Mauro Suma e i diffamatori di professione

Con nostra grande sorpresa, perché non ce lo aspettavamo, siamo stati citati da Mauro Suma nel suo editoriale di ieri sera. Fa piacere che la nostra inchiesta settimanale sui processi sportivi sia stata ripresa anche se avrebbe – probabilmente – meritato più spazio sui media ufficiali. Quello che è strano è l’incazzatura che ne è seguita sui social nei momenti successivi, più per la citazione che per il contenuto. E’ proprio su quest’ultimo che mi vorrei focalizzare: quanto esposto non sono opinioni, sono fatti. Le opinioni, come tali, sono oggettive: i fatti no. Se due più due fa quattro, non può fare tre o cinque.

Credo che il solito esercito di pecoroni depensanti sia uscito allo scoperto una volta per tutte. Quel pezzo non parla di Suma che cita noi, parla di tre indagini sensazionalistiche concluse con altrettante sentenze a nostro favore. Dileggiarlo, fare finta di niente, nasconderlo sotto il tappeto, non volerlo leggere significa dare corda a chi quelle indagini sensazionalistiche le ha condotte e non alla verità processuale emersa dalle indagini.

Che grazie ai risultati deludenti degli ultimi anni siano emersi su twitter dei diffamatori di professione – purtroppo non querelati a dovere da una società su questo molto debole – è cosa nota. Che questo abbia alimentato una frattura è cosa ancora più nota. Che oggi sia evidente a tutti chi sta dalla parte del Milan e chi no è lapalissiano. Presi di mira per aver portato allo scoperto qualcosa che dava fastidio, qualcosa su cui qualcuno ci aveva campato, un po’ come chi domenica dopo Pescara non aspettava altro che una non vittoria per ricominciare coi soliti, irritanti, stucchevoli, mantra. 

Non si può derubricare come “difesa a Galliani” un elenco di fatti – e ribadisco – fatti che hanno derubricato a “cazzate” alcuni tentativi di danneggiare l’immagine del Milan. Non si può fare finta di niente e volerli nascondere sotto il tappeto anzi – bisognerebbe essere contenti del fatto che qualcuno lavori e faccia ricerche per mantenere pulita l’immagine della propria squadra dagli spalatori di fango di professione. Se invece ci si professa tifosi e si vive spalando fango e nascondendo questo dietro “critiche costruttive” (che poi che c… c’è di costruttivo nell’aizzare i tifosi contro la squadra danneggiandone i risultati sul campo?) allora è un altro conto.

La maschera è caduta. E’ caduta sul closing dove c’è chi si preoccupa più di chi esce mentre noi ci stiamo preoccupando di chi entra. Non si può affidare al primo venuto e accettare senza colpo ferire una operazione a debito che porterà il Milan a dover risarcire 80 milioni l’anno per cinque anni solo per rientrare dal prestito. Non si può non porsi nemmeno qualche domanda perché altrimenti “sei servo di Galliani“. E’ quasi vietato pensare. Meglio copiare, sotto dettatura. Scusate se non vogliamo fidarci del primo che passa a scatola chiusa. Insomma, scusateci se a differenza vostra – pensiamo.

Quello che abbiamo fatto è quello che semplicemente dovrebbe fare ogni tifoso rossonero. Difendere la propria squadra fino all’ultimo metro, fino all’ultimo millimetro da ogni accusa ingiusta ed infamante. Non si può tifare closing “perché così Galliani va via“. Si deve sperare in soldi (che sono mancati) e che riportano alla possibilità di prendere campioni sul mercato altrimenti il closing non serve a niente se non all’egocentica masturbazione dell’io di qualche diffamatore di professione.

Magari vinceremo, magari no, ma noi entriamo con la coscienza pulita e a testa altissima nel nuovo corso, un corso dove topi hanno abbandonato la nave continuando ad affondarla da ormai sei-sette anni con slogan che alla prova dei fatti si sono rivelati palle (ricordate “non vogliamo i soldi, vogliamo un progetto?”). Potranno insultarci, potranno esserne contenti, potranno darsi supporto tra loro ciò non toglie che le loro maschere sono ormai cadute e anche stavolta hanno scelto, tra le due vie possibili, quella a diffamazione della squadra per cui tifano (o dicono di tifare). Spiace vedere il loro fastidio perché qualcuno, quella squadra, la difende fino alla fine.

Giovedì o venerdì portate il formaggio, perché quei ratti, sulla nave, proveranno a risalirci. E andranno cacciati via, una volta per tutte.

