Qui si parrà la tua nobilitate, caro Pippo!

Senza idee, senza fiato e forse anche senza speranza. Andando avanti così, non si va da nessuna parte. Un Milan troppo passivo per poter pensare di lottare per le posizioni migliori della classifica, specie se si considera che la nostra avversaria era una neopromossa.

Non può essere questo il potenziale del Milan, sarebbe troppo riduttivo e incredibilmente disarmante. D’altro canto ridurre la sconfitta alla sola serataccia di Zapata sarebbe incredibilmente errato, perché alla fine il migliore in campo per noi è stato comunque Diego Lopez, e questo vorrà dire qualcosa. Questa squadra mostra di non avere quell’equilibrio necessario a sopportare tre attaccanti, specie se ad almeno due di questi manca la gamba per dare una mano indietro. Honda è stato spremuto come un limone, data l’assenza di alternative, Menez non ha mai dai l’impressione di essere uno a cui piaccia correre a difendere, e Torres non dovrebbe nemmeno farlo, essendo il riferimento centrale. E nemmeno la qualità aggiuntiva data dall’innesto di Saponara ha potuto colmare lacune tecniche che sono riaffiorate. Certo, potremmo parlare di una serata negativa, visto anche l’infortunio di Alex, ma è la squadra nel suo complesso che non ha dato segnali positivi.

Serve qualcosa in più, in vista di una serie di partite pazzesche, in cui non si potrà sbagliare assolutamente più nulla. Il passaggio al 4-4-2 sarebbe forse la soluzione migliore per dare equilibrio, con la possibilità di risparmiare sacrifici difensivi alle due punte, e magari anche per dare maggiore copertura ai difensori. Si può e si deve fare qualcosa in più, le nostre occasioni non possono passare solo e la esclusivamente per palle buttate in mezzo o per spunti personali. Da quello che si è visto, la componente fisica sembra stia mancando, specie per quegli elementi che fin da inizio stagione stanno giocando quasi sempre. Pensare a sostituti per Abate e De Sciglio è necessario, perché alla lunga perdono la loro brillantezza. Per il secondo ci aggiungerei la rinuncia totale a crossare con il sinistro, cosa che ci fa perdere puntualmente un tempo di gioco, vanificando il movimento delle punte. Bisogna provare Armero, costi quel che costi.

Ho parlato di fisico, ho parlato di tattica, ma non si può tralasciare la componente mentale. Questa squadra ha perso la spensieratezza delle prime partite, e sopratutto quell’umiltà che mi aveva impressionato positivamente. Preferisco una squadra che si difende con i denti e riparte ad una che deve far gioco a tutti i costi; perché non ne abbiamo le capacità in questo momento, ed è evidente. Armi in spalla Pippo, e ripartire, resettare. Basta proclami, basta parlare di terzo-quarto posto come buoni obiettivi: sarebbero ottimi, ricordatevi dove eravamo lo scorso anno. Prendiamo ciò che viene, per il momento, perché non può andare tutto come vorremmo fin da subito. Solo se ritroviamo l’umiltà e la passione di inizio stagione possiamo realmente pensare di continuare il cammino in modo positivo. Qui si parrà la tua nobilitate, caro Pippo!

1 commento

  1. Nella mediocrità e nella povertà generale del calcio italiano i proclami impossibili avrebbero potuto anche essere considerati delle boutade ma non una pura follia. Del resto il sogno impossibile è frutto di una elaborazione del pensiero folle. La definizione pazzesco non è soltanto relativa alla giocata incredibile come quella di Menez a Parma. Il sogno è irrazionale di per se perchè sognare o fantasticare non costa nulla. Difficile è costruire e ‘con i cavoli non si fa merenda’. Questo Milan lo credevo prima ed a maggior ragione lo credo ora, è componente integrale della mediocrità generale che impera nel calcio italiano. Per questo non lo ritengo di molto inferiore a squadre che pretenderebbero d’essere tra le prime d’Europa. Squadre che prendono sette pappine o che fanno figure immonde con squadre di campionati che in altri tempi non avremmo neppure pensato potessero ottenere risultati come quelli di Istanbul o di Atene. Il calcio italiano è mediocre ed il Milan, un ex top club europeo, ben dimostra questa mediocrità perdendo o facendo figure barbine con squadre che a malapena sanno interpretare schemi di giuoco su di un campo di calcio.

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