E’ tutto pronto per un’altra sconfitta (devastante)

Sempre teso fra realtà e sperare, come canta Guccini nella splendida E un giorno… Sempre teso fra un ragionevole disfattismo e un ingenuo ottimismo (che cerca però di mascherarsi da razionalismo). Senza aver ancora capito da che parte voglio o sono costretto a stare. Vivere (quello che per alcuni è soltanto tifare) il Milan, questo Milan, è estenuante, e crea difficoltà esistenziali non di poco conto. Analizzare questa stagione, questa prima maledetta parte di stagione, è attività di non facile esecuzione (perché doloroso, e perché si rischia, purtroppo, di cadere nel disfattismo o, peggio ancora, nel ridicolo). Il punto più basso lo abbiamo toccato, senza alcun dubbio, nella partita persa a San Siro contro il Napoli (anche se probabilmente stiamo parlando della squadra che vincerà lo scudetto). Il punto più alto (si fa per dire, ma non per ridere), probabilmente, lo stiamo vivendo adesso. Due vittorie consecutive sembrano acqua nel deserto dopo giorni di pellegrinaggio nefasto (ci sarebbe un detto, delle mie parti, che si adatta perfettamente alla situazione, ma ha un fondo di volgarità neanche troppo celata e non è mia intenzione trascendere). Un nuovo (vecchissimo in realtà) modulo e un paio di facce diverse nell’undici titolare. Ho sempre detto che non mi piace parlare di schemi nel calcio. Anzi, ad essere sinceri, un po’ mi piace, ma lo trovo squisitamente inutile. Le squadre infatti giocano bene o male a prescindere dai moduli (che alla fine sono giochetti da giornalisti sportivi e da bar sport del lunedì) e molto spesso anche a prescindere dagli allenatori. Lo stanno comprendendo anche i nostri carissimi (ma proprio cari cari cari) amici gobbacci. Finché i giocatori erano quelli dei tre scudetti contiani e finché lo spirito era ancora quello (quello contiano si intende), cambiava poco, molto poco, tra un 3-5-2 e un 4-3-3 passando per un 4-3-1-2. Oggi è tutta un’altra storia. Ahiloro. Inutile parlare di moduli. Resta il fatto che dopo aver mangiato a forza la cena preparata dai ragazzi di Sarri, il Milan ha un po’ cambiato pelle, tornando al vecchio 4-3-3 con l’inserimento di Cerci (una creatura misteriosa, attorno alla quale, al momento, non dirò nient’altro se non: non mi piace e non lo farei giocare) e mettendo il buon vecchio Alex accanto a Romagnoli (un Romagnoli sempre più sicuro, tra parentesi). E non dimentico certamente il sedicentesedicenne Donnarumma tra i pali (tenere fuori uno dei migliori portieri d’Europa è un gesto criminale), dal momento che è proprio il giovanissimo portiere l’anello tra la lunga premessa e il senso del mio discorso.

Il Milan è ripartito, Mihajlovic è di nuovo l’uomo giusto (avete letto la Gazzetta di oggi?), il Milan italiano piace (sicuramente più di quello thailandese), il Milan non subisce più gol. Il Milan ha di nuovo ambizioni europee:  il Milan si rilancia – nuovamente – per la volatachampions. Non ho mai esternato questo tipo di atteggiamento e spero con tutto il cuore(rossonero) di sbeffeggiare me stesso in un commento sotto questo editoriale, domenica sera dopo la prossima partita. Ma percepisco già quella strana sensazione di amaro dentro la bocca. Quella strana sensazione che ti fa dire “Era soltanto un’illusione, siamo la stessa squadra dell’anno scorso”. Ci aspetta (e ci spetta) la Lazio di Pioli, la Lazio di Pioli che ha perso 2-1 contro l’Atalanta, la Lazio che sa vincere soltanto in casa (dove però i tifosi non vanno). Sassuolo e Chievo non hanno giocato contro di noi, inutile, a mio avviso, domandarsi dove finiscano i nostri meriti e dove inizino i demeriti dell’avversario. Non hanno giocato, punto. Non hanno quasi mai tirato in porta, punto. E questo non ci rende forti. Non rende la nostra difesa impermeabile, non rende Donnarumma il nuovo Sebastiano Dida (o Nelson Rossi).

