La staffetta amara

In una settimana horribilis per il Milan, in cui 7 punti plausibili si sono trasformati in 2 concreti, sembra essere finita bruscamente la luna di miele tra i tifosi milanisti e Pippo Inzaghi. Su Twitter, al momento del gol, sono iniziati a volare i primi “Inzaghi inadeguato” e “Inzaghi vattene”. Sicuramente bisogna essere scontenti del rendimento della squadra nelle ultime partite, visto soprattutto il progressivo spegnimento a cui stiamo assistendo. Tuttavia, va dato tempo ad Inzaghi di fare il suo lavoro: un po’ perchè negli ultimi anni si è dato tempo a chi forse non se lo meritava neanche, ma specialmente per questioni pratiche. Per prima cosa non si puó esigere un progetto per poi chiedere la testa dell’allenatore dopo 10 partite. Poi perchè non ci sono soldi per un altro allenatore, essendo Clarence Seedorf ancora a libro paga.

Clarence Seedorf. Parlare di lui mi crea una grande tristezza perchè credo che con lui si sia toccato una delle pagine più nere della storia recente del Milan. Le vicissitudini di questa stagione ci avevano fatto dimenticare un po’ gli ignominiosi avvenimenti dell’anno scorso. Domenica sera però,  in un intervista ad una televisione locale romana (a partire dal minuto 11, ma merita la pena ascoltarla tutta), Marco Amelia ha tolto un po’ di polvere dal libro dei ricordi.

L’episodio di cui parla Amelia è il famigerato pomeriggio a casa Milan in cui i giocatori non si fermarono a salutare i tifosi, salvo poi farlo dopo un accalorato suggerimento da parte della dirigenza presente quel giorno. Lasciando da parte l’aneddotico episodio della rissa, quello che mi ha colpito di più è l’accusa (o la conferma) che viene lanciata: per Amelia c’era un gruppo di calciatori che si faceva i fatti suoi.

Le parole di Amelia indicano che dentro lo spogliatoio del Milan, l’anno scorso, probabilmente c’era qualcuno che non era propriamente centrato sul bene della squadra. Ciò nonostante, i sei mesi di Clarence alla guida della squadra sono stati buoni, con una rincorsa ai posti Europei quasi terminata con successo (maledetto Brienza). Ottenere risultati, con una parte dello spogliatoio che sembrava essere palesemente contro, rivaluta ancora di più il Clarence Seedorf allenatore.

L’allenatore del Milan però, non è più Clarence Seedorf, non confermato dalla dirigenza ad inizio estate e da allora entrato in oblio. Dispiace per come è finita. Ho sempre il ammirato Clarence Seedorf giocatore, non fosse altro che per una sua caratteristica. Bastava guardare lui per sapere se il Milan di Ancelotti stesse giocando bene. Se Clarence era “acceso” allora anche il Milan lo era.

Sarebbe superfluo dire che Clarence è stato uno dei giocatori piú importanti degli ultimi 20 anni rossoneri. Ma, proprio per questo, mi rimane incompresibile la scelta di affidargli la squadra a gennaio (anticipando di sei mesi l’incarico, fatto confermato sempre da Amelia durante la sua intervista) per poi togliergliela a giugno. Sicuramente in quei sei mesi è successo qualcosa di irreparabile, ed è una legittima decisione della proprietà e della dirigenza quella di scegliere il miglior allenatore per il Milan. Evidentemente, Clarence Seedorf non lo era.

Quello che però più mi ha disgustato della vicenda è la fuga di notizie uscite su Seedorf quando era in carica: dalle uova strapazzate alla mail a Tassotti. Vere o false che siano quelle notizie, la vicenda andava gestita in un’altra maniera. Con più discrezione. Magari spiegando ai tifosi i motivi dietro la scelta.

Ora c’è Pippo Inzaghi ad allenare il Milan e bisogna stare tutti con lui. Anche perchè dopo Seedorf, non so se sopporterei veder cadere un altro pezzo del Milan Ancelottiano.

4 commenti

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  1. Concordo in pieno . Su tutto quello che hai detto .Punto per punto lo ripeto anche io in tutti i modi ma quasi nessuno vuole l’uso della logica per comprendere la verita’ nel coacervo delle passioni prevalenti sull’amore per il Milan : la politica , l’antipatia, la simpatia , l’interesse .

  2. Della questione Clarence, se di errore si tratto, non capisco per quale motivo chi ha sbagliato non ammetta le proprie responsabilità. Sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Ecco allora che alla luce di quanto accaduto a Seedorf emorgono fantasmi e paure che parevano scomparse a seguito dei risultati brillanti, soprattutto nel giuoco, conseguiti da Inzaghi. Inutile fare polemiche su chi si impuntò affinchè Clarence sedesse sulla panchina rossonera usufruendo di un ingaggio da top-allenatore. Non è che Inzaghi qualcuno, forse anche all’interno della società, lo vede come un uomo di Galliani quasi imposto alla proprietà? Ma non è affatto così perché in realtà Pippo si è dimostrato un vero allenatore. La realtà è che Pippo ha sbaragliato tutti gli scettici dimostrando d’essere bravo al punto d’essere comparato ai migliori allenatori italiani, emergenti, come Montella e Antonio Conte. Manca di esperienza e questo era nel preventivo unitamente a brutte figure, possibili ad un neofita, puntualmente giunte. Montella e Zeman hanno sfruttato le debolezze tattiche di un Milan che già a Verona aveva dimostrato di non saper cambiare in corsa. Tuttavia se criticare è lecito distruggere, quanto di buono ha fatto Pippo, è deleterio al limite dell’autolesionistico. L’unica speranza sta nella conferma che realmente al Milan qualcosa stia cambiando a livello dirigenziale ed organizzativo. Allora discutere Pippo è più che blasfemo. Una domanda però giunge spontanea:-chi sono i ‘traditori’, del progetto Inzaghi, che hanno messo in campo la sceneggiata di domenica sera?-

  3. Ho vergoga per i tifosi che dopo la partita con il Palermo hanno attaccato in maniera indegna squadra e chiesto la testa di Inzaghi.

    Inzaghi è parte del patrimonio genetico vincente del Milan, sta facendo un buon lavoro con un ottimo gruppo e deve avere tutto il tempo per crescere.

    Poi ovviamente il suo lavoro è molto distante dall’ eccellenza. sto seguendo la partita contro il San Lorenzo e tante “riserve” dimenticate ingiustamente da Inzaghi in campionato stanno facendo molto bene. Dovrebbero giocare di più in campionato diversi giocatori.

  4. Di che sceneggiata parli? Noi tifosi lontani abbiamo l’handicap di non vedere molte cose .

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