Questo Milan fa schifo e Inzaghi è un incapace

Ammetto immediatamente che si tratta di una provocazione. Avrei potuto lasciare questa verità ironicamente sottesa nel corso del mio ragionamento, ma siamo rimasti realmente in pochi i fortunati a conservare ancora il senso fine dell’ironia e del sarcasmo.

Posta questa doverosa (e timorosa) premessa, devo anche ammettere che la triste realtà dell’ultimo periodo , e soprattutto la tristissima realtà dell’ultima partita, quella ignobilmente persa contro il Palermo a San Siro, spingano e favoriscano una certa ragionevolezza intrinseca della mia pavida provocazione.

L’espressione Questo Milan fa schifo contiene una sottile contraddizione logico-linguistica : non è il Milan dell’ultima partita o delle ultime dieci giornate di campionato a meritarsi indecorose aggettivazioni ed indecorosi epiteti.

La massima secondo cui Inzaghi è un incapace è, a voler essere dei fanatici del ragionar secondo logica, semplicemente un’altra modalità (estrema ed estremista, appunto) di giudicare l’aspetto incontestabile per cui Inzaghi è un allenatore esordiente.

Nell’epoca del ragionamento facile, superficiale ed immediato, il ragionamento condensato in centoquaranta caratteri, potrà sembrare che io stia ritrattando tutto quanto ho affermato fino ad ora. Nessuna rinascita. Nessuna speranza. Nessun entusiasmo. Nessuna parvenza di progetto. La rosa del Milan resta scarsa e inadeguata. Inzaghi è l’ennesima scommessa persa, l’ennesima mossa sbagliata da parte di una dirigenza ormai totalmente alla deriva. Nessuna riscossa e nessuna rivincita per il nostro Amministratore delegato di giallo cravattato,  innamorato e quasi ossessionato dai parametri zero di tutto il mondo. Purtroppo però non è così facile, non è così superficiale e non è così immediato.

Lo scorso campionato ho difeso (forse colpevolmente, forse ingenuamente)  Allegri fino alla partita contro il Sassuolo. Prima di quella tragica partita, non ne ho mai chiesto l’esonero. Prima di quella sciagurata trasferta, non ho mai chiesto la testa dell’allenatore livornese. Non mi sono mai facilmente accodato ( e accomodato) alle accuse contro l’attuale allenatore della Juventus. Anzi, mi sono financo esposto, entrando anche in collisione con il direttore di questo blog, sostenendo sempre che i colpevoli del declino rossonero dovessero essere ricercati al piano di sopra. Non ho mai puntato il dito contro Allegri, sebbene si sia macchiato fin dapprincipio dell’evidente colpa di aver irrimediabilmente inaridito il gioco della squadra (peccato inizialmente mascherato da quel giocatore fenomenale che risponde al nome di Zlatan Ibrahimovic).

E non mi sono mai apertamente schierato neanche contro Clarence Seedorf e contro i suoi deludenti risultanti (deludenti soprattutto nell’ultima parte di campionato, quando ormai sembrava alla nostra portata un posto in Europa). Non ho mai puntato il dito contro Seedorf, sebbene si sia macchiato fin dapprincipio dell’evidente colpa di aver annichilito totalmente un gruppo già logoro.

Riguardo il concetto e il significato di critica, studiate Kant. Non chiedo che i tifosi, in quanto tali, si astengano con ignavia della critiche. Non chiedo che i tifosi, in quanto tali, sostengano squadra, allenatore e dirigenza a prescindere da tutto (prestazione, risultati, mercato). Non chiedo che i tifosi, in quanto tali, non avanzino la pretesa di vedere una squadra degna del nome che porta. E tengo inoltre a sottolineare come il fine di questo ragionamento non voglia essere autocelebrativo : non sono il migliore dei tifosi perché ho difeso Allegri, perché non ho attaccato Seedorf e perché sostengo Inzaghi.

