Berlusconi non è Moratti. Il Milan non è l’Inter

Potrei sostanzialmente riproporre da cima a fondo, dalla prima all’ultima parola, quello che ho scritto la scorsa settimana e probabilmente nessuno se ne accorgerebbe. Il motivo è semplice: perché quanto scritto mercoledì scorso sull’inafferrabilità (e inenarrabilità) delle cose in casa Milan, sarebbe, anche e ancora oggi, attuale. Nel corso di questi giorni non è cambiato assolutamente nulla. E purtroppo non è una novità. La solita maratona di esclusive, dichiarazioni e smentite, voci, anticipazioni e, soprattutto ma proprio soprattutto, cazzate. Grandi, grosse, belle e sane cazzate. La solita di maratona di ipotesi e supposizioni, sensazioni e ricostruzioni, per poi ritrovarsi, al fine, ancora qui, ancora nello stesso identico punto. Ma è esattamente questo che caratterizza la vita dei tifosi milanisti in questi ultimi anni: l’immobilismo. L’andare e tornare, avanti e indietro, a destra e a sinistra, in diagonale (un po’ come il grande ascensore di cristallo della fabbrica di cioccolato) e anche in tondo per poi essere sempre allo stesso punto – cioè tra il settimo e il decimo posto della classifica di Serie A.

Non è ancora arrivato il momento, non è ancora il 15 giugno. E fino ad allora, è sicuro, non succederà nulla. La cessione sempre resta la speranza di alcuni, dei molti che si chiedono se meritiamo ancora questa mediocrità, e resta sempre la peggior paura di quelli che non sanno in che mani finirà il Milan (c’è da credere che la vera paura di questi ultimi, non sia, comunque in che mani finirà il Milan, ma in che mani finiranno loro, che sono sempre andati dietro all’imperatore elogiandone le magnifiche vesti).

Intanto, tra un summit e un altro in quella ridente località brianzola (provate a non ridere quanto pensate che esista veramente una ridente località in Brianza) che è Arcore, tra un intervista esclusiva da Bruno Vespa sul primo canale nazionale e una, altrettanto esclusiva, su TeleridenteBrianza sul canale 689 del vostro telecomando (non provate a cercarlo quando c’è vento o piove, però, perché non prende; in effetti non prende bene nemmeno quando c’è il sole, forse), è arrivata la notizia che vedrebbe, entro fine giugno, i cugini della zia troia, passare dall’illuminata gestione indonesiana del signor Erik Thohir a quella gruppo Suning, colosso dell’elettronica made in China (i termini economici dell’affare sono spiegati chiaramente in questo articolo del Fatto Quotidiano).

Finirebbe così per l’Inter l’epoca gloriosa di Thohir che, con un quinto, un ottavo e un quarto posto in campionato, può, in questi due anni e mezzo di presidenza vantare un solo (effimero) obiettivo raggiunto: quello di aver sempre terminato il campionato dando le spalle al povero vecchio Milan. Tutto il resto è noia, anzi, tutto il resto è un fallimento tecnicotatticogestionale: tanti, troppi acquisti, tanti, troppi giocatori comprati seguendo il modello morattiano (compro centoquattordicimila giocatori, tanto prima o poi uno buono lo becco), tanti debiti accumulati (più di quelli trovati; ma questa, per il primo fan al mondo di Ventola, non è forse proprio una cattiva notizia), nessun reale investimento apportato (altro che ristrutturazione di San Siro … l’Inter deve pagare 2,4 milioni alla società che gestisce lo stadio!). Un fallimento, quindi? Eccome. Un bel fallimento in piena regola. Un fallimento degno di entrare nell’enciclopedia Treccani sotto la voce “fallimento” (appunto). Ma guai a parlarne. Avete forse letto qualche editoriale sprezzante e pieno di ironia di Fabrizio Biasin? Avete forse letto una disquisizione tecnica del Nobel per l’economia Fulvio Santucci? Niet. Però, dai, non vediamo l’ora di leggere il prossimo pezzone su Mario Balotelli che fuma una canna a Medellin mentre piscia su un nano che fa tenerezza. Mentre tutto continua a tacere sul fronte Eirk prendi-i-soldi-e-scappa Thohir. E mentre tutto continua a tacere su un gruppo che rileverebbe la seconda squadra di Milano dopo una trattativa durata meno del tempo che io impiego in gelateria per scegliere che gusto abbinare al pistacchio: nocciola o il nuovissimo gusto marò?

Tutto questo rivaluta l’operato di Berlusconi, i suoi continui ripensamenti, le sue pause, le sue boutade, i suoi video su facebook, le sue interviste da Vespa, i suoi “sì vendo/ no, non vendo vi faccio il Milan con i giovani italiani”, i suoi umori, le sue intemperanze, le sue storture della realtà? Certamente sì.

