Sinisa Mihajlovic e le ragliate serbe

Ci chiediamo cosa voglia il signor Sinisa Mihajlovic e che sentimento di rivalsa abbia nei confronti del Milan. Ce lo chiediamo visto che i quotidiani nazionali hanno ampiamente dato spazio ad alcune sue interviste atte a destabilizzare la squadra prima del derby. Interviste pienamente concordate, con domande probabilmente preconfezionate e comunque non scomode. Interviste a cui potremmo rispondere con due fatti inappuntabili: primo il Milan di Montella – che continuo a reputare non un eccellente tecnico – è terzo con la stessa rosa a disposizione del serbo segno che così scarsa, quella roba non era, secondo: la carriera del serbo piena di esoneri o dimissioni parla per lui.

Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa Mihajlovic accusa alla dirigenza rossonera. Intanto scarica la colpa delle prime sette giornate su Berlusconi che lo ha costretto a giocare 4-3-1-2. Peccato che nel 4-3-1-2 provato per tutta l’estate la punta era Luiz Adriano e non Bacca: l’unica cosa che funzionava smantellata dopo due giornate – nemmeno – di campionato. Ma andiamo a vedere i risultati delle giornate dalla ottava alla trentaduesima: dopo la settima giornata il Milan ha nove punti in classifica, dopo la trentaduesima ne ha quarantanove. Sono 40 punti in 25 giornate, quelle che Mihajlovic ha giocato “come voleva lui”. Fanno in totale una media di 1,6 punti a partita – 60 punti, uno meno del Sassuolo sesto in classifica: no Sinisa, il tuo Milan non bastava per l’Europa League.

Ci sono poi alcune scelte discutibili su cui nessun giornalista ha mai messo bocca. Perché nessuno chiede a Mihajlovic perché ha scartato Paletta e Suso in favore di Ely e Cerci/Honda? Perché nessuno chiede a Mihajlovic perché con 90 milioni a disposizione non ha chiesto un regista? Eppure i discepoli dell’asino ragliano allo stesso modo: “eh ma ha chiesto Romagnoli”. Romagnoli era uno dei difensori più promettenti del campionato – non bisognava essere l’allenatore del Milan per saperlo. Ha chiesto anche Bertolacci, Balotelli (lei me lo prenda, poi ci penso io a farlo rendere), Soriano (che non è arrivato) – giusto per ricordare che l’ultima scelta è della società.

Eh ma ha fatto esordire Donnarumma. E qua si scatena tutta la prostituzione intellettuale che ha contraddistinto il tifoso Milanista (quello gianninista, che non vogliamo tra noi nel nuovo corso) negli ultimi tempi. Donnarumma ha esordito per un litigio tra l’allenatore e Diego Lopez: non grazie ad una valida motivazione tecnica. Lo ha scoperto Mihajlovic? No, lo ha scoperto Brocchi che lo promosse dagli Allievi alla Primavera, dandogli per primo le insegne del talento predestinato. Lo stesso Brocchi che ha lanciato in pianta stabile Locatelli in prima squadra (fatto esordire, invece, da Inzaghi in un Napoli-Milan) – ma siccome Brocchi è l’allenatore di Berlusconi non gli viene riconosciuto altrettanto merito. Ovviamente tutto tace sul fatto che sia più importante chi lo scopre, lo acquista e lo porta al Milan che chi lo ha fatto esordire: evidentemente Mihajlovic era anche scout ed amministratore delegato nel momento in cui Donnarumma 14enne firmò col Milan. Al netto del danno economico che ciò ha comportato sul breve periodo visto che l’esplosione di Donnarumma ha portato sia alla svalutazione di Diego Lopez (praticamente perso a zero, quando si poteva ricavare qualcosa), sia ad una concreta possibilità di perdere il giocatore visto che fino ai 18 anni non potrà firmare un contratto quinquennale.

Mihajlovic si vanta, quindi, di aver fatto giocare con continuità Niang. Falso, falsissimo: il primo ad inserirlo in pianta stabile fu Allegri. Inzaghi lo mise da parte anche e soprattutto grazie ad un Menez da 14 gol che Mihajlovic non ha avuto per infortunio. Insomma – frutto più di una casualità che di una precisa scelta tecnica. Dice di aver portato la cultura del lavoro al Milanello – su questo, credo siano eloquenti le parole di Abbiati: L’anno scorso chi non giocava non si allenava bene o litigava, e questo non va bene per un gruppo. C’erano elementi come ne ho visti pochi in tutti gli anni di Milan, a me tornava alla mente un altro tipo di Milan e mi passava la voglia anche di andare al campo a fare allenamento. Altro che gruppo unito e compatto con l’allenatore. Altro che cultura del lavoro.

