Aspettando Stephan

C’é un giocatore nella rosa attuale del Milan che mi sta piú a cuore degli altri, si chiama Stephan El Shaarawy. Non so perché sia così, ma posso provare a ricostruire. Penso risalga all’estate del 2012. Dopo un’estate da tregenda, senza più Ibra e senza più Thiago, i milanisti eravamo spaesati e senza un giocatore a cui aggrapparsi. Come se non bastasse, la presenza in panchina di Allegri (l’unico che sia riuscito a perdere un campionato con Zlatan in rosa) non scaldava gli animi. Infatti, pronti-via e la Sampdoria neopromossa vince a San Siro. Ci aspettiamo un anno terribile (ed in parte lo sarà), invece arriva una buona notizia. Un ragazzino di belle speranze, che aveva giocato molto poco l’anno prima, inzia a segnare. Gol dopo gol, Stephan diventa l’idolo dei tifosi e mette insieme in sei mesi fantastici la somma di 19 gol. Capocannoniere della squadra. A 20 anni. Mica male.

Il resto è storia (ancora più) recente. Il calvario dell’anno passato con la paura di un altro effetto-Pato, le malelingue e i dubbi di questa stagione. Sono proprio le perplessità sulle prestazioni del faraone ad farmi preoccupare. Sicuramente il Milan cambiante messo in campo da Pippo Inzaghi in questo inizio di stagione non lo aiuta, ma El Shaarawy, decisamente, non sta ingranando.

Nei primi sei mesi della stagione 12/13 avevamo ammirato il vero El Shaarawy: rapido, tecnico e decisivo sottoporta. Ma anche un giocatore con una straordinaria dedizione, capace di rincorrere il proprio avversario fin sulla bandierina del calcio d’angolo. In questo primo spezzone di stagione però dell’El Shaarawy D.O.C. sembrano essere rimasti solo gli straordinari ripiegamenti difensivi. Raramente il Faraone ci ha fatto vedere con continuità cambi di passo e uomini saltati a cui ci aveva abituato. Un gol molto bello a Genova contro la Samp ed un errore molto pesante nel derby. Poi qualche infortunio, qualche panchina e le partite da titolare giocate senza troppi acuti.

Ma El Shaarawy deve iniziare a darsi da fare perché c’é un altro concorrente temibile per lui: Giacomo Bonaventura. Se Stephan in questi mesi sta stentando, Jack sta facendo faville. Mi aspettavo buone cose da lui, ma sinceramente non mi aspettavo fosse già così pronto e determinante. Sempre ben piazzato, difficilmente sbaglia una giocata. E, quando messo in condizione, segna. Insomma, un bel problema per Inzaghi, che si ritrova due giocatori che danno il meglio di se nello stesso ruolo. E, solitamente, quando ci sono dei dualismi in una squadra spuntano le voci di mercato, con i presunti interessamenti di Borussia Dortmund e Roma per il Faraone.

Ricapitolando: un’altra incognita per Pippo. Anche perchè Inzaghi stesso aveva dichiarato che ritenesse il 4-3-3 il modulo migliore per questo Milan proprio per la presenza di El Shaarawy. Rilanciare il faraone senza sacrificare il fantastico rendimento di Bonaventura. Non un compito semplice per l’allenatore. Speriamo che ci riesca e ci si ritrovi tutti a festeggiare vittorie grazie ai gol di El Shaarawy. Come in quei fantastici sei mesi del 2012.

5 commenti

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  1. La soluzione potrebbe esserci , ed estremamente suggestiva . Andrebbe provata .
    El Shaaravi esterno sinistro di centrocampo dietro a Bonaventura . Menez avanti a loro . Ma si possono scambiare di posizione ed il quadrante sinistro avanzato del Milan , se i tre trovano intesa , diventa immarcabile e fortissimo .