Berlusconi non è Moratti. E il Milan non è l’Inter. Al di là di qualsiasi ironia, la grande colpa di cui si sta macchiando Berlusconi in questo momento è che sta metabolizzando troppo lentamente una realtà di cui lui stesso, per sua stessa ammissione, è perfettamente consapevole: per ritornare a essere veramente competitivi a livello internazionale come dieci/vent’anni fa servono nuovi investimenti. Investimenti che Berlusconi non può o non vuole più permettersi (questo dipende dalla prospettiva con cui si valuta la figura del Presidentissimo). È chiaro, al tempo stesso, che dopo trent’anni di glorie di successi, è difficile lasciare il Milan così. Ed è per questo che comunque, al di là delle sciocchezze proferite sul suo presunto nuovo ruolo da DS, Berlusconi merita comunque di rimare presidente onorario del Milan. Perché anche il Presidentissimo merita di rivedere – e di essere un po’ protagonista – di un Milan diverso da quello attuale.

Soffriamo maledettamente l’immobilismo, l’helter skelter di ottimismo/pessimismo, l’attesa, l’ansia, la pressione, l’incazzatura, lo scazzo, la rabbia, la frustrazione, la depressione. Tutto. Ma basta buttare l’occhio oltre la siepe per rendersi conto che forse, aspettare ancora un po’, non è poi la peggior cosa che ci possa succedere. In fondo nessuno di noi vuole finire nelle mani nel primo Erik Thohir che passa, no? Se deve avvenire un cambiamento è solo per il bene del Milan, non per altro.

Berlusconi non è Moratti. E il Milan non è l’Inter. Grazie a Dio.

14 commenti

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  1. Standing ovation per 18maggio 1994.

  2. Strano a dirsi ma quelli che vanno di corsa in Cina, cospargendosi la testa con la cenere, sono gli altri di Milano e non la società di Berlusconi che è andata la’ per capire cosa c’era di concreto dietro il tentativo del broker Mr.Bee e dei presunti investitori asiatici. Avevo detto in tempi non sospetti che gli altri di Milano erano sull’orlo del fallimento… bancarotta o bancarottiere? Il presidente nerazzurro si è forse defilato in maniera un pochino più furba di quanto non fece il presidente giallorosso che prima di vendere, anzi prima che la banca di riferimento vendesse perché era il reale proprietario, ci rimise gran parte del suo patrimonio personale. Almeno di Silvio Berlusconi si potrà dire che il Milan gli ha dato quella notorietà e quel credito popolare che diversamente non avrebbe mai avuto. L’uomo di Arcore non è simpatico e come dici giustamente è forse attorniato da servi sciocchi o da furbetti. Paolo Maldini molto onestamente lo ha detto in maniera implicita nelle sue dichiarazioni ad una emittente televisiva. Chi l’ha seguita ha dedotto che lui e Galliani non possono coesistere. Troppo diversa l’impostazione filosofica nel modo di vedere il calcio di questi tempi. Nei piani del broker Bee Taechaubol compariva Paolo Maldini in una posizione di rilievo all’interno della nuova struttura organizzativa. Le idee di Paolo sono condivisibili soprattutto a riguardo delle struttura tecnica che attualmente è molto carente seppur possa vantare del maggior numero di addetti. Non saprei se per responsabilità di Galliani o di chi altri. Questo Milan, da un punto di vista del rapporto personale impiegato rendimento produttivo, assomiglia sempre più ad un vecchio carrozzone delle pletoriche ex partecipazioni statali fallite miseramente. Difficile far digerire a Silvio che il tempo del ‘volemose tutti bene’ è terminato. Il fair play finanziario non lo consente pena fare la fine delle due romane(una non esisterebbe più se non fosse stata salvata politicamente) oppure degli altri di Milano. Evito di dire di quelli di Torino ben sapendo, rileggendo la storia d’Italia, che loro in qualsivoglia regime ed in qualunque mare di ‘polta’ galleggiano sempre. Di quel che sta facendo Silvio…bisognerà dare un giudizio a conclusione dei ghirigoro dove si è cacciato. Certo non ha aiutato la scellerata questione dello stadio di proprietà dove la figlia non solo ha toppato ma ha fatto gravare in negativo sul dissestato bilancio ulteriori 30 milioni di euro. In questo caos è giusto che sia Paolo Maldini che Silvio Berlusconi pretendano chiarezza e penso che questa la pretenda anche chi, c’è di mezzo addirittura il governo cinese, vuole acquistare il Milan per motivi pubblicitari cercando di trarne gli stessi vantaggi di notorietà dei quali ha usufruito Silvio Berlusconi.

  3. Per chi ha voglia di ascoltarla qui c’è l’intervista integrale a Paolo Maldini.

    • marchese il 2 Giugno 2016 alle 13:41

    Clap, clap e inchino all’editorialista e Borgofosco.

