Disordine organizzato

Disordine. Nonostante si parli tanto di Entusiasmo, questa è la parola che meglio rappresenta la condizione attuale del Milan.

Disordine mentale, perché nessuno sa cosa fare con il pallone tra i piedi; disordine tattico, perché ci muoviamo poco e ci muoviamo male. Il Milan che ho visto a San Siro contro la Fiorentina ha giocato a non far giocare l’avversario, idem i Viola; il Milan sceso in campo contro il Cagliari, invece, ha giocato a non giocare e basta. Il problema è molto semplice: non tiriamo. Creiamo poco, tiriamo ancora meno; fortunatamente, il cross di Bonaventura rientra in questo fortunatamente, quel poco che creiamo siamo bravi a concretizzarlo. Ma se crei 2 e realizzi 1, non basta a vincere le partite, almeno non tutte, perché l’avversario può creare 5 e realizzare 2. Il Milan ha, statisticamente, il miglior attacco del campionato: ma 8 gol li abbiamo fatti in sole due partite, contro Lazio e Parma a stagione appena iniziata. Un metro di paragone debole, considerando la situazione attuale: la nostra mole di gioco nella metà campo avversaria è molto bassa. Vero, giochiamo spesso di rimessa, ma ultimamente non ci stanno riuscendo bene nemmeno le ripartenze; gli ultimi due gol sono arrivati su calcio d’angolo, De Jong, e su un cross fortuito, Bonaventura.

Giocare a non giocare, alla lunga, non paga: Allegri docet. E non è solo questione di mancanza di qualità: i giocatori non sanno cosa fare, si va sulle fasce e via, giù a pregare. Ho detto che avrei giudicato Inzaghi dopo una stagione intera, come sempre ho fatto con tutti i precedenti allenatori del Milan; ma qualche dubbio, alla luce dell’intera preparazione estiva e di due mesi di campionato trascorsi, non può non venire. La squadra non è completa, ok, ma il disordine in campo non è giustificabile con la mancanza di qualità: cosa dovrebbero fare altrimenti Cagliari e Sampdoria, che pur non avendo giocatori di alto livello qualitativo hanno identità e stile di gioco? Non mi esprimo sul dualismo Lopez-Abbiati, che non dovrebbe esistere, mi esprimo su Torres, eccome: il miglior nome da stampare sopra la maglia numero 9 in circolazione, il più inutile, immobile, inguardabile centravanti che il Milan potesse acquistare. Come si dice “scaldabagno” in spagnolo? E “comodino”?

Per chiudere: il disordine non è per forza una cosa cattiva: Boris Arkadiev, sul disordine, aveva costruito la leggenda della Dinamo Mosca. Quel disordine, però, Arkadiev lo aveva organizzato. Non voglio farla suonare come una bocciatura, ma Inzaghi può davvero riuscire a mettere ordine in questo Milan?

3 commenti

  1. Ho seguito i passi di Inzaghi come allenatore delle giovanili e talvolta non era affatto in sintonia con le sue scelte. Vincere il Viareggio è stato un expolit che era sfuggito l’anno prima a Dolcetti. Poi però una Primavera molto forte non è approdata neppure alle final eight(cosa riuscita a Dolcetti l’anno prima). Inzaghi è un grande motivatore e ci mette veramente tanto entusiasmo. Ma come allenatore deve crescere molto. Ho la sensazione che sia un po fissato nell’applicazione del modulo 4-3-3. Inzaghi difficilmente cambia parere sul modulo di giuco. Il calcio moderno che si gioca nel resto d’Europa difficilmente si focalizza sull’applicazione paranoica di un unico sistema di giuco. Il portiere è ormai ovunque il libero aggiunto sul modello di Manuel Neuer. Ecco la prima contraddizione che imputo a Pippo e non è questione di antipatia nei confronti di Christian Abbiati. Ci vuole elasticità mentale così come ha dimostrato Zednek Zeman che fa giocate, alla Neuer, un ragazzo di ventanni: Cragno. Il Cagliari non ha un centravanti di ruolo(Sau è un falso nueve) ma gli gli attaccanti esterni si inseriscono benissimo sfruttando i tagli verticali che molti giocatori, dai piedi buoni, sono in grado di fare. Ieri sera Conti e Crisetig sembravano Bellini e Orlando del Brasile 1958. Inzaghi aveva cominciato benissimo. Il falso nueve mi era parsa una idea geniale. Honda ed El Shaarawy/Bonaventura si inserivano dall’esterno. I due terzini soprattutto Abate si sovrapponeva in continuazione all’esterno offensivo. I gol fioccavano. E’ vero ne prendavamo tanti ma la fase difensiva era da sistemare e nel centrocampo è sempre mancato il fulcro del giuoco(Montolivo?). Ora Pippo si è un po’ perso e non capisco perché. Un centravanti vecchia maniera necessita di moduli di giuoco diversi dal modo di giocare descritto. Avanzare la pretesa d’avere sempre in area un centravanti è modo vecchio e superato di concepire il calcio(forse aveva ed ha ragione Balotelli?) Pippo deve avere il coraggio di scegliere e dire se ha gli uomini a disposizione per attuare un giuoco moderno. Certo mi lascia perplesso quando tra un portiere moderno che sa giocare con i piedi e che sta stabilmente fuori dalla porta(non avremmo preso il gol a Cagliari in questo modo d’interpretare calcio)sceglie un bravissimo portiere al quale però non gli si può chiedere di cambiare la carta d’identità e tanto meno di giocare così come ha fatto a Cagliari quel ragazzo di ventanni voluto da Zednek Zeman. Ecco spiegato perché mi è parso che il Cagliari abbia impartito una lezione di calcio al Milan.

  2. D’accordo ,tranne che sul falso nove ( ma perche’ uno come te
    scrive nueve….?) . Torres e’ il migliore dei nostri attaccanti . Tu
    puoi ricordare Sormani . In questo momento il jolly deve essere il
    presuntuoso e maleducato Faraoncino . Per il suo bene . Insisto sul modulo alterativo anche io . E consiglio il 3/5/2 .

  3. Come si dice “scaldabagno” in spagnolo? E “comodino”?

    Se vuoi ti dico come si dice cesso di giocatore strafinito ma iperpagato, comprato da un pelato bastardo marchettaro ignorante di calcio proprietario di un allenatore fantoccio leccaculo arrivista.

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