Sono ormai un paio di anni che vivo di false speranze. Stavolta provo a fingere di non essermi illuso (ancora una volta). Fingo di non essermi illuso e vesto i panni del tifosottopediculare. E’ tutto pronto, è tutto pronto per la prossima sconfitta. Quella che distruggerà (ancora una volta) le nostre ultime e misere speranze. E sarà anche colpa di Donnarumma, fidatevi. 

Forza Milan, sempre e comunque.

Ci risentiamo domenica sera.

Ps. Grossomodo, il detto tipico delle mie parti, afferma che durante un periodo di triste astinenza sessuale (figurativamente detta carestia), anche il più misero anfratto può apparire come una splendida galleria.

8 commenti

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  1. Ma come si fa seriamente a pensare che in un gioco tattico come il calcio moduli, schemi e perfino allenatori non contino o comunque contino solo in minima parte?
    Cioè quindi secondo il tuo ragionamento (similare a quello che facevano in troppi ai tempi di Allegri per giustificare un’ allenatore che sta riuscendo a distruggere pure la Juventus che solo con Pogba e Dybala ha 140 milioni di asset) non c’ è differenza fra il giocare in un modo o in un altro e che fra l’ avere Mihalovic, Sarri e Allegri non cambi nulla.

    Io ho una visione completamente diversa e penso che moduli, schemi e soprattutto allenatori influenzano direttamente il rendimento dei giocatori e della squadra. Ogni giocatore rende bene in determinati contesti di gioco e di ambiente e molto male in altri. L’ allenatore bravo è quello che crea il contesto giusto per far esprimere al meglio i giocatori che ha a disposizione.

    Mihailovic ha sbagliato tutto all’ inizio e sotto esonero è riuscito almeno ad avere il buon senso di rivedere alcune sue decisioni palesemente inadeguate. Giocare con un modulo che prevede il trequartista, senza avere il trequartista è roba veramente inquietante, altro che far esordire un giovane predestinato come Donnarumma per prendere il posto ad un portiere evidentemente giù di forma che non riesce ad interagire bene con i compani di difesa (vedere il cambio di livello delle prestazioni di Romagnoli da quando gioca Donnarumma).

    1. Non ho mica detto che i moduli (e gli allenatori) sono inutili. E il discorso su Allegri rafforza la mia tesi. L’anno scorso la rosa era sostanzialmente quella degli anni precedenti (con Vidal-Pirlo e Tevez, tra gli altri) e quindi vincevano tranquillamente anche se acciughina mischiava le carte con un 4-3-3 o un 4-3-1-2. Oggi le cose vanno diversamente.
      I moduli contano, gli allenatori anche. Ma molto meno rispetto a quanto i giornali (che devono vendere) vorrebbero far passare. Una squadra veramente forte vince.
      Prendiamo il Real Madrid e il Barcellona di quest’anno. Queste due squadre hanno probabilmente i due allenatori più sopravvalutati (per non dire incapaci). del mondo : Benitez e L. Enrique. Eppure, nonostante tutto, restano il Real Madrid e il Barcellona. Infatti, nonostante l’incapacità di L. Enrique l’anno scorso il Barcellona ha vinto tutto (e vorrei ben vedere… con Messi, Suarez, Neymar, Rakitic, Iniesta ecc. in campo …). Quest’anno il Real tatticamente non ha senso (e quando mai le squadre di Benitez hanno avuto senso?) : ho visto Bale trequartista, Modric ala, Kovacic esterno … e altre boiate che solo a ripensarci rabbrividisco. Eppure penso che il Real faccia lo stesso paura, o sbaglio?
      Tutto questo per dire che secondo me la forza di una squadra travalica la capacità o meno sia di un modulo che di un allenatore (ultimo esempio : il Bayern Monaco. Qualcuno ha capito con quale modulo giocano? Secondo no. Ma resta uno squadrone).

