A questo Milan serve ancora il closing?

Ad Agosto il closing era visto come una liberazione, come qualcosa di necessario, come una ineluttabilità. Sono passati solo tre mesi e la situazione èradicalmente cambiata: il Milan ora è terzo in classifica, ha un buon organico nonostante gli infortuni ed una difesa solida. Bastava un allenatore in panchina invece degli scarti e degli esordienti che hanno caratterizzato la gestione post-Allegri e, lo ribadisco, non mi piace Montella e non è il miglior allenatore possibile ma almeno, rispetto ai passati, è un allenatore. Il suo grosso vantaggio è stato, comunque, non avere ingerenze di Berlusconi e potere lavorare tranquillo. La cosa ha influito, per fortuna, positivamente.

Il Milan ad oggi può ancora migliorare, molto. Ad esempio nella creazione di un gioco che ad oggi latita ma sono tutte cose in subordine. Ma intanto è terzo e lo è con merito perché prende pochi gol e – se non prendi gol – fai punti. Lo è nonostante un mercato estivo che è stato praticamente nullo per via della cessione (seriamente, chi se la prende con l’attuale società per il mercato, ha qualche problema) e forse è stato meglio così. E’ stato meglio così perché ci ha permesso di verificare un po’ di cose che abbiamo sostenuto contro tutto e tutti negli ultimi quattro anni e – siccome il tempo è galantuomo – oggi possiamo finalmente asserire come verità.

  • Il Milan era sotto per via principalmente di allenatori scarsi che hanno depauperato la rosa danneggiando doppiamente la squadra e penalizzandoci in sede di mercato non avendo giocatori rivendibili
  • Il Milan era penalizzato anche dalle ingerenze continue di Berlusconi Silvio e Barbara – negli ultimi mesi in cui Galliani ha dovuto prendere in mano la situazione da solo (con grandissima professionalità, essendo dimissionario) la squadra sta iniziando a tornare ai propri livelli di competenza
  • Il Milan è stato penalizzato dalla mancata immissione di liquidità sul mercato principalmente nell’estate 2013 quando era rientrato in Champions League nonostante le cessioni. 
  • Il Milan aveva bisogno di entusiasmo e di inanellare quelle 3-4 vittorie che gli consentissero di avere la testa libera. Non a caso, riconquistato il pubblico di San Siro che è stato un ostacolo nelle passate stagioni, sono arrivati punti pesanti in casa.

Siamo quasi contenti per queste nostre vittorie in mezzo ad un internet di webeti, di populisti arringafolle, di pappagalli che ripetono slogan precotti da questi signori e di tifosi che si sono costruiti una immagine mediatica a danno della propria squadra. Questa è principalmente la nostra vittoria e non perché loro hanno perso ma perché ne ha beneficiato, finalmente, il Milan.

In tutto questo clima, questa possibile uscita dal tunnel, irrompe purtroppo un fatto molto pesante: l’imminente closing. Un closing che dopo tanta fatica per uscire può migliorare la situazione ma può anche ribaltare nuovamente le carte in tavola (per capire cosa voglia dire questo, basta vedere la situazione dell’Inter). Sia chiaro, non sono contro i cinesi a prescindere ma due domande credo sia necessario porsele perché la situazione è sempre meno chiara ogni giorno che passa.

  • Sapremo mai chi c’è nella cordata? Prima si diceva che i nomi sarebbero usciti al preliminare, poi al closing, ora sembra slittino di nuovo.
  • Preso atto che Galliani è giustamente dimissionario perché si è scelto un Amministratore Delegato cacciato in malo modo da Juventus, Napoli ed Inter invece di puntare su soluzioni interne (vedi Gandini, attuale CEO Roma) o nomi più prestigiosi?
  • L’obiettivo è vincere o guadagnare?
  • Quali sono gli obiettivi sportivi per questa stagione sportiva e le prossime?

E’ questo ultimo punto che mi fa paura: in estate si è parlato di obiettivo Europa League che continuo a considerare inammissibile per una squadra con la storia del Milan. Il campo sta iniziando a smentire questo traguardo e probabilmente consegnerà ai cinesi una squadra in lotta per il terzo posto. Il boicottaggio sistematico del mercato estivo mi ha fatto pensare ad una proprietà che volesse entrare in una squadra disastrata per arrivare sesta e passare per i salvatori della patria. Cosa succederà, quindi, a Gennaio? Sarebbe peccato mortale non sfruttare l’occasione di entrare in Champions League accedendo, quindi, ad un parco di giocatori che non verrebbero al Milan senza l’Europa che conta nel mercato estivo.

