O capitano! Mio capitano!

Non credo, contrariamente a quanto ha affermato mister Inzaghi a fine partita, che il Milan meritasse di vincere sabato sera al Ferraris contro la Sampdoria. Il pensiero espresso dal tecnico rossonero può, secondo la mia modesta opinione, trovare una giustificazione nella necessità di esprime un concetto direttamente estratto dal Manuale delle frasi di circostanza (Capitolo III. Come rendere le tue interviste sempre banali), oppure nella convinzione che effettivamente il valore reale della squadra sia quello espresso prima della fine della partita ed emerso , con estrema discontinuità, durante tutto il corso della sfida.

Con onestà, ammetto che l’analisi tattica della partita mi interessa relativamente poco. E non si tratta né di disinteresse, né di superficialità. Semplicemente la squadra manifesta da inizio campionato (e forse da un tempo ancor più remoto) le medesime problematiche, problematiche che sono state parzialmente celate all’inizio da una maggiore predisposizione al gioco offensivo e , quasi certamente, da una maggiore convinzione, fattore quest’ultimo venuto clamorosamente – e disgraziatamente – meno dopo la sconfitta a San Siro contro la Juventus di Allegri.

Coloro i quali hanno l’avventatezza di leggermi settimanalmente, avranno notato , forse con fastidio, l’insistenza quasi ossessiva con cui faccio riferimento all’aspetto psicologico e alla sua conseguente rilevanza nelle fortune contrastanti di una squadra, specialmente in quelle di una squadra che – come il Milan attuale – continua ad avere , nonostante tutto, alcuni evidenti limiti tecnici. Proprio alla luce di tali considerazioni, sono rimasto spiacevolmente colpito da un’immagine nel corso della partita contro i blucerchiati : l’immagine di Bonera, l’ultima bandiera, insignito della fascia di capitano per l’occasione, che, dopo il pareggio di Menez, nel momento di maggior proposizione dei rossoneri, con un gesto alquanto plateale invita i compagni di squadra alla calma. Qualcuno potrà legittimamente smentire la personalissima lettura che ho dato al gesto e che andrò ad esporre, tacciandomi magari (giustamente) anche di una certa malafede e di una certa indisposizione nei confronti di uno dei giocatori verso i quali non provo un’infinita simpatia ( consiglio da parte del mio psicanalista : “Ammetterlo è sempre il primo passo” ). Nel gesto di capitan Bonera non ho visto una semplice esortazione alla calma nella gestione della palla soprattutto in fase di impostazione, quanto piuttosto un invito a placare gli animi, un invito a non sbilanciarsi ulteriormente, nell’arrendevolezza mascherata da razionalità di chi preferisce – nell’incertezza –  comunque non perderla. Posta ,quindi, e ribadita l’opinabilità della mia tesi, affermo allo stesso tempo quanto già fatto (non troppo) implicitamente trapelare: Bonera non è il mio capitano, questo non è e non può essere il capitano del Milan, il capitano della nostra squadra, laddove per capitano si intenda il simbolo – nel senso classicheggiante e pertanto strettamente platonico del termine – della squadra, l’interprete dello spirito, colui che nell’individualità del giocatore rappresenta il tutto della squadra. C’è un’altra affermazione di mister Inzaghi che non mi trova affatto d’accordo.

“Mi dispiace per l’espulsione di Bonera che aveva fatto una grande partita e ci mancherà nel derby” .

Inutile commentarla. Fa già sorridere così.

Il periodo merita comunque altre (e alte) considerazioni, oltre a quelle sullo sciagurato capitano.
Altre considerazioni partendo, ad esempio, da Diego Lopez. Il portiere spagnolo è una certezza. Personalmente non ho mai denigrato apertamente Abbiati. Deve però ammettersi che si tratta di un portiere poco affidabile o quantomeno capace, nel medesimo tempo, di grandi interventi (come dimenticare , ad esempio, la parata su Thiago Motta nel derby di ritorno dell’ultimo scudetto?) e di topiche colossali. Diego Lopez, forse, soffre dello stesso difetto, ma gode ancora della fiducia della sua nuova squadra, dato ricavabile dal numero di retropassaggi effettuati dai giocatori del Milan verso l’estremo difensore.  Una difesa che ha fiducia nel suo portiere, è semplicemente una difesa più affidabile. De Sciglio è protagonista invece di una involuzione spaventosa. Non è apparso sicuro nemmeno nella posizione che dovrebbe essere sua. Bonaventura merita il posto da titolare , poche storie. Torres ha bisogno di fiducia. E di tempo. E soprattutto di pazienza. Fiducia, tempo e pazienza. Menez ha bisogno di una strigliata (basterebbe che qualcuno gli ricordasse il concetto, basilare, di passaggio). Su Honda non dirò nulla: tutti sprecati i giudizi avventati. El Shaarawy ha dimostrato di rientrare nella strettissima cerchia di coloro che meritano veramente di indossare questa maglia. Anche per lui, poche storie.

È un Milan incostante. Troppo incostante. Un Milan che vive, in altre parole, di Bonera e di El Shaarawy. Specchi opposti riflessi.