Insomma, Mihajlovic la smetta di ragliare e di continuare a covare odio per una squadra che lo ha giustamente esonerato. Giustamente perché i due punti in cinque partite (agevoli) li ha fatti lui – col suo modulo. Non Berlusconi. Non Brocchi. La finale di coppa Italia è stata conquistata con un cammino ridicolo che tutti ben sappiamo. Lui poteva vincerla? Forse. Senza di lui siamo andati ai supplementari, giocandocela – e bene. Con Montella, senza di lui, la Juventus l’abbiamo addirittura battuta. Con lui, invece, due sconfitte in due gare. E’ vero, Brocchi ha fatto male: un punto meno del genio della panchina delle stesse partite. Perlomeno, però, Brocchi ha portato la squadra a giocare a pallone dando le basi per il Milan di quest’anno – ed è stato anche molto sfortunato in partite come Verona (rigore negato per noi ed inventato per loro) e Frosinone (due gol su due tiri da fuori più o meno casuali) dove meritava molto di più del punto raccolto.

Non capisco quindi tutta questa devozione per un signore i cui risultati attuali hanno ampiamente dimostrato il suo fallimento al Milan. Suo. Non dei giocatori, non di Berlusconi, non di Galliani. Per cui, caro Sinisa, lasciaci in pace. E’ già stata una vergogna per noi mettere uno come te, una bandiera nerazzurra, uno che piuttosto che allenare il Milan sarebbe morto di fame, sulla nostra panchina. Almeno smettila di rosicare per l’ennesimo esonero della tua fallimentare carriera – per te il Milan è stato un punto d’arrivo e siamo sicuri che squadre così non le allenerai più.

5 commenti

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  1. La scaramanzia tanto cara al grande Giovanni Trapattoni suggerisce di non parlare del derby di domani. E cosi’ ci piace seguire l’esempio di Diavolo e prendere altre vie per il nostro bisogno di parlare del Milan. Non aggiungo altro sale sulle ferite lasciate da Mihailovic limitandomi a dire che per allenare una grande squadra e giocatori con importanti carriere o aspettative non servono atteggiamenti da sergente dei marines o da caporale di giornata. Troppo rozzo il serbo per la panchina del Milan. Ma la questione allenatore e’ risolta e bene ed invece e’ interessante discutere dei futuri , prossimi, assetti societari. Non rimpiangero’ Adriano Galliani oggi. Lo avrei rimpianto prima dell’era Allegri e quel che ne e’ seguito. Aspettiamo tutti di capire di che pasta sono i due che girano il mondo in nome dei misteriosi musi gialli. Io aspetto con ansia inconfessata di scoprire cosa possa esserci di vero nelle voci su Fabio Capello. Ovvio che sarebbe una manna dal cielo per i nuovi proprietari come lo poteva essere per Berlusconi se lo avesse capito. O forse sarebbe giusto dire se Galliani lo avesse consentito. Ma in che ruolo dovrebbe arrivare Capello ? Anzi, in che ruolo puo’ collocarsi nel Milan una figura manageriale di altissimo profilo tecnico che appare indispensabile? Sembra di dover concludere che i cinesi abbiano agito frettolosamente nell’ occupare tutti i ruoli della cabina di comando prima del closing del cosiddetto passoggio delle consegne. Oppure le voci su Fabio nascondono qualche dubbio o ripensamento ?Forse il gran rifiuto di Paolo Maldini non e’ caduto nel vuoto ma ha scoperto aree sensibili ?
    Pensano i tifosi del Milan che i nostri nuovi aspiranti Berlusconi possano fare a meno di un vero conoscitore del calcio italiano ed europeo ? Del calcio, non dei procuratori !