6 commenti

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    • Mario De Magistris il 8 Aprile 2017 alle 15:19

    Su Suma la penso esattamente come te. Troppo ‘culo e camicia’ con vari opinionisti ‘rubentini’. che lavorano a TL.
    Mi sono sempre molto indigeste certe ammissioni di grande inferiorità del Milan rispetto ai ‘ladri di Torino’.
    In quei talk show delle diffamazioni, dove guazzano pseudo opinionisti milanisti ed ex milanisti, sparare fango sul Milan è il loro lo sport preferito.
    Figuriamoci i godimenti sguaiati che esternano, loschi figuri, quando gli pseudo milanisti sparano mer@a sul Miilan facendo così godere ascoltatori ‘rubentini’ e gli ‘intertristi’ di bassa lega e di nessuna cultura sportiva.
    Diffamazioni che si susseguono nel crescendo di una scadentissima trasmissione claunesca che semina solo zizzania e non propone seri argomenti di critica sportiva e di informazione calcistica.
    Il bello è che ingenui tifosi del Milan seguono quelle trasmissioni e talvolta queste dicerie condizionano i loro giudizi.
    In quei salotti ora, dopo tutto il veleno gettato sul prossimo closing dell’attuale proprietà del Milan. vorrei capire cosa si inventeranno per diffamare ancora i rossoneri magari aiutati da ciarlatani di infima specie.
    Per i ciarlatani è un mistero che la nuova proprietà voglia creare una società sul modello del Manchester United, Impresa ancor più ardua è farlo capire ad una parte tifoseria ondivaga, per i motivi che ho sopracitato, che per certi versi è diventato un grosso problema di comunicazione.
    Ma non c’è peggior ignorante di chi non vuole sforzarsi a studiare e impegnarsi per capire l’evoluzione dei tempi.
    Mi pare che questo si possa dire di molte persone, talvolta Suma compreso, che frequentano quei salotti,
    ribadisco, della disinformazione e talvolta delle diffamazioni.

    • Milanforever il 8 Aprile 2017 alle 18:50

    Solo due o tre cose:
    “Le opinioni, come tali, sono oggettive: i fatti no.”
    Forse volevi dire “Le opinioni, come tali, sono soggettive: i fatti no.”

    “un po’ come chi domenica dopo Pescara non aspettava altro che una non vittoria per ricominciare coi soliti, irritanti, stucchevoli, mantra.”
    Io ho pensato la stessa cosa su di te, che non aspettavi altro per scagliarti contro l’allenatore. Ognuno ha i suoi bersagli.

    Non sono i fatti che hai raccontato (giustamente, te l’ho riconosciuto), ma l’obiettivo della difesa, che non è in primis il Milan, ma sempre e comunque Galliani.

    Il closing è un salto nel buio per chiunque. Ma vendere è una precisa e impellente scelta della Fininvest, mica è frutto di una offerta alla quale non si può rinunciare.
    Ci era stato promesso da Berlusconi che la cessione non sarebbe stata al buio e chi comprava doveva avere le necessarie garanzie per far tornare grande il Milan. Nella nebbia fitta di questi mesi qualche dubbio “oggettivamente” è sorto, ma voglio a tutti i costi credere nel nostro proprietario ed eventuali strali e offese gli arriveranno solo dopo che ci renderemo conto di essere stati presi in giro. Non sono uno di quelli, ma l’eventualità, mi renderebbe ancor cattivo. Come possa esserlo un amante tradito.

    • Vittorio il 9 Aprile 2017 alle 02:10

    Infatti, eccoci. Pronti a vomitare ? Via…..
    Tanti dubbi, una sola certezza e la grande illusione
    09.04.2017 00:00 di Fabrizio Tomasello Twitter: @radioradiomilan

    • Vittorio il 9 Aprile 2017 alle 02:52

    E due. Ci pensa Furio Fedele:
    “Non deve attendere, però, il 13 aprile ma sarà necessario anticipare di qualche giorno perchè poi, entro il 14, arriveranno anche altri 180 milioni di euro. Quelli garantiti da Elliott Management a completare il prestito di 303 milioni di euro che Mr. Li dovrà saldare in un’unica soluzione entro 18 mesi dall’erogazione da parte del fondo americano. Ma fra le tante, giustificate, garanzie pretese da Elliott Management non è da sottovalutare quella di poter rivedere il Milan almeno in Europa League.”
    La storia dei 18 mesi e’ smentita da tempo.
    La garanzia della partecipazione alla coppetta EL che sarebbe pretesa da Elliot e’ una cosa senza senso.

    • Vittorio il 9 Aprile 2017 alle 02:58

    Io mi sono stancato, se volete continuate voi a cercare altri fiori all’occhiello del “fuoco amico “. Ne troverete in buon numero. Sicuro.

    • Vittorio il 9 Aprile 2017 alle 03:39

    Non ho sonno. Ho preso un caffe’ troppo tardi.
    Per chi ci segue da poco e non scrive ( spero ci siano ) mi sembra utile riproporre un vecchio candido articolo di Suma dal quale si vede chiaro che noi siamo Uomini e loro merde.