Ps. Dal momento in cui Conte ha svestito i panni dell’allenatore della Juventus , ha conquistato immediatamente le mie simpatie (non nascondo il desiderio represso di vederlo allenatore del Milan, dopo la risoluzione del contratto che lo legava ai bianconeri). Per Conte ( e per  Diego Lopez, Bonaventura, Torres, El Shaarawy, ecc.) vale pertanto il discorso inverso rispetto a quello espresso su Bonera . La simpatia che provo verso il ct della Nazionale ( simpatia professionale, derivante cioè dai risultati raggiunti nei tre anni da allenatore della Juventus ) mi porta a valutare con occhi tendenzialmente benevoli le scelte di quest’ultimo. Come la convocazione di Balotelli, per tirare in ballo un esempio da poco conto.
Pensare a interferenze e a influenze da parte dello sponsor (che è allo stesso tempo, sponsor della Nazionale e del giocatore, oltre che , potremmo dire, sponsor del ct) è lecito, forse anche naturale. Non è dietrologia, non è cultura del sospetto. Personalmente, però, vedo un allenatore che , resosi conto della pochezza offerta dal calcio italiano (quanti gol ha fatto la coppia ignorante Zaza e Immobile dopo l’ultima convocazione in Nazionale?) , cerca disperatamente, alla vigilia di una partita complicata come quella contro la Croazia, di ritrovare un giocatore dal talento straripante, con l’ intelligenza di un comodino. Questa convocazione inaspettata (e largamente immeritata) nel periodo peggiore della sua carriera potrebbe risollevare le sorti di Balotelli, del Liverpool e della Nazionale in ottica futura. Male che vada, sapremo con chi prendercela.

3 commenti

  1. Mi trovo a non condividere gran parte delle valutazioni tecniche lette in questo scritto. La prima è quella che io sono totalmente in sintonia con Pippo: il Milan meritava la vittoria a Marassi ma il pari non è un risultato rubato dalla Sampdoria. In un match di pugilato avrebbe vinto il Milan. Poi non condivido le eccessive critiche a Bonera vittima di un ‘cascatore inverecondo’ tale Okaka. Infatti, ed in questo sono in sintonia con Pasquale, Antonio Conte non ha convocato il falso Balotelli ma ha convocato quello vero. Avesse fatto Mario le sceneggiate di Okaka…apriti cielo la stampa prezzolata ed antibalotelliana avrebbe disintegrato il bresciano. Pippo a fine gara si è rivolto all’orso di Monte Berico ricordandogli che il furbo italo-nigeriano aveva fatto fallo di sfondamento e che il povero ‘Danielone’ non aveva commesso alcuna infrazione. Punti di vista. Ma io vedo Orsato un po’ come Pasquale vede Bonera. Dulcis in fundo dico, visto che guardo tutte le partite del Liverpool, che Mario ha avuto la grande sfortuna di andare a giocare in una squadra che ha una difesa al cui confronto quella dell’attuale Milan appare come la difesa del Milan di Sacchi. Mario vorrebbe fare in campo quei movimenti che Pippo chiede a Torres di fare. Probabilmente scambiandoli andrebbero meglio entrambi. Tuttavia visto che Torres è accreditato come l’essere un diretto discendente di Einstein e Mario uno salvato dallo stare in una casa di recupero per malati mentali, nel corso di questa stagione vedremo cosa accadrà.

  2. Non sono d’accordo con parte del post e vorrei spezzare una lancia in favore di Bonera, troppo spesso bistrattato.

    Bonera non sa fare il difensore centrale, ma da terzino è attualmente il migliore in rosa. E la sua partita, soprattutto in fase offensiva, mi è piaciuta.

    Sul fatto di essere capitano, è difficile da capitano fare quello che ha fatto – ovvero sacrificarsi sapendo di saltare il derby dovendo fermare un Okaka 1vs1 non per colpe sue, altrimenti va in porta ed il Milan perde 3-2.

  3. Diablo se ti brendi la briga di tradurre il labbiale di Pippo e soprattutto quello di Menez al rientro in camo nel secondo tempo, ti rendi conto delle sceneggiate di Okaka la cui peggiore sceneggiata è stata quella di dare del matto a Menez rivolgendosi persino all’arbitro del match. Ti renderai conto anche che Daniele non si è sacrificato ma è stato vittima della confusione interpretativa di un regolamento calcistico che qualcuno vede in evoluzione ed io invece vedo in grande involuzione. Un regolamento che scimmiotta gli altri sport come il basket(sfondamento e blocchi dove vingono sempre privilegiati gli attaccanti rispetto ai difendenti). Per non dire della regola interpretabile, a secondo dei colori della maglia, sul fuori giuoco. Assurdo poter importunare il portiere, nell’area piccola, e non veder annullato il gol per evidente e volontaria partecipazione all’azione di giuoco(caso eclatante in Juventus-Parma di domenica scorsa). Se il calcio viene abbruttito, pazienza per la regola del retropassaggio al portiere perché non si capisce più cosa ci stia a fare il portiere in porta se nelle due aree, soprattutto quella piccola dove il portiere non dovrebbe essere in alcun modo intralciato, dove ora al portiere viene nagata la possibiltà sia di usare le mani, che di fare uscite per anticipare un avversario. I calciatori,alla Okaka,si buttano puntualmente addosso al portiere guadagnando addirittura un doppio vantaggio come quella dell’espulsione dell’ultimo difensore e del penalty. Tombola! Bonera si è immolato per questo? Menez, Pippo, lo stesso Daniele ed anche il sottoscritto non la pensano proprio così.

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