Un pessimo raccolto

La caduta libera del Milan continua, inesorabile e impetuosa, ma la notizia forse più grande è che non fa più notizia. Parlare di un Milan squallido, autore di fare senza un filo logico, non è più qualcosa di inaspettato, anzi sembra diventata la tristissima consuetudine per una squadra allo sbando.

Mihajlovic, dopo l’ennesima delusione personale e per i tifosi, ha deciso un ritiro obbligatorio fino alla prossima gara, contro la Juve. Favorevoli e contrari si dividono, ma a mio avviso cambia ben poco. Si può accettare o discutere la scelta, ma non è questo che farà cambiare idea su ciò che siamo diventati. Va analizzata piuttosto la causa della debacle, i motivi della “frana”.

Il tecnico parla di testa, di carattere e di grinta, io ci vedo invece una mancanza totale di idee, un concetto di calcio sbagliato, un approccio alle partite completamente opposto a quello che in realtà dovrebbe essere. Abbiamo invocato gli infortunati, abbiamo invocato la sfortuna, ma qui siamo arrivati ben oltre. Le responsabilità sono di tutti, e vanno condivise, ma non si può dire che Mihajlovic abbia valorizzato al meglio ciò che aveva. Prendete il Sassuolo: Di Francesco ha sempre dato alla sua squadra una identità, vestendola con un vestito adeguato anche in base ai componenti della rosa. Mi volete dire che in terra emiliana ci siano più talenti di quelli che ci sono a Milanello? Non credo nessuno abbia il coraggio, eppure il Sassuolo è lì, quasi sopra di noi, e convinto di poter affermare il suo gioco qualunque sia l’avversario e chiunque scenda in campo.

Costruire, proporre, imporre: una squadra come la nostra non può affidare tutto solo a poche idee come corsa e pressing. Il calcio è di più, molto di più, e a San Siro sono troppi anni che non vediamo nulla di ciò. Da Ancelotti in poi non ci sono stati allenatori all’altezza, la società ha vagato a tentoni sperando di riuscire a salvarsi risparmiando tanti soldi. Dove vogliamo andare, così? Governati da un presidente la cui lucidità è compromessa, gestiti da un amministratore delegato sconfessato da tutti e allenati da un tecnico che vorrebbe essere ovunque tranne qui, adesso. Il risultato è quello che guardiamo in campo la domenica, ma le cause vanno ritrovate in una politica societaria totalmente sbagliata ormai da anni. Prendiamoci il raccolto che viene, e non stupiamoci se è povero, infimo e di poca qualità. Si raccoglie sempre in base a ciò che si semina e in base alla cura che tutti hanno del loro campo. 

14 commenti

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  1. Mi volete dire che in terra emiliana ci siano più talenti di quelli che ci sono a Milanello? Non credo nessuno abbia il coraggio

    Purtroppo si, qualcuno ha il coraggio

  2. Dal momento dell’ammutinamento contro Seedorf e dal ritorno dalla scellerata Dubai nel Milan convivono due squadre : i salvatori della patria nonche’ leccaculi di Galliani e gli epurandi agnelli sacrificali. Gestita dallo stesso Galliani e dalle mezze figure di Pippo e Sinisa la rivoluzione anti
    Clarence e , nella segreta realta’ , anti Silvio Presidente ha portato allo sfascio totale. Il principale simbolo di questa ingiustizia e nepotismo e’ Montolivo Capitano e Faro della Mediocrita’. Piaccia o non piaccia la ripresa del Milan non puo’ prescindere dalla sostituzione di queste due figure , Direzione Sportiva e Perno del Centocampo,con due leader di valore assoluto.

      • Erlebnis il 5 Aprile 2016 alle 14:12

      Vittorio sei totalmente fuori strada. Montolivo è un ottimo calciatore capitato al Milan nel momento sbagliato, ma soprattutto è una persona per bene, correttissima e per questo stimato e amato da compagni e società. Perché e a chi gioverebbe la sua esaltazione? Da chi e perché sarebbe raccomandato?

      1. Erlebnis , mi dispiace ma le cose stanno come ho detto. Hanno aspettato un sacco di tempo che Montolivo si riprendesse a costo di tante sconfitte e scoramenti. Non lo hanno voluto affiancare da un giocatore di pari ruolo possibilmente di meno flebile regia, per non fargli avere concorrenza. Gli hanno tolto di mezzo il fastidioso ( per lui ) De Jong . Evidentemente gli sono amici ma tutto questo non va bene per la squadra.

