#kalianihvatene

Si è chiuso da poco più di 24 ore la sessione estiva del calciomercato 2015. Come capita da (purtroppo) più o meno un lustro, allo scoccare delle 23 si è levato un coro quasi unanime (commentatori di tutti i generi sia sui social networks che sulla carta stampata) che su twitter di solito stigmatizzo con l’hashtag #kalianihvatene.

Lo faccio perché di solito lo sparare sull’operato dell’amministratore delegato rossonero è una cosa che si fa con molta (troppa) faciloneria. Ogni tanto si trova qualche argomentazione interessante e degna di discutere, ma quasi sempre si cade sul fatto che “Galliani prende le marchette dai procuratori” o “Galliani non se ne va per via della buonuscita”. Ognuno è libero di pensare quello che vuole, ci mancherebbe, ma a me le cose cospiranoiche tendono a non piacere.

Purtroppo il mercato appena concluso ci ha dato ancora dei motivi per dubitare sull’operato dell’A.D. monzese. Io ho sempre avuto un’opinione abbastanza chiara sul tema: reputavo (e reputo) Galliani probabilmente il numero 1 nel prendere i grandi campioni. Le trattative capolavoro che hanno creato i mitologici “giorni del condor” ce le ricordiamo tutti. Nel post “Ibra-Thiago” però, con i rubinetti chiusi dalla presidenza, l’efficacia nelle trattative condotte da Galliani è diminuita drasticamente. Costretto a trattare giocatori di piccolo cabotaggio (Emanuelson, Constant,…) o parametri zero (qualcuno ottimo come Diego López, altri decisamente rivedibili come Torres) l’A.D., a volte con la complicità dell’allenatore di turno (Allegri su tutti) ha progressivamente depauperato la qualità media della squadra. Se il Milan era, per qualità media, sempre tra le top-3 del campionato; negli ultimi anni si è fatto riassorbire nel gruppone delle squadre che lottano fino al sesto-settimo posto. E una volta intruppato in quel gruppone, tocca all’allenatore tirare fuori il meglio dei giocatori per ottenere la qualificazione europea (cosa che, evidentemente, non è successa nelle ultime due stagioni).

Questo mercato doveva essere diverso. Il nuovo socio asiatico faceva presagire ad un grande budget per il mercato. Cosa confermata poi dallo stesso presidente: “Ci saranno le risorse necessarie per il mercato”. Le cose (salvo il doppio pasticciaccio Jackson Martínez – Kondogbia, subito addossato a Nelio Lucas) si erano anche messe bene. In poco tempo sono arrivati due giocatori importanti come Bacca e Luiz Adriano ed un titolare della nazionale reduce da un’ottima stagione come Bertolacci). In quel momento si parlava ancora di grandi nomi per i centrocampisti, si dava Romagnoli per fatto (come poi è avvenuto) e soprattutto Ibra era ancora saldamente nelle probabili formazioni rossonere.

Invece, dopo l’avvio tutto sommato buono, arriva il periodo di stanca. Tra luglio e agosto nessun movimento (eppure qualche avvisaglia c’era stata, soprattutto all’Audi Cup) e il miraggio Ibra che si assottiglia vieppiù. Non ho le prove per dimostrarlo, se non le parole di Berlusconi (“Se Ibra libera lo prendiamo”) e l’incontro con Ferrero a Forte dei Marmi per Soriano, ma il budget per il mercato dopo Romagnoli non si fermava solamente ai 3 milioni più bonus spesi per Kucka.

Il problema è noto: Berlusconi è umorale e vuole sempre l’ultima parola, soprattutto per le operazioni importanti. Riassumendo, per Ibra i soldi (molti) il presidente li avrebbe anche spesi, per Witsel evidentemente no. Ed è qui che arrivano per me le colpe di Galliani: il Milan aveva bisogno di essere rifondato, con un mercato importante e almeno 2 innesti per ruolo. Va da se che non possono essere tutti giocatori Top (visti anche i prezzi di questo mercato). Serve quindi capacità di prendere giocatori funzionali, magari non campionissimi, ma che completano la squadra migliorando le pecche. E, purtroppo, Galliani non ha questa capacità. Trovatosi nella necessità di dover completare il centrocampo, Galliani non ha saputo portare a termine l’operazione, nonostante di giocatori validi nel ruolo ce ne fossero (Illarramendi, Praet o Moutinho sono i nomi che sono stati fatti anche per altre squadre) ad un prezzo “a prova di avallo” presidenziale. Galliani invece è fortissimo solo sui soliti noti, che si sono fatti vivi proprio a fine mercato, quasi come a dare ragione a chi dice che è solo capace a fare affari con Raiola, Preziosi e Lotito.