    ” Mauro Suma: “Un piano Marshall per la Juventus”
    Nato a Milano il 10 Maggio 1965; Giornalista Professionista dal 1994. Dopo le esperienze professionali di carta stampata (La Notte e Il Giorno) e televisive (Telelombardia, Telenova, Eurosport), dirige Milan Channel dal 16 Dicembre 1999.
    02.04.2011 08:00 di Redazione TuttoJuve articolo letto 11257 volte
    Fonte: di Mauro Suma per Tmw
    Mauro Suma: “Un piano Marshall per la Juventus”
    Ogni vero uomo di calcio spera di chiudere quanto prima i conti con Calciopoli. Uno, non se ne può più di bobine, cavilli, veleni e molto altro. Due, a lungo andare con questa vicenda ancora aperta si perde tutti. Nessuno escluso. Perde il calcio che, dovrebbe, essere il bene comune. Ma, tornando a noi, il fatto che Calciopoli non sia ancora chiusa lo si evince da due aspetti: lo scudetto 2006 nella bacheca dell’Inter e, soprattutto, la situazione della Juventus. C’è poco da fare gli indifferenti. Il calcio italiano ad alto livello sta perdendo la Juventus. La squadra bianconera è arrivata settima l’anno scorso e rischia di fare il bis quest’anno. E’ vero che nel 1997 e nel 1998 il Milan arrivò undicesimo e decimo e l’anno dopo vinse lo Scudetto. Ma nessun ragionevole uomo di calcio può pensare che le condizioni di oggi, sportive, competitive e macro-economiche, siano anche lontanamente paragonabili a quelle di allora. La Juventus non ha più fuoriclasse, ha un bilancio rosso che più rosso non si può, è lontana anni luce non solo dall’Europa che conta ma anche da quella meno nobile, ha giocatori (vedi Chiellini, caso illuminante) che non avendo, e vanno capiti, nulla da giocarsi nel Club provano a respirare aria nuova in Nazionale giocando anche l’amichevole e finendo per perdere un mese di Campionato. E’ chiaro a tutti che il difensore livornese avrebbe cercato in qualche modo di preservarsi, come hanno fatto, inutile negarlo, e in maniera assolutamente comprensibile, alcuni giocatori di Milan e Inter, se avesse avuto una partitissima in programma dopo la sosta. La Juventus è ridotta così a causa di Calciopoli e sono dell’avviso che il calcio italiano non possa permettersi di perdere la Juventus. L’onda lunga delle conseguenze economiche e sportive delle punizioni arrivate alla Juventus è stata oltre tutto subdola: non si è manifestata tanto nei primi due-tre anni, ma negli anni successivi all’impatto con la nuova realtà. E le obiezioni scontate dei soliti noti pronti a invadere il web con le loro reazioni intimidatorie, (sono così dozzinali che vale la pena anticiparle: e allora, quando eravamo noi ridotti così? Hanno sbagliato e hanno pagato… Dovevano sparire…) vanno cestinate. Assolutamente e rigorosamente. Vanno cestinate da tutte le persone di buona volontà che amano il calcio. Il solito sogghigno ironico di chi non fa mistero di godere per questa situazione della Juventus anche quando la solita selva di microfoni gli chiede che ora è, non ha nulla a che vedere con lo spirito sportivo e con gli interessi in prospettiva di tutto il calcio italiano, quindi anche dei suoi. Quando altri facevano fatica a vincere, e lo hanno fatto per vent’anni, le condizioni strutturali del calcio erano clamorosamente diverse. Non c’era la crisi economica globale di oggi, non c’erano i mega-fatturati delle inglesi e delle spagnole che hanno accumulato vantaggi siderali rispetto a sistemi calcistici come quello italiano, non era mai esistito uno scandalo le cui punizioni non si limitassero al campionato successivo ma che, al contrario, di fatto, spalmassero le loro conseguenze di sistema almeno sui dieci anni successivi. Mai, negli ultimi 25 anni, giusto per parlare del periodo storico in cui hanno operato e stanno operando le presidenze Berlusconi e Moratti, nel corso di stagioni di crisi che possono capitare a tutti, c’è stato il divario fra la situazione dell’oggi e il ritorno alla competitività che esiste in questo momento per la Juventus. Mai. Credo che la Juventus vada aiutata. Pagare ha pagato, perderla non si può perderla. E’ un Club con il maggior numero di Scudetti e di tifosi in Italia, merita un piano Marshall per il suo futuro. Aiutare la Juventus significherebbe aiutare il calcio italiano. Senza dubbi e senza riserve.”

    Visto? Noi Uomini, loro merde !

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