Una sconfitta che ci fortifica

Anche questa volta ci avevamo sperato e creduto, quasi fino alla fine…ma siam tornati sulla terra. La trasferta di Roma non ci lascia punti, cosa che non accadeva da 5 giornate consecutive, ma ha comunque contributo ad accrescere le convinzioni di un gruppo solido e di una squadra dalla spiccata identità. Abbiamo dominato su una squadra solida e rodata, pur avendo l’età media più bassa del campionato, creando situazioni chirurgicamente studiate in settimana e anestetizzando i punti di forza dell’avversario.

Giochiamo probabilmente il primo tempo più bello degli ultimi mesi, eppure la gioia del goal non arriva, a causa di un altro tragicomico errore dal dischetto di Niang. Con il Crotone avevamo rimediato, con la Roma no, proprio come previsto. Giocar bene e non concretizzare ci penalizza poi nella ripresa, quando le correzioni tattiche di Spalletti fanno la differenza e mettono in luce alcuni dei nostri problemi. Il più grande problema non lo mette però in evidenza l’allenatore della Roma, bensì il naturale corso degli eventi: questa squadra, che Montella sta sospingendo con un lavoro pazzesco, ha una rosa davvero troppo corta. Agli esterni d’attacco titolari non abbiamo infatti alcuna alternativa, e se la condizione di Niang è in calo, è pur sempre meglio mandarlo in campo, piuttosto che ripiegare su un Honda totalmente fuori dai giochi. A sinistra, ancor di più, il ruolo di Suso è imprescindibile: la qualità palla al piede e la sua pericolosità lo rendono fondamentale, ma non potrà giocarle tutte lui da qui alla fine.

Ecco quindi che è bastato l’infortunio di Bonaventura a mandarci in piena crisi; perché jack può essere il jolly che ci tappa i buchi al momento del bisogno, ma non ci si può sempre affidare a questo. Il lavoro di Montella fatto fino a qui merita una gratificazione, e quella maggiore che può avere è un aiuto dal mercato di Gennaio. Non sarà ancora il mercato della nuova società (che ci sarà, prima o poi, abbiate fede!), ma deve essere comunque un mercato mirato e attento per non vanificare quanto di buono fatto fino a qui. Sono state poste delle basi molto importanti con una squadra molto giovane, ma avere la possibilità di ruotare i giocatori o inserire la carta vincente a gara in corso fa la differenza. Le scelte fatte fino ad ora ci hanno detto chi deve restare e chi invece può partire: lo si metta in pratica per far spazio a gente utile alla causa. 

Non torniamo da Roma con le ossa rotte, anzi paradossalmente torniamo a casa ancor più convinti della nostra forza e di essere realmente sulla strada giusta. Perdere immeritatamente è una cosa che non siamo abituati a fare, ma in questa fase di costruzione ci sta, e ci sta anche bene. Lasciamo che sia la Roma a sprecare le energie per provare ad essere l’anti-Juve, e teniamoci per noi il ruolo di outsider, lavorando nell’ombra ma con grande qualità. L’Atalanta ci aspetta, e questa volta non potremo far vincere la sfortuna: dobbiamo tornare a macinare punti, come abbiamo fatto fino a qui, senza fermarci.