Poi c’è il “giornalismo” rossonero. Schifoso ed ipocrita. Chi ha difeso per anni i vari ex-rossoneri chiedendone un posto in società improvvisamente si è accorto che le bandiere non servono, che Mirabelli è meglio di Maldini e compagnia bella. Sia chiaro: Maldini ha chiesto troppo per entrare nel Milan ma è decisamente ipocrita farne peccato mortale della vecchia società non avergli dato un ruolo e tacere quando la nuova fa lo stesso.

E’ chiaro che col passaggio si sta creando un vuoto di potere giornalistico e si sta cercando di ottenere le grazie di Milanello sparando a zero sui vecchi e servendo a dismisura chi entra. Di Mirabelli al momento non si può dire nulla ma viene già spacciato per un grande osservatore. Questo – per carità – alla fine farà anche bene al Milan ma trovo ridicolo leggere chi dipinge la proprietà uscente come fosse un mostro da cui liberarsi al più presto per ottenere le grazie della nuova.

Poi c’è la non informazione, quella che pubblica lettere del tifoso sgrammaticate e fa il giro di interviste dei vari Pruzzo, Bucchioni, Galeone e compagnia ad ogni sconfitta. Che pubblica articoli su Galliani, Montolivo ed altri odiati anche quando vanno in bagno solo per avere la parola “Galliani” nel titolo e far partire la shitstorm nei commenti che porta click al proprio sito. Che pubblica pezzi molto discutibili che mettono i tifosi contro la squadra invece di sostenerla. Che non dice “ba” quando ci mancano 6 rigori solari in 8 giornate. Qua l’unico closing che servirebbe è quello di alcuni tesserini da giornalista.

Al di là di questo ridicolo codazzo (gli unici servi dei servi che tanto nominano, alla fine, sono proprio loro) composto da gruppi discutibili ed aspiranti giornalisti amatoriali (ci auguriamo che la società entrante non si circondi di questo circo ma scelga per i ruoli di comunicazione persone autorevoli che hanno servito sempre il Milan) la mia principale preoccupazione è per questo impulso che arriverà tra poco che rischia di turbare un equilibrio faticosamente ritrovato se non adeguatamente modulato.

Abbiamo, per fortuna, dall’altra parte di Milano l’esempio ben chiaro di cosa non si dovrà fare. Ora spetta a chi subentrerà dopo il closing cercare di non emulare i cugini e continuare il lavoro di ricostruzione iniziato da Fininvest e non certo questa estate, ma quando nel 2012 dopo il lodo mondadori e la mancata disponibilità economica si decise di rifare il settore giovanile visto che Calabria, Donnarumma, Locatelli ed altri al Milan non si sono certo portati da soli.

In altre parole, cari cinesi, cacciate i soldi e vi applaudiremo, distruggete di nuovo tutto e per voi saranno solo torce e forconi. Sappiate che il Milan non è solo una squadra di calcio ma è LA squadra di Milano e la prima italiana a livello mondiale. Non comprate una società, comprate un sogno, un desiderio di chi non ha mai mollato e si merita di vedere altri trionfi. Altri Thohir al Milan, noi, non li vogliamo: buona fortuna e non deludeteci.

7 commenti

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  1. Clap…clap… amico mio. Commovente l’ultimo tuo passaggio! Si il Milan non è una squadra qualsiasi come quella che sta sull’altra sponda del Naviglio Grande. Il Milan è semplicemente la squadra italiana più conosciuta e forse più amata a livello planetario. A Galliani non è stato proposto di restare nel suo ruolo che ha magnificamente ricoperto per trenta anni? Se ne andrà senza sbattere la porta com’è nel suo stile. Ricorderemo quando Adrianone esultava proprio come ‘uno di noi’ esulta nell’esternazione della sua felicità per l’evento positivo vissuto in quell’istante dalla ‘sua’ squadra. Strameriterebbe la conferma perché i risultati di ciò che ha ricostruito, malgrado l’epopea berlusconiana, soprattutto dopo il 2012, sono sotto gli occhi di tutti. Tu sai(non ti dico quanti insulti sul web ricevo da presunti milanisti)che ho sempre creduto nella bontà del cosiddetto ‘materiale umano’ a disposizione dei vari tecnici che tu ha brillantemente classificato. Su Montella non la penso come te poiché senza di lui questo abbozzo di miracolo Milan non sarebbe potuto accadere. Si amico mio sarebbe delittuoso che i cinesi rompessero il giocattolo che Galliani ha messo a disposizione dello scaltrissimo Vincenzino(ricordati che Adriano lo voleva da sempre al Milan già dopo quel Roma-Milan 0-0 dove l’aeroplanino volava sulla panchina della Roma). Ma questo dell’allenatore non è un punto discriminante sull’univocità del pensiero positivo, sul team Milan, che ci accomuna. Lasciami sognare…se i cinesi non sfasceranno tutto come stanno facendo dall’altra parte, io spero anche a qualcosina in più del terzo posto!

