I tre punti base da cui ripartire: atteggiamento, pressing e gioco di squadra

Ed eccoci qua ancora a scrivere l’ennesimo articolo dopo l’ennesima sconfitta.
Eh già, ennesima, la terza in 14 partite.
Eppure se non dici ‘ennesima sconfitta’ non sei altro che il classico tifoso lecchino, parac*** della società che non fa altro che dire ’sì’.
Tre sconfitte, per altro meritate, in 14 giornate, non in 5 (ed ogni riferimento è puramente casuale).
Però, come sempre accade negli ultimi anni, si usano sempre due pesi e due misure.
Con Allegri era la squadra inadeguata, con Seedorf (ebbene si, Seedorf, quando volevate esonerarlo dopo Parma, o ricordiamo solo ciò che fa comodo?) uguale, tutti a pecorelle dietro la sua dichiarazione che “tre quarti degli elementi non erano da Milan”.
Con Inzaghi, è lui l’inadeguato.
Eppure non mi risulta che la rosa sia nettamente cambiata, anzi…
La vostra unica risposta a codesto discorso sarebbe solo “lecchina” o “serva”.
Non penso ne valga più la pena di continuare a spiegarvi che non è solo Inzaghi a sbagliare.
E seppure concordi con Seedorf, non erano quelli i modi di gestire spogliatoio, bandiere, capo e tifosi.
Ma tanto adesso c’è la crociata pro Seedorf, perché “poverino, ha lasciato il Botafogo dove giocava, perché gli è stato chiesto”.
Come se avesse avuto la pistola puntata alla tempia e Berlusconi gli avesse intimato di venire al Milan per salvarlo dall’uomo bianco (Allegri), altrimenti avrebbe perso una cospicua eredità.
E il ‘poverino’ chiese 3 milioni di ingaggio, mica ci venne per due pere e due prosciutti.
Inzaghi, che poteva benissimo allenare la primavera e farsi i cavoli propri, prende 500/700 mila euro e un lavoro lo aveva anche prima.
Ma come sottolineavo prima, meglio lasciar perdere questo argomento vista la crociata che c’è in giro per riportare Seedorf al Milan (che grandi risultati ottenne in mezza stagione, non c’è male… Eppure Inzaghi, nonostante la sconfitta di ieri se lo gioca ancora il terzo posto…).
La stessa battaglia che fecero partire davanti ‘Casa Milan’ in cui si presentarono in… Fammi pensare… Zero.
Zero persone.
Zero tifosi.
Un flop.
Ma adesso è un idolo indiscusso, mica prima quando sbagliava. Adesso, solo per denigrare Inzaghi e per delegittimare la posizione di allenatore di Pippo.
Inzaghi che, sulla carta, meriterebbe ancora fiducia, e meriterebbe più fiducia vista anche la sua storia (O solo gli altri la meritano/meritavano per la storia?), mentre invece, nella pratica, viene trattato peggio di Allegri.
Allegri, ex mini-giocatore di calcio che non era nessuno per noi e per la nostra storia e che le uniche coppe che ci ha portato (vi cito) ‘erano e sono merito di Ibrahimovic’.
Però meglio Allegri di Inzaghi, sicuramente.

Cambiando argomento, perché mi sono stufata di leggere queste inutili discussioni su Allegri/Seedorf contro Inzaghi (che reputo, per ora, ignoranti, poi magari tra qualche mese avranno motivo di esistere…) mi piacerebbe focalizzare l’articolo su un altro tema, che ho pensato da prima che iniziasse Genoa-Milan.
Con un tweet nel mio profilo personale, dissi subito di essere preoccupata perché non appena ci capita l’occasione della vita, seppure un terzo posto adesso non significhi nulla considerando che c’è un girone di ritorno ancora e tante partite da giocare, noi la sbagliamo.
L’occasione, quella che ti capita si e no 3 volte nella vita, noi la sbagliamo.
Ed è già la seconda chance che cicchiamo.
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E non è di certo un vanto, questo tweet.
Assolutamente.
Averci preso, per l’ennesima volta, mi dimostra solo che la concezione della squadra che ho in mente è tale e quale e ora il terzo posto non è più ad un passo, ma diventa a meno quattro passi e con Napoli e Roma dietro l’angolo.
Difficile, non impossibile.