  2. Piu’ De Jong al centro, Montolivo accanto a lui ed Honda o Torres in avanti . Un quadrante destro potenzialmente molto forte .
    Per completare il mio pensiero , in difesa , quando disponebili , non debbono mai mancare davanti all’ottimo Lopez , Rami , Alex , Mexes . Resta un posto .

  3. Il tutto se Il giovane Faraone ritrova quel che a mio giudizio ha perso .
    L’umilta’ , la consapevolezza che non e’ arrivato a nulla ed i suoi taguerdi sono ancora tutti li’ in fondo , lontani , alla fine di un percorso di fatica , delusioni , sacrifici , effimeri momentanei tripudi . Ecco !

  4. Senza nula togliere a Bonaventura ma El Shaarawi è infinitamente meglio.

    Non capisco la sua esclusione con il Napoli figurarsi con la Roma. Bonaventura è un buon giocatore capace di giocare in diversi ruoli e tatticamente molto duttile, ma El Shaarawi se sta bene è di gran lunga il miglior giocatore che abbiamo in rosa e deve giocare.

    El Shaarawi è solo un pò discontinuo a livello caratetteriale ma è ancora olto giovane. Anche Cristiano Ronaldo alla sua età aveva tanti difetti caratterialmente

  5. Stephan El Shaarawy è arrivato al Milan con l’etichetta del predestinato. E’ vero anche Cristiano Ronaldo arrivò al Manchester United con quell’etichetta. Ritorno per un istante alla partita Arsenal-Milan 3-0 dove El Shaarawy perse, nell’occasione, uno dei suoi massimi estimatori: Arsene Wenger. In quella partita Sttephan dimostrò al ‘calciomercatisti’ europei che lui non sarebbe diventato il nuovo Rivera italiano. Ma il team rossonero gli rinnovò la fiducia addirittura ‘cacciando’ Ibrahimovic che non lo ‘vedeva’ come giocatore per il futuro del Milan. E’ indiscutibilmente vero che Stephan sia un giocatore di enormi potenzialità ‘pallonare’. Ma lo ‘frega’ un tantino la sua presunzione ed un altro pochino la mancanza di ‘cattiveria’ agonistica. Inzaghi, e fa benissimo, lo difende a spada tratta. Fossi in Stephan non mi lascerei scappare ques’ultima opportunità di diventare il ‘Rivera’ oppure il ‘Donadoni’ nel Milan del futuro. Ma dev’essere più umile e deve, necessariamente deve, migliorarsi nell’uso del piede sinistro e perfezionare alcuni movimenti anche nel colpire di testa per fare gol(il cross di Armero a Genova, colpito di testa da Stephan, meritava di essere trasformato in gol così come ha fatto Bonaventura con il Napoli). Per un destro naturale è più facile migliorarsi nell’uso anche del piede sinistro. Rivera non aveva alcuna difficoltà nell’usare i due piedi. Come Stephan anche Rivera era un po’ restio nel colpire di testa il pallone. Forse i suoi capelli a spazzola si sarebbero un tantino sciupati. Gianni cambiò pettinatura perché la pettinatura non è un dogma. Ma Rivera usava,calcisticamente, la ‘testa’ per disegnare trame di gioco come mai nessun calciatore della sua epoca, e forse anche dei nostri giorni, sapeva fare. Gianni era un tantino bizzoso e talvolta arrogante ma le sue diatribe, con i ‘Lo Bello’ di turno, erano più che giuste. Il Milan veniva continuamente ‘rapinato’ di scudetti al punto da confermare che, avesse avuto altro colore di striscia verticale, invece del rosso, oggi gli scudetti del Milan tenderebbero all’infinito. Se Stephan si convincerà d’essere una grande risorsa non soltanto per il Milan ma anche per il calcio azzurro, sono convinto che lui forse non sarà ne un nuovo Rivera e neppure un nuovo Donadoni, ma certamente il primo calciatore di nuova generazione italiana,visto che Balotelli ha fatto di tutto per non esserlo, a dare senso alle nuove generazioni di italiani nati in questo periodo.

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