Poli, la sublimazione del Milan attuale

Tra i 28 (o i 27 più Mastour, come ama ripetere Galliani) giocatori che compongono la rosa 2014/15 del Milan c’è un giocatore che meglio di altri rappresenta il prototipo da giocatore del Milan post Ibra-Thiago: Andrea Poli.

Nativo di Vittorio Veneto, laddove Armando Diaz vinse la famosa battaglia, Andrea muove i primi passi tra i professionisti nella Sampdoria, dove esordisce giovanissimo. Poi va a farsi esperienza al Sassuolo di Mandorlini per quindi ritornare di nuovo alla casa base blucerchiata. Nella Sampdoria di DelNeri arriva la consacrazione: titolare fisso e qualificazione in Champions League. Dopo l’annata orribile della retrocessione in Serie B della Samp ecco l’occasione in una big: l’Inter post-leonardiana di Gasp. I nerazzurri però non decidono di riscattarlo a fine stagione e il ritorno alla di nuovo promossa serie A. Resta a Genova fino all’estate 2013 quando Galliani lo preleva girando in Liguria l’oggetto misterioso Salamon.

L’avventura rossonera inizia alla grande per lui, inserimento vincente nel primo tempo della prima partita a Verona e gol dell’uno a zero. Ma, purtroppo per noi, il redivivo Luca Toni decide che non era ancora il momento di ritirarsi e il Milan finisce per perdere quella partita.

Ora, avercene di giocatori come Poli, sempre seri e pronti a dare il 100% ogni partita. Ma la sua mancanza di caratteristiche salienti, di un reale punto di forza, fanno si che sia uno di quelli che scaldano di meno l’immaginazione.

Teoricamente sarebbe un centrocampista bravo in interdizione e che si sa proporre in avanti, ma in tutte e due le fasi ci sono giocatori migliori di lui in rosa (ad esempio Muntari quando non è in versione kamikaze, peccato che non gli capiti spesso). Anche le sue proiezioni offensive non sono molto spesso definitive: tanto movimento, ma gli errori pesano. Cosa sarebbe cambiato se fosse entrato quel colpo di testa contro l’Atletico Madrid?

Seedorf lo schierò qualche volta nel tridente, Inzaghi lo ha messo tra i papabili sostituti di Abate nel ruolo di terzino destro. Ecco, a volte troppa duttilitá può non essere sempre positiva, soprattutto agli occhi di un tifoso che vede sí tanta generosità, ma anche tanti errori.

Sicuramente non è il giocatore che ha reso di meno in quest’inizio di stagione (a proposito, a breve su queste pagine ci saranno le pagelle di metà anno) e ce ne sono altri che sicuramente stanno rendendo molto al di sotto delle proprie potenzialità (non ti fischiano le orecchie, Stephan?).

Però, il Poli titolare quasi fisso come in questo anno e mezzo sta a dimostrare che qualcosa manca nel profilo del centrocampista titolare del Milan. Fino a quando giocherá con la maglietta rossonera io sarò sempre il suo primo tifoso. Ma quando sará un utilissimo sesto (o dodicesimo) uomo pronto a partire dalla panchina per dare una il ricambio ad un compagno in debito d’ossigeno, beh vorrá dire che la rosa del Milan stará piano piano tornando ai suoi standard. O ancora meglio, se grazie agli insegnamenti dello staff tecnico del Milan diventasse finalmente il gran centrocampista incursore che sembrava essere qualche anno fa.

Nel frattempo, forza Andrea, augurandoti che alla prossima occasione sottoporta il risultato sia diverso da quello ottenuto a febbraio contro l’Atletico.

2 commenti

  1. Anch’io ho sempre difeso Andrea a spada tratta. Per me ha il sacro dono d’essere nato tifoso milanista. In un giocatore del Milan, lo è anche Montolivo milanista di tifo giovanile, è un non trascurabile pregio che, per esempio, ha fatto di Gattuso quel grande ‘guerriero’ rossonero che è stato sia in campo, quando indossava la maglia del Milan, che in nazionale. Milanisti ‘dentro’ è una virtù ed una caratteristica che hanno i tifosi Rossoneri, per me veri, che ho trovato anche nelle pagine di questo blog. Una cosa che hanno capito persino Galliani, Sacchi ed altri, nel team Milan, che milanisti non erano in gioventù. Una forza interiore che materializza l’anima del tifoso. Tifosi che non si sono mai vergognati neppure d’aver giocato e vinto due scudetti nella serie cosiddetta ‘cadetta’. Tifosi che vanno orgogliosi persino della Mitropa Cup vinta quando un bell’imbusto, tifoso dell’Inter, a Napoli, decise che che il Milan doveva tornare tra i cadetti per rivincere il suo secondo titolo in serie B. Già quel bell’imbusto non venne mai neppure sfiorato da condanne. Ma lo è nell’anima dei tifosi milanisti che non potranno mai perdonargli ‘quell’affaire di Palazzo’ che costrinse i tifosi del Milan a tifare, con ancor più cattiveria ed entusiamo, per il loro amato Milan. Il Milan è certamente l’unica squadra che ha realmente pagato la dabenaggine di uno ‘scommettitore folle’ che invece di pensare a parare(forse è stato il miglior portiere nella storia del calcio italiano)dava i numeri dei cavalli su cui scommettere ad un amico appostato dietro la sua porta. Ma il Milan pagò altri non lo hanno mai fatto o peggio si sono visti gratificati di scudetti di cartone oppure hanno la sfacciataggine di pretendere la restituzione di titoli che, se confrontati con quale facilità si decretava la retrocessione oppure la radiazione sportiva negli anni ottanta, appunto questi altri sarebbero stati cancellati, come Armstrong, dalla storia sportiva. Torno ad Andrea e dico che lui dovrebbe dormire con l’immaginetta di Gattuso sul comodino. Essere sempre il primo ad iniziare gli allenamenti e l’ultimo a terminarli. Dovrebbe sopperire alle sue carenze tecniche con la ‘gattusiana’ volontà. Spero che Andrea prenda nel cuore dei tifosi il posto vacante lasciato da Gattuso e perché no da Ambrosini. Loro erano milanisti dentro, Andrea lo è e potrà, se vuole, diventare come loro!

  2. Emmegi , hai ragione in tutto quanto dici su Poli e pure su Stephan .
    Io credo che Poli non abbia la grinta di Gattuso . Il solo in rosa ad averla e’ De Jong . Speriamo in futuro .

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