I punti base che si devono capire per arrivare al terzo posto sono tre:
1) si entra in campo per vincere, sempre, ovvero l’atteggiamento in campo;
2) pressing alto, per 90 minuti e non per 10 o a tratti;
3) gioco di squadra.
Senza questi tre elementi, non arriveremo mai terzi, non potremmo mai giovare delle finanze date dall’ingresso in Champions e soprattutto non meritiamo di arrivare terzi.
Siamo settimi e ripeto, è tutto lì, ancora.
Siamo a -4 dal terzo posto e siamo vicini al Napoli.
Tutto può essere ancora possibile.
Il problema basilare è sia l’atteggiamento con cui entrano in campo (e sicuramente questa è una mancanza di Pippo) sia i problemi i individuali di squadra.

Partiamo dall’atteggiamento: non si può entrare in campo, giocandosi il terzo posto, in maniera molle lasciando il pallino del gioco all’avversario.
Non si può, non va fatto e non è da Milan.
Inutile giocare attendendo le ripartenze, con le squadre di piccola fattura (con tutto il rispetto, sia chiaro).
Si deve giocare per vincere, come contro l’Udinese.
Rinunciataria o meno (tanto comunque la mettiate, se vinciamo è per demerito altrui, mentre se perdiamo è colpa nostra… I meriti nostri non esistono mai), in campo siamo scesi con la voglia, la grinta, la cattiveria e il cinismo giusto.
E non va fatto ogni 10 partite, ma sempre. Ogni domenica, o sabato o chicchessia.
In campo si scende per onorare la maglia, la storia e per vincere, chiunque sia l’avversario.
Altrimenti continuare a dire che l’obiettivo è il terzo posto è alquanto ridicolo, perché così non ci arriviamo sicuro e non meritiamo di arrivarci.

In più, ho notato che noi non pressiamo.
In una partita di 90 minuti noi lo facciamo 5 volte, ed è veramente poco.
Più pressi alto, più gli avversari sbagliano.
Più sbagliano, più occasioni hai per creare gol o azioni da gol.
Più crei, più hai possibilità di segnare e vincere.
E’ un circolo, basilare credo, che però non riescono a capire.
Contro il Genoa abbiamo pressato alto 3 volte nel primo tempo, e se Menez la passava a Montolivo segnavamo prima noi.

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Ma comunque quelle 3 volte in cui abbiamo pressato alto, loro hanno sbagliato: dalla difesa passando Perin, fino ai loro attaccanti.
Eppure non si è capito, e si è continuato a lasciar giocare gli altri nell’attesa del pallone nei piedi, che non arriverà mai se non lo rubi.
E se attendi, il gol lo prendi sicuro.

Infine il gioco di squadra.
L’ho messo come ultimo punto, ma secondo me è il più importante.
Se mi riallaccio al precedente punto, ho detto che nel primo tempo di Genoa-Milan, un’occasione da gol fu quella di Menez.
Uno di quei giocatori che è capace di risolverti la partita da solo, ma che non capisce il senso di “gioco di squadra”.
In quella ripartenza, c’era sulla destra Montolivo da solo con una parte di porta scoperta.
Poteva essere gol, avevamo una grossa opportunità.
Eppure Menez ha tirato e fatto tutto lui, centrando le mani di Perin.
Nel secondo tempo uguale ha fatto De Jong.
Ha visto la palla buona ed ha calciato (per carità, se fosse entrata diremmo tutt’altro eh..), ma l’ha calciata direttamente al quarto anello (inesistente) della tribuna degli spettatori.
E sulla destra aveva libero Bonera che poteva crossare, ed era pure entrato Pazzini, altra presenza in area.
Ci si era intestarditi di più a cercare il gol personale che a giocare di squadra ed è la cosa più sbagliata che si possa fare.
L’errore più grande in un momento come questo.
Si vince e si perde tutti insieme e come tale si deve giocare tutti insieme.
Poco importa la nazionale (obiettivo di molti giocatori attuali del Milan), poco importa la media realizzativa o la classifica marcatori, poco importano i gol personali e poco importa la gloria a fine partita.
L’egoismo non è parte del calcio e soprattutto non è parte del Milan.
E questa cosa la sto dicendo ora, ma l’ho notata già diverse partite fa, lasciando correre sperando in un cambiamento.
Senza gioco di squadra e senza la squadra non esistono trofei, nazionali, gol e gloria.
Tutto passa dalla squadra e tutto deve passare dalla squadra, altrimenti non si andrà da nessuna parte.
Quando si capiranno questi tre concetti base, potremmo dire di avere una squadra pronta per il terzo posto, qualunque sia il metodo di gioco, qualunque sia il modulo e qualunque sia la squadra in campo.

