Giornalismo fai schifo

Premettendo che sono consapevole di non stare scoprendo l’acqua calda, vorrei cogliere lo spazio di oggi per evidenziare quanto il livello del giornalismo italiano stia scavando più a fondo di quanto non pensassi fosse possibile. Essendo l’utente avanzato abituato a essere selettivo sull’informazione, e quindi ben informato su quali siti vadano messi nel filtro di AdBlock e quali invece no, non incappa nel problema che invece divora i cervelli del lettore di quotidiani medio.

Ecco, provate a immedesimarvi nel signorotto di mezza età che si siede a fare colazione al bar e apre due quotidiani sportivi a caso. Ora, lui leggerà due articoli sull’ipotetica cessione del Milan e finiti entrambi nel suo lobo prefrontale le prime sinapsi staranno elaborando qualcosa come “Il Milan ceduto a Bee”, poi però la successiva reazione neuronale dirà “Bee si ritira, tutto nelle mani di Lee”, per poi finire con “Berlusconi resta”. Uscito dal bar le idee del nostro eroe saranno piuttosto confuse, quindi cercherà, con l’aiuto del figlio più esperto, le prime notizie sull’infallibile web.

Ed ecco allora che il primo risultato parlerà di fumata bianca tra il Milan e Bee, ma il sito subito sotto invece rimette tutto nelle mani di Lee. E via dicendo. Insomma, l’informazione in Italia non è approssimativa, è semplicemente spazzatura. Di inviati che paventano insiders e “giornalisti” con propri siti che si fanno paladini della verità indiscussa ne abbiamo, diciamolo, le palle piene.

Seguire la vicenda della cessione della società è estenuante, tanto che ormai il tifoso non sa più che posizione prendere vista la caciara creata dagli scribacchini beoti e conduttori di programmi che di calcistico hanno solo il titolo. A questo punto ben vengano le Satta nei programmi “di punta” dell’informazione calcistica. Il livello di informazione tanto è comunque sotto lo zero, ma perlomeno anzichè sforzare la vista sulle striminzite righe di una colonna di giornale, o farsi il sangue amaro con la sola visione dei faccioni in certi talk show, possiamo sfruttare il 50 pollici in HD per focalizzarci sulla signora Boateng.

Insomma, che sia la vicenda cessione o calciomercato, tenetevi alla larga da chi paventa le fonti interne, potreste ritrovarvi a leggere di 40 milioni offerti dal Milan per Dybala. Selezionate chi leggere, informatevi sui social, fatevi una lista di siti trusted. Ma vi prego, non aumentate le visite di chi percepisce stipendio grazie alla propria fantasia. Col calcio non c’entra niente.

2 commenti

  1. Bravo Mattia !
    Sei sulla buona strada e se continui cosi’ ti troverai bene su molti differenti fronti.
    Fra i quali , consentimi , il calcio , pur appassionante , non e’ certo il piu’ importante. In questi ultimi anni l’informazione si e’ trasformata in violenza intellettuale . Tentativo quasi sempre riuscito di condizionare i pensieri della gente .
    Questa e’ la fine dello democrazia . Ineluttabile fine , se i popoli perdono la liberta’ di scegliere attraverso le proprie idee perche’ nella loro testa sono state conficcate le idee altrui .io tento di salvarmi non leggendo mai i giornali e non ascoltando mai i soloni televisivi . Guardo il televideo e mi basta . Per le cose milaniste ascolto le parole degli interessati , a cominciare dal Presidente , e leggo i comunicati .
    Non provo ad indovinare . Prendo atto . Punto . Ciao .

  2. Mi ha preceduto Vittorio nel plauso al tuo pezzo! Però rivendico di aver sempre predicato la calma(calma e gesso). Poi ho sempre dubitato di cordate capeggiate da broker e dulcis in fundo sulla reale volontà di Silvio Berlusconi di sbarazzarsi del Milan manco fosse, per lui, un fardello insostenibile o un ferro vecchio. Ribadisco che ho sempre considerato molto serio l’interessamento dei cinesi appoggiati dal loro governo centrale. Ma le difficoltà sono molteplici, per un Paese comunista, poiché loro dovrebbero investire soldi del popolo acquisendo un simbolo del capitalismo. Se i cinesi supereranno questo non piccolo ostacolo… allora con molta probabilità avremo, su precisa richiesta dello stesso governo cinese, un Milan dagli occhi a mandorla e la famiglia Berlusconi, ivi compreso Galliani, saldamente al comando della società onde condurla a successi ancor più prestigiosi di quelli ottenuti nell’epopea berlusconiana.

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