  2. Di tutto il post mi piacciono solo le ultime cinque riga e mezza. Il resto è il solito pistolotto pro Galliani, che esprime un concetto di fondo: andava meglio quando andava peggio. Perché il Milan secondo te è solo lui, Berlusconi e tutto il resto della società che hanno lavorato per trent’anni sono stati accessori più o meno utili.
    Ma andiamo per ordine. Cominci sperticando le lodi, con le dovute riserve, non si sa mai, di Montella definendo i predecessori scarti, esordienti e scarsi. Senza entrare nel merito, però ti stai palesemente contraddicendo con quanto dicevi su Inzaghi e, soprattutto, su Brocchi. Ricordi quanto hai sparlato della non riconferma di Cristian a favore della scelta Montella? Improvvisamente l’aeroplanino diventa bravo, sempre con riserva, e quella scelta, assieme ad altro, diventa addirittura una tua/vostra vittoria. Ammazza…!
    Nel contempo tiri in ballo Berlusconi che defilandosi ha sostanzialmente dato alla squadra la possibilità di lavorare senza pressioni. L’ho detto anch’io da un bel pezzo. Però io ero quello che ha anche sempre detto che la pressione era dovuta al pretendere da queste squadre risultati che non potevano dare, tanto meno se messe nelle condizioni di doverli dare per forza (scusa il giro di parole). Adesso sembra cambiato tutto.
    Ma cambiato cosa? I risultati? La classifica? Il gioco non tanto, lo dici anche tu. Sai che a me piacciono le statistiche, perché i numeri non ti tradiscono mai. Hai provato a fare un confronto tra i dati dell’anno scorso e di quest’anno all’undicesima giornata? Sono questi: 2015 punti 19, vinte 6, pareggiate 1, perse 4, gol fatti 15, subiti 16, MI -2; 2016 punti 22, vinte 7, pareggiate 1, perse 3, gol fatti 17, subiti 14, MI -1. Non c’è mica tutta questa differenza, balla una vittoria e una sconfitta e due o tre gol. Se pensi che contro Torino e Sassuolo potevano essere benissimo due pareggi e nella vittoria contro i gobbi c’è tanto gusto, anche molta casualità… Troppa enfasi. Qualcosa è cambiato, sono stato il primo a dirlo, ma tutto questo ha bisogno di una verifica molto più approfondita. Le prossime quattro partite sono un bel banco di prova: Palermo, Inter, Empoli e Crotone. Il derby è sempre un’incognita, ma 10 punti sarebbero una bella conferma a questa classifica. L’anno scorso ne facemmo 5 contro Atalanta, Juve, Sampdoria e Carpi.
    Il closing, che dà spunto al titolo dubitativo, si fa perché è nell’ineluttabilità degli eventi. Non possiamo prendere questo bel momento della squadra come qualcosa di programmato, pensato, deciso. Questa situazione si è creata casualmente da un vuoto di potere, ma vuoto resta. Di fatto, lo vogliamo capire o no, che siamo senza una società e quella che ancora formalmente guida il Milan lo fa per l’ordinaria amministrazione (come si dice) e anche in amministrazione controllata? Altrimenti si perde il contatto con la realtà. Chi arriva (chi?) dovrà certamente essere bravo a non buttare i panni sporchi con il bambino dentro (come si dice) e, altro bell’insegnamento, prendere spunto dalle vicenda della seconda Milano per non commettere certi errori marchiani e dilettantistici (ne parla Serafini proprio oggi).
    La domanda poi se questi vengono per vincere o guadagnare non ha senso. E’ chiaro che chi investe una cifra molto importante per acquistare una società come il Milan (non ho detto Roma, Lazio, Genoa, Bologna o anche Inter), pensa in un ritorno, ma questo è legato per forza alle vittorie. Senza vittorie, senza Champions, senza alzare il brand del prodotto anche a livello di popolarità di giocatori, non c’è ritorno. Berlusconi trent’anni fa c’è riuscito (lui però è unico), questi cinesi speriamo scelgano persone giuste al posto giusto, ma forse servirebbe principalmente l’AD giusto al posto giusto. Fassone lo sarà? Chi può dirlo.
    Chiudo con un’inesattezza. Calabria e Locatelli non sono stati inseriti nel settore giovanile dopo il 2012, ma il primo arrivò nel 2006 e il secondo nel 2009. Gigio rientra nei colpi di fortuna, tipo Franco Baresi che era stato rifiutato allora dall’Inter: lui invece è grande tifoso del Milan e sognava il Milan.