  4. Ma guarda un po’ !
    Appena si e’ visto cosa accade in casa dei cugini la prudenza ed il timore che possa accadere anche a noi ha spostato gli atteggiamenti verso Berlusconi. Non piu’ insulti, disprezzo, ladro, rincoglionito,ma , forse e’ prudente…..avveduto . Chissa’ , magari fa bene………: vabbe’.
    Certo, 18, i tanti impiegati assunti da Galliani temono i nuovi proprietari, ovvio. Ma i tantissimi tifosi memori, riconoscenti, prudenti, attenti, scontenti, preferiremmo tenerci Berlusconi presidente con collaboratori nuovi,capaci, giovani, con Galliani in pensione ed un futuro italiano.Francamente vedere tanti simboli dell’Italia finire in mani straniere fa male.

      • sadyq il 2 Giugno 2016 alle 21:36

      Finché non si comincerà a vincere con la nuova proprietà!

      1. Chi o cosa ti fa essere cosi’ ottimista? Ricordati che la sola squadra in mano di uno straniero che abbia MAI vinto una Champion League e’ stato i Chelsea. Ed ha vinto di grandissimo culo ! Per capirci meglio ti faccio notare che vincono quasi sempre le spagnole che sono societa’ diffuse e nazionali.

          • sadyq il 3 Giugno 2016 alle 21:03

          Non ho fatto previsioni, non ho dimostrato ottimismo. Ho solo risposto al tuo … dolore, con una possibile cura.

  5. Bhò non so come vedete voi le cose ma Moratti una delle poche cose buone che ha fatto è stata proprio quella di vendere L’Inter.
    Moratti ci ha guadagnato, ora ci guadagna Tohir con l’imminente vendita e sia lo staff che la squadra sono migliorati.
    Al Milan non abbiamo i debiti dell’Inter perchè Berluscono non dà in prestito 100ml all’anno come Tohir ma li mette di tasca sua, detto questo però con Berlusconi e Galliani non si va più da nessuna parte, Maldini ci sarebbe venuto di corsa a far parte della dirigenza ma ha detto chiaramente e molto onestamente che non condivide nulla di questo progetto tecnico, che con Galliani hanno idee completamente opposte e perciò poichè non condivide lo stesso progetto, ed ha idee molto diverse non può avere mansioni dirigenziali.

    Ora ditemi voi se Maldini è un non milanista perchè non è a favore di Galliani.
    La verità è che Maldini ama il Milan molto più di Galliani e perciò non può appoggiare questo andazzo, quelli come Maldini sono i veri milanisti.

    1. Come la vedo io? Lo sapete ma lo ripeto. Berlusconi e’ arrivato a dover vendere perche’ questo e’ l’unico modo possibile per liberarsi di Galliani.Se vinceva Barbara racconteremmo un’altra storia e Paolo Maldini sarebbe da due anni nella dirigenza, Lui ed altri milanisti veri.
      Quindi non pensiamo nemmeno lontanamente di mettere sullo stesso piano colui che ha portato il Milan sulla cima del mondo ed il suo ribelle ed ostinato generale.

        • sadyq il 4 Giugno 2016 alle 22:14

        Che sciocchezza. berlusconi vende perché non ha più soldi, è pieno di debiti, non ha più impegni politici, le sue aziende oramai sono gestite dai figli ed infine, è diventato un vecchio rincoglionito e bugiardo!

  6. Se arrivassero i cinesi, ammesso che ci siano e dessero le dovute garanzie, sarebbe un bene per tutti se Berlusconi vendesse.
    Al Milan arriverebbe Emery assieme pure al ds del Siviglia che ha fatto grosse plusvalenze ed ha scoperto tanti talenti, insomma il Milan poggerebbe le basi per ripartire alla grande e magari si troverebbe pure un ruolo per Maldini.

    1. Ormai Berlusconi non segue più il calcio, in una intervista fatta qualche giorno fa ha detto che lui voleva Guardiola ma “i suoi collaboratori gli hanno detto che Guardiola ha lasciato il Bayern”… alleluia alla buon ora, lo sanno tutti che è al Manchester City c’era bisogno dei collaboratori.
      Quando si dice che Berlusconi ha avallato gli ultimi acquisti è un errore, perchè Berlusconi dei giocatori che sono arrivati al Milan negli ultimi anni probabilmente non sapeva neanche in che squadra hanno giocato prima che arrivassero.

      Mi auguro che non arrivino Kovacic e Fellainy in due non farebbero neanche un mezzo giocatore da Milan, se i procuratori fossero realmente amici di Galliani non gli proporrebbero certi pacchi…
      Purtroppo all’attuale dirigenza del Milan le teste pensanti non piacciono…

      1. Come ti ho detto sopra vedo Berlusconi ostaggio di Galliani e non so certo il motivo. Se vinceremo, come dice Sadyq , gioiremo certamente. Ma di sicuro una nottata come quella dopo lo Steaua non la vivremo piu’.

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