Sono sicuro che, nel caso Ibra fosse riuscito a liberarsi dal PSG, Galliani avrebbe saputo portarlo a Milano. Allo stesso modo gli affiderei ancora la missione di portare a casa un giocatore top da un grande club europeo. Peccato però che, ad oggi, queste caratteristiche servano poco al Milan. Guardando in faccia la realtà, il Milan è una squadra fuori dalle coppe che ha chiuso nona lo scorso anno. A questa squadra servono ottimi giocatori per formare un telaio importante, su cui poi inserire dei campionissimi mirati. Evidentemente il primo step non è stato fatto completamente. E questa è una colpa di Galliani.

7 commenti

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  1. Hai rotto il cazzo.

    Con 80 milioni non si è preso solo un giocatore che faccia fare un salto di qualità decisivo alla rosa, che cazzo doveva fare Berlusconi, sganciare altri 80 per vedere arrivare Soriano e Stocazzo?

    Senza soldi per anni (e ci sarebbe da discutere a lungo, ma sono in pausa pranzo e la faccio breve) ha fatto cacare.

    Con i soldi ha fatto cacare ugualmente.

    Perciò se ne vada a fare nel culo, lui e il suo battaglione di stronzi che lo assolve sempre.

    1. Bacca lo fa fare. 80 mln sono pochi in un mercato dove Coman ne vale 27.

  2. Non vedere le responsabilità di Galliani nel mercato di quest’estate sarebbe malafede.
    Su SB si può discutere quanto e quando si vuole e le motivazioni per mandarlo anche a fanc…. le trovi sempre, ma un dato oggettivo c’è: quest’anno i soldi o bene o male sono usciti. Il problema è poi chiedersi come sono stati spesi.
    Molti dicono che non sono spese reali perchè quasi tutte spalmate nel tempo, ma questo, anche se fosse vero, in ogni caso non toglierebbe responsabilità sulla qualità del mercato.
    La verità è che il nostro AD è bravissimo a comprare quando ha grosse risorse e ha da scegliere tra top player, non combina un cazzo quando si tratta di muoversi sul mercato di seconda fila perchè non conosce i giocatori e non ha più nessuno al suo fianco che può consigliarlo.

  3. Rivoglio Ariedo.

  4. Vado controcorrente e non assecondo i gufi e le cassandre che prevedono e predicano di sventure. Non è stato preso il regista e questo ha annullato la fiducia su quanto fatto dallo staff tecnico del Milan? Senza le cervellotiche decisioni del ‘Renatino’ di Firenze oggi forse aleggerebbe un clima diverso su questa squadra? Ricominciamo dal derby e cestiniamo le previsioni dei gufi e dalle civette che oggi alla Rai parlavano di Milan all’ultima spiaggia. Mah, mi sembra allucinante che si diano giudizi drastici sul Milan già alla seconda di campionato. Poi che si dia per scontato che il derby sarà una passeggiata che farà una squadra già battuta, se non ridicolizzata, nelle amichevoli estive! Ma andate un po’ a ‘ranare’ civette e gufi! Si aprirà la stagione della caccia ed imbraccerò la doppietta per cercare di impallininarvi!

  5. Borgofosco almeno qui di gufi e civette non ne vedo quasi nessuno. La delusione per vedere un Milan che speravi e che non c’è è stata un po’ forte, ma è anche evidente che da adesso in poi si farà con quello che abbiamo e credo che si farà anche bene.
    Il condor ha fatto il suo, poco bene, ma così è. Ora tocca ai ragazzi e a Sinisa.
    Se le merde pensano tra dieci giorni di passeggiare sul nostro cadavere saranno cazzi amari per loro. Un derby è sempre un derby, te lo devi sudare sempre e non è detto che poi te lo porti a casa.
    In fin dei conti il tanto sbandierato e osannato colpo finale dei merdaioli è un giocatore di 32 anni molto alla frutta, che se l’avesse preso il nostro AD l’avremmo infamato come un cane.
    Siamo proprio sicuri che sono i favoriti con Roma e Juve? Le prime due le hanno vinte per due episodi favorevoli nei secondi finali, senza fare sfaceli.
    Animo rossoneri, animo… però il condor è e resta un uccellaccio.

  6. Bertolacci non esclude Montolivo .
    Witsel lo avrebbe escluso .
    Una strategia del gruppo dei congiurati.
    Ve li ricordate ?

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