Al di là degli allenatori, questa squadra ormai da troppi anni palesa limiti evidenti. Patiamo in maniera indescrivibile ed inenarrabile, partita dopo partita, campionato dopo campionato, errori individuali in fase difensiva , assenza di ordine e di qualità a centrocampo e discontinuità in fase offensiva. La partita persa contro il Palermo – riconosciuto comunque il merito alla squadra rosanero che ha disputato, soprattutto nel primo tempo, un’ottima partita – è emblematica sotto tutti questi aspetti. Zapata non è un cattivo giocatore (chi ha seguito con attenzione il mondiale brasiliano potrà confermarlo). Eppure, domenica è stato semplicemente in grado di sbagliare tutto. De Jong, Poli e Saponara rappresentato , senza dubbio, dei buoni giocatori. Eppure, domenica contro il Palermo, non sono riusciti a dare un senso al centrocampo rossonero. Menez è ancora il giocatore capace di giocate illuminanti come l’ormai celeberrimo colpo di tacco contro il Parma. Eppure, domenica si è smarrito nell’ossessione frustante di voler risolvere da solo la partita, il momento complicato della squadra e il suo personalissimo momento complicato .

Quali sarebbero , pertanto, le colpe di Inzaghi ? Quali sarebbero le colpe che decreterebbero l’esonero del nostro attuale allenatore ? Perché si chiede la testa dell’allenatore dopo dieci giornate, quando ancora nessun obiettivo è compromesso ? Forse il peccato di Inzaghi è quello di non aver fatto giocare Pazzini al posto di Torres ?

Ps. Perdonatemi. Alla fine non sono riuscito a frenare la mia ironia. Quali sono le colpe di Inzaghi ? Credo che la colpa maggiore sia quella di non esser più riuscito a dare sicurezza al gruppo dopo il pareggio di Firenze. La nostra è una squadra con evidentissimi limiti tecnici , limiti che possono essere sopperiti soltanto con lo spirito visto nelle prime giornate di campionato (la Juventus di Conte, ahimè, docet). In questo aspetto l’allenatore è fondamentale, soprattutto in un campionato ormai veramente mediocre come il nostro, dove, certamente Inter, Fiorentina, Sampdoria, Udinese, Genoa , ecc. non rappresentano organici di livello superiore rispetto a quello del Milan. E Inzaghi questo deve capirlo al più presto.

4 commenti

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  1. Il tuo ragionamento è condivisibile sino a quando non ti perdi, a mio avviso, nel cercare di spiegare la tua posizione conservatrice che sembra voler assecondare un non ben precisato ordine costituito. Non contestavo Allegri? Non facevo trapelare il disappunto per il dispotismo di Seedorf? E allora dov’è il contributo critico? L’ironia è virtù di pochi ma credere d’essere ironici è giudizio da chiedere ad altri e non a se stessi. Una cosa ci accomuna al di la dell’ironia: soffriamo maledettamente per come stanno le cose in ‘Casa Milan’. Naturalmente questo stato d’animo è relativo all’importanza intrinseca che si da ad un sport chiamato: giuoco del calcio.

  2. Abbiamo sopportato Allegri per 3 anni e mezzo e ora non si da tempo ad Inzaghi che pure sta facendo un ottimo lavoro?

    Ma dai e poi c’ e’ chi si lamenta se dico che qualcuno non ci arriva.

    L’ accanimento di alcuni contro Inzaghi e’ ridicolo ed e’ solo una mossa strategica per fare in modo che la societa’ lo sostituisca con un allenatore che dia sfogo alle minchiate dei tifosi.

    Inzaghi non si tocca e deve stare li e la societa’ deve dare un segnale chiaro

  3. Caro 18 Maggio
    Oggi un esonero di Inzaghi sarebbe il colpo mortale a questa , di gia’ provata squadra ed , eziandio ancor piu’ nefasto del mai compreso esonero di Seedorf.
    Non voglio neppure consideare tale irresponsabile eventualita’ cosi’ come non voglio considerare possibile che Inzaghi istesso si ritenga al riparo da ineluttabili e giuste critiche come avviene a ciascuno che commette errori . Ed ancor piu’ lontano dalle mie attese incombe la malaugurata ipotesi di un insistere cocciuto dello stesso nella errata ed impervia strada ove ha condotto la squadra nelle ultime partite .
    Inseguendo un innaturale , per questo organico , possesso palla ed un ossessivo
    Scambio nel breve

  4. Come avrete compreso mi e’ scappato un prematuro invio. Mi fermo lo stesso qui perche’ e’ sufficiente e per non tediarvi troppo .

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