    1. Non mi addentrerò nel derby ma dico soltanto che su una quesito proposto dalla rosea, sulla valenza dei giocatori delle due milanesi, ho scelto 9 milanisti su 11 nella mia squadra ideale(confesso di aver lasciato fuori Carlos Bacca non perché è più scarso dell’altro ma soltanto perché in questo periodo mi sembra un lontano parente del giocatore che ammiro da numerosissimi anni). Brocchi non ha soltanto il merito di aver impostato la squadra che poi Vincenzino ha ereditato. Cristian ha il grande merito d’aver portato immediatamente nella rosa titolari della prima squadra Manuel Locatelli. Brocchi aveva scommesso su Manuel sino a costringere la società a fare di tutto per strapparlo alle giovanili dell’Atalanta. L’anno scorso l’assenza di Manuel, nella Primavera, è costato il mancato accesso alle final eigth della squadra. Io scommettevo sulla vittoria del campionato giovanile. Ma Gamarra non valeva Locatelli e anche se con parecchia sfortuna il Milan giovani mancò l’accesso alle finali. Sinisa potrebbe essere un tecnico da top club ma il suo caratteraccio gli ha consentito d’essere l’allenatore del Torino che è squadra caratteriale esattamente come l’allenatore serbo. Inzaghi aveva forgiato la Primavera ma forse si era fatto incantare dalle sirene dei grandi, in prima squadra, esattamente quel che capitò a Seedorf tradito più dai suoi preferiti che dal suo carattere un po’ auto-referente. Mancanza d’esperienza e di maturità! Forse! Diverso il percorso al Milan di Fabio Capello. Fabio era stato l’allenatore delle giovanili ed aveva sostituito Liedholm nel primo Milan Berlusconiano per poi lasciare il campo al ‘mostro sacro’ Arrigo Sacchi. Finita l’era Sacchi Silvio in modo lungimirante aveva già forgiato come dirigente sportivo, alla Gipo Viani o Ferguson, Fabio Capello. Era dirigente tecnico della Mediolanum di pallavolo. Ma il calcio era il suo campo quindi tra lo scetticismo generale Silvio incaricò Fabio di sedere sulla panca del Milan. Il resto è storia recente. Per me il friulano ha qualche responsabilità nelle troppe finali di competizioni europee ed intercontinentali perse. Tuttavia condivido che Fabio , vista la rinuncia di Maldini, nel nuovo corso sarebbe l’uomo giusto al posto giusto. Ma ora pensiamo al derby e ricordiamoci che la classifica è veritiera e dice qual’è, in questo periodo, la squadra più forte(Rocco mi sta r imbottando dall’alto per la scaramanzia… ma quando ce vo ce vo e bisogna dire la verità su chi è realmente la squadra più forte tra le due milanesi).

  2. Per chi lo ricorda: di uno come Gipo Viani ?
    Per chi non lo ricorda : di uno come Fergusson ?

  3. Sparare a zero su Mihajlovic mi sembra un esercizio tale e quale al tiro al piccione. Con le implicazioni etiche è morali che questa barbara, e neppure troppo antica, usanza aveva.
    In questo periodo buio del Milan il serbo non ha certamente fatto peggio di predecessori e successori.
    Se poi colui che scrive considerasse che è stata una scelta voluta e imposta dal suo pupillo in cravatta gialla si renderebbe subito conto del conflitto di interessi di coerenza e onestà intellettuale che sta cavalcando.
    Gli amici Vittorio e Borgo dicono cose anche di buon senso, ma non posso non notare una pesante influenza nostalgica che nelle scelte coraggiose per il prossimo futuro possono risultare anche dannose.

    Infine sul derby avevo già scritto che che non avevo sensazioni positive e continuo a non averne. Sento parlare di un recupero miracoloso di Romagnoli. Questo non è un bel segno. Nel senso che se la nostra forza, il nostro peso specifico, passa obbligatoriamente da singoli giocatori, vuol dire che il nostro predominio è molto precario.
    L’altra Milano delle latrine, pur non avendoci capito una beneamata minchia fino adesso, ha un potenziale di squadra certamente superiore al nostro (il sito transfermarkt mi da uno sbilancio di 120 mln a favore della rosa dell’Inter). Ha un nuovo allenatore, che conosce il calcio italiano molto, molto di più di quell’oca dalle uova d’oro di olandese. E forse affronta questa partita nella medesima situazione psicologica di come noi abbiamo affrontato i gobbi.
    Non voglio considerare le statistiche negative del 20 novembre e la presenza di Tagliavento, ma questo sento e questo soffrirò fino a questa sera.

    1. A me sembra abbia fatto molto peggio dell’attuale allenatore

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