  3. Abbiamo… hanno sbagliato anche quest’allenatore. Speriamo nel prossimo.
    Sabato, che potrebbe essere il vero de profundis per Mihajlovic, mi fa venire in mente un vecchio Milan-Juventus esattamente di 19 anni fa. Annata disastrosa come questa, nella quale finimmo undicesimi. Allenatore all’inizio di quell’anno era Oscar Tabarez, ma all’undicesima giornata di campionato, alla quarta sconfitta, 9° in classifica a 7 punti dalla capolista Juventus, ci si convinse che l’errore stava seduto in panchina e fu ripreso il mai dimenticato fondatore dell’era berlusconiana Arrigo Sacchi. Si fini, come ho detto, 11° a 22 punti dalla Juventus.
    Ma ero partito dal Milan-Juventus del 6 aprile 1997. Partita che termino con un roboante 1 a 6. L’umiliazione peggiore di sempre. Qualcuno si ricorda con quale formazione giocò il Milan? Vi rinfresco la memoria: Rossi, Reiziger, Maldini, Boban, Vierchowod, Baresi, Blomqvist (60′ Baggio), Desailly (81′ Tassotti), Simone, Savicevic, Dugarry. Di quella rosa facevano anche parte Weah, Albertini e Costacurta. Altro che quelli di oggi! Naturalmente con una rosa come quella di chi poteva essere la colpa? Solo dell’allenatore, anche se si chiamava Arrigo Sacchi. Così l’anno dopo si cambiò nuovamente e si prese quello che aveva vinto di più con il Milan (4 scudetti di fila, 1 Champions più 2 finali perse) e che aveva pure trionfato al Real Madrid: il meglio in assoluto. Bene, il miglior allenatore in circolazione riuscirà a migliorare il piazzamento finale piazzandosi 10° a -20 dalla Juventus che intanto vinceva sempre con il suo buon Lippi (capace di vincere solo con i gobbi e un mondiale con la nazionale che neppure San Gennaro si sarebbe potuto inventare meglio).
    Morale? Se fosse tutto così semplice come qualcuno qua dentro predica, a fare una squadra di calcio vincente sarebbero capaci in tanti. Non è così e non è cambiando allenatori a ogni spiffero di vento che si risolve il problema. E’ il famoso cane che si morde la coda.

    1. E poi si cambiò ancora, no?

      Mica abbiamo cambiato la società.

      1. Ci giri intorno?
        Ti ho fatto l’esempio di due dei migliori tecnici che ha avuto il Milan e che quei due anni hanno fallito.
        La domanda che uno si dovrebbe porre è: colpa loro? La risposta che io mi do è: no.
        Quei due anni con quei giocatori e quella classifica sono il frutto di un insieme di cose delle quali alcune imponderabili. L’anno dopo andò di lusso a Zaccheroni, ma anche per altrettante coincidenze imponderabili e irripetibili.
        Quello che ho scritto in conclusione era fare capire che il successo o meno di squadra passano da tante piccole cose, allenatore compreso, ma che, salvo manifesta incapacità (Pippo?, Leonardo?) difficilmente è il più responsabile.
        Comunque era più difficile fare 11° e 10° con quella rosa che con questa.

        PS: Non voglio fare la Cassandra, ma sto incrociando le dita perchè sabato non si ripeta una debacle come allora.

        1. Io credo che la situazione della gestione Inzaghi sia diversa da questa. Profondamente. Ah Leonardo ha fatto bene, se non gli si spaccano Pato e Nesta nel momento decisivo vince lo scudo – per la cronaca.

        2. Con i se e con i ma non si va da nessuna parte.
          Comunque che Leonardo non fosse un allenatore lo sta semplicemente a dimostrare che dopo le due parentesi milanesi (la seconda fu solo una porcata nerazzurra con vendetta andata male del brasiliano) il nostro non ha più allenato.
          Lo difendi solo perchè la sua panchina fu una genialata del tuo prediletto, ma il comportamento di Leonardo all’epoca fu sicuramente molto peggio di quello di Ambrosini oggi.
          Leonardo quell’anno, tra l’altro, perse nettamente entrambi i derby (4-0 e 2-0) e completò con la ciliegina del 4-0 a Manchester.
          Ma tanto cosa siamo a parlare a fare che tra tre mesi arriva Brocchi.

