L’urlo di Berlusconi terrorizza anche i milanisti

La premessa, doverosa, è che non sono (e non aspiro ad essere) un giornalista. Pertanto non posso vantare nessun informatore di fiducia e nessun’altra fonte di alcun tipo. Al posto del socratico (abusato e ipocrita) “so di non sapere”, io “so quello che sanno tutti”, quello che si legge sui giornali, quello che si vocifera negli studi televisivi. E, attorno a questo sapere, per un’iniziativa prettamente personale, vorrei far(mi)e un po’ di chiarezza, ignorando (volutamente) chi, su questo blog, ha scritto prima di me, mostrandosi più fiducioso (e, a onor del vero, più razionale).

Berlusconi vuole, e probabilmente deve, vendere ma, evidentemente, non è l’unica testa pensante a capo (o attorno) del Milan. Forse rimane ancora l’ultimo a porre, o meno, il veto sulle decisioni societarie più importanti, ma indubbiamente non decide da solo. L’uomo ombra è in realtà una donna. Leggere alla voce: Presiede Fininvest e Mondadori (e quindi si potrebbe dire, con una vecchia ma efficace espressione, tiene un po’ le mani in pasta in tutti gli affari del papi). Il resto o, per meglio dire, i restanti (da Confalonieri a Galliani) sono soltanto dei consiglieri più o meno tenuti in considerazione in base alle circostanze.

Dall’altra parte del tavolo, gli acquirenti : la cordata thailandese-coninvestitoricinesiearabi-conunpo’diDoyen rappresentata da mr. Bee e quella di mr. Lee, che avrebbe significativamente alle spalle il Governo cinese. Ve lo ricordate il discorso della discesa in campo e tutti quei riferimenti ai comunisti brutti, sporchi e cattivi che Berlusconi ha costantemente ribadito in questi venticinque anni? Dimenticate tutto. Contrordine : i comunisti sono buoni e hanno i soldi. I comunisti sono buoni perché hanno i soldi.

I due interlocutori si stanno muovendo in maniera diametralmente opposta. Mr. Bee si pubblicizza, si fa vedere in giro per Milano, lascia dichiarazioni in cui parla del suo amore per i colori rossoneri, della voglia di investire e di far tornare grande il Milan, del rapporto di fiducia che instaurato con Berlusconi (ci sarebbe anche un comunicato di Finivest ma, tenendo conto delle mie affermazioni preliminari, glisso su questo aspetto decisivo). L’altra parte, invece, faccio fatica a inquadrarla. È evanescente, se agisce, agisce di nascosto. Nessuna dichiarazione, nessuna foto. In tutta onestà, non credo di essere veramente l’unico a fare fatica in questa attività.

Di sicuro c’è che le due parti hanno già i loro sostenitori, in una tifoseria, come quella del Milan, che non perde occasione per spaccarsi, ridicolizzarsi a vicenda, ironizzarsi, tafazzarsi. E hanno già le loro porzioni mediatiche. Sky è sicura che sia (sarà) Bee. Come se sapessero qualcosa. Un certo giornalismo milanese e milanista (da Pellegatti a Ordine) ha sempre dato in vantaggio Lee. Come se ne sapessero di più.

Ad oggi, pur non sapendo quasi niente (o comunque con quasi tutte le certezze conquistate un giorno, distrutte nel successivo), sembra naturale preferire mr. Bee. Semplicemente perché lo individuiamo con un volto. Sappiamo, più o meno, di quali investitori è mediatore (e conosciamo le potenzialità reali e spaventosamente magnifiche di questi fondi). L’altra parte è invece quasi del tutto sconosciuta e probabilmente questo fa paura. Abbiamo bisogno di un’àncora di salvezza reale e concreta. E ci spaventa non vedere volti, non sentire dichiarazioni. Fa sembrare la cessione lontana e irreale. Esattamente tutto ciò di cui non abbiamo bisogno.

Tuttavia credo che l’agognata cessione sia più vicina di quanto il più triste pessimismo non lasci pensare.

Berlusconi sa che questo Milan, forse al di là di ogni più nera aspettativa, ha toccato il punto più basso della sua gestione e, per interesse o anche solo per amore, deve fare qualcosa. Quindi c’è da essere ottimisti : questa estate, o si investe o si investe. Qui si investe o si muore (semicit.).

Il problema è che quando c’è di mezzo Berlusconi non c’è mai un solo aspetto da considerare. Berlusconi significa anche politica. Berlusconi significa soprattutto politica. E’ quindi c’è un’immagine pubblica da difendere (alla luce soprattutto delle prossime elezioni regionali) con tutto quello che ne consegue. Fatico a prevedere le mosse di Berlusconi da qui al 31 maggio, e non posso conoscere quello che succederà alla fine di questa maledetta stagione.

Il punto da capire allora non è tanto dove (e in che mani) andremo a finire. Il punto è capire quanto Berlusconi ha bisogno del Milan. Se ne ha tanto e davvero bisogno, assisteremo ad un passaggio lento e graduale di consegne, con tanti investimenti e (si spera) qualche risultato, per cancellare il ricordo di questi tristi ultimi anni, e lasciare l’immagine del presidente vincente. Se invece si renderà conto di non averne più bisogno, allora il passaggio sarà immediato. Maggioranza subito e addio.

Intanto domenica si gioca. E dopo la partita ci sarà la conferenza di Inzaghi. E noi soffriamo.

1 commento

  1. Una raffinata masturbazione mentale senza eiaculazione . Come al solito .

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