo sarà Donnarumma non sarà più quello di prima. Non ci saranno più tifosi a coprire una sua papera a Pescara dando colpe a De Sciglio, a far finta di niente sui gol prendibili con Napoli e Cagliari. Sia coerente in campo con quanto ha deciso di fare fuori, ovvero eviti baci alla maglia e non chieda fasce da capitano che al momento non merita. La voglia di restare al Milan e il credere nel progetto devono essere prevalenti sui “propri interessi“.

In tutto questo onore a Jack Bonaventura che in un periodo in cui Suso tergiversa per mezzo milioncino sugli accordi ha firmato in fretta senza se e senza ma avendo lo stesso Raiola come procuratore. Segno che quella che conta, alla fine, è sempre la volontà del giocatore. Su Donnarumma invece al momento registro solo tanta, tantissima delusione ed una firma con clausole a cifre astronomiche non cancellerà di certo come un colpo di spugna quanto successo finora.

P.s. mi è stato detto che certe radio sono riuscite a tirare dentro ancora nella vicenda l’ex amministratore delegato. Credevo si volesse dimenticare il passato e tirare avanti, ma evidentemente è difficile tenersi i tifosi quando per anni sei sempre stato contro… 

6 commenti

Vai al modulo dei commenti

    • Milanforever il 15 Giugno 2017 alle 10:06

    Personalmente ho detto molto e di più nel post precedente di questa, lo definita squallida, vicenda.
    Sono della stessa opinione di Diavolo. A questo punto è meglio un rinnovo con una clausola rescissoria molto alta. Il pizzaiolo evidentemente non la vuole per poter fare i suoi porci comodi.
    Questa cosa sta rovinando un giugno stupendo.

      • Diavolo1990 il 15 Giugno 2017 alle 10:49

      Anche ci fosse la clausola, per attivarla serve la volontà del giocatore.
      Donnarumma è complice, fino alla fine.

        • Milanforever il 15 Giugno 2017 alle 11:07

        Mai detto il contrario

    • Milanforever il 15 Giugno 2017 alle 10:09

    Aggiungo una piccola cosa. L’altra sera il pizzaiolo si è incazzato perchè Mirabelli ha telefonato al giocatore (!!!). Ma da quando una società non può più telefonare a un suo dipendente???

    • Fabio il 15 Giugno 2017 alle 11:06

    Cronaca di una morte anunciata: Mi sono già espresso sulla vicenda, paventando un finale a tinte fosche. Dissi, nella prima occasione in cui commentai su questo blog, che qualunque giocatore assistito da un procuratore può revocare la delega in un nanosecondo. Donnarumma non l’ha fatto e ha preferito la figura del pesce in barile. Non incanta più nessuno. A questo punto, la penso come Milanforever: cercare il rinnovo con una calusola rescissoria molto alta (e valevole solo per l’estero). Però, umanamente, che delusione!

    • Milanforever il 15 Giugno 2017 alle 18:25

    Il dado è tratto.
    Un finale annunciato e immaginato, ma che comunque fa male.
    La posizione di Vittorio, di fatto non l’ho mai negata in toto, e pensando a come pizzaiolo, genitori e parenti hanno strumentalizzato la cosa, ho ancora più dolore.
    Purtroppo di tutto ne risponderà lui. Ne subirà i vantaggi o le sconfitte. Sarà sui giornali la sua faccia, il suo rifiuto e il mondo vedrà lui, solo lui.
    Per questo dicevo che la Fifa deve fare qualcosa per impedire certe situazioni.

    PS: Da quello che si sente e si legge si dà quasi per sicuro che dietro ci sia il Real Madrid e un accordo scritto assieme al diavolo (non il Milan e non il nostro padrone di casa), ma quello vero. Non so se è così, ma se lo fosse non scarterei affatto la malalingua che come regista vede dietro un uomo con una cravatta gialla.
    Sto ascoltando Condò (ha firmato l’intervista su GQ) è giura che il 23 maggio di fronte aveva un giocatore e i suoi occhi facevano capire che pensava solo a continuare la sua carriera nel Milan. Da quel giorno qualcosa è cambiato e nessuno saprà mai cosa. O forse lo capiremo poi.

I commenti sono disabilitati.