L’importanza della doppia

Quattro lunghi mesi. È questo il tempo passato dall’ultima vittoria in trasferta e soprattutto da due vittorie consecutive. Il secondo dato è quello più preoccupante e allo stesso tempo di primaria importanza in vista di stasera. Vincere con il Chievo diventa fondamentale per ridare fiducia e spirito a una squadra falcidiata dagli infortuni, martoriata dalle critiche e con le prime sfaldature interne. Serve una vittoria per dimostrare che quello contro il Cesena non è un risultato casuale, figlio di episodi e di coincidenze, ma l’inizio di quei piccoli passi avanti che tutti aspettavano di vedere.

Lo stadio, il Bentegodi, è un punto di partenza favorevole. Proprio lì, con l’Hellas, il Milan vinse l’ultima partita in trasferta e uno degli incontri forse più convincenti della stagione. Quattro mesi fa, il 19 ottobre, la vittoria con l’Hellas significò due vittorie di fila e il quarto posto. Oggi la situazione è un po’ diversa, ma ritrovare la continuità è diventato il primo obiettivo da raggiungere, per poter continuare a sperare. Sperare in cosa ancora non è chiaro, visto che l’Europa sembra sempre più lontana. E che le speranze di tutto l’ambiente si stiano man mano affievolendo lo dimostra la seconda visita di fila mancata dal presidente a Milanello, quando il venerdì era ormai diventato di casa.

Se il primo obiettivo dichiarato di questo Milan è la continuità, il secondo è senza dubbio la formazione. Troppi cambi, troppi tentativi falliti in questi mesi hanno portato ai risultati attuali, alla completa assenza di una formazione titolare, a un gioco inesistente, a giocatori che faticano a trovarsi in campo e a costruire schemi e moduli ben definiti. A Verona Inzaghi proverà ad abbattere anche questa barriera, schierando una formazione che dovrebbe essere molto simile a quella che ha battuto il Cesena, eccezion fatta per cambi obbligati in difesa, dove dovrebbero giocare la coppia centrale inedita Alex-Bocchetti, con ai lati Bonera e Antonelli.

E proprio su Antonelli vorrei soffermarmi: il terzino ha dimostrato di essere uno degli acquisti più azzeccati del mercato di gennaio, in quel ruolo che da troppo tempo necessitava un rinforzo. Non si tratta di un fuoriclasse nè di un campione, ma di un buon giocatore, un giocatore che sembrava scomparso dai radar del mercato rossonero. E in una ventata di ottimismo, non posso che immaginare di veder giocare il prossimo anno quella coppia di esterni titolare nella Primavera milanista di qualche anno fa, quell’Antonelli-Darmian che regalò parecchie soddisfazioni ai tifosi. Sì, parlo di quel Darmian eroe di Bilbao che continua a impressionare per qualità, corsa, forza fisica e talento. Quel Darmian che fa piangere il cuore a ogni milanista che lo ha visto andare via.