E se Sacchi non fosse poi così rincoglionito come sembra?

I hope I die before I get old. Dovrebbero essere le prime parole che diciamo da bambini, dovremmo ripetercelo fin da quando veniamo al mondo. I hope I die before I get old. Dovrebbero insegnarcelo i nostri genitori, dovrebbero insegnarcelo a scuola. I hope I die before I get old. Perché non si dovrebbe mai arrivare in quel luogo della vita dove tutti ci considerano più saggi ma anche più rincoglioniti. Perché va bene l’esperienza, ma perché anche la demenza senile? Perché è giusto lasciare questo miserrimo mondo al pieno della proprie capacità intellettive, senza fermare il traffico, senza affollare i cantieri cittadini, senza bestemmiare nei bar o alle poste contro il governo ladro per l’aumento del caffè (rispetto agli anni Venti quando costava due lire) o contro la diminuzione delle pensioni. I hope I die before I get old. Dovrebbe essere una sorta di norma universale.

Qualche editoriale fa, ho già – in parte – precisato quanto è giusto e doveroso precisare, quando si parla di Arrigo Sacchi: un simbolo della (e nella) Storia del Milan, un simbolo della (e nella) Storia del calcio mondiale. Realmente in pochi possono dire di aver rivoluzionato il calcio – il modo di giocarlo, il modo di guardarlo, il modo di interpretarlo. Realmente in pochi possono dire di aver non solo rivoluzionato il calcio, ma di averlo anche fatto da vincente. Realmente in pochi possono dire di aver portato il calcio nella modernità. Sacchi fa parte di questa élite ristrettissima. Anzi, forse Sacchi è il solo a far parte di questa élite.  E tutti noi, al di là del fatto di essere (grazie a Dio) milanisti, abbiamo un debito nei confronti di quest’uomo.

Appunto: uomo. Umano troppo umano. E quindi, inevitabile, anche vecchio. E quindi, inevitabilmente, rincoglionito [Breve inciso: spero che pochi di voi abbiano avuto la sfortuna, ultimamente, di ascoltare il commento tecnico delle partite della Premier League fatto da Fabio Capello].

“(La Juventus) E’ dieci anni avanti a tutte le altre squadre per coesione e competenza. Il suo limite sono i verbi. Noi al Milan ne coniugavamo tre: vincere, convincere, divertire. La Juventus ne coniuga uno: vincere. È una debolezza. Si dirà: ‘Ma in Italia continua a vincere’. E io dirò: anche il Rosenborg vince sempre lo scudetto in Norvegia. Ma cosa conta è la Champions League e in Europa la Juventus fatica”.

Il problema però è che queste non sono le parole di un vecchio rincoglionito, come si è cercato di farle passare in queste ultime settimane.

Rappresentano, a contrario, l’analisi estremamente lucida e razionale di uno che forse ne capisce ancora qualcosa di calcio e che sceglie, coscienziosamente e con onesta intellettuale, di affermare l’esatto opposto di quello che ormai afferma il GUI (ndr. Giornale Unico Italiano: organo di stampa nazionale che raccoglie tutti i giornali del Bel Paese, dal Corriere della Sera a IlGiornale, da La Gazzetta dello Sport a Tuttosport, passando per Il Corriere dello Sport, da Panorama a Cani e gatti, da Tv Sorrisi e canzoni al giornale de Il Segreto, da La Stampa alla Gazzetta del pastore sardo).

Sacchi ha ragione. La Juventus vince e continuerà a vincere (con buona pace da parte nostra) là dove vincere è l’unica cosa che conta (sottinteso: al di là dei mezzi). Là, invece, dove serve vincere, convincere e divertire loro faranno sempre fatica. Il GUI è stato a lutto per una settimana, protestando contro i poteri forti dell’Europa per un 4-2 che poteva essere un 3-0 a fine primo tempo. Lunedì invece ha deciso che un 4-1 che poteva, a un certo punto, essere 2-2 non ha lo stesso peso. Vincere è l’unica cosa che conta, non importa come. E allora a me vengono in mente quattro anni di prese per il culo: per lo stesso principio attuato per la partita contro il Bayern, il (mancato) 2-0 di Muntari avrebbe chiuso partita e scudetto, no? Vincere è l’unica cosa che conta (al di là di tutto, ricordatelo).

Perché dico questo e soprattutto perché lo dico adesso? Perché fa sempre male vedere il Milan lontano dall’Europa (quella che conta), fa sempre male vederlo sesto e fa sempre male vederlo far male in questo campionato così scarso.

6 commenti

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    • vittorio il 23 Marzo 2016 alle 14:18

    Non ho capito 18 Maggio . Chi sarebbe il vecchio rincoglionito? E chi sarebbero i giovani genii?

  1. Non capisco 18 Maggio.
    Chi sarebbe il Vecchio Rincoglionito ?
    Quali sarebbero i Giovani Genii ?

  2. Finalmente qualcosa si muove:
    Non ho mai dato giudizi negativi su Mihajlovic, sono i giornali che hanno fatto copia e incolla. Penso che in caso di vittoria della Coppa Italia Mihajlovic meriterebbe di restare l’allenatore del Milan. Mi sono solo lamentato di vedere un Milan che non mi è piaciuto e non so quanto questo sia da attribuire all’allenatore, alla società che non ha saputo prendere i giocatori giusti o ai giocatori stessi. Non è solo colpa di Mihajlovic.

    http://www.milannews.it/primo-piano/anche-la-societa-finisce-nel-calderone-berlusconi-e-la-prima-stoccata-a-galliani-205826

    1. Campagna elettorale.

      Se qualcuno crede che SB se la prenda con AG non ha capito nulla degli ultimi 30 anni di Milan. AG è un parafulmine lautamente pagato per coprire gli errori di gestione di Berlusconi.

      1. Caro Diavolo come ti ho scritto per e-mail non vorrei parlare di persone ma di fatti. Certo che se le cose stessero come dici tu non diminuisce la responsabilita’ di Galliani che si presterebbe
        a fare cose sbagliate volute dal Presidente.Sai che ti dico? Pensiamo per un po’ che tutti siano in buona fede e valutiamo i fatti ed i possibili rimedi. A questo proposito ti ho mandato un mio scritto ma temo che non ti sia arrivato. Se la mail non funziona dammine notizia rispondendomi qui.

  3. Non sempre condivido il pensiero di Arrigo ma seguo sempre con doverosa deferenza quel che dice. Per me è il ‘docente massimo’, nel calcio italiano, e gli darei una cattedra ad honorem con l’attributo di Magnifico Rettore. Lui ha dato più volte la sensazione di non apprezzare il calcio che Sinisa fa praticare al Milan(non apprezzava nemmeno quello di Allegri e di chi lo ha sostituito sino all’arrivo del serbo). Ma una squadra di calcio, ai nostri giorni, si costruisce sul materiale umano che si ha in rosa. Questo Milan ha sbagliato a puntare su alcuni giocatori ma ha centrato l’acquisto di altri giocatori ed, al momento, il fortunato esordio di un autentico fenomeno: Gigio. Non mi meravigliano le parole di Silvio Berlusconi e spero che Il Milan vinca la Tim Cup. Sarei doppiamente felice anche per Sinisa!

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