  4. Buli,
    io sono molto deluso e non salvo nessuno dalla mia riprovazione: tutti hanno qualcosa da farsi perdonare.
    Penso però che sia il caso di fare riferimento alla storia e alla nostra storia per trarre idee e insegnamento.
    Io non credo che il calcio sia un’esperienza ultraterrena: anche per il calcio vale il concetto che chi non impara dalla storia è destinato a ripetere gli stessi errori all’infinito.
    Non starò qui a fare l’elenco dei colpevoli.
    E’ però secondo me intuitivo che se al 20° giro avevamo preso tempi da prima fila e improvvisamente siamo tornati a ciondolare come vecchi somari qualcosa è successo.
    Le partire con Fiorentina, Inter in modo diverso Napoli e Roma non sono state giocate da “altri”.
    A me pare che il calo ci sia stato nel momento in cui
    1 ci si è resi conto che comunque non valeva la pena fare tanta fatica, tanto saremmo entrati in EL grazie alla finale di Coppa Italia.
    2 Il nostro presidente ha ricominciato a emulare il mai rimpianto M.Moratti e le sue frasi a caso come “l’allenatore per essere riconfermato deve vincere tutte le partite”
    3 sono rientrati Menez e Balotelli, la cui storia umana non è quella di essere “uomini spogliatoio”.

    Mi sembra che alcuni ammirino altri allenatori.
    Mi sembra che non si sia ancora compreso a fondo frasi come queste:
    http://www.basketnet.it/archivio-news/item/10296-Dan%20Peterson-%20%C2%ABE'%20la%20societ%C3%A0%20che%20fa%20l'allenatore-%20non%20l'allenatore%20che%20fa%20la%20societ%C3%A0%C2%BB.html
    “E’ la società che fa l’allenatore: non l’allenatore che fa la società. Al cento per cento e senza eccezioni”
    Trovo imbarazzante che qualcuno comunque rimpianga Conten( un gobbo nell’anima e nel carattere, quindi un perdente, uno di quelli forti coi deboli e debole coi forti) e Allegri, massimo complice della nostra disgrazia attuale e che non perde occasione per dimostrare la sua inadeguatezza: anche quando gli avversari gli regalano la partita fa il possibile per perderla. Con noi a Londra portò due – dicasi due – portieri in panchina; a Monaco ha tolto il migliore in campo in modo che gli avversari fossero più sicuri di quello che dovevano fare.
    Per favore!
    Speriamo di andare il EL, e costruire qualcosa.
    Ripeto:
    E’ la società che fa l’allenatore: non l’allenatore che fa la società. Al cento per cento e senza eccezioni

    1. Però Mihajlovic ha fallito più o meno ovunque, ed in quelle società non c’erano né Galliani né Berlusconi.

      Ed è più o meno lo stesso film già visto un anno fa alla Samp con la squadra che crolla fisicamente nel finale facendosi rimontare tanti punti dal Genoa.

  5. Diavolo 1990, non facciamo le classiche discussioni a base di ma, però e difesa delle proprie posizioni.
    E’ chiaro che ognuno ha le sue idee e che sui gusti non bisogna discutere.
    Però ti faccio un esempio:
    Ranieri, quello bravo, è bravo solo quando fa comodo o anche quando era all’inter, alla gobba, alla roma ?
    e Di Francesco era bravo anche quando l’anno scorso è stato esonerato o è stata brava la società a “rientare” nella gestione dopo avere chiamato malesani.
    e Donadoni, quando era a Napoli non era Bravo?
    Lo stesso vale – a volte – anche per i giocatori.

    E’ chiaro che città che vai relazioni che trovi.

    Io prendevo in giro gli interisti e gli spiegavo che la differenza tra noi e loro era nella società e poi in tutto il resto di conseguenza.

    Resto della stessa idea

    1. Per me le società di calcio influiscono solo sul mercato. Dal 31 Agosto al 31 Dicembre e dal 1° Febbraio al 31 Giugno l’influlenza di una società sui risultati è minima, quasi nulla

      Analogamente l’Inter è la stessa che vince il triplete, eh.

      Io continuo a vedere quest’anno come profondamente differente dai 3 passati

  6. Chiudiamo qui, e ognuno si tiene le sue posizioni.
    E’ una premessa automatica di tutte queste conversazioni, non solo sui blog.
    Tieni presente che negli anni 70 il Glatasaray giocò un semifinale di Coppa Campioni ( forse un finale), che la Grecia ha vinto l’europeo e la Juve ( la Juve, fa ridere solo a pensarlo ) lo scorso anno è andata in finale dopo avere battuto il fortissimo Monacò e il Bdortmund che lottava per non andare in serie B.
    E’ chiaro che contro il Dio Eupalla si può poco.
    Magari vinci uno scudetto e due anni dopo con gli stessi giocatori, vai in B ( noi lo sappiamo)
    Colpa di Radice, Lo so.
    Giusto per finire.
    Io come hai capito la penso più come Milanforever; tu invece in base alle tue convinzioni hai sempre ritenuto Allegri un signor allenatore, giusto?
    ciao
    Buli

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