Senza i tre punti sopra elencati, il settimo posto è ciò che, attualmente, meritiamo.
Sperando di recuperare terreno e che le altre ci facciano un altro regalino prima di Natale (seppure sia difficile), il terzo posto è ancora alla nostra portata e ci siamo vicini.
Ma dobbiamo ripartire, insieme, da questi tre concetti fondamentali in un momento come quello attuale del Milan senza i quali, terzo posto, Champions, ingaggi, giocatori e allenatori non sono altro che fumo.

8 commenti

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  1. Condivido Margherita anche se forse fa un effetto distorcente, per molti, ricordare che chi avveva ‘acceso’ il pressing alto, in altre occasioni, era un signore che ha un nome e cognome: Michael Essien. Credo che il povero Michael verrà ricordato, dal sottoscritto, come uno dei giocatori più bistrattati sia dall’opinione della stampa sportiva(prezzolata) che, purtroppo, anche dai tifisi. Vero…bisogna pressare alto e quando Mènez l’ha fatto si poteva e doveva segnare direttamente il gol oppure come tu hai indicato. Non è stato così. L’importante è che questa defaiance non si ripeta più!

    1. Infatti, ormai il passato è passato…
      Le partite sono state giocate e si va avanti ma si deve andare avanti di squadra non di singoli.
      E tanto per essere concorde con te, su Essien, contro l’Udinese abbiamo vinto e convinto anche perché il centrocampo era finalmente come tutti lo volevamo.
      Un mediano (Essien) esterno, un giocatore al centro che impostava (Van Ginkel) e Bonaventura che copriva in difesa, attaccava e impostava qualcosa con Van Ginkel a centrocampo.
      Inutile continuare a mettere De Jong al centro, non ci serve lì, ma esterno in modo da posizionare un Centrocampista dai piedi buoni al centro.
      Così fai pressing, così fai gioco.

    • boldi1 il 11 Dicembre 2014 alle 16:26

    ottimo post

    personalmente preferisco a centrocampo ikl trio dai piedi buoni ovvero Montolivo Bonaventura e Van Ginkel , ma se proprio dobbiamo mettere qualcuno che contrasti sono d’accordo che non deve essere davanti alla difesa ovvero DJ ma sul lato quindi centro destra o cenmtro sinistra

    da ieri che sposo la tesi di Alberto Costa
    il Milan senza DJ davanti alla difesa gioca meglio

  2. Pensare di esonerare Inzaghi e’ pura follia ed assoluta mancanza di stile Milan .
    Ma e’ giustissimo , per lo stesso motivo , rimpiangere la mancata occasione di vedere sul serio all’opera Seedorf nonche’ censurare un licenziamento molto volgare. Un allenatore non andrebbe mai esonerato senza dargli una stsgione intera di prova . Questo non significa che se si vedono errori palesi , ingiustizie , mancanza di gioco e di risultati , si debba stare zitti senza criticare . Che significa?
    Una critica costruttiva equivale ad una proposta di esonero ?
    Piuttosto vorrei insistere sul modulo . Io non condivido il 4/4/3 perche’ mi sembra scelto solo per favorire il non meritevole Faraone . Penso che anche la cessione , per me profondamente sbagliata di Balotelli , sia stata una scelta pro Faraone
    Il 4/3/3 agevola in questo Milan solo lui e forse , i due terzini nazionali e il desiderio di Montolivo di giostrare nella posizione di Pirlo . Per contro , ci e’ costata la scomunica di Torres , una distanza dispersiva fra i tre attaccanti e fra questi ed il centrocampo . La necessita’ di piazzare De Jong a difesa della coppia di centrali
    difensivi .Per me Torres e’ molto meglio di El Shaaravi , Menez e’ una seconda punta che deve partire da sinistra . Di conseguenza il modulo migliore e’ il 3/5/2 oppure il 4/4/2 .E Honda lo vorrei vedere a centrocampo .
    Ma rispettiamo il ruolo di Inzaghi purche’ arrivino risultati e non proclami . Margherita , non fare come Diavolo . Non negare l’evidenza . Hai fatto il conto delle sconfitte ma ti sei dimenticata di fare il conto dei pareggi . Che portano un misero punticino . Non fare cosi’ . Non ti si addice .

