L’insostenibile mancanza di un progetto

Va bene, siamo usciti dalla Coppa Italia e non vinciamo da quattro partite (senza la Coppa Italia da sei). Grave, siamo tutti d’accordo, ma per me non la cosa più grave.

Una volta appurato che per questa stagione non avremo obiettivi (a parte la salvezza, ma non la citerei nemmeno), è normale guardare al futuro. Ed è lì che sorge il dramma: se guardo al futuro non vedo nulla. Non vedo un progetto, non so chi sarà l’allenatore, non so con quale modulo giocherà la squadra, né con quali interpreti, nulla. Non è il momento di individuare il colpevole, anche se in queste situazioni puntare il dito fa sentire meglio. È il momento di guardare avanti e soprattutto agire.

Suso, Bocchetti, Destro, sono questi i nomi da cui partire per guardare avanti? No, io credo di no. Il Milan ha bisogno di trovare un gioco, prima dei gol o della solidità difensiva (due elementi fondamentali per tornare a vincere). Prima di tutto, però, è necessario trovare un giocatore, almeno uno, in grado di coordinare, dirigere, inventare e creare un gioco. Un capitano, oltre che un regista, un condottiero. Qualcuno da comprare, perché Montolivo non è abbastanza. Le sue attenuanti sono molteplici: è stato fuori per mesi, ha bisogno di tempo per recuperare, non esiste una formazione tipo con cui costruire automatismi fondamentali, il momento di sbandamento e di confusione totale ha colpito anche lui, non c’è fiducia. E potrei andare avanti ancora molto, con scuse più o meno veritiere che giustifichino il momento di appannamento totale del capitano del Milan. Ma le scuse non bastano: la squadra soffre terribilmente la mancanza di un creatore di gioco e la personalità di un capitano che aiuti i compagni a stare uniti nei momenti di difficoltà, a evitare personalismi, a sollevare gli umori e a dare la carica. Manca tutto. Senza contare che Montolivo è costretto a giocare sempre e continuamente, visto la deludente prova di Essien in quel ruolo e i continui infortuni di De Jong che ne stanno pregiudicando la stagione.

Ma sul mercato si cercano punte e difensori, mentre il centrocampo, e in particolar modo la regia, vengono totalmente sottovalutati, quando costituiscono un perno fondamentale dei problemi del Milan. Purtroppo lo sappiamo, un capitano, una futura bandiera, non nasce dal nulla, non cade dal cielo, ma si costruisce, anno dopo anno, tra vittorie e sconfitte, delusioni e trionfi. Una costruzione che parte da un progetto, un progetto che ad oggi non c’è.

2 commenti

  1. Forse , SG , questa e’ la prima volta che mi trovo completamente concorde con un
    Editoriale . Nei contenuti e nei toni . Motivo per cui noni sento di dovermi sfogare magari a male parole . Manca un progetto perche’ la rosa che Galliani ha costituito non permette a nessun allenatore di sviluppare un progetto . Mi spiego : una pletora di esterni da fare giocare , mancanza di centrocampisti .,mancanza di terzini . Un regista del gioco tale solo nei sogni di se stesso e dei suoi amici . De Jong dichiarato partente . Il 4/3/3 scelta obbligata per tentare di accontentare tutti e falso nove per lo stesso motivo . Serviva Torres e lo ha mondato via , Cerci non serviva e lo ha preso .Se non si fosse fatto male El Shaaravi avremmo sei esterni di attacco . E nessun sostituto per De Jong Montolivo e Pazzini ..ora , finalmente si dice che sara’ un
    4/4/2 . Io lo ripeto da un sacco di tempo , il gioco lo si trova con squadre prudenti e compatte . Speriamo sia cosi’ ma mi chiedo cosa capitera’ con tutti i giocatori che non troveranno posto da titalari mentre lo si era promesso .

  2. Appunto Vittorio è il fallimento di un progetto che ha affonda le sue radici sin dal giorno in cui il Milan, di Seedorf, venne umiliato in casa dal Parma di Casano. Clarence fu esautorato e Galliani venne chiamato, da Silvio Berlusconi, a fargli da tutor. Tutto bene tranne la mancata conquista dell’Europa League(secondo me anche un po’ voluta dal team Rossonero). Inzaghi era predestinato dal giorno in cui non gli venne concesso di andare al Sassuolo. Il progetto ‘imitare il Barcellona’ era conosciutissimo anche dalla proprietà nelle persone dei due Ad che avrebbero dovuto integrarsi, quando serviva, e collaborare per il bene del Milan e per volere della proprietà. Di questo ne ho già parlato rispondenti con altro post. Ora aspettiamo domenica sera e forse capiremo com si svilupperà il futuro prossimo del Milan. Ogni elucubrazione potrebbe risultare contradittoria se non fasulla o mistificatrice della verità.

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