    • sadyq il 30 Ottobre 2015 alle 20:50

    18/05/94, scusa ma col tuo “ps” ti riferivi a Diavolo? Lo sai anche tu che l’ultima volta che l’ha vista è stata quando è nato?
    Dai, non si fa così, devi portare rispetto al direttore ….. Ihihih

  2. Ti ringrazio per la risposta ma rimango della mia idea. Nel senso che ci possono anche essere squadre talmente forti (e rodate dall’ allenatore precedente come la Juve di Conte) che per un po possono reggere con il pilota automatico, ma proprio come sta succedendo alla Juve l’ incantesimo finisce presto senza un allenatore vero. Per il 95% delle squadre fra cui il Milan l’ allenatore è il grande assettatore e come in un gran premio equilibrato la differenza la fanno i dettagli.

    In questa serie A livellata, la differenza la stanno facendo gli allenatori. In negativo nel caso della Juve e fino ad ora del Milan in positivo nel caso di Sassuolo, Napoli, Fiorentina e Torino. L’ Inter di Mancini è neutrale. È dove dovrebbe essere con gli investimenti fatti

  3. Questa volta sono d’accordo con 18 Maggio. Nereo Rocco diceva che l’allenatore incide al massimo per il 20% sull’andamento di una squadra . Io credo che questo valga per le grandi squadre con giocatori che sono i veri allenatori , strateghi e condottieri in campo.
    Non ho mai capito i tifosi del Milan presi da rancore che negano un fatto eclatante ed esplicativo di quanto stiamo dibattendo : il fenomeno Pirlo . Se ci piacciono le analisi degli aspetti tecnici del calcio non possiamo ignorare cio’ che ha determinato il percorso professionale di Pirlo nella storia dei campionati,
    Vittorie a mai finire del Milan con Pirlo.
    Sconfitte a mai finire drl Milan perso Pirlo.
    Vittorie a mai finire della Juve con Pirlo,
    Sconfitte a mai finire della Juve prima che quelle due merde che sappiamo lo inducessero ad andare a insegnare loro il calcio e sconfitte di nuovo a msi finire APPENA se ne e’ andato .
    Lo stesso discorso vale per tutti i grandissimi giocatori . Noi ne sappiamo piu’ di tutti .
    Per chiudere : speriamo che il cazzone non esponga a fortissimi rischi il ragazzino confermandolo con la Lazio.
    Fin’ora gli e’ andata di culo . Al cazzone .
    Pure con il ritorno di Alex a discreta forma .
    La qual cosa ha evitato che i dispetti che fa a Mexes,ovvero al Presidente, finissero in un bagno di sangue per il Milan.
    Speriamo che la smettano lui , Galliani e Montolivo di fare i dispetti a De Jong preferendogli il carneade Kucka .
    Speriamo che passi SUBITO al 4/4/2 senza attaccarsi alla ridicola scusa che ha due sole punte.
    Speriamo che Babbo Natale vi porti Bee in regalo.

    1. E stavolta io sono d’accordo con Vittorio. Non a caso ho messo l’immagine di Donnorumma per questo editoriale. Non solo ho paura di perdere (anche se chiaramente mi auguro tutt’altro), ma ho paura che il nostro giovane portiere diventi l’agnello da sacrificare. C’è uno stormo di avvoltoi affamati. Spero che Mihajlovic lo capisca e gestisca Gigio al meglio.

      1. Ho paura che Mihajlovic ed il suo protettore facciano parte dello stormo .
        Ovviamente spero di sbagliare .

  4. Godo.

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