2 commenti

  1. L’amaro in bocca, che ha lasciato la sconfitta immeritata di Roma, oggi lascia spazio alla speranza che forse il Milan è realmente sulla retta via sia in tema di closing che per quel che riguarda la conquista di un posto nella ‘Europa che conta’. Quando si chiuderà la telenovella del ‘Milan cinese’ allora sapremo se e quali interventi integrativi verranno fatti, nel mercato calcistico, per rafforzare una squadra che si sta comportando benissimo già in questo campionato. La prima cosa è quella di non vendere nessuno dei giovani emergenti oppure da far emergere. La grande delusione, almeno per me, è venuta da Niang che oggi come oggi sembra più orientato ad essere la brutta copia di Balotelli che non quel campione che potrebbe diventare soltanto se riuscisse a capire che il calcio non è soltanto uno sport ricreativo ma, per lui, è , oppure deve diventare una professione, il suo lavoro. Andare a Roma con la testa sgombra da pensieri e preoccupazioni, come diceva Montella prima di affrontare la trasferta di Roma, non significava andare a Roma per salutare gli amici e passare in allegria una serata goliardica. Significava andare a Roma a vincere e per poter dimostrare di saper lottare per lo scudetto. Non è accaduto questo.. Il limite che imputo a Montella è che non ha ancora capito che al Milan arretrare nella conquista di traguardi ambizioni è già una sconfitta. Agli obiettivi non devono essere posti dei limiti…che diamine..siamo il Milan! Non bisogna lasciarsi condizionare un po’ da tutti i superficiali e prezzolati media italiani che parlano di un Milan al massimo in lotta per l’EL. Costoro per proprie opportunità danno valenza a squadre composte con le ‘figurine’ e non con calciatori veri. In questo Milan, per merito di Montella, la squadra è composta da calciatori veri… veri atleti. Questo è il grande merito di Vincenzino. Il team è compatto ed i risultati sono arrivati proprio grazie a questa unità d’intenti ed allo spirito di sacrificio di un gruppo di calciatori che lotta aiutandosi l’uno con l’altro come da troppo tempo non si vedeva fare nel Milan. Ora bisogna rimanere in scia delle prime e cercare di guadagnare terreno sulla Roma. Questo è un obiettivo minimo e praticabile sulla base di quello che abbiamo visto nella partita all’Olimpico. L’altra sera i ragazzi hanno subito una sconfitta immeritata. Questo incidente va dimenticato subito perché già sabato pomeriggio ci attende una battaglia. A San Siro avremo contro un allenatore ed una squadra che ultimamente ha dato parecchi dispiaceri e preoccupazioni al Milan degli ultimi anni. Ai ragazzi di Montella il compito di dimostrare che quel periodo è alle spalle. Ripartiamo con rinnovate ambizioni e con la convinzione che questo Milan è forte al di la’ di quel che pensano oppure che sperano i ‘nemici’ del Milan!

  2. Niang non va crocifisso e nemmeno ceduto. Abbiamo gia’ commesso diversi errori per pregiudizio e giudizi sommari cedendo gente brava e comprando mezze calzette. Voglio citare solo Balotelli che a mio avviso e’ la punta migliore che abbiamo avuto negli ultimi anni. Per chi storce il naso, chiedo un confronto sul tema a fine campionato. Niang e’ tornato debilitato dal rientro dopo avere avuto l’influenza. Balotelli e stato bocciato mentre cercava di riprendersi da un intervento difficile e notoriamente dagli esiti molto discussi. Pato e’ stato massacrato da medici incompetenti. Non mi va di continuare la dietrologica sequenza e ammonisco a posporre tifo e umore ad un minimo di rigore logico.
    Montella sta raccogliendo meno di quanto merita il suo encomiabile lavoro. Se avesse un modulo alternativo al,posto di soffrire per la mancanza di alternative scombussolerebbe le squadre avversarie. Non e’ utile allo spogliatoio avere due giocatori in competizione per ciascun ruolo in un dualismo cristallizzato. Voglio dire che se hai Niang fuori forma, stanco , lo vuoi fare uscire, ecc. e magari Bacca e Lapadula sono in palla, cambia modulo e gioca con due punte centrali.E via dicendo all’insegna di una maggiore duttilita’ tattica, Dico questo perche’ stimo Montella e lo reputo capacissimo di completare il miracolo di portarci in Champion. Deve osare di piu’ ora che ha una squadra vera, senza la paura che si avverte in lui alla fine delle partite e che trasmette inconsciamente ai suoi giocatori. Possiamo arrivare terzi, secondo me, dopo Juve e Napoli o Napoli e Juve. Sono queste le due squadre piu’ forti del campionato e se la giocheranno. La Roma prima o poi verra’ staccata e se siamo bravi a restare lassu’ e’ alla nostra portata. Se Bacca resta contento di restare in attacco non ci giova nessuno. Se vuole andare via ci giova uno migliore del volenteroso Lapadula per affiancare lo strepitoso Suso. A centrocampo ci giova fin da gennaio un altro Leader che affianchi sempre il nostro Leader attuale che e’ Bonaventura . In modo che non si resti mai senza a luci spente. In difesa possiamo attendere Calabria e va bene. I musi gialli esistono e si presentano con la sicumera di chi sa che viene atteso pure se la pasta si raffredda. Se sono bravi ed appassionati vedremo. Ma Silvio verra’ rimpianto per sempre pure da chi spasimava per vederlo morto.

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