    1. Eh quando va bene è sempre fortuna. Quando va male incapacità. Facile così.

      La differenza tra lo scorso anno e questo è che hai battuto la Juve. Non vedo poi perché dovrei togliermi punti in classifica che merito come quelli col Toro.

      1. Infatti la differenza è proprio quella. Ma chi ha parlato di fortuna? Ho detto che la vittoria contro la Juve è in gran parte frutto di episodi. Probabilmente era una partita che sarebbe dovuta finire in pareggio.
        Non tolgo assolutamente i meriti che ci sono tutti nelle vittorie contro Toro e Sassuolo, ma anche qui se Gigio non para il rigore e a Niang non lo concedono (ci poteva stare) forse staremmo a parlare di un’altra storia.
        Episodi, non fortuna.
        Aspettiamo le prossime quattro gare, poi si delineerà meglio.

      2. Buongiorno Diavolo,
        vorrei sapere se vi e’ un modo per evitare il login tutte le volte o quasi. Dopo qualche ora me lo chiede di nuovo.Ciao

  3. Al Milan servirebbe ancora Silvio Berlusconi. Purtroppo, come me ed altri qui presenti, ha eta’ ed acciacchi che lo hanno convinto a passare la mano. A questa convinzione nefasta hanno contribuito enormemente i fatti seguenti:
    1) L’odio politico dei tanti ciechi invidiosi che non hanno compreso la grandezza della persona e la grande opportunita’ per gli italiani di essere guidati da un vero leader positivo. Purtroppo questo odio ha infettato pure i tifosi politicizzati trasformandoli in ingrati autolesionisti che hanno amareggiato il Presidente.
    2) Le persecuzioni politiche che lo hanno privato di cospicue risorse finanziarie e della disponibilita’ di tempo e serenita’ . Cose necessarie a mantenere una squadra come suo e nostro il Milan grandioso.
    3) Figli meno capaci del padre.
    Quindi il closing e’ , oltre che inevitabile , necessario per mandare a casa tutti i tanti personaggi che si sono nutriti e si nutrono ancora
    alle spalle del Presidente.

  4. A qualcuno non piacera’ quanto sto per scrivere e mi insultera’ probabilmente. Qualche altro storcera’ il naso e rispondera’ senza insulti. Altri plauderanno, forse. Oppure, come spesso accade quanto scrivero’ verra’ ignorato. Vedremo.
    Sono convinto, ma fermamente convinto, che il futuro del Milan sara’
    pieno di gloria e di successi. Scommetto su questo ! Vedo il lungo tempo di attesa per la definizione del passaggio della proprieta’ un segno estremamente positivo di accuratezza e serieta’. Ed anche segno della importanza ed ambizione dei componenti il gruppo di investitori.
    La mia convinzione e’ suffragata dalla decisione di mantenere Silvio Berlusconi Presidente onorario e di rinnovare in senso di efficienza e modernita’ il resto delle strutture societarie.
    Silvio Berlusconi presidente significa due cose:
    – Sicurezza e convinzione dello stesso Berlusconi di potere offrire il
    suo nome , simbolo di grandi trionfi , ad ulteriori grandi successi.
    – Sicurezza e convinzione dei nuovi proprietari di non sfigurare a fronte
    di un passato cosi’ importante e di una bandiera che loro stessi
    vogliono sventolare.
    Commetto un peccato di presunzione, ma sono pronto a metterci la faccia se sbaglio, dicendo che molto molto raramente sbaglio nel riconoscere le grandissime intelligenze. E questo non certo perche’ io sopravvaluti me stesso, ma soltanto perche’ analizzo le persone senza il filtro negativo della invidia o della antipatia. Piuttosto con il piacere di capirle ed ammirarle.
    Berlusconi e’ un grande . Bastano i successi ottenuti col Milan a capirlo. Ma se scomodiamo impresa e politica ancor piu. Ebbene , se ci mette la faccia siate STRASICURI che si sta preparando a gustare successi ulteriori e il riconoscimento dal mondo intero per una scelta vincente frutto del suo genio.
    A voi…..se volete, ovviamente!

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