Ma cosa ha detto di male Lotito?

La settimana scorsa è scoppiato quello che i giornali hanno definito come l’ennesimo scandalo del nostro calcio. Dopo le polemiche per le sfortunate dichiarazioni di Tavecchio l’estate scorsa, nell’occhio del ciclone ci è finito il suo deus ex machina: Claudio Lotito. Riassumo brevemente i fatti: in una telefonata registrata (e poi divulgata) dal direttore generale dell’Ischia Iodice, il presidente della Lazio dichiara che “con Carpi e Frosinone in serie A non ci guadagniamo nulla” e che “Beretta non conta nulla”.

Premessa: ritengo una cosa deplorevole la registrazione di una conversazione privata per poi utilizzarla in quella maniera. Comunque lo stesso Lotito ha poi confermato (e amplificato) il tenore delle sue parole definendo il presidente della Lega di Serie B Abodi “un cretino.

Premessa (bis): l’operato di Lotito come presidente della Lazio ha sicuramente degli aspetti positivi. Si è dimostrato un presidente capace di portare la squadra (presa dopo il crack Cragnotti) ad una dimensione medio grande in Italia ed in Europa anche se utilizzando, alle volte, metodi poco ortodossi (tipo lo spalmadebiti). Poi, il fatto di avere rotto il legame non proprio virtuoso che legava i tifosi alla società va sicuramente a suo favore.

Tutta questa esegesi Lotitica non viene perchè apprezzi particolarmente il personaggio, anche se devo dire che il personaggio che si è costruito (locuzioni latine incluse) è decisamente simpatico, ma perchè ho visto sulla stampa una levata unanime di scudi contro di lui che mi ha fatto riflettere. La condanna è stata unanime: sui giornali, nelle televisioni e sui social.

Ecco, lo dico subito, io sono d’accordo con Lotito. Le sue affermazioni più scabrose sono così limpide e tautologiche che, dare un’interpretazione diversa significa travisare il senso del discorso che ha fatto. Che con Carpi e Frosinone il “prodotto Serie A” valga meno che con Bologna e Bari mi sembra evidente. Basta solamente confrontare il bacino di utenza delle diverse città per capire che, ad un eventuale acquirente dei diritti televisivi per la Serie A, interessi di più poter rivendere i propri abbonamenti ai tifosi rossoblù piuttosto che a quelli del Carpi. Semplicemente perchè sono di più e sono più fidelizzati.

Poi, io sono il primo a togliermi il cappello per il bel gioco dell’Empoli di Sarri e la grinta che mette in campo il Cesena (tanto per citare l’ultima e la prossima avversaria del Milan). Ma se facciamo un discorso meramente economico, beh Catania, Bologna e Bari valgono di più.

Domenica scorsa, durante Milan – Empoli, si sprecavano le battutine su come la squadra toscana avesse legittimato la sua presenza in serie A. Sicuramente, sul piano del gioco, lo ha fatto. Ma avrei voluto sapere quanti erano davanti allo schermo per vedere (ed eventualmente gufare) il Milan e quanti per vedere l’Empoli. Questo è il senso del discorso di Lotito, non ne vedo altri.

Certo, il tono da bulletto non aiuta, ma anche l’affermazione su Beretta la trovo totalmente logica. Così com è, la Lega Serie A è un organismo che funge praticamente da passacarte. Le decisioni le prendono la maggioranza dei presidenti e il presidente funge da notaio e nulla più. Tanto è vero che presidente di Lega lo è stato, tempo fa, Adriano Galliani. Il caso Parma poi, con un buco in bilancio disastroso, fatto nell’arco di poche stagioni senza che la Lega mettesse il becco, dimostra la sua limitata utilità.

Io sono a favore di una Lega forte (magari gestita da una terza parte) che faccia il suo dovere e che vigili sulla legalità delle squadre che partecipano al campionato. Poi si scelga, se si vuole continuare con la contrattazione comune dei diritti televisivi allora una Lega forte dovrà, gioco forza, mettere dei paletti più restrittivi su chi partecipa alla massima serie, con buona pace dei piccoli club. Altrimenti, se si vuole continuare dando la prevalenza ai meriti sportivi delle piccole, che si ritorni alla contrattazione individuale. Che ha il vantaggio di essere la formula usata quando il calcio italiano dominava in Europa

2 commenti

  1. Il finale del post nel merito è condivisibile. Non possono comunque essere giustificate le parole di Lotito (un laziale non potrà mai essere simpatico).
    Togliere di mezzo la contrattazione comune (soluzione che in effetti è dogmaticamente comunista) sarebbe la soluzione migliore per spazzare via ipocrisie e iniquità.
    Ma Lotito in questa situazione non può dire di “truccare” i campionati perché il sistema non è giusto. E’ una cosa folle, meschina, truffaldina e delinquenziale.

  2. Condivido in gran parte il post. Purtroppo l’ignoranza e l’arroganza, di personaggi dell’attuale mondo del calcio, lo rendono ridicolo al punto di farlo accusare, da un personaggi equivoci come Blatter, persino di razzismo. Sui temi economici genarali altrove non sarebbero necessarie revisioni perché i club di professionisti possono iscriversi ai tornei in rappoto al loro bacino d’utenza. Per questo motivo negli Usale squadre cambiano addirittura città onde avere un bacino d’utenza atto a supportare i costi di gestione di un team di professionisti. Basterebbe questa semplice regola per stabilire chi potrebbe oppure sarebbe escluso dal partecipare ai tornei per professionisti Se poi si volesse parlare di sport e sportività, allora bisognerebbe radiare alcune squadre diversamente non si potrà mai parlare ne di sport ne tanto meno di sportività. Allora si che andrebbe bene vedere anche il Lumezzane in A. Ma questo anche un bambino dell’asilo capisce che non sarà mai possibile perché se si devono comparare i costi alla redditività, onde chiudere almeno in pareggio il bilancio, i campionati dei professionisti, in Italia, li potrebbero disputare poche squadre. Sognare di vedere una serie A che vede sugli spalti millle spettatori, di media, a partita è questo già accade in B. L’esaltazione dello sport, magari di quello praticato, auspicabile ma esso non comporterebbe alcun interesse, a tutti i livelli, etanto meno per il business calcio. Se si dovesse prescindere dai costi di gestione allora andrebbe bene vedere anche avere una media di 1000 spettatori a partita. Ma non è che esistono già campionati di questo tipo nelle categorie inferiori? Sono competizioni per squadre amatoriali oppure per semiprofessionisti Ma questi campionati non suscitano tanto interesse! Gli spettatori affollano gli stadi, magari per vedere(se tifosi del Milan) squallide prestazioni della loro squadra così come quella di Milan-Empoli. Pagano anche costosi abbonamenti per guardare il cosiddetto massimo torneo di serie A. I media supportano, in modo assordante, con una propaganda al limite dell’imbonimento, quello che sta diventando il baraccone calcio(secondo me per colpa di prepotenti che falsano il campionato) Andando avanti cosi l’attuale mondo del calcio non potrà che essere destinato a fare la fine del gioco della pelota!

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