Occasioni perse

Non ho di certo la presunzione di dare consigli di mercato o dettare strategie societarie, ma in questi giorni ho elaborato una riflessione sul passato e il futuro rossoneri. L’argomento è la difesa: un reparto molto criticato, che non ha ancora trovato i suoi interpreti titolari, spesso vittima di amnesie ed errori inconcepibili. Se ad inizio campionato mi convincevo che  la coppia titolare migliore fosse quella composta da Rami ed Alex, molte partite mi hanno portata a ricredermi, così come le recenti prestazioni di Mexes, dimenticato da molti, ma ancora in grado di fornire l’esperienza e la solidità necessarie a questa squadra. Per non parlare del capitolo terzini: se Abate e De Sciglio sono considerati il futuro di questa squadra, non nascondo molti dubbi su questo futuro, visto l’incostanza di entrambi, capaci di stagioni o periodi ad altissimo livello, seguiti da cali spaventosi e incomprensibili. Ma di certo in panchina non ci sono sostituti che possano preoccuparli.

Un reparto, quindi, su cui il mercato dovrà intervenire e i primi nomi non mancano: da Vangioni a Kishna, passando per Sakai, la difesa del futuro sembra non avere nulla di italiano. La mia riflessione parte da qui: è possibile che non ci siano dei giovani difensori italiani in grado di giocare nella difesa del Milan, ad oggi non di certo impeccabile?

Mi sono venuti in mente parecchi nomi: nomi di giovani, italiani, che si sono messi in luce in questi primi mesi e che potrebbero dare una grossa mano al Milan. Alcuni di loro hanno già il futuro scritto, ma possono essere un esempio da seguire. Penso a Romagnoli, parcheggiato a Genova, ma con un futuro in giallorosso, abile sia come centrale che come terzino, o a Zappacosta, che all’Atalanta sta dimostrando di avere la corsa e la tecnica di un ottimo terzino, tanto da guadagnarsi una maglia da titolare nella Nazionale under21. Stessa sorte per Biraghi, cresciuto all’Inter e passato per Catania e oggi al Chievo dove fatica a trovare posto, mentre è indispensabile per Di Biagio. E poi il duo Antei-Barba, proveniente dalla vincente primavera giallorossa nel 2011 e il più celebre Rugani, con un futuro scritto alla Juventus, ma che ad oggi sta facendo una grande stagione con l’Empoli tanto da impressionare anche Conte che lo ha voluto con sé in Nazionale. Esempi che mi portano inevitabilmente alle occasioni perse dal Milan: tralasciando il caso Aubameyang, che meriterebbe un’altra lunghissima digressione, penso a Darmian, cresciuto a Milanello e poi ceduto, forse erroneamente, al Palermo. Perché ad oggi un terzino così ci farebbe molto comodo.

2 commenti

  1. Il discorso giovani è complicato perché ci dimentichiamo che magari anche noi siamo lì pronti a crocifiggerli al primo errrore. Il ‘malcapitato’ giovane di turno, che esordisce oppure gioca con continuità in una grande squadra, e bersagliato da critiche feroci al primo errore. Prendiamo De Sciglio chè è ritenuto, da tutti i tecnici calciofili, l’erede di Paolo Maldini. Nonostante qualche buoma prestazione, effettuata ultimamente, la critica e soprattutto i tifosi gli danno addosso. Ma senza andare troppo lontano prendiamo il caso Albertazzi che se fosse rimasto a Verona oggi probabilmente sarebbe titolare della fascia sinistra, oppure al centro della difesa, in quella squadra. I tifosi così come i critici calciofili sono rimasti all’epopea dei grandi difensori del passato quando si diceva che nessuno era meglio degli italiani. Come hai ricordato persino Zappacosta, che io apprezzo tantissimo, fa fatica ad avere la titolarità nell’Atalanta. Il calcio è un po’ come la metafora del nostro Paese. Un territorio fato di vecchi e per vecchi dove i giovani italiani, magari più bravi e capaci di giovani stranieri, sono costretti a migrare altrove. Poi ci vuole Conte per farci scoprire che Graziano Pellè avrebbe potuto fare la sua bella figura anche in una cosiddetta grande. Questo in assoluta contrapposizione a quei club che spediscono all’estero i migliori talenti italiani e dei vivai italiani. Già… la globalizzazione… ma allora perché gli stranieri che giocano e maturano in Italia non possono giocare con la nazionale italiana? L’Italia è una nazione strana e retrograda anche in questo campo? Io credo di no ma bisogna necessariamente cambiare registro e dare ai giovani, insiti nei vivai delle società più importanti e ce ne sono parecchi meritevoli d’attenzione e che potrebbero essere utili anche alla prima squadra(Mastour su tutti ma il Milan ne ha diversi a partire sa Andrej Modic) che dovrebbero essere inseriti, con gradualità, nell’orbita della prima squadra. Forse questa impossibilità attuale che hanno le società italiane nel poter spendere e spandere, magari per acquistare bidoni dal nome esotico oppure stranieri ad ogni costo, non è un male per il futuro dei vivai e dei giovani che giocano al calcio in quel settore!

  2. Condivido quanto dicono prima SG e Borgofosco . Aggiungo , come mia considerazione , che attendere De Sciglio hanun senso , vista la giovane eta ‘ mentre Abate ha un rendimento sufficiente solo quando e’ fisicamente al Top . Questo perche’ quando , a periodi , le energie straripano non appaiono tanto evidenti le lacune tecniche . Che sono troppo grosse per giocare titolare nel Milan . Ho sempre pensato che sarebbe meglio venderlo . Anche per lui .Su Darmian ceduto per soli 500 mila euro ho gia’ scritto . Ed ho scritto pure su quale temo sia il motivo di tanti incomprensibili acquisti all’estero. Un mercato con troppi intermediari .Penso che occorra cambiare molte regole .

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