    1. Ho fatto il conto delle sconfitte per il semplice motivo che ho visto, sempre su internet, lamentarsi delle “numerevoli sconfitte”.
      Sono d’accordo che i pareggi siano inutili, soprattutto perché in 3-4 occasioni potevamo andare anche secondi con i punti persi per strada.
      Non mi fraintendere, non giustifico alcune scelte di Inzaghi (per esempio a me piace il 4-3-3 indipendentemente dal Faraone ma non condivido alcune scelte di Inzaghi tipo DJ centrale a centrocampo o Bonera messo a forza titolare, tranne ultimamente per mancanza di alternativa, o Mexes in panchina preferenze Zapata) però mi pare veramente ridicolo che ora, a distanza di mesi, si faccia una campagna Pro Seedorf usando scuse ridicole (e non parlo della questione del tempo, in cui probabilmente ti darei anche ragione, almeno un anno per giudicare i tecnici e non 6 mesi).
      Ma sono le scuse ridicole a farmi sorridere, tipo “Seedorf aveva questi punti qui, Inzaghi questi qui” non considerando le partite giocate, oppure “Seedorf aveva gioco e Inzaghi no” non considerando che il gioco di Seedorf era a sprazzi come quello di Inzaghi e non considerando gli errori di Seedorf netti e chiari contro spogliatoio e società.
      E per finire Allegri, Allegri che è maggiore di Inzaghi (che ha già fatto 22 punti in mezza stagione, e nemmeno mezza, mentre Allegri l’ultimo anno 12 o qualcosa di simile).
      Per questo e per molto altro continuerò a difendere Inzaghi a meno che non arrivi 11° con una squadra di top player.

      Per quanto riguarda il modulo posso anche essere d’accordo ma non mi piace il 4.2.3.1 perché mi sembra troppo aperto in difesa per noi che soffriamo…

  3. Tutto giusto ,anche io difendo Inzaghi e vorrei che capisse gli errori quando ( secondo me , ovvio ) li commette . Vorrei che allenasse il Milan per molti anni come avrei voluto per Clarence . Non avrei voluto MAI Allegri che e’ la fonte di tutti i nostri
    guai attuali .Lui e Galliani hanno sgretolato un tempio di stile ,forza morale , senso di appartenenza e abnegazione . I valori tradizionali del Grande Milan . Per ripristinare questi valori , Inzaghi deve lavorare sodo . E puntare sui giocatori che maggiormente li detengono . Ogqgi non mi va di criticare i montati o strafottenti che pure ci sono e vanno bacchettati . Oggi voglio parlare di un caso davvero strano
    ovvero di Nigel De Jong . Fra tutti i nostri , insieme a Kaka’, negli ultimi due anni si e’ spaccato in due , esempio per tutti . Sicuramente il maggiore depositario dei valori di cui parlavo . Per UNA partita su cinquanta giocata maluccio lo vorrebbero
    ( o dovrei metterci anche tu? ) far fuori . Inconcepibile !
    Sul piano tecnico De Jong rappresenta il Gattuso di questa squadra , ne’ piu’ ne’ meno. E vi sembra che il Milan di oggi possa prescindere da cuore e polmoni di un Gattuso ? Siamo seri , con De Jong in panchina e Montolivo al suo posto , col Napoli , tanto per dire , ne prendiamo quattro . Ed altrettanti con la Roma .
    Questo e’ il mio convinto timore . Ciao .

    1. Secondo me, le cifre e il contratto chiesto da Nigel è fuori dalla nostra portata.
      Ok, per me è indispensabile.
      Ok, per me è da spostare (non da fare fuori, spostare nello scacchiere di centrocampo).
      Ma dare 4 milioni per 3 anni ad un trentenne vuol dire averlo sul collo a 32-33 anni inoltrati, con un contratto pesante (vedi Mexes) che poi nessuno ti prende in caso di necessità di cessione o in caso di calo fisico.
      Assurdo fare un errore del genere.
      Anche se per me, è, con Abate, Abbiati (da secondo) e forse (ripeto forse) Mexes, anche se a molto meno, è uno dei pochi che deve rinnovare senza alcun dubbio.
      Ma non a quelle cifre, assolutamente.

      Detto ciò, per il resto son d’accordo 😆

  4. De Jong merita moralmente un ingaggio pari a quello di Montolivo . Poi non so abbastanza sui trattamenti dei giocatori . Per spostarlo posso condividere anche perche’ non amo Il 4/3/3 . Crea troppa distanza fra i giocatori e protegge troppo poco i due centrali difensivi .Nel Milan attuale vedo I due terzini che corrono in avanti contemporanamente. Errore madornale .

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